Accettare o no la sfida dei Kettlebell? Nuovo ma vecchio. L’allenamento con i Kettlebell, sempre più usato dai preparatori per gli sport da combattimento, mi ha incuriosito parecchio. Pratico sport da combattimento e arti marziali e, come molti, quando mi sono trovato a ricercare una maggiore potenza mi sono affidato alla pesistica tradizionale. Con buoni risultati devo dire. Perché però non provare qualcosa di nuovo? Di nuovo ma vecchio?
Alle volte per andare avanti occorre tornare indietro
Questo modo di dire sembra adattarsi molto bene ai Kettlebell, uno strumento di allenamento di origine slava: una palla in ghisa con una grossa maniglia in cima e il fondo piatto per poter essere poggiata a terra. Il Kettlebell o Girya, strumento usato da moltissimo tempo per il potenziamento dell’esercito in Russia, è di fatto uno strumento “povero”, fatto appositamente per chi non può permettersi di avere a disposizione una palestra completamente attrezzata. Ultimamente sta riscuotendo diversi consensi e sempre più viene usato da atleti di tutto il mondo per le sue capacità di allenare sia la forza che la resistenza e di farlo in modo, almeno in teoria, più rispondente alle necessità di chi nei pesi cerca un mezzo e non un fine. Così, per un mese, ho deciso di provare e di farlo annotando puntigliosamente quelli che mi sembravano i miglioramenti o i peggioramenti. Un piccolo esperimento che non vuol essere assolutamente un test “scientifico” ma che si offre di dare un’impressione a chi, come me, vorrebbe un’attività davvero complementare a quella del ring, magari che richieda poco tempo e, dato che ci siamo, effettuabile anche comodamente a casa libero dai vincoli della palestra. Chiedo troppo? Vediamo…
L’impatto iniziale
Tre sedute a settimana, circa trenta minuti ognuna. Oggettivamente molto poco rispetto all’ora e mezza di pesi, quando non due, che ero abituato a fare tre-quattro volte a settimana. Ciò nonostante l’impatto iniziale ha immediatamente portato a zero la mia superbia nel considerare il peso con cui ho iniziato (12 kg) “leggero”. Oggi posso dire che è leggero, ma della prima settimana ricordo dolori muscolari davvero intensi e la capacità del mio cervello di inventarsi le scuse più improbabili per convincersi che, in fondo, potevo anche interrompere l’esperimento e farlo un’altra volta. Ad esempio mai. Dopo la prima settimana le cose sono andate meglio e piano piano mi sono ritrovato ad aumentare i carichi, il numero delle ripetizioni o il tempo complessivo dell’esercizio. Non ho usato molti esercizi anche perché molti di essi (tranne forse il military press) non sono per nulla intuitivi e prima di eseguirli come allenanti vanno appresi correttamente. Ho fatto fondamentalmente: swing, military press, windmill, turkish get up e snatch.
Le difficoltà e le soddisfazioni
Le difficoltà maggiori che ho riscontrato inizialmente sono state quelle riguardanti l’esecuzione tecnica. Abituato coi pesi tradizionali e le macchine mi aspettavo forse qualcosa di più semplice. Ogni esercizio si può eseguire a vuoto ma poi, per capirlo, non c’è altra soluzione che provarlo con il kettlebell in mano. La seconda difficoltà riguarda la fatica. Allenarsi coi kettlebell è terribilmente faticoso… orrendamente faticoso, sfibrante, prosciugante e fa davvero passare la voglia di ripetere l’esperienza. La struttura dell’attrezzo, può anche essere una cosa personale, mi ha dato in particolare all’inizio la sensazione di uno scarsissimo controllo. Questo fa si che fai le ultime esecuzioni con i timore che ti voli via o di sbatterlo troppo forte a terra e doverlo poi estrarre dal pavimento… o peggio, fare un movimento scorretto e infortunarsi. Le soddisfazioni, se si tiene duro e si continua, non mancano. Piano piano si acquista un maggior controllo, si usano pesi maggiori (dodici è la pezzatura per chi inizia, sedici e ventiquattro sono quelle per i soggetti allenati) ci si sente generalmente la muscolatura più tonica. … e basta? No. Continuate a leggere…
I risultati o coincidenze?
