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Pagine: 1, 2
bzbiz
EDIT:

Ho ripescato questa discussione e l'ho "riadattata". D'ora in poi per parlare di quello che riguarda il diritto d'autore, leggi, leggiucole, cause, notizie ecc... Esiste questa discussione...

Bye!




Salve prendo spunto da questa notizia di Punto-Informatico: Link

Per aprire questo topic in cui riportare le figuracce della RIAA (la SIAE americana) e delle sue omologhe nel mondo...

Sta gente vive in un mondo parallelo al nostro, e nonostante i miliardi di dollari di cui dispongono (con conseguente disponibilità di avvocati, tecnici, manager, politici, cioccolatari...) fanno delle scelte che una volta su 2 sono boomerang...

Come in questo caso! Prima pretendono di detenere il copyright su un numero esadecimale dont.u.get.it.4.gif poi con l'intenzione di farlo sparire e tenerlo segreto (far sparire un numero? dont.u.get.it.4.gif ) han fatto si che sia diventato uno dei tormentoni della rete, con tanto di canzoni, foto, film, scritti dedicati a sto numero (che per la cronaca è una delle chiavi con le quali è possibile copiare gli HD-DVD)...

Quando leggo sta roba piego, e addirittura più esilarante di quando gli Studios mandarono una diffida del tipo "o accetti la multa o ti portiamo in tribunale" ad un miliardario americano, che rispose "ok andiamo in tribunale, e vediamo chi spende di più"... rofl.gif

Allego un sondaggio comparso su slashdot.org... rofl.gif

Clicca per vedere l'allegato
Roccia83
io metterei il copyright sul mio numero di scarpe così che chiunque porti lo stesso numero mi debba dei diritti sisi.gif
bzbiz
Il casino non si placa... 61.gif

Cuccatevi ste foto: Link

Alcune sono puro genio!
Senbee Norimaki
Ah io il codice l'ho messo in firma! ^____^

Non solo le immagini sono divertentissime, ma stanno nascendo in queste ore un bel po' di iniziative esilaranti volte a diffondere il codice e a sbertucciare la RIAA.

Prima di tutto c'è un sito che ha convertito il codice in una palette di colori e vende le magliette così colorate, con il disclaimer "attenzione! indossare questa combinazione di colori è ILLEGALE!" icon_mrgreen.gif
Ecco il sito: http://www.hd-dvd-tee.com/

Alcuni hanno scritto canzoni il cui testo consiste nelle cuifre del codice, e le stanno diffondendo su Youtube...

Se invece della maglietta volete portare l'umorismo della palette come una gif sul vostro sito, ecco il codice html e il disclaimer da scrivere:

http://t3knomanser.livejournal.com/906184.html

Again- don't use these colors. These colors are bad, and using these colors might get you sued. If you want to spread the warning, the copy-n-paste HTML is behind the cut. Let's make sure nobody accidentally uses these colors.

CODICE
<lj-raw>
<table>
<tr>
  <th colspan="3">
    <img src="http://geekmatters.com/Files/IllegalColorScheme.gif" width="100%" height="10px"/>
  </th>
</tr>
<tr>
  <td><img src="http://geekmatters.com/Files/IllegalColorScheme.gif" width="100%" height="100%"/></td>
  <td>
    Remember the illegal number? Well, I converted the hexadecimal number into a set of five
    different colors (using hex-color codes) and made this lovely GIF to illustrate.
    Don't use these colors together.
    If you do, you're <a href="http://www.eff.org/deeplinks/archives/005229.php">breaking the law</a>.
    Or, at least, you're breaking it enough to get sued for it.
  </td>
  <td><img src="http://geekmatters.com/Files/IllegalColorScheme.gif" width="100%" height="200%"/></td>
</tr>
<tr>
  <th colspan="3">
    <img src="http://geekmatters.com/Files/IllegalColorScheme.gif" width="100%" height="10px"/>
  </th>
</tr>
</table>
</lj-raw>


bzbiz
Adesso ti citano in tribunale stai all'occhio icon_mrgreen.gif
Senbee Norimaki
icon_mrgreen.gif

Nel frattempo, hanno già registrato il dominio! icon_eek.gif http://09-f9-11-02-9d-74-e3-5b-d8-41-56-c5-63.com/
bzbiz
"La AACS si incazza"™

Link

Non so se ridere o piangere leggendo ste cose...
Roccia83
eh adesso arrestano Sembo che se l'è messa nella firma sisi.gif

rofl.gif
pottydj
auguri!!
axettone
Vogliono risolvere in tribunale quello che non riescono a risolvere con le loro grandi menti. Comunque sia, ognuno di noi deve essere libero di citare
un numero, altrimenti tra un po' andranno nelle scuole per vedere se i bambini usano numeri brevettati per far pagare loro le royalties.
Non ci deve essere nulla di più libero della matematica, per cui: 09-f9-11-02-9d-74-e3-5b-d8-41-56-c5-63
bzbiz
Leggete pur qua: Hardware Upgrade

Allora è palese che i tizi in questione siano dei pazzi/truffatori, completamente cotti nel cervello, MA (e c'è un ma grande come una casa...)...

