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Veltroni recupera i cattolici
Una giornata disegnata per ricucire lo strappo con i cattolici dopo le polemiche per l'ingresso dei Radicali nel Pd. E l'operazione riesce anche se i teo-dem promettono che vigileranno e manterranno il presidio sui temi etici. L'intervento di Walter Veltroni al convegno organizzato dai cattolici del Pd – che aveva tutta l'aria di essere un meeting di corrente – ha sancito il disgelo con quelle parole su un'Italia «che non sia condannata a una perenne Porta Pia», ripercorrendo la storia dell'«assemblea costituente che evitò l'innalzamento di muri» e legittimando l'intervento della Chiesa sui temi etici «perché solo una visione superficiale può ridurla a ingerenza». Ma quello che interessava alla platea era ascoltare come il segretario del partito avrebbe spiegato l'offerta ai Radicali. «A loro abbiamo detto no all'apparentamento ma di entrare nel Pd e sottoscrivere il nostro programma superando una posizione di pura identità. Se così non fosse successo i Radicali avrebbero esasperato le loro posizioni laiciste». Dunque, accoglierli vuol dire metterli nel percorso «di una sintesi tra laici e cattolici» evitando nuovi conflitti. Certo, la formazione delle liste e del numero dei cattolici che vi compaiono, dice Veltroni, «non è un'operazione di bilancino». Invece è anche questo. E lui ieri ha lanciato due candidature – Andrea Sarubbi e Mauro Cerruti – e ne ha annunciata una terza, «un'esponente del mondo cattolico del Nord» che molti individuano in Maria Grazia Guida, della Caritas di Milano e già nell'Esecutivo Pd. E il pressing sarebbe molto forte anche su Giorgio Vittadini (ex presidente della Compagnia delle opere). Non sarà candidato il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, che però condivide il percorso che sta facendo Veltroni e augura al Pd «un bel futuro». Restando in tema di candidature ieri è cominciata la "sfilata" dei segretari regionali per mettere a punto i nomi. Alcuni rumors accreditano che Massimo D'Alema possa, anche lui, fare un passo indietro e "regalare" il posto di capolista in Puglia a una candidatura nuova (ma ieri il suo staff ha smentito). In Veneto si parla invece di Rosy Bindi, Enrico Letta o Bersani alla Camera mentre al Senato potrebbe andare Enrico Morando. Saranno candidati anche Francesco Rutelli – ma per dare le dimissioni se vincerà il Campidoglio – e Anna Finocchiaro forse nel Lazio. Balla invece la collocazione di Achille Serra che era dato per sicuro in Campania – dove però le tensioni nel Pd sono alle stelle – e allora potrebbe essere candidato in Toscana con il regista Paolo Virzì e una giovane ricercatrice.
E oggi Veltroni lancerà un tris di operai: oltre ad Antonio Boccuzzi della Thyssen, ci saranno una lavoratrice del più grande call center di Palermo, la Kos, e un'operaia di Napoli.
Tornando al convegno di ieri, le reazioni al discorso di Veltroni sono state tutte positive. A cominciare da Franco Marini, seduto in prima fila accanto a Beppe Fioroni (considerato il "capo area"). «Walter ha indicato la via giusta, quella della sintesi», ha detto il presidente del Senato. E soddisfatta era pure Paola Binetti: «Un bel discorso ma verificheremo». La senatrice teo-dem era particolarmente contenta per la candidatura di Sarubbi che si è auto-proclamato «fan della Binetti». Ai cattolici sono piaciute le tante citazioni di Veltroni (nel suo discorso messo a punto con Giorgio Tonini) a De Gasperi e quel riferimento a «una laicità eticamente esigente». È questa la stagione nuova e segno è «il voto per noi dei 18enni». Né è mancato il riferimento a Silvio Berlusconi che ieri si è proclamato «anarchico» e in questo il leader Pd legge «una posizione furbesca, quella della libertà di coscienza che non può essere l'unica soluzione». Ma un passaggio sull'aborto c'è stato, soprattutto per promuovere quella mozione di tutte le senatrici Pd – prime firmatarie Finocchiaro e Binetti – in difesa dell'integrale applicazione della 194. Non c'era la Bindi ma Beppe Fioroni gli manda un sms come Sarkozy con l'ex Cecilia: «Se torni annullo tutto». Ricchissimo il parterre: da Franco Marini a Raffaele Bonnani, leader della Cisl, da Pierluigi Bersani e Enrico Letta a Andrea Olivero, presidente delle Acli. (Li.P)
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=LiberoCITAZIONE
Non manca molto alla presentazione ufficiale delle liste per le prossime elezioni politiche prevista il 13 e il 14 aprile prossimi e la corsa alle candidature “di richiamo”, quelle che fanno parlare i giornali e “spostano” voti, si fa sempre più serrata. Nella gara alla candidatura “ad effetto” è certamente in testa Walter Veltroni che dopo aver lanciato i “giovani capolista sconosciuti” (che tanto sconosciuti, spesso, non sono) ora decide di buttarsi su un personaggio televisivo.
In questo caso niente bellone stile Aida Yespica o improbabili e procaci ex concorrenti del Grande Fratello stile Angela Sozio bensì Andrea Sarubbi, il volto televisivo della Chiesa Cattolica, conduttore di “A sua immagine“, la rubrica “prodotta” dalla CEI che va in onda ogni domenica mattina su Raiuno. La necessità tutta politica di “riequilibrare” con dei personaggi di comprovata estrazione cattolica dopo l’inserimento dei 9 Radicali nella lista del Partito Democratico trova una risposta nel cattolico “più visibile” d’Italia.
