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> Milano, Vigili Aggrediti Da Cinesi
Marzvampire
messaggio 30 Apr 2007 - 13:32
Messaggio #201


Gnosso
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Da: Quacchio, reign of mists
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Esiste anche la regola per cui un immigrato clandestino è impossibile da espellere, in Italia, e nonostante si possa pensare che gli immigrati "hanno la stampa e l'opinione pubblica contro", questa è una specie di immunità. Le regole non sono chiare né per loro né per noi, questo è il problema. Si devono fare furbi e trovare il modo di aggrapparsi ai cavilli, come fa tutta la brava gente (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/piero.gif)
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Senbee Norimaki
messaggio 30 Apr 2007 - 20:14
Messaggio #202


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Cosa intendi dire? Che fare le multe per i carrelli solo ai cinesi è un modo giusto per espellere dall'Italia i mafiosi di via Paolo Sarpi?
Suvvia, pensavo stessimo facendo un discorso serio.
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NvO
messaggio 2 May 2007 - 10:50
Messaggio #203


sciuscià
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CITAZIONE (Senbee Norimaki @ 30 Apr 2007 - 02:01) *
Sì ma se rileggi le ultime righe del tuo post, vedi subito che appare assurdo quindi pensare che in quel contesto ci sia meno integrazione:


(IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_confused.gif)

CITAZIONE (Senbee Norimaki @ 30 Apr 2007 - 02:01) *
allora in tutti i contesti dove non c'è integrazione dovrebbero esserci rivolte ben peggiori, no?


non necessariamente. dove non c'è integrazione purtroppo spesso ci sono meno regole. o meglio ci sono regole diverse. e si crea uno status quo che si tende a rispettare. d dentroe da fuori. fa comodo a tutti. quello che è successo a milano è insolito, su questo sono d'accordo. ma non credo che sia corretto sostenere che la rivolta è avvenuta per colpa del comune

CITAZIONE (Senbee Norimaki @ 30 Apr 2007 - 02:01) *
Vuoi dire che gli allevatori che fecero quel casino per le quote latte non erano integrati? (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif)


beh, per certi allevatori c'è anche un problema di integrazione. per esempio per quelli che sventolavano bandiere della padania ('sto sventolio di bandiere...). il caso, poi non è lo stesso. la protesta per strada degli agricoltori sì è affiancata ad una protesta istituzionale. il che non significa che la giustifichi, però bisogna considerare le differenze. inoltre non mi risulta che sia stata improvvisata...

CITAZIONE (Senbee Norimaki @ 30 Apr 2007 - 02:01) *
Oltretutto poi non si capisce appunto perché quella di via Sarpi è l'unica comunità che s'è ribellata. In tutto il mondo quando fai rispettare le regole civili nelle Chinatown non ci sono rivolte, stavolta invece sì. Il punto è quello. E la diversità dal resto del mondo non è nella composizione della chinatown, ma nel comportamento dei ghisa, che ha infatti fatto incazzare anche gli italiani in diverse occasioni in passato.


qui sei tu che ti contraddici. la chinatown milanese non dovrebbe essere una delle più integrate del mondo? se questo è vero è perfettamente normale che si rivoltino nello stesso modo in cui si rivoltaroino gli allevatori italiani.

secondo me il fatto diverso sta nell'approccio singolare del comune alla questione paolo sarpi. approccio singolare che, per quanto odioso e fastidioso possa essere non giustifica una tale reazione da parte di una comunità. qualsiasi comunità. la scarsa attitudine comunicativa dei cinesi ha peggiorato la situazione. se reagisci in questo modo però non aspettarti che la polizia ti accolga con un caldo abbraccio di fratellanza...
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Senbee Norimaki
messaggio 3 May 2007 - 14:33
Messaggio #204


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Io non sto parlando del perché si siano rivoltati in quel modo: sto parlando del perché si siano rivoltati, quando altrove non l'hanno mai fatto.

Le cause? Andiamo per esclusione:

- La mancata integrazione: non è possibile, perché altrimenti tutti quelli non integrati si rivolterebbero. Si tratta dell'unico caso, quindi non è possibile. Oltretutto molti italiani - quindi integrati - si sono rivoltati allo stesso modo in diverse occasioni.
- La criminalità: non solo non è mai stato dimostrato che il tasso di criminalità all'interno della comunità di via Sarpi sia maggiore di quello di tutte le altre comunità cinesi non rivoltose nel modo e in Italia, ma nemmeno più alto di quella stessa italiana o milanese. Quindi non può essere l'elemento che fa la differenza.
- Il rifiuto intrinseco di quella cultura ad aderire alle leggi: niente di più falso, perché da una parte in generale i cinesi rispettano molto più le regole di tanti altri immigrati che non si rivoltano, secondo perché questo implicherebbe che solo in via Sarpi questo sia accaduto.