Mettiamo che il tribunale assecondi i tizi nel punto in cui dicono che le aziende hanno violato la legge perché hanno rilasciato prodotti senza DRM (e li mandi a fun qlo nel punto in cui pretendono che siano i loro DRM ad essere usati), questo potrebbe rivoltare il famigerato DMCA CONTRO i grossi del settore! Sappiamo benissimo che le Major fanno le spavalde contro i poveri consumatori, ma se davvero MS, ADOBE, APPLE, REAL e company si ritrovassero in multa credo che la pressione perché sta porcata di DMCA venga eliminato (o quanto meno modificato) aumenterà... o no?
bzbiz
La Stampa

Ragazzi, alla SIAE sono GE-NIA-LI, no davvero, non sto scherzando, ora sono loro a scioperare, poveri, nessuno li considera, tutti che li "derubano"... ah!

Sai che figata una settimana (o forse più) senza cinema, radio pattumazzo, concerti di cerebrolesi ecc ecc... Vuoi mai che la gente sperimenti alternative più divertenti (tipo andare al mare, canticchiare le canzoni da soli) e loro falliscano una volta per tutte... Geniali...
Galen
Eh, lo sciopero è un diritto... sostengo senz'altro la loro forma di protesta e speriamo che continui ad oltranza! rotolol.gif
albertos.gif
bzbiz
Bello questo sito americano (Link)

The Worst Company In America 2007... rofl.gif
Frabe
Da puntoinformatico novità sul magico mondo del copyright in Italia.

Se ancora li avesse, probabilmente anche Fuksas si metterebbe le mani nei capelli. Secondo quanto deciso da amministratori ed utenti di Wikimedia Commons e della Wikipedia italiana, infatti, le fotografie delle sue opere - assieme a quelle di un nutrito numero di colleghi - vanno eliminate dalla nota enciclopedia telematica a causa del diritto d'autore. L'intera architettura contemporanea e moderna italiana, perciò, rischia di non poter essere raffigurata nella più grande enciclopedia del mondo, col pesante danno per i beni culturali italiani che questo comporta.

Mentre il Brunelleschi se la rideva dal suo sepolcro in Santa Maria del Fiore, già nel gennaio 2007 la Soprintendenza per il Polo Museale fiorentino pensava bene di diffidare l'uso "in modo non autorizzato di immagini di opere conservate nei musei statali di Firenze", inviando una lettera formale tramite il sistema OTRS alla Wikimedia Foundation (che gestisce tutti i progetti intorno a Wikipedia).

Da allora si è animato un ampio dibattito, fino ad arrivare alla sofferta decisione di eliminare le fotografie raffiguranti opere architettoniche in Italia di progettisti ancora in vita, o morti da meno di 70 anni (come previsto dalla Legge 633/1941 sul diritto d'autore). Questo perché la legislazione italiana, a differenza di molti altri paesi, non contemplerebbe il cosiddetto panorama freedom (libertà di panorama), che permette a chiunque di fotografare e riprodurre quanto pubblicamente visibile senza preoccuparsi di dover trovare il progettista e pagargli i diritti d'autore.

La prossima volta che fotografiamo la Stazione Centrale di Milano in una calda sera estiva, quindi, oltre a dover fare attenzione a non essere rapinati, sarà meglio verificare che non ci siano nelle vicinanze funzionari della SIAE. Anche le opere dell'architettura (come quelle della pittura, del disegno, della fonografia...), infatti, sono protette dalla legge sul diritto d'autore (Artt. 2 e 13). Di conseguenza, solo gli autori originali avrebbero il diritto esclusivo di riprodurle, in qualsiasi forma: inclusa quella fotografica. La violazione vera e propria (l'uso per scopo personale è consentito), nasce nel momento in cui la fotografia viene caricata su un sito ad accesso pubblico e dotata di una licenza libera, diventando potenzialmente riproducibile anche con fini commerciali. Questa è esattamente la filosofia Wikipedia.

