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Versione completa: Andreotti Quasi Ci Rimane
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Frabe
Ma presidente de che? Non è senatore e basta?

Maifermo
Presidente emerito del Consiglio.
Il titolo resta. Per me è un po' una cazzata ma è così.
Jolly_roger
CITAZIONE (Maifermo @ 4 Nov 2008 - 11:08) *
Sennò mi spacchi il culo???

Lui no, ma Thyo85 si.









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mick74
scommetto che se un malore fosse venuto a riina , il "rispetto umano per qualsiasi cosa abbiano fatto" di alcune persone sarebbe andato a quel paese,
personalmente non mi esprimo per non URTARE la sensibilita' di qualcuno specialmente pensando a p2, gelli, etc.
A.L.G.
ah si??? Riina, Andreotti, mio nonno e tuo nonno non sono sempre uomini anziani?? ma cazzo sfogati con loro per le cose che fanno e dicono, non sfotterli per un malore o per la loro morte. Un uomo malato è identico a un altro qualsiasi uomo malato
mick74
d' altronde l' italia e` anche messa cosi' perche' ci sono persone che ragionano come te, rispetto per i potenti anche se condannati in primo grado per associazione mafiosa SICURA fino al 1980, magari poi lo invitiamo in una trasmissione (di merda) seguita da milioni di italiani, lo chiamiamo presidente (de' che poi?) e ne facciamo una celebrita'. et voila'.
mio nonno e` morto da persona onesta quindi risparmiami le prediche su chi e` anziano, del povero vecchino ecc., ok allora perdoniamo priebke se avesse un malore, perche' e` ultraottantenne anche se lui non ha dimostrato mai segni di pentimento.
ma fammi il piacere.
Redfires
In effetti domenica scorsa sembrava che stessero celebrando un grande benefattore dell'Italia. Non è così !
La stazza politica di Andreotti è importante, grande personaggio storico, ma molto molto controverso.
Certo che è un vecchietto, e che visto in quel modo in diretta mi ha un pò rattristito, ma da questo a farne un angioletto ne passa.
La storia consegna un politico non condannato per un cavillo burocratico, perchè di cavillo si tratta, la sentenza parla chiaro e una sentenza è un atto ufficiale.
Maifermo
Quello che dite è giusto, ma riguarda la trasmissione che lo manda in onda, non il malore.
Se c'è un errore riguarda chi lo presenta come un salvatore, non di chi lo rispetta per il malore che ha avuto.
Se Priebke avesse un malore, o lo avesse Fidel, mi dispiacerebbe perchè nessun uomo per quello che ha fatto in vita, merita la morte.
Fossi79
Se stesse male fidel mi domanderei: cosa faccio ancora qui? perche non corro al suo capezzale?

Ma tanto è già morto
:'-(
gaTuz
Se è tutto quello che è stato fatto a Saddam dopo che è stato preso .... torture umigliazioni e condanne a morte ... avete pianto per lui ???

e ne dico uno che è stato demonizzato (forse anche giustamente) ma che veniate a santificare Andreotti è veramente un pena ...

CITAZIONE
Rapporti con la mafia [modifica]

Andreotti è stato sottoposto a giudizio a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. Mentre la sentenza di primo grado, emessa il 23 ottobre 1999, lo aveva assolto perchè il fatto non sussiste, la sentenza di appello, emessa il 2 maggio 2003, distinse il giudizio per i fatti fino al 1980 e quelli successivi, ha stabilito che Andreotti aveva «commesso» il «reato di partecipazione all'associazione per delinquere» (Cosa Nostra), «concretamente ravvisabile fino alla primavera 1980», reato però «estinto per prescrizione». Per i fatti successivi alla primavera del 1980 Andreotti è stato invece assolto.

L' obiter dicta (parte di una sentenza che non "fa diritto") della sentenza della Corte di Appello di Palermo del 2 maggio 2003, parla di «una autentica, stabile ed amichevole disponibilità dell'imputato verso i mafiosi fino alla primavera del 1980»[7].

Interrogato dalla procura di Palermo il 19 maggio 1993, il sovraintendente capo della polizia Francesco Stramandino, dichiarò di aver assistito il 19 agosto 1985, in qualità di responsabile della sicurezza dell'allora ministro degli Esteri Andreotti, ad un incontro tra lo stesso politico e quello che solo successivamente sarà identificato come boss Andrea Manciaracina, all'epoca sorvegliato speciale e uomo di fiducia di Totò Riina.