L'unico elemento di distinguo rimane il comportamento del comune. La comunità di Via Sarpi è stata l'unica in tutta la storia e in tutto il mondo a essere stata trattata in quel modo: un modo che ha fatto andare in rivolta TUTTE le comunità trattate in quel modo, dagli allevatori ai commercianti di via Buenos Aires due anni fa.

Tutti i motivi esclusi dalla rivolta però, probabilmente, chi più chi meno, hanno contribuito al MODO in cui è stata condotta la rivolta: la tendenza dei cinesi all'omertà e alla chiusura (non certo aiutata dalle politiche di integrazione totalmente assenti, del Comune), la presenza di qualche inevitabile criminale e facinoroso tra i manifestanti, la scarsissima esperienza nel concepire una manifestazione da parte di un popolo che ha conosciuto solo obbedienza assoluta o repressione terribile, e inoltre una serie di casi del tutto fortuiti (la bancarella che da 15 anni vende bandiere e megafoni lì a 200 metri di distanza, il fatto che c'era già un corteo in strada perché era gente che stava tornado dal funerale di un connazionale, eccetera)

Già, un funerale, a proposito che i cinesi non muoiono mai... ^__^
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NvO
messaggio 3 May 2007 - 15:46
Messaggio #205


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ma infatti io non sto criticando il fatto che ci sia stata una reazione, sto criticando il MODO in cui essa ha avuto luogo. se invece di organizzare una manifestazione come si organizzano le manifestazioni insceni una rivolta di piazza, poi, ti puoi anche aspettare che voli qualche manganellata. il particolare se qualcuno si mette a tirare oggetti.

la causa? il fatto che in p. sarpi hanno avuto a che fare con un inedito e repentino cambio di atteggiamento del comune. ma il fatto che il comune abbia tenuto tale atteggiamento non giustifica una reazione di tal fatta.

cioè: detta come la dici tu sembra: per forza si sono ribellati! cos'altro potevano fare? poi la polizia, come spesso accade ha cominciato a menare le mani sui poveri cinesi indifesi.

mi sembra una visione un po' di parte.
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Senbee Norimaki
messaggio 3 May 2007 - 17:16
Messaggio #206


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Bravo a criticare il modo: in sé, è oggettivamente sbagliato. Ma dico io: se con gli ITALIANI si è arrivati alle catene, al blocco del traffico, ai getti di liquame che spostavano i poliziotti come birilli, porca puttana ma anche un deficiente si sarebbe aspettato anche in questo caso una reazione a dir poco sopra le righe..! Anzi, PER FORTUNA erano cinesi: fossero stati di altre etnie e di altre culture, poteva accadere una TRAGEDIA, una sommossa con picconi e bombe, altrochè.
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NvO
messaggio 3 May 2007 - 18:35
Messaggio #207


sciuscià
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che fai senbee? ti metti a fare del razzismo? (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/4.gif)

apparte gli scherzi, questo è vero. io ho la stessa impressione. alla fine l'episodio è rimasto tale per fortuna. certamente anche grazie ai cinesi molti dei quali, di fatto non hanno alzato il livello dello scontro.

no però aspetta, per la reazione sopra le righe ionvece non sono d'accordo. rimango convinto del fatto che si poteva e si doveva evitare. prima di tutto per tutelare gli interessi dei cinesi stessi.
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Senbee Norimaki
messaggio 4 May 2007 - 07:49
Messaggio #208


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Certo che si doveva evitare, ma non condivido il fatto che si potesse evitare. Se non l'hanno evitata gli italiani stessi...
Voglio dire: forse se fossero stati chiusissimi e assolutamente non integrati, avrebbero evitato: ma questi cinesi sono ormai talmente integrati e talmente italiani da essersi comportati come probabilmente anche un milanese tornando da un funerale avrebbe fatto. Sbagliando, eh.