Dello stesso avviso è il prof. Enrico Santarelli, ordinario di Politica Economica ed Economia industriale dell'università di Bologna, a cui abbiamo chiesto un parere in proposito. Secondo Santarelli, "la questione, ovviamente, si pone qualora i titolari del diritto intendano farlo valere".

Punto Informatico: Wikipedia (anche quella italiana) si trova su server posti negli Stati Uniti, ove è in vigore la dottrina del "fair use". Posto questo, crede sia legale la riproduzione fotografica di un'opera architettonica italiana su quei server?
Enrico Santarelli: È un questione complessa che evidenzia il problema - di cui prima o poi qualcuno dovrà occuparsi - della omogeneizzazione delle normative internazionali. È da tener presente che in materia di brevetti, ad esempio, il mancato completamento delle procedure di definizione di un "brevetto europeo" fa sì che in sede di enforcement (quasi) ciascun paese dell' Unione europea segua procedure diverse. Tornando al caso specifico, credo che gli aventi diritto possano comunque chiedere di oscurare quel sito estero nel paese in cui la normativa non contempla la dottrina del "fair use".

PI: Il nucleo della Legge sul diritto d'autore in Italia risale addirittura al 1941. Si può affermare che sia sostanzialmente arretrata rispetto al quadro mediatico e tecnologico configuratosi negli ultimi anni?
ES: Le attuali tecnologie dell'informazione e della comunicazione rendono imprescindibile una omogeneizzazione delle normative a livello internazionale. In questo caso, parlerei di una ineluttabilità della globalizzazione delle norme a tutela del copyright.

Quindi, a meno di un diretto pronunciamento degli interessati o di un'improbabile modifica della legge sul copyright, il destino dell'architettura moderna italiana su uno dei dieci siti più visitati al mondo, pare segnato. L'Auditorium Parco della Musica di Roma, la Fiera di Milano, la Stazione Centrale, il palazzo del rettorato de La Sapienza di Roma, le stazioni della metropolitana di Napoli, il Pirellone, la nuova chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo... scompariranno a breve dalle Wikipedie internazionali: per la gioia del turismo italico, della promozione dei beni culturali, e di quei 60 milioni di utenti che ogni giorno visitano Wikipedia nelle varie lingue. L'ironia maggiore sta nel fatto che un'opera di un architetto italiano collocata, ad esempio, in Germania, può tranquillamente essere riprodotta, poiché la legge tedesca - come la maggioranza degli stati europei - prevede la succitata "libertà di panorama".

Così, mentre la stessa Germania finanzia lo sviluppo di Wikipedia, l'Italia la diffida dall'uso di fotografie di quadri presenti nei propri musei e si trova senza le immagini di tutte le opere architettoniche moderne presenti nel proprio territorio. In attesa di trovare il classico cavillo legale che risolva la situazione, fra mandolini, pizza e maccheroni.
Senbee Norimaki
È allucinante, ho letto anch'io, con sgomento, questa notizia ieri.

In sostanza, anche il 90% delle foto su FerraraForum sono illegali, in quanto ritraggono case e palazzi ferraresi senza l'autorizzazione degli architetti che li hanno progettati... Veramente incredibile.
Contro queste storture, vedo come unica alternativa la disobbedienza civile.
Galen
Concordo, e aggiungo il continuare a pubblicizzare queste cazade... non c'è bisogno di fare propaganda, basta divulgare: più estremizzano e sclerotizzano questi discorsi e più salta all'occhio che la piccola (sempre più piccola) percentuale di ragione che hanno, non può giustificare gli enormi torti con cui stupidamente si rendono ridicoli. C'è qualcosa che non va, se ne rende conto chiunque.
bzbiz
ahahahaha

Punto Informatico

Questa si che è una bella gatta da pelare...

Riassumendo: 700mb di email riservate di Media Defender (società che opera CONTRO il p2p in nome e per conto delle major) sono finiti in torrent...

Pratiche scorrette, violazioni della privacy, strategie... tutto on line...

ahahahahah!

Torrent Freak - Estratto delle email...
axettone
Sìsìsì! Che schifosi!! Lo avevo letto ieri sera tardi! Oltre ad essere delle teste di minchia, sono persone che commettono crimini ben più gravi di quelli che vogliono contrastare e sarebbe ora che venisse intentata una causa contro di loro.
---
EDIT: Certo, sarei contento anche se queste società da grande fratello (non la trasmissione, ma il romanzo di orwell) si limitassero a chiudere i battenti dopo colpi del genere, però se finissero nei GUAI GIUDIZIARI sarebbe un bel segnale per la libertà e il rispetto della privacy.
Senbee Norimaki
Sto godendo come una vaporiera!!! icon_mrgreen.gif

Presto qualcuno troverà cose divertentissime e - spero - degne di super denuncia in quei file!
axettone
L'importante è che le denunce si facciano!
bzbiz
Se volete leggervi qualche email...

