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> Diritto e internet, RIAA, SIAE, leggi sul diritto d'autore, censura, sequestri
axettone
messaggio 2 Oct 2007 - 11:26
Messaggio #26


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Sono degli idoli, ma soprattutto sono coloro che tengono ben alta la bandiera europea.
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Roccia83
messaggio 31 Oct 2007 - 08:05
Messaggio #27


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Blitz antipirateria, multe milionarie nel Milanese
Quattro persone denunciate per attività illecite legate alla condivisione in rete di materiale protetto da diritto d'autore senza autorizzazione. Molta confusione e poche certezze.



La notizia sta facendo il giro della rete, come spesso accade quando i temi trattati riguardano lo scambio di materiale attraverso le reti peer-to-peer e reati ad esso connessi. Ad essere denunciati, questa volta, sono quattro persone di età compresa fra i 30 ed i 45 anni, accusate, secondo molte fonti, di essere "uploader" di prima grandezza, ovvero di aver condiviso con tutti gli utenti connessi alle reti peer-to-peer oltre 120.000 opere coperte da copyright senza averne autorizzazione.

La notizia, in ogni caso, non è così chiara come può apparire. Il Corriere, giusto per citare una delle molte fonti che riportano la notizia in questi termini, afferma che i quattro rischiano di dover pagare delle maxi-multe che vanno dai 12 ai 125 milioni di Euro, calcolati ovviamente in base ad una certa cifra riferibile ad un contenuto e moltiplicata per 121.566, ovvero il numero dei file condivisi.

Fin qui nulla di poco chiaro. Ad essere poco chiaro è il termine "uploader", ripreso da molte fonti e che, a nostro avviso, non è l'unico elemento che ha portato a sanzionare in modo così severo le quattro persone coinvolte. Repubblica cita per esempio altri elementi, che non sono assolutamente trascurabili, fra cui il tanto dibattuto "fini di lucro". Sembra quindi che ad attirare l'attenzione della Guardia di Finanza sia stata anche la vendita di materiale procuratosi illegalmente dalla rete, un'aggravante non da poco rispetto a chi scarica e mette a disposizione file illegali.

Torniamo dunque alla notizia del Corriere, nella quale si cita infatti un sequestro di hard disk, memory card e 2377 fra CD-ROM e DVD. In un mondo in cui gli hard disk, interni ed esterni, possono sicuramente venire incontro ad esigenze di back-up molto più comode rispetto alla masterizzazione manuale di migliaia di CD o DVD, viene da pensare che questi supporti fossero di fatto destinati alla vendita (ecco il "fine di lucro").

Una situazione quindi ben diversa dalla semplice condivisione di materiale protetto da copyright, pur rimanendo questo un atto illecito. Si troverebbe inoltre giustificazione ad una mano così pesante in termine di sanzioni, anche se, è bene ripeterlo, queste sono considerazioni che facciamo mettendo insieme più elementi, mancando informazioni precise e complete in merito da parte degli organi ufficiali.

hwupgrade
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Senbee Norimaki
messaggio 31 Oct 2007 - 08:29
Messaggio #28


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La Finanza è obbligata a fare questi blitz da una legge idiota, chiamata "legge Urbani", che impone di agire anche se non c'è lo scopo di lucro.

È stata approvata da un governo che, almeno su queste cose, si è dimostrato letteralmente "fascista" nel modo di trattare i cittadini: quando un comportamento illecito è diffusissimo, invece di creare la cultura per ridurre il fenomeno, si è pensato di colpire a sangue qualche povero cittadino sfigato fra i tanti, come "esempio" per tutti gli altri. Un modo di fare politica veramente squadrista, se ci fate caso.

Per fortuna la Finanza interviene pochissime volte, per casi davvero esagerati, e in effetti non ha ancora mai applicato veramente questa legge degna dei peggiori manganellatori di regime (infatti questa volta i finanzieri si sono affrettati a sottolineare il fatto che in questo caso c'era il sospetto dello scopo di lucro...).

La battaglia delle major contro i mulini a vento quindi continua, finendo solo per aumentare l'odio dei cittadini verso le case discografiche e cinematografiche, e spingendoli sempre più alla pirateria, fenomeno che più viene combattuto con questi mezzi fascisti più si ingigantisce. Nascono giustamente in tutto il mondo i partiti pirati, proposte di legge per abolire o rivedere il concetto di copyright, c'è il boom dell'open source, sempre più autori si tolgono dalle case discografiche e producono e vendono da soli i propri prodotti su internet come hanno fatto i Radiohead e, da molto tempo già in Italia, Elio e le Storie Tese. Per ogni tracker di torrent che viene chiuso, altri dieci ne nascono dalle ceneri. Già il fatto che Windows Vista è sempre più un flop e che Ubuntu sta conquistando quote nemmeno immaginabili qualche anno fa, la dice lunga.