Credo, su questo punto, di essere totalmente d'accordo con l'articolo pubblicato sul Manifesto e che ho riportato qualche pagina addietro. La giornalista (che scrive anche per altri giornali) è infatti molto esperta di Cina e di cinesi, e vive a Milano. A caldo, tutto sommato scrisse già tutto quello che è stato poi appurato in seguito.
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Le Big Mac
messaggio 7 May 2007 - 14:09
Messaggio #209


Il leone di S.Marley
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Ho cancellato il post di Grao (non volermene (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_smile.gif) ) perchè Taddia ha aperto un topic che parla precisamente della lettera inviata ad Augias a "La repubblica".
I post di commento sono stati spostati - tolleranza ad oltranza -
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graograman
messaggio 7 May 2007 - 19:25
Messaggio #210


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Da: Ferrara (land of fogs)
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hai fatto solo bene, l'ho postato perchè c'entrava con l'immigrazione e non ho cazzi di cercare i post, sono pigro nell'anima, per fare le cose fate bene ci sono i mod
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Senbee Norimaki
messaggio 26 May 2007 - 08:59
Messaggio #211


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http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach...26/cinesi.shtml

Un referendum a Chinatown segna la svolta dopo le violenze del 12 aprile
Cinesi pronti a lasciare il centro di Milano
Il 90% dice sì al trasloco dei depositi. «Ma servono spazi e collegamenti con il centro»


MILANO — Pronti ad andarsene. I cinesi del quartiere di via Paolo Sarpi e dintorni hanno detto sì, in grandissima maggioranza, al referendum che proponeva loro di lasciare la zona semi-centrale occupata da sempre, per trasferirsi fuori Milano. Le carte del sondaggio sono state presentate ieri a palazzo Marino dal portavoce della comunità, Angelo Hu: quasi il 90 per cento dei commercianti si è espresso a favore di una eventuale delocalizzazione delle attività all’ingrosso. I grossisti pongono però una serie di condizioni: la prima riguarda il fatto che l’area da individuare deve essere di almeno 100 mila metri quadrati. Un dato che sembra implicitamente bocciare l’ipotesi circolata in questi giorni, di un trasloco su 70 mila metri quadrati del terreno una volta occupato dall’Alfa, ad Arese. Il portavoce della comunità cinese, Angelo Hu, insiste: «Abbiamo bisogno di uno spazio ampio. Inoltre, qualunque nuova sede deve essere sufficientemente limitrofa alla città e deve garantire facilità di collegamenti viabilistici con il centro». La comunità chiede poi «agevolazioni fiscali» e che, nel frattempo, il Comune rinunci all’ipotesi di trasformare via Paolo Sarpi in una zona a traffico limitato.

Dopo gli episodi di violenza avvenuti il 12 aprile scorso, si è forse giunti a un passaggio decisivo e lo stesso De Corato è soddisfatto: «Siamo di fronte ad un fatto di grande portata, visto che forse per la prima volta in Italia si avvia un’operazione che porta ad una delocalizzazione di questa entità». E poi: «La comunità cinese ha dimostrato di essere intelligente, perché ha capito che il Comune non ha mai dato ultimatum». Il vicesindaco non entra nel merito: «Sono questioni che devono essere esaminate con attenzione, ma non mi pare ci siano ostacoli insormontabili». Il sindaco Letizia Moratti ha già informato, ieri pomeriggio, il presidente della Regione, Roberto Formigoni, dell’esito del referendum: «Anche perché — ricorda De Corato — per delocalizzare centinaia di attività all’ingrosso serve un ente sovracomunale con delega sul commercio. La Regione, appunto ».

Meno positiva la reazione del presidente della Provincia, Filippo Penati, secondo il quale i cinesi «sembrano pretendere che le istituzioni si mettano al loro servizio, senza per altro neppure accennare ad un patto di convivenza civile, con cui si impegnano a rispettare le regole del commercio». La Regione Lombardia ha invece accolto «con favore» la disponibilità dei commercianti cinesi a lasciare l’area Sarpi e delocalizzare le proprie attività all’ingrosso. Dal Pirellone si ribadisce che verranno svolti «incontri e approfondimenti» per arrivare alla migliore soluzione possibile. Nel frattempo, tuttavia, si ricorda che la possibilità di trasferire sull’area ex-Alfa attività produttive e logistiche è già prevista nell’accordo di programma a suo tempo sottoscritto con tutti i soggetti interessati per il recupero produttivo di quell’area. L’Unione chiede infine che il Comune «che ha lasciato degenerare la situazione — come accusa il segretario ds Pierfrancesco Majorino — ora metta intorno ad un tavolo i soggetti coinvolti nella vicenda per cercare, tutti insieme, la soluzione al problema ».

Elisabetta Soglio

26 maggio 2007
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