Link

ahaaha... tra l'altro dicono (non le ho di certo lette icon_wink.gif ) che li in mezzo ci siano anche i numeri di cellulare di molti dirigenti...

PANICO TOTALE...
bzbiz
Media Defender corre ai ripari... e che fa? Manda diffide tramite avvocati a chi ha pubblicato le sue email sarcastica.gif (quindi mille mila miliardi di persone)

Leggetevi un po' la risposta di questo sito Europeo alla diffida:

Meganova.org

Dai Vecchio Continente fai vedere a sti zuan come si sta al mondo... rofl.gif
bzbiz
La RIAA in tribunale per la prima volta...

P.I.

Sembra incredibile ma dopo tutte le denunce che ha fatto questa è la prima volta che qualcuno arriva fino in fondo...
Senbee Norimaki
CITAZIONE (bzbiz @ 20 Sep 2007 - 09:11) *
Leggetevi un po' la risposta di questo sito Europeo alla diffida:


rofl.gif è stupenda, la riporto per chi è pigro e non clicca sul link:

CITAZIONE
After the big leak of last week, today mediadefender is desperately trying to establish some level of damage control. This morning we received an email from their lawyers stating that the domain registrar should hand over our personal information. So here is an open letter to MediaDefender.

Dearest little asstunnels,

Let me start of by thanking you for your pitiful attempt to have your emails removed from the entire internet (the thing that says www.). In no way we feel obligated to fulfill your request, as a matter of fact any organization that tries to harm this site and the bittorrent user in general can expect nothing more from us but a big fuck you!

In case you haven't noticed, this site is located in Europe (I hope you can point it out on a map) where your stupid copyright claims have no base. But fair is fair you guys did suffer over the past week so here's bit of advice to you guys:

* Fuck you!
* Fuck you again!
* Fuck you again and again and again!
* Fuck you again and again and again && again!


There is no way you can stop this, your emails have been published on more then a centillion websites. And if there is anyone who is going to start a lawsuit it will be us suing you for attempts to sabotage the integrity of this site and many others.

Update:
We just launched MiiVi

Have a very nice day,


Markus
axettone
Sono degli idoli, ma soprattutto sono coloro che tengono ben alta la bandiera europea.
Roccia83
Blitz antipirateria, multe milionarie nel Milanese
Quattro persone denunciate per attività illecite legate alla condivisione in rete di materiale protetto da diritto d'autore senza autorizzazione. Molta confusione e poche certezze.



La notizia sta facendo il giro della rete, come spesso accade quando i temi trattati riguardano lo scambio di materiale attraverso le reti peer-to-peer e reati ad esso connessi. Ad essere denunciati, questa volta, sono quattro persone di età compresa fra i 30 ed i 45 anni, accusate, secondo molte fonti, di essere "uploader" di prima grandezza, ovvero di aver condiviso con tutti gli utenti connessi alle reti peer-to-peer oltre 120.000 opere coperte da copyright senza averne autorizzazione.

La notizia, in ogni caso, non è così chiara come può apparire. Il Corriere, giusto per citare una delle molte fonti che riportano la notizia in questi termini, afferma che i quattro rischiano di dover pagare delle maxi-multe che vanno dai 12 ai 125 milioni di Euro, calcolati ovviamente in base ad una certa cifra riferibile ad un contenuto e moltiplicata per 121.566, ovvero il numero dei file condivisi.

Fin qui nulla di poco chiaro. Ad essere poco chiaro è il termine "uploader", ripreso da molte fonti e che, a nostro avviso, non è l'unico elemento che ha portato a sanzionare in modo così severo le quattro persone coinvolte. Repubblica cita per esempio altri elementi, che non sono assolutamente trascurabili, fra cui il tanto dibattuto "fini di lucro". Sembra quindi che ad attirare l'attenzione della Guardia di Finanza sia stata anche la vendita di materiale procuratosi illegalmente dalla rete, un'aggravante non da poco rispetto a chi scarica e mette a disposizione file illegali.

Torniamo dunque alla notizia del Corriere, nella quale si cita infatti un sequestro di hard disk, memory card e 2377 fra CD-ROM e DVD. In un mondo in cui gli hard disk, interni ed esterni, possono sicuramente venire incontro ad esigenze di back-up molto più comode rispetto alla masterizzazione manuale di migliaia di CD o DVD, viene da pensare che questi supporti fossero di fatto destinati alla vendita (ecco il "fine di lucro").

