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Senbee Norimaki
La situazione è alla fine deflagrata, e ci sono i primi morti (5, mentre scrivo). L'ONU convoca un consiglio di sicurezza urgente.

Qui potete avere un'idea di cosa sta succedendo:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/...monasteri.shtml
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/..._birmania.shtml

Qui potete avere un'idea di cosa sia successo in passato e di cosa bolla in pentola da quelle parti:
http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter...62-0003ba99c53b
http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter...62-0003ba99c53b
http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter...62-0003ba99c53b

Per ora, mi limito a riportare questa lettera che ha appena scritto il ministro Emma Bonino a Suu Kyi, esponente politico e candidata al Nobel per la pace da anni ingiustamente imprigionata dal regime birmano:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/...no_a_aung.shtml

Cara Aung, state dando una lezione
non solo al regime ma al mondo intero

Lettera aperta di Emma Bonino a San Suu Kyi

Cara Aung San Suu Kyi, sto seguendo con molta emozione gli sviluppi della situazione nel Suo paese. Anche stamattina, come accade ormai da otto giorni consecutivi, un migliaio di giovani monaci buddisti si sono radunati davanti alla millenaria pagoda di Shwedagon, a Rangoon, per dare vita ad un nuovo corteo contro il regime militare che da ormai 45 anni tiene saldamente il potere in Birmania. Nei giorni scorsi, il corteo è diventato sempre più grande, grazie all'adesione di migliaia di cittadine e cittadini. Oggi si parla di centomila persone, e lamia speranza è che questa volta il corteo possa raggiungere pacificamente 54 University Street, dove Lei si trova agli arresti domiciliari.

Per noi radicali transnazionali, che in nome della nonviolenza gandhiana ci siamo sempre battuti per la promozione dei diritti umani e la democrazia in tutto il mondo, questa lotta nonviolenta è una prova straordinaria di un paese, di un popolo intero che chiede libertà, giustizia, e che combatte senza armi per la propria rinascita. E' una grande lezione che, su iniziativa dei testimoni più autentici del buddismo nel Suo paese, il popolo birmano sta dando non solo al regime militare, ma al mondo intero. So che la giunta ha minacciato ieri di «prendere misure» contro i manifestanti, oppure di ricorrere, come nel 1988, all'impiego di infiltrati e di agenti provocatori per far scoppiare i disordini e così giustificare una violenta repressione.

Sono convinta che si tratterebbe di un tragico errore di calcolo. Gli occhi del mondo sono puntati su quello che sta accadendo in Birmania. Sia l'Unione europea sia l'Asean hanno chiesto al regime di non ricorrere alla violenza. Ieri, all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Presidente Bush ha annunciato un inasprimento delle sanzioni contro i membri della giunta. Sappia che anche il governo italiano ha chiesto alla giunta di aprire un dialogo con i monaci, con i membri della National League of Democracy e con tutta l'opposizione birmana, così come chiede che Le venga immediatamente restituita la libertà.

Cara Aung San Suu Kyi, ho ancora impressi nella memoria, dal nostro incontro di undici anni fa, quando Lei già si trovava agli arresti domiciliari, la Sua forza e il Suo coraggio. Questa forza e questo coraggio sono esattamente ciò di cui ha più bisogno il popolo birmano. Ho fiducia che una buona combinazione prodotta dall'azione nonviolenta interna e dalla pressione esterna delle organizzazioni regionali e multilaterali nonché dei paesi democratici, possa portare presto, finalmente, al ristabilimento della libertà. Lei non è sola. I monaci birmani non sono soli.

Il Suo popolo non è solo. Ha - avete - tutta la vicinanza, il sostegno e la determinazione non solo di noi radicali transnazionalima di tutta quella comunità internazionale impegnata ogni giorno nella costruzione di un mondo fondato sulla difesa della dignità umana.