Sarubbi, giornalista della Radio Vaticana e docente di Informazione Religiosa alla Luiss, si è mostrato subito a suo agio nella veste di candidato “ponte” fra cattolici e laici, spostando abilmente l’attenzione da politico navigato:
Per me l’emergenza non è il confronto tra laici e cattolici, ma i problemi veri delle persone. Come quelli di un ragazzo della mia età che ho incontrato a Scampìa per un servizio e che ha molte difficoltà
Sarò nel torto, ma questa candidatura mi pare “strumentale” almeno quanto quelle delle belle donne dello spettacolo che fornisce Forza Italia, ora PDL, dalla Carlucci alla Carfagna passano alla “ventilata” Sozio.
http://www.tvblog.it/post/8297/veltroni-ca...io-tv-cattolicoCITAZIONE
Pd, «strappo» con i gay
Nessun nome in lista
Mancuso si candida con la Sinistra Arcobaleno
Chiuso definitivamente il rapporto con l'Arcigay. Serra correrà in Toscana dopo i malumori in Campania
ROMA — Con i cattolici non gli è andata benissimo. Andrea Riccardi, il fondatore della comunità di Sant'Egidio, gli ha fatto i suoi auguri, ma ha declinato l'offerta di una candidatura. Perciò Walter Veltroni si è acconciato a minori pretese in quel mondo. Il Pd candida Andrea Sarubbi, conduttore di «A tua immagine», la trasmissione di Rai Uno in cui viene trasmesso l'Angelus del Papa, e il filosofo Mauro Ceruti. Ma la pesca non certo eccellente nel mondo cattolico non ha risparmiato al leader del Partito democratico lo strappo con il mondo dei gay.
Un strappo significativo, quello con gli omosessuali, visto il rapporto che da sempre ha legato i Ds all'Arcigay. Ebbene, il presidente di questa associazione, Aurelio Mancuso, che già in questi mesi aveva avuto modo di polemizzare con il comportamento del Pd nei confronti degli omosessuali, ha sbattuto definitivamente la porta in faccia al partito di Veltroni e ha deciso di candidarsi con la Sinistra Arcobaleno. E ora? Il Pd, in grande imbarazzo per la polemica che è scoppiata con i cattolici dopo la decisione di candidare i radicali, tenta di fare finta di niente. Fa trapelare che su un sito gay Veltroni è il politico più amato da quel mondo, ma si guarda bene, almeno per ora, dal candidare un omosessuale dichiarato. Eppure c'è Paola Concia, che nei Ds ha vissuto la vita intera e che ha dato un grande contributo a quel partito e che è da sempre in prima linea nelle battaglie a favore dei diritti dei gay. Ma nel Pd dicono che, almeno per ora, non è prevista nessuna candidatura di una rappresentate o un rappresentante degli omosessuali. Insomma, allo stato delle cose, il Partito democratico preferisce soprassedere, onde non rinfocolare la polemica con la Chiesa e i teodem.
Ovvieranno a questa mancanza i radicali? Tenteranno loro di ricucire questo strappo? Al momento anche il Pr appare afono su quel fronte. Dopo aver cassato la candidatura di Viale, il medico «reo» di aver sperimentato anzitempo la pillola abortiva, Emma Bonino e compagni non sembrano avere intenzione di aprire un fronte polemico con quello schieramento — i teodem e gli ex ppi del Partito democratico — che sembra dare in questo momento dei grattacapi a Veltroni. Del resto, l'ex sindaco di Roma, che ha confermato la candidatura del prefetto Achille Serra (il quale dovrebbe debuttare in Toscana perché in Campania il partito locale non lo vuole), deve recuperare i rapporti con il mondo cattolico, quindi la presenza o meno di rappresentanti dei gay nelle liste del Pd non sembra essere il primo dei suoi problemi. Anche perché l'ingresso dei radicali non ha portato troppa fortuna al Pd.
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Veltroni era convinto che Emma Bonino gli facesse guadagnare un punto in percentuale in più e per questa ragione si è battuto dentro il partito per l'accordo con i radicali che lasciava perplessi anche i dirigenti che provengono dai Ds. Ora, conti alla mano, parrebbe che quell'accordo — in meri termini elettorali, ovviamente — non sia stato un grande affare. Peggio, secondo le simulazioni di voto segretissime che sono sui tavoli dei big del centrodestra e del centrosinistra, la situazione per il Pd sembra più che critica. Anche un sondaggio che dà ragione a Veltroni, che rivela, cioè, che effettivamente il distacco tra il Pd e Berlusconi è di poco più del 6 per cento lascia pochi dubbi. Alla Camera il Cavaliere sbanca, ottenendo il premio di maggioranza. Ma anche al Senato i numeri danno ragione al leader del Pdl. Nel suo insieme l'opposizione, Cosa rossa inclusa, ottiene 144 seggi a Palazzo Madama, ma la formazione di Berlusconi insieme alla Lega ne guadagna 162. E questo dopo l'accordo con i radicali, che lascia immutata la percentuale del Pd: 34 per cento.
Maria Teresa Meli
28 febbraio 2008