Lo stesso Andreotti ammise in aula l'incontro con Manciaracina, spiegando che il colloquio ebbe a che fare con problemi relativi alla legislazione sulla pesca.

La sentenza di primo grado definì «inverosimile» la «ricostruzione dell'episodio offerta dall'imputato». Pur confermando che Andreotti incontrò uomini appartenenti a Cosa Nostra anche dopo la primavera del 1980, il tribunale stabilì che mancava «qualsiasi elemento che consentisse di ricostruire il contenuto del colloquio». La versione fornita dall'onorevole Andreotti, secondo il tribunale, potrebbe essere dovuta «al suo intento di non offuscare la propria immagine pubblica ammettendo di avere incontrato un soggetto strettamente collegato alla criminalità organizzata e di avere conferito con lui in modo assolutamente riservato».

Sia l'accusa sia la difesa presentarono ricorso in Cassazione, l'una contro la parte assolutiva, e l'altra per cercare di rifiutare la prescrizione e consentire di indagare a fondo (come potè fare solo il giudice di primo grado). Tuttavia la Corte di Cassazione il 15 ottobre 2004 rigettò la richiesta di poter rifiutare la prescrizione (possibile solo nel processo civile) confermando la prescrizione per qualsiasi ipotesi di reato prima del 1980 e l'assoluzione per il resto. Nella motivazione si legge (a pagina 211):
« Quindi la sentenza impugnata, al di là delle sue affermazioni teoriche, ha ravvisato la partecipazione nel reato associativo non nei termini riduttivi di una mera disponibilità, ma in quelli più ampi e giuridicamente significativi di una concreta collaborazione. »


Se la sentenza definitiva fosse arrivata entro il 20 dicembre 2002 (termine per la prescrizione), Andreotti avrebbe potuto essere condannato in base all'articolo 416, cioè all'associazione "semplice", poiché quella aggravata di stampo mafioso (416-bis) fu introdotta nel codice penale soltanto nel 1982, grazie ai relatori Virginio Rognoni (Dc) e Pio La Torre (Pci). Ancora oggi il dibattito sulla portata delle affermazioni è aperto soprattutto nella logicità del teorizzare una volontaria partecipazione al fenomeno mafioso sino ad una data certa. Stesso fenomeno la cui appartenenza è fuori discussione da una certa data (il 1980) in poi. C'è da specificare che gli ultimi governi Andreotti vararono (con la firma dello stesso Presidente) alcuni tra i più importanti strumenti legislativi prorpio per contrastare il fenomeno mafioso (v. i decreti Andreotti-Martelli e Andreotti-Falcone)

Ai fini di una valutazione sul piano storico, bisogna tenere presente che la Cassazione in più punti sottolinea l'opinabilità della ricostruzione fornita dalla Corte d'Appello. In particolare in due passi della sentenza afferma:

"al termine di questo articolato excursus, il Collegio ritiene di dover riprendere l'osservazione iniziale: i giudici dei due gradi di merito sono pervenuti a soluzioni diverse; non rientra tra i compiti della Corte di Cassazione, come già reiteratamente precisato, operare una scelta tra le stesse perché tale valutazione richiede l'espletamento di attività non consentite in sede di legittimità"

"La ricostruzione dei singoli episodi e la valutazione delle relative conseguenze è stata effettuata in base ad apprezzamenti e interpretazioni che possono anche non essere condivise e a cui sono contrapponibili altre dotate di uguale forza logica, ma che non sono mai manifestamente irrazionali e che, quindi, possono essere stigmatizzate nel merito, ma non in sede di legittimità.[8]

La Cassazione, come risulta dai passi citati, afferma che rispetto a quella della Corte d'Appello sono possibili altre interpretazioni "dotate di uguale forza logica", pur non potendo per questo cassare la sentenza d'appello in quanto ciò richiederebbe un giudizio di merito che è sottratto alle competenze della Suprema Corte, giudice della sola legittimità delle sentenze.