Quando fu inventato il frigorifero, chi vendeva ghiaccio ha cambiato mestiere. Oggi invece gli "omini del ghiaccio" delle major si coalizzano per vietare i frigoriferi. Sono dei poveri imbecilli, avidi di denaro, disperati piccoli e squallidi, e questo che stiamo vedendo è il loro canto del cigno. Quei ragazzi arrestati sono dei martiri di questa battaglia. Ma vinceremo. Stiamo già vincendo.
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Galen
messaggio 4 Nov 2007 - 11:52
Messaggio #29


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CITAZIONE (Roccia83 @ 31 Oct 2007 - 08:05) *
In un mondo in cui gli hard disk, interni ed esterni, possono sicuramente venire incontro ad esigenze di back-up molto più comode rispetto alla masterizzazione manuale di migliaia di CD o DVD, viene da pensare che questi supporti fossero di fatto destinati alla vendita (ecco il "fine di lucro").

Questa è veramente campata in aria... non mi pare strano che uno preferisca vedersi un film sul lettore da tavolo piuttosto che sul computer (stessa cosa per la musica), senza contare che 100 dvd su internet li paghi tipo 40 € mentre un hard disk esterno che tenga la stessa capacità costa più del doppio.
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Roccia83
messaggio 19 Dec 2007 - 07:45
Messaggio #30


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La RIAA contro il ripping dei brani musicali
La RIAA, nel corso di un processo, dichiara che il ripping dei brani, anche a fini persionali, rappresenta un uso non autorizzato



La causa Atlantic v. Howell vede impegnati i coniugi Howell, che hanno deciso di rappresentare loro stessi, contro la RIAA (Record Industry Association of America) che li ha citati in giudizio nell'agosto del 2006 per avere scambiato contenuti con il programma Kazaa.

Nel corso del dibattimento, la RIAA ha avuto modo di esprimere nuovamente l'opinione secondo la pratica del ripping di CD, ovvero la copia in digitale di brani musicali presenti su CD audio tradizionali, rappresenta un uso non autorizzato del media, anche qualora sia essa effettuata per uso strettamente personale.

"E' indiscusso che l'imputato possieda copie non autorizzate. Una volta che l'imputato produce copie nel formato compresso .mp3 e le salva nella cartella condivisa, esse non sono più copie autorizzate" ha dichiarato la RIAA in un documento depositato a fini processuali.

In realtà, tuttavia, la posizione della RIAA solleva non pochi dubbi. E' l'operazione di copia di un brano per uso personale o il salvataggio in una cartella condivisa a rappresentare un illecito? La RIAA ha inoltre utilizzato il termine "non autorizzato" che sul piano legale ha un significato ben differente rispetto a "illecito".

Sul sito web della RIAA, inoltre, vi è ancor più confusione: nella sezione che riguarda la pirateria non vi è alcun riferimento esplicito alla pratica del "ripping"; ciò che vi si avvicina di più è la copia diretta di musica su un supporto CD masterizzabile, per la quale la RIAA asserisce che l'utente non ha i diritti legali per farlo ma che è comunque possibile se l'operazione viene condotta solamente a fini di utilizzo personale.

Adesso si attende il parere della Corte, che dovrà obbligatoriamente tenere conto della distinzione che la RIAA ha operato in merito ai termini "illecito" e "non autorizzato".

link
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Senbee Norimaki
messaggio 10 Jan 2008 - 08:47
Messaggio #31


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Ecco ulteriori sviluppi della vicenda ComCast, argomento che ha aperto questo thread.

http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2155258

Filtri P2P, parte l'inchiesta negli States

Roma - Dopo tanto clamore mediatico, minacce, utenti imbufaliti e lettere di avvocati intenzionati a fare terra bruciata attorno a Comcast, il provider che negli USA è accusato di filtrare il P2P, finalmente qualcosa si muove anche nei palazzi del potere federale: l'organizzazione di garanzia sulle telecomunicazioni Federal Communications Commission si prenderà la briga di indagare negli affari della società, alla ricerca di eventuali comportamenti discriminatori nei confronti dei bit scambiati dagli utenti in rete.

Lo ha annunciato il presidente del Garante TLC statunitense Kevin Martin, che ha fatto capire di voler far chiarezza su quanto sta accadendo: "Sicuramente, investigheremo per assicurarci che la connessione di nessun consumatore venga bloccata - ha dichiarato Martin alla Associated Press - Sono norme di networking ragionevoli? Se sono tali, Comcast dovrebbe renderle note e comunicarle al pubblico".

