Quindi, in sostanza, noi abbiamo una guerra cominciata per motivi inesistenti, anzi per una vera e propria balla, a cui abbiamo dato sostegno logistico (basi aeree sostanzialmente) e a parole, probabilmente per captatio benevolentiae nei confronti dell'amministrazione Bush.
Successo il casino però almeno una cosa positiva c'è stata: la popolazione ha festosamente salutato la fine del regime che li opprimeva, ma è cominciata la guerriglia che vede contrapposte le nuove istituzioni democratiche del paese contro i vecchi sostenitori del regime, affiancati dai terrorsti. In questo clima l'Italia ha mandato, senza che l'ONU l'avesse ancora deciso, delle sue truppe per presidiare zone molto piene di civili in balia di attacchi terroristici. Dopo, anche con il benestare dell'ONU, gli italiani sono rimasti, pagando due volte col sangue questa loro permanenza.
La popolazione irakena quindi va in massa a votare, dimostrando di non essere assolutamente con i terroristi, che anzi minacciavano di far saltare in aria la gente che sarebbe andata a votare (e in alcuni casi purtroppo è successo). Molte persone andavano fiere del timbro blu che avevano sulla mano, che voleva dire "io ho votato".
Ma l'indicazione di voto è chiara: vince una maggioranza sciita.
Ora, sapete tutti che il mondo arabo si divide essenzialmente fra sciiti e sunniti. Gli sciiti, minoritari nel mondo (solo il 10% dei musulmani) sono però maggioritari, da sempre, in Irak (perché la scissione avvenne lì) e in Iran (perché fu imposta da una dinastia). Gli sciiti sono, da un punto di vista occidentale, un po' più pericolosetti, perché mettono sia il potere religioso sia quello politico nelle mani di una sola persona. L'Imam (la guida spirituale) e il Califfo, la guida politica, sono la stessa persona: la legge è quella islamica, la sharia. L'emiro è una specie di principe ereditario, ma deve sottostare al potere spirituale e politico dell'Imam-Califfo.
I sunniti invece, religione più antica, sono convinti che il potere politico possa essere gestito da persone diverse dall'Imam, la guida spirituale. Così per i sunniti l'Imam è solo il capo della moschea, mentre il capo politico può essere chiunque: in genere un Sultano, ma anche un Presidente democraticamente eletto, oppure un militare golpista come Saddam Hussein. Il partito di Saddam, il partito Bath, era infatti il partito dei sunniti irakeni, molto minoritari nel paese e concentrati soprattutto nella zona di Tikrit. Grazie a un iniziale appoggio dei servizi segreti americani, che ci tenevano a contrapporre agli sciiti iraniani (finanziati dai russi) dei sunniti nel confinante Irak, Saddam con un golpe andò al potere. La solita strategia "il nemico del mio nemico è mio amico" portò all'ennesimo disastro e instaurò una dittatura feroce in Irak. Nel frattempo la guerra Iran-Irak finì, lo scià se ne andò e arrivò la repubblica, che elesse democraticamente quello che pian piano sarebbe diventato un regime teocratico (sciita), da Komehini fino a oggi.
Ora effettivamente c'è il rischio che questo accada anche in Irak: fondamentale sarà vigilare sul rispetto delle istituzioni, che per venire incontro alle esigenze sciite hanno trovato un punto di contatto fra la democrazia e lo sciismo: il Parlamento è democraticamente eletto ma i legislatori si impegnano, essendo sciiti, a formulare leggi che non siano in contrasto col Corano, o almeno con la loro interpretazione di esso.
E' un buon punto di arrivo: se si rimane vigili, si può evitare l'effetto-Iran, ma gli osservatori internazionali dovranno essere pronti e solerti per lungo tempo ancora, secondo me.
Il problema è che nel frattempo in Irak si sta scatenando, come previsto, una guerra civile: i sunniti perdono di nuovo il potere dopo che Saddam l'aveva conquistato senza il consenso popolare, si ritrovano minoranza, alcuni si alleano coi terroristi, fomentano le folle, disertano in massa le elezioni. Ma sono una minoranza, molto piccola fra l'altro, e tutta concentrata attorno a Tikrit. Costoro sì: vedono gli americani e anche quindi gli italiani come truppe di occupazione.
La maggioranza sciita invece vede gli stranieri come un male necessario per conquistare la tanto agognata indipendenza da regimi e godersi le loro belle leggi coraniche (oh, la maggioranza lo vuole, contenti loro) fatte da un Parlamento democraticamente eletto. Per ottenere questo vanno a votare, fieramente, per la Costituzione e rischiano pure la vita, poi in tantissimi si iscrivono all'esercito. Di costoro ne moriranno migliaia, molti più che gli Americani, e molti anche fra atroci torture perpetrate dagli affiliati di Al Qaeda. Loro sono sicuri che un bel giorno finalmente il terrorismo finirà e gli stranieri, questa ingombrante ma utile presenza di infedeli, se ne andrà per sempre.
Questo finora è quello che mi è parso di capire della situazione che c'è col rapporto con le nostre truppe.
@Simone: se tu non avessi voglia di discuterne non avresti neanche voglia di scrivere che non hai voglia di discutere,
e l'argomento l'hai pure introdotto tu, quindi per favore porta qualche argomento o lascia perdere i soliti messaggi piccati e offesi senza argomenti e tutti personali, che poi dobbiamo cestinare regolarmente...