Omicidio Pecorelli [modifica]

Andreotti è stato anche processato per l'accertato coinvolgimento nell'omicidio Pecorelli. In primo grado fu assolto ma successivamente condannato a ventiquattro anni di reclusione in appello dalla Corte d'Assise di Perugia, il 17 novembre 2002. La sentenza d'appello venne quindi annullata senza rinvio dalla Corte di Cassazione (il 30 ottobre 2003), annullamento che rese definitiva la sentenza di assoluzione di primo grado.

Interpretazioni e critiche [modifica]

La figura di Andreotti è oggetto di interpretazioni e polemiche di varia natura, come difficilmente non potrebbe essere data la sua storia personale e politica. Le numerose contestazioni che gli sono state volte hanno riguardato praticamente tutti i campi della sua attività e sono venute anche da politici e giornalisti illustri (come Indro Montanelli[senza fonte]). Accuse e sospetti gli sono stati rivolti a proposito delle sue relazioni con la loggia P2, Cosa Nostra, la Chiesa cattolica e con alcuni individui legati ai più oscuri misteri della storia repubblicana. Tali voci, specialmente quelle relative ai rapporti con Cosa Nostra, hanno certamente danneggiato la sua immagine pubblica: come s'è visto nel 1992, scaduto il mandato del dimissionario Francesco Cossiga come Presidente della Repubblica, la candidatura di Andreotti sembrava destinata ad avere la meglio finché, durante i giorni delle votazioni di maggio, la strage di Capaci orientò la scelta dei parlamentari verso Oscar Luigi Scalfaro.

Andreotti e Dalla Chiesa [modifica]

Nel 1982 Andreotti spinge molto sulla disponibilità del Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa ad accettare l'incarico propostogli di Prefetto di Palermo. In un diario un appunto del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa datato 2 aprile 1982 al presidente del Consiglio Giovanni Spadolini scriveva che la corrente democristiana siciliana facente capo ad Andreotti sarebbe stata la famiglia politica più inquinata da contaminazioni mafiose.[9]

Sempre Dalla Chiesa, nel suo taccuino personale scrive: «Ieri anche l'on. Andreotti mi ha chiesto di andare [da lui, ndr] e, naturalmente, date le sue presenze elettorali in Sicilia, si è manifestato per via indiretta interessato al problema; sono stato molto chiaro e gli ho dato però la certezza che non avrò riguardi per quella parte di elettorato alla quale attingono i suoi grandi elettori.[...]Sono convinto che la mancata conoscenza del fenomeno [...] lo ha condotto e lo conduce a errori di valutazione e circostanze.»[10]

Rapporti con Michele Sindona [modifica]

Secondo la Corte di Perugia ed il Tribunale di Palermo «Andreotti aveva rapporti di antica data con molte delle persone che a vario titolo si erano interessate della vicenda del banchiere della Banca Privata Italiana ed esponente della loggia massonica P2 Michele Sindona, oltre che con lo stesso Sindona.»[3]

Tali rapporti si intensificarono nel 1976, al momento del crac delle banche di Sindona: Licio Gelli, capo della loggia P2, propose un piano per salvare la Banca Privata Italiana all'allora Ministro della Difesa Andreotti. Quest'ultimo, nonostante le dichiarazioni pubbliche di stima verso Sindona, definito "il salvatore della lira", non riuscì a fare accettare il piano di salvataggio al Ministro del Tesoro Ugo La Malfa. In seguito, Andreotti negò ogni suo coinvolgimento, sostenendo che il suo interessamento per il salvataggio della Banca Privata Italiana era solo di natura istituzionale. Tuttavia, anche durante la lunga latitanza di Sindona all'hotel Pierre di New York, Andreotti continuò a mantenere contatti con il banchiere, pur rivestendo il ruolo di Presidente del Consiglio.

Solo dopo il falso rapimento di Sindona, la sua estradizione e conseguente arresto per bancarotta fraudolenta e per l'omicidio del liquidatore della Banca Privata Italiana Giorgio Ambrosoli, Andreotti se ne distanziò pubblicamente.

Sindona morì avvelenato da un caffè al cianuro il 22 marzo 1986 nel carcere di Voghera, due giorni dopo essere stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Ambrosoli. Tale morte venne archiviata come suicidio, poiché le prove e le testimonianze riguardo il veleno utilizzato ed il comportamento di Sindona stesso facevano supporre un tentativo di auto-avvelenamento: tale atto sarebbe stato compiuto nella speranza di una re-estradizione negli Stati Uniti, paese con il quale l'Italia aveva un accordo sulla custodia del banchiere legato alla sicurezza e incolumità di quest'ultimo. Sindona, quindi, avrebbe messo in scena un avvelenamento e sarebbe morto a causa di un errore di dosaggio.