La telenovela del provider che interferisce con gli scambi su rete BitTorrent e Gnutella fino al punto di bloccarli - interferenze accertate da indagini indipendenti dalla Electronic Frontier Foundation e dalla stessa Associated Press - arriva dunque ad un punto cruciale, occasione propizia per testare la reale consistenza delle regole in difesa della net neutrality stabilite dai regolamenti emanati dall'Authority.

La FCC prevede infatti che i provider possano adottare pratiche di networking definite "ragionevoli" per la salvaguardia della banda e per offrire una esperienza di rete adeguata a tutti i consumatori. Quello che la FCC non prevede, è il blocco totale di taluni tipi di comunicazioni telematiche, come il P2P, filtri che Comcast utilizzerebbe senza risparmi.

La posizione del provider la esprime il dirigente David L. Cohen, che così risponde all'indagine federale: "Crediamo che le nostre pratiche siano svolte in totale accordo con le regole dettate da FCC su Internet, in cui la Commissione riconosce chiaramente che un management di rete ragionevole è necessario per il bene di tutti i consumatori". Cohen dichiara la disponibilità della sua società a collaborare con la Commissione per "portare maggiore trasparenza" riguardo le pratiche di network management nei confronti dei consumatori.

Nei fatti, però, Comcast ha finora cercato in tutti in modi di camuffare le proprie reali attività, minimizzando il filtering del traffico P2P, inviando istruzioni precise di comportamento omertoso ai propri dipendenti e rispondendo con iniziative legali alle critiche degli utenti del file sharing.

Un comportamento niente affatto "trasparente" insomma, che getta ombre sulle reali possibilità di una collaborazione da parte del provider. E, come se non bastasse, la stessa FCC si è spinta nell'affaire Comcast solo dopo che consumatori e paladini della net neutrality avevano dato vita ad iniziative di protesta, condite persino da un'azione legale collettiva.

Ed è proprio la neutralità della rete, l'uguaglianza dei bit, che appare come il reale motivo del contendere oltre il caso contingente delle pratiche di Comcast: i difensori della net neutrality sono convinti dell'inadeguatezza della attuali norme della FCC a difesa di una vera esperienza di rete uguale per tutti, mentre molti altri sostengono che le norme siano sufficienti a regolare il mercato, e che ulteriori regolamentazioni interferirebbero con le suddette pratiche "ragionevoli" per aggiustare il traffico in relazione allo stato generale del network.

Il parere della FCC servirà dunque da spartiacque, stabilendo la reale portata del concetto di net neutrality all'interno della attuale legislazione statunitense e l'eventuale posizione di controllo dei provider nel presente e nel futuro di Internet. Almeno negli USA, al contrario che in Italia, se ne discute.

Alfonso Maruccia
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Senbee Norimaki
messaggio 24 Jan 2008 - 09:23
Messaggio #32


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http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2168961

MPAA ammette: i nostri numeri sul P2P sono falsi

Ma allora è proprio vero che non ci si può più fidare di nessuno: MPAA, la celebre associazione degli studios di Hollywood, ha ammesso di aver spacciato numeri falsi manipolando una ricerca al fine di propagandare la lotta alla condivisione illegale nei campus universitari.

La ricerca incriminata - commissionata alla società di rilevazione LEK - risale al 2005, e sostiene che il 44% di tutte le perdite degli introiti nel mercato USA sia provocato dall'utilizzo delle connessioni universitarie per lo scambio di copie illegali distribuite sulle reti di sharing. Basandosi su queste stime, MPAA ha battuto forte per due anni sulla grancassa delle misure anti-pirateria nei campus, facendo pressione sul Congresso e ottenendo l'istituzione di proposte come quella tesa a promuovere l'adozione delle DRM negli istituti, attualmente al vaglio dei parlamentari di Capitol Hill.

La verità? È tutto falso o, nella migliore delle ipotesi, enormemente sopravvalutato: MPAA parla di un "errore umano" alla base del calcolo sbagliato, e fa scendere dal 44% al 15% del totale le perdite reali subite dagli studios a causa dei cattivi studenti che si dedicano al P2P selvaggio.