Una situazione quindi ben diversa dalla semplice condivisione di materiale protetto da copyright, pur rimanendo questo un atto illecito. Si troverebbe inoltre giustificazione ad una mano così pesante in termine di sanzioni, anche se, è bene ripeterlo, queste sono considerazioni che facciamo mettendo insieme più elementi, mancando informazioni precise e complete in merito da parte degli organi ufficiali.

hwupgrade
Senbee Norimaki
La Finanza è obbligata a fare questi blitz da una legge idiota, chiamata "legge Urbani", che impone di agire anche se non c'è lo scopo di lucro.

È stata approvata da un governo che, almeno su queste cose, si è dimostrato letteralmente "fascista" nel modo di trattare i cittadini: quando un comportamento illecito è diffusissimo, invece di creare la cultura per ridurre il fenomeno, si è pensato di colpire a sangue qualche povero cittadino sfigato fra i tanti, come "esempio" per tutti gli altri. Un modo di fare politica veramente squadrista, se ci fate caso.

Per fortuna la Finanza interviene pochissime volte, per casi davvero esagerati, e in effetti non ha ancora mai applicato veramente questa legge degna dei peggiori manganellatori di regime (infatti questa volta i finanzieri si sono affrettati a sottolineare il fatto che in questo caso c'era il sospetto dello scopo di lucro...).

La battaglia delle major contro i mulini a vento quindi continua, finendo solo per aumentare l'odio dei cittadini verso le case discografiche e cinematografiche, e spingendoli sempre più alla pirateria, fenomeno che più viene combattuto con questi mezzi fascisti più si ingigantisce. Nascono giustamente in tutto il mondo i partiti pirati, proposte di legge per abolire o rivedere il concetto di copyright, c'è il boom dell'open source, sempre più autori si tolgono dalle case discografiche e producono e vendono da soli i propri prodotti su internet come hanno fatto i Radiohead e, da molto tempo già in Italia, Elio e le Storie Tese. Per ogni tracker di torrent che viene chiuso, altri dieci ne nascono dalle ceneri. Già il fatto che Windows Vista è sempre più un flop e che Ubuntu sta conquistando quote nemmeno immaginabili qualche anno fa, la dice lunga.

Quando fu inventato il frigorifero, chi vendeva ghiaccio ha cambiato mestiere. Oggi invece gli "omini del ghiaccio" delle major si coalizzano per vietare i frigoriferi. Sono dei poveri imbecilli, avidi di denaro, disperati piccoli e squallidi, e questo che stiamo vedendo è il loro canto del cigno. Quei ragazzi arrestati sono dei martiri di questa battaglia. Ma vinceremo. Stiamo già vincendo.
Galen
CITAZIONE (Roccia83 @ 31 Oct 2007 - 08:05) *
In un mondo in cui gli hard disk, interni ed esterni, possono sicuramente venire incontro ad esigenze di back-up molto più comode rispetto alla masterizzazione manuale di migliaia di CD o DVD, viene da pensare che questi supporti fossero di fatto destinati alla vendita (ecco il "fine di lucro").

Questa è veramente campata in aria... non mi pare strano che uno preferisca vedersi un film sul lettore da tavolo piuttosto che sul computer (stessa cosa per la musica), senza contare che 100 dvd su internet li paghi tipo 40 € mentre un hard disk esterno che tenga la stessa capacità costa più del doppio.
Roccia83
La RIAA contro il ripping dei brani musicali
La RIAA, nel corso di un processo, dichiara che il ripping dei brani, anche a fini persionali, rappresenta un uso non autorizzato



La causa Atlantic v. Howell vede impegnati i coniugi Howell, che hanno deciso di rappresentare loro stessi, contro la RIAA (Record Industry Association of America) che li ha citati in giudizio nell'agosto del 2006 per avere scambiato contenuti con il programma Kazaa.

Nel corso del dibattimento, la RIAA ha avuto modo di esprimere nuovamente l'opinione secondo la pratica del ripping di CD, ovvero la copia in digitale di brani musicali presenti su CD audio tradizionali, rappresenta un uso non autorizzato del media, anche qualora sia essa effettuata per uso strettamente personale.

"E' indiscusso che l'imputato possieda copie non autorizzate. Una volta che l'imputato produce copie nel formato compresso .mp3 e le salva nella cartella condivisa, esse non sono più copie autorizzate" ha dichiarato la RIAA in un documento depositato a fini processuali.