Diversi osservatori, tra cui il giornalista e docente universitario Sergio Turone, ipotizzarono che fu Andreotti a far pervenire la bustina di zucchero contenente il cianuro fatale a Sindona, facendo credere a quest'ultimo che il caffè avvelenato gli avrebbe causato solo un malore. Secondo Turone, il movente del presunto omicidio sarebbe stato il timore che Sindona rivelasse durante il processo d'appello segreti riguardanti i rapporti tra politici italiani, Cosa Nostra, e la P2: "fino alla sentenza del 18 marzo 1986 Sindona [aveva] sperato che il suo potente protettore [Andreotti] trovasse la via per salvarlo dall'ergastolo. Nel processo d'appello, non avendo più nulla da perdere, avrebbe detto cose che fin ora aveva taciuto."[4].

Va tuttavia sottolineato che tale ipotesi non è stata suffragata da alcuna prova concreta che implichi in alcun modo Andreotti nella morte di Sindona.


se non avete voglia di leggere ... almeno smettetela di piangere il malore di una persona che di certo non ha pianto la morte di coloro a cui l'ha commissionata!!!! e quante altre cose non si sanno o non si possono dire ... andiamo cerchiamo di toglierci ste fette di prosciutto sugli occhi spesse 10 cm!!!

Aldo Moro in primis un loro carnefice dopo che l'hanno usato per commettere i loro crimini .... eccheccazzo questa è la storia di Italia se siamo messi così dobbiamo rendere grazie anche a lui!!!

Mi spiace ma non mi sentirò mai di piangere la morte di Andreotti ... non voglio dire che merita di essere sfottuto per il malore sia chiaro ... ma che il rispetto che posso avere per la sua morte è uguale a quella di una mosca fastidiosa!!!
Maifermo
Ma sembra che non l'abbia letto tu l'articolo che hai postato.
In ogni caso dà ragione a me. Non c'è stata una sentenza definitiva di condanna perchè è intervenuta la prescrizione che di per sè rende di fatto l'imputato innocente!!!
Qui nessuno santifica Andreotti, l'unico che ci fa una pessima figura sei tu che magari ti riempi la bocca di parole come "abolizione della pena di morte" ma non esiti a paragonare il valore della vita di una persona (per quanto controversa) a quella di un insetto.
Spesso su questo forum, per interventi come il tuo (o anche di minore impatto) ci si rifiuta di risponderti bollando l'artefice come un poveretto. Io l'ho fatto altre volte ma questa, mi sforzerò di non considerarti un idiota, non tanto per compiacerti (perchè immagino che giustamente non te ne freghi nulla) quanto per il fatto che sono convinto che non sia colpa tua. Su Andreotti c'è stata una campagna di informazione incredibile mirata a fargli perdere qualsiasi tipo di influenza politica, se poi si aggiunge la teatralità che gli italiani sono sempre pronti a vedere nella politica, ecco creato il peggiore dei padrini. Tutto questo quando nessun tribunale ha mai condannato con una sentenza definitiva la sua persona.
2pac
Boh a me la scena di lui che si imambola ha fatto un po' pena.
A mio parere non c'era bisogno di aprire un topic, comunque fate vobis.
NvO
gatuz, qui nessuno santifica andreotti. e nessuno chiede pianti e cordoglio per la sua morte.

faceva notare maifermo che non è carino ridere delle disgrazie altrui. il che credo che sia generalmente condivisibile.


io certamente non stimavo saddam hussein, ma quando l'ho visto penzolare dalla forca non mi sono certo fatto due risate. tu sì?


altra questione è quella che riguarda il giudizio su andreotti come persona e come politico. criticatelo, condannatelo, consideratelo la radice dei mali dell'italia, il padrino dei pardini, ma non schernitelo, possibilmente, quando rischia di lasciarci le penne.