L'associazione però non spiega come mai ci siano voluti ben due anni per rendersi conto dell'errore, e soprattutto con quali pretese si vorrebbe che le nuove stime venissero prese per buone, considerando il pasticcio testé spuntato fuori.
Il problema principale con le stime di MPAA, nota ars technica, è l'assoluta mancanza di trasparenza che caratterizza lo studio "segreto" e ora definito falso e sbagliato, che si muove nella direzione esattamente opposta a quella della ricerca e dell'istruzione mondiale ovvero la condivisione di metodologie, fonti e quant'altro possa servire per una verifica indipendente del lavoro svolto.

Tanto più che Mark Luker, presidente dell'associazione non profit EDUCAUSE che gestisce la registrazione dei domini .edu, mette in evidenza il fatto che ****la propaganda**** lo "studio" di MPAA non tiene in debita considerazione, nei suoi presunti 6,1 miliardi di dollari di perdite dovute alla pirateria, che l'80% degli studenti di college vive in realtà al di fuori dei confini dei campus, e pertanto ben poco potrebbero fare filtri e DRM sui network universitari per porre un freno al P2P non autorizzato.

Secondo l'opinione di Luker, una stima più realistica sulle perdite dovute agli studenti-condivisori si assesterebbe sul 3% dei ricavi totali. Gli fa eco Terry Hartle, vice-presidente dell'American Council on Education, che parla di attenzioni ingiuste dell'industria nei confronti dell'educazione universitaria. "Il file sharing illegale è un problema esteso nella società - sostiene Hartle - Parte di esso ha luogo nei college e nelle università, ma si tratta di una piccola porzione del totale".

Alfonso Maruccia
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bzbiz
messaggio 4 Mar 2008 - 09:16
Messaggio #33


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Legge Urbani?

Allo stato conviene non perseguire.

Link

Riassunto:
Per portare a processo qualcuno per "condivisione illegale di materiale protetto dal diritto d'autore" la procedura prevede tanti e tali passaggi da renderla antieconomica per lo stato. E l'impiego di professionalità e mezzi, limitati in Italia, che vengono di solito (e per fortuna!) concentrati su crimini di importanza maggiore, quali pedopornografia, truffe e terrorismo. E nel caso in cui si arrivi al processo lo Stato incasserebbe (ammesso che vinca) con ANNI (sappiamo la velocità della giustizia) quanto speso in anticipo per le indagini.

Tutte le volte che qualche criminale esce di galere impunito per mancanza di mezzi delle forze dell'ordine, pensate alla SIAE e pensate ad URBANI e al GOVERNO in cui era quando ha fatto la legge.

C'é alleanza c'è sicurezza... mò va dar via il QLO...
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Galen
messaggio 26 Jan 2009 - 09:34
Messaggio #34


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Tele2 multata dall'antitrust per i filtri...

http://www.pc-facile.com/news/p2p_legali_m...tele2/61489.htm
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bzbiz
messaggio 26 Jan 2009 - 11:01
Messaggio #35


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Sequestrato server Indymedia UK Link

YouTube, i Monty Phyton sfruttano i video su YouTube e arricchiscono il loro giro d'affari. Link
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bzbiz
messaggio 28 Jan 2009 - 09:30
Messaggio #36


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Il mondo va avanti la SIAE no.

Assolti degli installatori di Jukebox ad mp3, avevano chiesto alla SIAE come fare per mettersi in regola, questa ci ha messo troppo a rispondere e ha risposto male... (IMG:style_emoticons/default/sarcastica.gif)

Punto-Informatico.it

Messaggio modificato da bzbiz il 28 Jan 2009 - 09:30
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sayian
messaggio 28 Jan 2009 - 10:03
Messaggio #37


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Sono dei gran furbacchioni quelli della SIAE, ti rispondono in ritardo apposta per chiederti magari degli interessi o per farti andare in galera. Io in galera ci metterei chi dirige la SIAE, e mi riaggancio al discorso sulla pirateria dicendo che se la SIAE non imponesse tasse così esagerate (ed ingiustificate) forse la gente la smetterebbe di scaricare selvaggiamenti dai network p2p.

Me non c'è nessun organo di controllo che valuta se l'operato della SIAE è corretto oppure no? Cioè possono davvero fare ciò che vogliono e noi dobbiamo subire in silenzio le loro decisioni assolutamente scorrette?
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cioce
messaggio 28 Jan 2009 - 10:46
Messaggio #38


Peso
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Solo la comunità europea potrebbe farlo e se non ricordo male avevano gia proposto di abolirla ma ci mangia sopra troppa gente...