In realtà, tuttavia, la posizione della RIAA solleva non pochi dubbi. E' l'operazione di copia di un brano per uso personale o il salvataggio in una cartella condivisa a rappresentare un illecito? La RIAA ha inoltre utilizzato il termine "non autorizzato" che sul piano legale ha un significato ben differente rispetto a "illecito".

Sul sito web della RIAA, inoltre, vi è ancor più confusione: nella sezione che riguarda la pirateria non vi è alcun riferimento esplicito alla pratica del "ripping"; ciò che vi si avvicina di più è la copia diretta di musica su un supporto CD masterizzabile, per la quale la RIAA asserisce che l'utente non ha i diritti legali per farlo ma che è comunque possibile se l'operazione viene condotta solamente a fini di utilizzo personale.

Adesso si attende il parere della Corte, che dovrà obbligatoriamente tenere conto della distinzione che la RIAA ha operato in merito ai termini "illecito" e "non autorizzato".

link
Senbee Norimaki
Ecco ulteriori sviluppi della vicenda ComCast, argomento che ha aperto questo thread.

http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2155258

Filtri P2P, parte l'inchiesta negli States

Roma - Dopo tanto clamore mediatico, minacce, utenti imbufaliti e lettere di avvocati intenzionati a fare terra bruciata attorno a Comcast, il provider che negli USA è accusato di filtrare il P2P, finalmente qualcosa si muove anche nei palazzi del potere federale: l'organizzazione di garanzia sulle telecomunicazioni Federal Communications Commission si prenderà la briga di indagare negli affari della società, alla ricerca di eventuali comportamenti discriminatori nei confronti dei bit scambiati dagli utenti in rete.

Lo ha annunciato il presidente del Garante TLC statunitense Kevin Martin, che ha fatto capire di voler far chiarezza su quanto sta accadendo: "Sicuramente, investigheremo per assicurarci che la connessione di nessun consumatore venga bloccata - ha dichiarato Martin alla Associated Press - Sono norme di networking ragionevoli? Se sono tali, Comcast dovrebbe renderle note e comunicarle al pubblico".

La telenovela del provider che interferisce con gli scambi su rete BitTorrent e Gnutella fino al punto di bloccarli - interferenze accertate da indagini indipendenti dalla Electronic Frontier Foundation e dalla stessa Associated Press - arriva dunque ad un punto cruciale, occasione propizia per testare la reale consistenza delle regole in difesa della net neutrality stabilite dai regolamenti emanati dall'Authority.

La FCC prevede infatti che i provider possano adottare pratiche di networking definite "ragionevoli" per la salvaguardia della banda e per offrire una esperienza di rete adeguata a tutti i consumatori. Quello che la FCC non prevede, è il blocco totale di taluni tipi di comunicazioni telematiche, come il P2P, filtri che Comcast utilizzerebbe senza risparmi.

La posizione del provider la esprime il dirigente David L. Cohen, che così risponde all'indagine federale: "Crediamo che le nostre pratiche siano svolte in totale accordo con le regole dettate da FCC su Internet, in cui la Commissione riconosce chiaramente che un management di rete ragionevole è necessario per il bene di tutti i consumatori". Cohen dichiara la disponibilità della sua società a collaborare con la Commissione per "portare maggiore trasparenza" riguardo le pratiche di network management nei confronti dei consumatori.

Nei fatti, però, Comcast ha finora cercato in tutti in modi di camuffare le proprie reali attività, minimizzando il filtering del traffico P2P, inviando istruzioni precise di comportamento omertoso ai propri dipendenti e rispondendo con iniziative legali alle critiche degli utenti del file sharing.

Un comportamento niente affatto "trasparente" insomma, che getta ombre sulle reali possibilità di una collaborazione da parte del provider. E, come se non bastasse, la stessa FCC si è spinta nell'affaire Comcast solo dopo che consumatori e paladini della net neutrality avevano dato vita ad iniziative di protesta, condite persino da un'azione legale collettiva.

Ed è proprio la neutralità della rete, l'uguaglianza dei bit, che appare come il reale motivo del contendere oltre il caso contingente delle pratiche di Comcast: i difensori della net neutrality sono convinti dell'inadeguatezza della attuali norme della FCC a difesa di una vera esperienza di rete uguale per tutti, mentre molti altri sostengono che le norme siano sufficienti a regolare il mercato, e che ulteriori regolamentazioni interferirebbero con le suddette pratiche "ragionevoli" per aggiustare il traffico in relazione allo stato generale del network.