tanto più che un atteggiamento di scherno non vedo in che modo possa sensibilizzare l'opinione pubblica sulle malefatte che andreotti avrebbe commesso.
Galen
In generale sono abbastanza d'accordo con la moderazione (in tutti i sensi icon_mrgreen.gif) di NvO.
Certo, nel mio intimo se muore una persona che odio (in generale... non sto parlando di Andreotti) di certo non mi dispiaccio (anzi) solo per una ipocrita formalità che impone di parlare bene dei defunti: do per scontato il rispetto per il dolore altrui, senza bisogno di manifestazioni che nascondano il mio giudizio sui singoli.
Rimane il fatto che deridere pubblicamente disgrazie non è simpatico.
Poi non c'è nessun obbligo ad essere simpatici, per questo invocare l'intervento del moderatore per me è decisamente esagerato. Anche perché così pare che due risate siano per forza una manifestazione maligna e non credo sia vero.
Nel caso di Andreotti personalmente ho trovato la scena penosa e ridicola allo stesso tempo, una cosa non esclude necessariamente l'altra. Non mi sono fatto due risate, ma neanche credo che il trovare la scena un po' grottesca cancelli l'empatia verso un altro essere umano.


CITAZIONE (Maifermo @ 5 Nov 2008 - 12:41) *
In ogni caso dà ragione a me. Non c'è stata una sentenza definitiva di condanna perchè è intervenuta la prescrizione che di per sè rende di fatto l'imputato innocente!!!

In tribunale, forse, e con mille distinguo. Ma come ho già ripetuto, qui non siamo in tribunale... Mi sa che la tua è una deformazione professionale. icon_mrgreen.gif

Se una sentenza accerta un reato ma non lo persegue, credo che tutto si possa dire tranne che l'imputato è innocente. Forse lo sarà formalmente, ma la forma serve alla sostanza, se le due cose non coincidono qualcosa non ha funzionato... per cui, dovendo scegliere, nel mondo reale chi se ne impippa della forma?
Poi come ho detto, si può mettere in dubbio una sentenza se ci sono dei motivi per farlo. D'accordo, ma allora a maggior ragione non ha senso fare poi riferimento alla stessa per evidenziare cavilli formali.
bzbiz
Giusto per puntualizzare la scena vista in tv è grottesca. Fa ridere ma non dovrebbe.
*Casi*
Post rimosso su richiesta dell'utente
gaTuz
CITAZIONE (Maifermo @ 5 Nov 2008 - 12:41) *
In ogni caso dà ragione a me. Non c'è stata una sentenza definitiva di condanna perchè è intervenuta la prescrizione che di per sè rende di fatto l'imputato innocente!!!


per questo punto ti ha già risposto Galen ..

CITAZIONE (Maifermo @ 5 Nov 2008 - 12:41) *
Qui nessuno santifica Andreotti, l'unico che ci fa una pessima figura sei tu che magari ti riempi la bocca di parole come "abolizione della pena di morte" ma non esiti a paragonare il valore della vita di una persona (per quanto controversa) a quella di un insetto.


Scusa sai ma rileggendo il post non trovo da nessuna parte l'affermazione che mi metti in bocca "abolizione della pena di morte" dove l'ho scritto scusa?
sinceramente ho provato molta pena nei confronti di Saddam .. proprio perchè a prescindere da qualunque tipo di condotta tirannica e despotica che gli si possa attribuire non ho mai approvato la cattiveria con cui è stato umiliato e poi giustiziato.

Questo per dire che spesso i capi politici si trovano nella difficile situazione di dover prendere delle decisioni che siano per il bene del popolo o che siano per il bene della classe dirigente! Chi più chi meno avrà le sue colpe e i suoi scheletri nell'armadio.

Ma credimi che i santi e i demoni sono resi tali dai media, da chi ci vuol far credere o far vedere una cosa piuttosto che un'altra.

CITAZIONE (Maifermo @ 5 Nov 2008 - 12:41) *
Su Andreotti c'è stata una campagna di informazione incredibile mirata a fargli perdere qualsiasi tipo di influenza politica, se poi si aggiunge la teatralità che gli italiani sono sempre pronti a vedere nella politica, ecco creato il peggiore dei padrini. Tutto questo quando nessun tribunale ha mai condannato con una sentenza definitiva la sua persona.