Su emule trovi una puntata di Report di alcuni anni fà molto interessante, digita tipo "siae report" (IMG:style_emoticons/default/icon_wink.gif)

Messaggio modificato da cioce il 28 Jan 2009 - 10:47
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sayian
messaggio 28 Jan 2009 - 11:10
Messaggio #39


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A parte che io emule non lo uso più, cmq c'è pure su youtube. (IMG:style_emoticons/default/sisi.gif)
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bzbiz
messaggio 30 Jan 2009 - 09:13
Messaggio #40


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Non belle notizia giungono dalle isole britanniche...

Regno Unito

Irlanda
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sayian
messaggio 30 Jan 2009 - 12:04
Messaggio #41


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E' il modo sbagliato per combattere la pirateria. La pirateria "funziona" perché la gente può fruirne gratuitamente; ma se la gente può fruirne gratuitamente è perché in pochi speculano sulla pirateria. Se invece guardiamo quanta gente specula sui diritti d'autore (case discografiche, SIAE e compagnia bella) ci accorgiamo in realtà che questi sono quasi peggio dei pirati, perché andiamo al negozio a comprare la roba originale e ci sentiamo truffati, per la scarsa qualità, per i costi proibitivi. Per essere pirati, invece, nessuno ci chiede nulla.

Finché i detentori di proprietà intellettuale non danno al mondo il buon esempio (tanto per citarne uno, il software open-source) in maniera più estesa, la pirateria non può essere sconfitta.
Finché non si dimostra al mondo che è effettivamente meglio e più conveniente acquistare regolarmente anziché scaricare selvaggiamente, la pirateria non può essere sconfitta.

Ma questi qua non lo vogliono capire... mah... (IMG:style_emoticons/default/aiua.gif)
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bzbiz
messaggio 6 Feb 2009 - 09:26
Messaggio #42


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Domanda:

Qual è l'unico mass-media che sfugge al diretto controllo del governo (inteso come istituzione dello stato, non come questo governo Berlusconi)?

Internet.

E' inutile che ripeta anche io che internet per come è fatta NON E' controllabile al 100%, da NESSUNO, ricordatevi che nasce da un progetto militare americano per una rete dati funzionante anche in caso di attacco nucleare, figuratevi se l'attacco lo fanno dei legislatori che con la testa sono fermi a 30 anni fa.

Però ci provano. In maniera pesante.

Link 1 (obbligo degli ISP di isolare le pagine, segnalate dal Ministero, che perpetrano apologia di reato o istigazione a delinquere)

Link 2 (blogger e obbligo di rettifica, parificazione tra media tradizionali e internet)

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bzbiz
messaggio 9 Feb 2009 - 09:53
Messaggio #43


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Un interessante commento sul pacchetto sicurezza e internet.

Link
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bzbiz
messaggio 16 Feb 2009 - 09:54
Messaggio #44


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Inizia il processo a The Pirate Bay: Link
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sayian
messaggio 16 Feb 2009 - 12:26
Messaggio #45


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Stiamo a vedere come va a finire... sono proprio curioso. (IMG:style_emoticons/default/ahsisi.gif)
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bzbiz
messaggio 18 Feb 2009 - 09:16
Messaggio #46


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BOOM!

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Carlucci fuori gli anonimi da Internet.
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sayian
messaggio 18 Feb 2009 - 09:24
Messaggio #47


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Voglio proprio vedere come fa ad attuare una cosa del genere... che fesseria...
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bzbiz
messaggio 18 Feb 2009 - 09:27
Messaggio #48


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Segnalo a tutti noi nerd che in bacheca si discute Link

Giusto perché lo so che oltre a questa sezione e quella GRD e Videogames lo sguardo non si alza... (IMG:style_emoticons/default/autoironia.gif)
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cioce
messaggio 23 Feb 2009 - 13:46
Messaggio #49


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Sony Bmg abbandona il bollino SIAE

Vi posto questo messaggio di un negoziante:
CITAZIONE
Oggi in negozio mi sono arrivati i primi cd della SONY senza bollino SIAE...In settimana mi era arrivata la circolare che anticipava questa mossa della sony, che cosi facendo si mette in linea con tutti gli altri stati..dichiarando che qualsiasi negoziante avesse problemi di controlli su cd sony non bollinati poteva far capo ai legali della multinazionale per far valere i propri diritti!! Speriamo che adesso seguano a ruota le altre case discografiche

http://www.digitaljockey.it/dij/index.php?...d=7&id=6876

Messaggio modificato da cioce il 23 Feb 2009 - 13:46
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Galen
messaggio 23 Feb 2009 - 14:48
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E dire che Sony non è certo aliena alle logiche del copyright... ma si vede che essere coinvolta nel pizzo alla siae era troppo anche per lei.
Del resto i famigerati bollini non erano stati già dichiarati non obbligatori dalla UE?
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