Il parere della FCC servirà dunque da spartiacque, stabilendo la reale portata del concetto di net neutrality all'interno della attuale legislazione statunitense e l'eventuale posizione di controllo dei provider nel presente e nel futuro di Internet. Almeno negli USA, al contrario che in Italia, se ne discute.

Alfonso Maruccia
Senbee Norimaki
http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2168961

MPAA ammette: i nostri numeri sul P2P sono falsi

Ma allora è proprio vero che non ci si può più fidare di nessuno: MPAA, la celebre associazione degli studios di Hollywood, ha ammesso di aver spacciato numeri falsi manipolando una ricerca al fine di propagandare la lotta alla condivisione illegale nei campus universitari.

La ricerca incriminata - commissionata alla società di rilevazione LEK - risale al 2005, e sostiene che il 44% di tutte le perdite degli introiti nel mercato USA sia provocato dall'utilizzo delle connessioni universitarie per lo scambio di copie illegali distribuite sulle reti di sharing. Basandosi su queste stime, MPAA ha battuto forte per due anni sulla grancassa delle misure anti-pirateria nei campus, facendo pressione sul Congresso e ottenendo l'istituzione di proposte come quella tesa a promuovere l'adozione delle DRM negli istituti, attualmente al vaglio dei parlamentari di Capitol Hill.

La verità? È tutto falso o, nella migliore delle ipotesi, enormemente sopravvalutato: MPAA parla di un "errore umano" alla base del calcolo sbagliato, e fa scendere dal 44% al 15% del totale le perdite reali subite dagli studios a causa dei cattivi studenti che si dedicano al P2P selvaggio.

L'associazione però non spiega come mai ci siano voluti ben due anni per rendersi conto dell'errore, e soprattutto con quali pretese si vorrebbe che le nuove stime venissero prese per buone, considerando il pasticcio testé spuntato fuori.
Il problema principale con le stime di MPAA, nota ars technica, è l'assoluta mancanza di trasparenza che caratterizza lo studio "segreto" e ora definito falso e sbagliato, che si muove nella direzione esattamente opposta a quella della ricerca e dell'istruzione mondiale ovvero la condivisione di metodologie, fonti e quant'altro possa servire per una verifica indipendente del lavoro svolto.

Tanto più che Mark Luker, presidente dell'associazione non profit EDUCAUSE che gestisce la registrazione dei domini .edu, mette in evidenza il fatto che ****la propaganda**** lo "studio" di MPAA non tiene in debita considerazione, nei suoi presunti 6,1 miliardi di dollari di perdite dovute alla pirateria, che l'80% degli studenti di college vive in realtà al di fuori dei confini dei campus, e pertanto ben poco potrebbero fare filtri e DRM sui network universitari per porre un freno al P2P non autorizzato.

Secondo l'opinione di Luker, una stima più realistica sulle perdite dovute agli studenti-condivisori si assesterebbe sul 3% dei ricavi totali. Gli fa eco Terry Hartle, vice-presidente dell'American Council on Education, che parla di attenzioni ingiuste dell'industria nei confronti dell'educazione universitaria. "Il file sharing illegale è un problema esteso nella società - sostiene Hartle - Parte di esso ha luogo nei college e nelle università, ma si tratta di una piccola porzione del totale".

Alfonso Maruccia
bzbiz
Legge Urbani?

Allo stato conviene non perseguire.

Link

Riassunto:
Per portare a processo qualcuno per "condivisione illegale di materiale protetto dal diritto d'autore" la procedura prevede tanti e tali passaggi da renderla antieconomica per lo stato. E l'impiego di professionalità e mezzi, limitati in Italia, che vengono di solito (e per fortuna!) concentrati su crimini di importanza maggiore, quali pedopornografia, truffe e terrorismo. E nel caso in cui si arrivi al processo lo Stato incasserebbe (ammesso che vinca) con ANNI (sappiamo la velocità della giustizia) quanto speso in anticipo per le indagini.

Tutte le volte che qualche criminale esce di galere impunito per mancanza di mezzi delle forze dell'ordine, pensate alla SIAE e pensate ad URBANI e al GOVERNO in cui era quando ha fatto la legge.

C'é alleanza c'è sicurezza... mò va dar via il QLO...
Galen
Tele2 multata dall'antitrust per i filtri...

http://www.pc-facile.com/news/p2p_legali_m...tele2/61489.htm
bzbiz
Sequestrato server Indymedia UK Link

YouTube, i Monty Phyton sfruttano i video su YouTube e arricchiscono il loro giro d'affari. Link
bzbiz
Il mondo va avanti la SIAE no.