Ecco perchè secondo me la campagna di informazione che tu dici io la vedo in maniera diametralmente opposto e cioè che i media abbiano cercato in tutti i modi di mettere a tacere ciò che stava venendo a galla dei trascorsi di Andreotti.

CITAZIONE (NvO @ 5 Nov 2008 - 13:09) *
faceva notare maifermo che non è carino ridere delle disgrazie altrui. il che credo che sia generalmente condivisibile.

altra questione è quella che riguarda il giudizio su andreotti come persona e come politico. criticatelo, condannatelo, consideratelo la radice dei mali dell'italia, il padrino dei pardini, ma non schernitelo, possibilmente, quando rischia di lasciarci le penne.


NvO in quanto moderatore ti invito a leggere bene ciò che scrivo prima di moderarlo:

CITAZIONE (gaTuz @ 5 Nov 2008 - 12:23) *
Mi spiace ma non mi sentirò mai di piangere la morte di Andreotti ... non voglio dire che merita di essere sfottuto per il malore sia chiaro ...


Con questo non voglio cambiare gli ideali e le opinioni della gente ... ma non mi sento nemmeno di sentirmi un calunniatore sopratutto quando tratto argomenti che sono palesi a molti e di cui non mi invento io le argomentazioni.

Bona ora torno a dire cazzate che forse mi rendono meno cinico e irrequieto icon_smile.gif
Maifermo
CITAZIONE
In tribunale, forse, e con mille distinguo. Ma come ho già ripetuto, qui non siamo in tribunale... Mi sa che la tua è una deformazione professionale


Eh no, scusa se non si prende per buona la giustizia fatta dai tribunali, si mette in dubbio tutta la discussione sull'innocenza/colpevolezza dell'imputato.
Credo di non aver capito, Galen, scusami sono un po' tardo, ma come faccio a considerare una persona innocente in tribunale e colpevole al di fuori?

CITAZIONE
Se una sentenza accerta un reato ma non lo persegue, credo che tutto si possa dire tranne che l'imputato è innocente. Forse lo sarà formalmente, ma la forma serve alla sostanza, se le due cose non coincidono qualcosa non ha funzionato... per cui, dovendo scegliere, nel mondo reale chi se ne impippa della forma?


Questo perchè parti dal presupposto che sia colpevole. In realtà rileggendo dei pareri sulla sentenza della Cassazione è saltato fuori che se non fosse intervenuta la prescrizione, non è assolutamente detto che sarebbe stata confermata la sentenza di condanna, ma si sarebbe potuta rivalutare la questione con un rinvio ad un giudice di merito. Se c'è stato un errore, quindi, è stato nell'espressione di una motivazione della sentenza che confermava la prescrizione, la Suprema Corte, infatti, andando oltre la sfera della legittimità giudica nel merito.

CITAZIONE
Poi come ho detto, si può mettere in dubbio una sentenza se ci sono dei motivi per farlo. D'accordo, ma allora a maggior ragione non ha senso fare poi riferimento alla stessa per evidenziare cavilli formali.


Credo che tu sminuisca un po' il sacrosanto diritto ad una certezza del processo chiamandolo "cavillo formale". La prescrizione è fondamentale, uno dei pochi istituti che rende il nostro sistema giudiziario ancora credibile, dato che, spesso spinge i macchinosissimi tribunali a accelerare i tempi. Da un punto di vista processuale è incredibilmente basilare per il principio della tollerabilità da parte di un imputato di un processo con un tempo finito. Altrimenti ci si troverebbe nella Kafkiana situazione di incertezza che dovrebbe essere lontana anni luce dall'idea di fermezza del diritto.
Galen
CITAZIONE (Maifermo @ 5 Nov 2008 - 16:31) *
Eh no, scusa se non si prende per buona la giustizia fatta dai tribunali, si mette in dubbio tutta la discussione sull'innocenza/colpevolezza dell'imputato.
Credo di non aver capito, Galen, scusami sono un po' tardo, ma come faccio a considerare una persona innocente in tribunale e colpevole al di fuori?

Semplice, non la si considera innocente nel caso venga accertato un reato. Che la pena venga o no eseguita è irrilevante.
Che la prescrizione interrompa un procedimento in corso è demenziale: se non c'è garanzia che il processo venga accelerato, anzi c'è modo di rallentarlo, allora questa non è garanzia per l'imputato quanto piuttosto mancanza di legalità.