Nessun medico mi ha seguito per misurare scientificamente gli eventuali miglioramenti delle mie performance atletiche per cui prendete ciò che vi dico con beneficio d’inventario. Ho notato un netto miglioramento (proprio netto, testato sui pao e in sparring) nell’elevazione e nella potenza dei calci circolari alti. Allo stesso modo ho notato un netto miglioramento nella potenza dei diretti. Allo stesso tempo ho una postura di guardia che si mantiene corretta anche quando sono stanco, come se la muscolatura fosse abituata a tenere quella posizione in modo naturale. Anche fiato e la resistenza, soprattutto quando faccio un allenamento in cui alterno fasi di strike a fasi di lotta o faccio sparring con le stesse modalità, è migliorato oppure sono peggiorati molti i miei avversari. Devo questi risultati ai kettlebell? Non posso esserne sicuro anche se, almeno per quanto riguarda i calci ho ottenuto più risultati proprio in questo mese di kettlebell training che in anni di stretching e allenamenti al sacco pesante. Se è una coincidenza è una bella coincidenza.
Pro e contro
Personalmente credo che continuerò almeno per un altro mese e poi valuterò se dare ai kettlebell uno spazio fisso nella mia routine di allenamento. Se i “pro” ci sono, infatti, non mancano i “contro”. Vediamoli.
Pro: Ogni sessione ha una durata molto inferiore ad una seduta regolare di pesi. L’attrezzo consente di fare con facilità dei ciruit training in cui si alternano strike, lotta e potenziamento.
Addirittura se si usano dei guantini a mano aperta non c’è nemmeno bisogno di fermarsi. Il kettlebell è una palestra a portata di mano e sempre aperta.
L’allenamento sviluppa la forza in linee e direzioni che non si allenano con la pesistica tradizionale. E’ un ottimo mix tra forza e resistenza, ciò che poi serve in un combattimento. Potete anche saper sollevare 100 kg su panca, ma riuscite a farlo quando avete il fiatone? Tutti i muscoli stabilizzatori lavorano in modo eccellente. Costano relativamente poco e sono indistruttibili.
La muscolatura delle presa della mano si rinforza in modo straordinario. Eccellente se fate lotta o sistemi in cui ci si può afferrare.
Contro: Ogni sessione è una faticaccia tremenda e si suda come dei maiali. Dopo l’allenamento non si ha voglia di fare nulla, di certo non di andare a lavoro. Scordatevi l’ipertrofia. La muscolatura diventa tosta ma non grossa. Il maneggio fa venire al volo dei grossi calli alle mani. Per le donne può essere un problema che non è detto i guantini risolvano. Palestra ovunque, anche in villeggiatura? Insomma. Provate a tenere due kettlebell nel cofano della macchina. Sono un disastro. Provate a mettere qualcosa anche lontanamente di fragile assieme nel cofano. Una tragedia. Gli esercizi non sono semplici da apprendere. Costano relativamente poco ma costano e se a lungo termine si ammortizzano bene, soprattutto all’inizio quando si passa da pesi leggeri a più pesanti la spesa è ragguardevole.
Accettare o no la sfida dei kettlebell?
In tutta sincerità credo che chi pratica sport da ring una “prova” dovrebbe farla.
Non penso che i kettlebell siano la nuova e definitiva scoperta in termini di allenamento penso però che i vantaggi che offrono pesino maggiormente degli svantaggi. Certo, è un rischio e una sfida. Ma questo non dovrebbe essere un problema per chi sceglie uno sport da combattimento.
Massimo Fenu
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