Assolti degli installatori di Jukebox ad mp3, avevano chiesto alla SIAE come fare per mettersi in regola, questa ci ha messo troppo a rispondere e ha risposto male... sarcastica.gif

Punto-Informatico.it
sayian
Sono dei gran furbacchioni quelli della SIAE, ti rispondono in ritardo apposta per chiederti magari degli interessi o per farti andare in galera. Io in galera ci metterei chi dirige la SIAE, e mi riaggancio al discorso sulla pirateria dicendo che se la SIAE non imponesse tasse così esagerate (ed ingiustificate) forse la gente la smetterebbe di scaricare selvaggiamenti dai network p2p.

Me non c'è nessun organo di controllo che valuta se l'operato della SIAE è corretto oppure no? Cioè possono davvero fare ciò che vogliono e noi dobbiamo subire in silenzio le loro decisioni assolutamente scorrette?
cioce
Solo la comunità europea potrebbe farlo e se non ricordo male avevano gia proposto di abolirla ma ci mangia sopra troppa gente...

Su emule trovi una puntata di Report di alcuni anni fà molto interessante, digita tipo "siae report" icon_wink.gif
sayian
A parte che io emule non lo uso più, cmq c'è pure su youtube. sisi.gif
bzbiz
Non belle notizia giungono dalle isole britanniche...

Regno Unito

Irlanda
sayian
E' il modo sbagliato per combattere la pirateria. La pirateria "funziona" perché la gente può fruirne gratuitamente; ma se la gente può fruirne gratuitamente è perché in pochi speculano sulla pirateria. Se invece guardiamo quanta gente specula sui diritti d'autore (case discografiche, SIAE e compagnia bella) ci accorgiamo in realtà che questi sono quasi peggio dei pirati, perché andiamo al negozio a comprare la roba originale e ci sentiamo truffati, per la scarsa qualità, per i costi proibitivi. Per essere pirati, invece, nessuno ci chiede nulla.

Finché i detentori di proprietà intellettuale non danno al mondo il buon esempio (tanto per citarne uno, il software open-source) in maniera più estesa, la pirateria non può essere sconfitta.
Finché non si dimostra al mondo che è effettivamente meglio e più conveniente acquistare regolarmente anziché scaricare selvaggiamente, la pirateria non può essere sconfitta.

Ma questi qua non lo vogliono capire... mah... aiua.gif
bzbiz
Domanda:

Qual è l'unico mass-media che sfugge al diretto controllo del governo (inteso come istituzione dello stato, non come questo governo Berlusconi)?

Internet.

E' inutile che ripeta anche io che internet per come è fatta NON E' controllabile al 100%, da NESSUNO, ricordatevi che nasce da un progetto militare americano per una rete dati funzionante anche in caso di attacco nucleare, figuratevi se l'attacco lo fanno dei legislatori che con la testa sono fermi a 30 anni fa.

Però ci provano. In maniera pesante.

Link 1 (obbligo degli ISP di isolare le pagine, segnalate dal Ministero, che perpetrano apologia di reato o istigazione a delinquere)

Link 2 (blogger e obbligo di rettifica, parificazione tra media tradizionali e internet)

bzbiz
Un interessante commento sul pacchetto sicurezza e internet.

Link
bzbiz
Inizia il processo a The Pirate Bay: Link
sayian
Stiamo a vedere come va a finire... sono proprio curioso. ahsisi.gif
bzbiz
BOOM!

Punto-Informatico.it

Carlucci fuori gli anonimi da Internet.
sayian
Voglio proprio vedere come fa ad attuare una cosa del genere... che fesseria...
bzbiz
Segnalo a tutti noi nerd che in bacheca si discute Link

Giusto perché lo so che oltre a questa sezione e quella GRD e Videogames lo sguardo non si alza... autoironia.gif
cioce
Sony Bmg abbandona il bollino SIAE

Vi posto questo messaggio di un negoziante:
CITAZIONE
Oggi in negozio mi sono arrivati i primi cd della SONY senza bollino SIAE...In settimana mi era arrivata la circolare che anticipava questa mossa della sony, che cosi facendo si mette in linea con tutti gli altri stati..dichiarando che qualsiasi negoziante avesse problemi di controlli su cd sony non bollinati poteva far capo ai legali della multinazionale per far valere i propri diritti!! Speriamo che adesso seguano a ruota le altre case discografiche

http://www.digitaljockey.it/dij/index.php?...d=7&id=6876
Galen
E dire che Sony non è certo aliena alle logiche del copyright... ma si vede che essere coinvolta nel pizzo alla siae era troppo anche per lei.
Del resto i famigerati bollini non erano stati già dichiarati non obbligatori dalla UE?
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