CITAZIONE (Maifermo @ 5 Nov 2008 - 16:31) *
Questo perchè parti dal presupposto che sia colpevole.
In realtà rileggendo dei pareri sulla sentenza della Cassazione è saltato fuori che se non fosse intervenuta la prescrizione, non è assolutamente detto che sarebbe stata confermata la sentenza di condanna, ma si sarebbe potuta rivalutare la questione con un rinvio ad un giudice di merito.

Infatti per quello ho detto che si può contestare la sentenza. E quindi? Vai nel campo delle ipotesi, per poi criticare chi ha un'opinione diversa?
Sentenza controversa, imputato controverso. In tribunale si stabilisce che non c'è una condanna, fuori io mi tengo la mia opinione visto che il processo non è stato portato a termine... in compenso c'è stata la dichiarazione di colpevolezza. E questo non sarebbe un cavillo, un vizio di forma?
In tribunale c'è giustamente il sacrosanto principio di presunzione di innocenza. Qui fuori non è necessario, visto che la nostra opinione non ha il potere di assolvere o condannare nessuno. Perciò è inutile lamentarsi, se Andreotti teneva alla sua reputazione e voleva andare fino in fondo poteva rinunciare a ricorrere alla prescrizione.
Come dicevo nell'altro topic, ci sono casi in cui "la sentenza si caratterizza per un previo riconoscimento di colpevolezza dell'imputato ed è fonte per costui di pregiudizio". Non si applica la pena e tanto basti.
Che mi si venga a dire che un tribunale ha accertato un crimine e avrebbe condannato l'imputato ma il processo non s'à da fare, mi dovrebbe bastare per considerare uno innocente?
Un tribunale ha scritto ufficialmente che Andreotti è stato mafioso... se uno lo ripete di certo non è calunnia. Magari è sbagliato, ma lì va a opinioni e c'è poco da questionare... si hanno opinioni del genere anche con molto meno.
Al Capone non è stato condannato per mafia, omicidi e quant'altro, ma per evasione fiscale. Ma non mi si venga a dire che era innocente per il resto.




CITAZIONE (Maifermo @ 5 Nov 2008 - 16:31) *
Credo che tu sminuisca un po' il sacrosanto diritto ad una certezza del processo chiamandolo "cavillo formale". La prescrizione è fondamentale, uno dei pochi istituti che rende il nostro sistema giudiziario ancora credibile, dato che, spesso spinge i macchinosissimi tribunali a accelerare i tempi. Da un punto di vista processuale è incredibilmente basilare per il principio della tollerabilità da parte di un imputato di un processo con un tempo finito. Altrimenti ci si troverebbe nella Kafkiana situazione di incertezza che dovrebbe essere lontana anni luce dall'idea di fermezza del diritto.

Si, ma sai benissimo che questo non migliora il problema principale della giustizia italiana che è la lentezza.
Quando sarebbe che questa spinge i tribunali a velocizzarsi? I potenti possono permettersi di rallentare a tempo indeterminato i processi e alla fine arriva alla prescrizione. Questo rende il nostro sistema giudiziario credibile?
La prescrizione in sé come concetto è sacrosanto, ma non certo come viene utilizzata da noi. In altri ordinamenti viene interrotta quando comincia il procedimento giudiziario, tanto per fare un esempio. Ma da noi non si può perché c'è il problema lentezza... Però intanto non si fa niente per risolvere quel problema e in compenso questo fornisce la scusa per crearne altri, come appunto la nostra prescrizione distorta (perché non venirmi a dire che è normale)
Tutto questo non è sano. Non è sana la giustizia e non è sano il Paese.
NvO
CITAZIONE (gaTuz @ 5 Nov 2008 - 16:10) *
NvO in quanto moderatore ti invito a leggere bene ciò che scrivo prima di moderarlo:


ho letto quello che hai scritto, non intendevo dire che tu volessi sostenere il contrario. dicevo solo che nessuno pretende che la gente pianga in modo ipocrita la morte di andreotti. semplicemente non è carino ridere delle disgrazie altrui (il che, e sei d'accordo, credo, è assolutamente condivisibile). c'è differenza.
gaTuz
ok allora siamo daccordo NvO ... probabilmente ci eravam capiti male ... icon_smile.gif
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