Emma Bonino

26 settembre 2007
bzbiz
Dal sito del NY Times:

Myanmar Raids Monasteries Before Dawn (in Inglese)
Senbee Norimaki
Riporto dal Corriere della Sera questo interessantissimo, illuminante, informatissimo e condivisibile articolo di Bill Emmott:

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editori...a_myanmar.shtml

Se in Birmania si sfidano Cina e India

di Bill Emmott

Quanto accadrà adesso in Birmania ai coraggiosi manifestanti, sia monaci buddhisti che cittadini comuni, è di importanza primaria soprattutto per i birmani stessi e per il destino del loro Paese, tragicamente ostaggio di povertà e repressione. Gli estranei, come Bush, possono dire quello che vogliono e i loro commenti non faranno una grande differenza (anche se la sua difesa dei diritti umani va nella direzione giusta). Tuttavia, gli avvenimenti in Birmania avranno un impatto cruciale sui due giganti, confinanti con questo Paese, che si affacciano adesso sulla scena mondiale, anche se già da tempo si misurano in sordina per stabilire la loro influenza: Cina e India.

La posta in gioco è altissima per la Cina. In Birmania, essa conta quattro interessi vitali, che rischiano grosso con il crollo della giunta militare. Il primo è elementare: il commercio, che supera il miliardo di dollari all'anno, con relativa partecipazione per quel che riguarda petrolio e gas. Il secondo è strategico: gli stretti rapporti che intercorrono tra la Cina e il regime militare in Birmania garantiscono alla Cina l'accesso fino all'Oceano Indiano, consentendole sia di aggirare, in caso di emergenza, il collo di bottiglia dello Stretto di Malacca, come pure di stabilire i suoi capisaldi di vigilanza tanto in Birmania quanto nelle isole vicine. Il terzo, invece, è una combinazione di politica e religione. Se i monaci buddhisti birmani riusciranno a rovesciare il regime, ecco che saranno di esempio e ispirazione ai loro confratelli del Tibet.

Il controllo della Cina sul Tibet è assai più serrato di quello del governo birmano sul proprio Paese. E c'è un altro avvenimento in arrivo che preoccupa i cinesi: la successione dell'attuale Dalai Lama, capo spirituale del Tibet, in caso di morte. Oggi il Dalai Lama ha 72 anni e gode di ottima salute. Al suo decesso, tuttavia, si accenderà una disputa su chi sarà proclamato la sua reincarnazione e successore. Un precedente birmano potrebbe trasformare questo dibattito in un confronto più audace e violento. Il quarto interesse della Cina riguarda la sua reputazione. Se apparirà associata a una dittatura abbattuta oppure in una repressione feroce, la sua buona reputazione ne soffrirà.

L'ascesa dell'influenza cinese a livello mondiale, che deriva tanto dalla sua ricchezza quanto dal declino del prestigio americano, subirà un brusco arresto. L'India condivide un certo numero di questi interessi. Anch'essa vanta forti legami commerciali con la Birmania e ha investito pesantemente nei giacimenti metaniferi del Paese. Di conseguenza, ha mantenuto un'incrollabile politica del no comment sul comportamento dei militari in Birmania in questi ultimi anni, definendolo un affare interno che non riguarda affatto l'India. Eppure, anche l'India ci tiene ad affermare il suo predominio strategico sul Paese, con la speranza di strappare la Birmania alla sfera d'influenza cinese.

Anche l'India ha dato il suo appoggio alla giunta militare, trascurando i diritti umani proprio allo scopo di impedire un epilogo peggiore, quale sarebbe stato un' invasione cinese. Ma l'India ha molto da guadagnare se i monaci riusciranno nel loro intento. I legami naturali della Birmania, sia storici che culturali, sono con l'India, e non con la Cina, e questo è vero anche per il Tibet. Un'erosione dell'influenza cinese farebbe molto comodo all'India, allentando la sfida alla sua egemonia sull'Oceano Indiano. E' un confronto, questo, ancora moderato e discreto. Implicito, anziché esplicito. Ma mentre gli avvenimenti in Birmania rappresentano soprattutto la lotta di un popolo per la libertà e la democrazia, le loro ripercussioni sul futuro del pianeta assumono una particolare rilevanza. Siamo davanti al primo scontro per stabilire controllo e influenza sulla regione da parte dei nuovi giganti asiatici, la Cina e l'India. E ci auguriamo che sarà l'India a spuntarla.

Traduzione di Rita Baldassarre

27 settembre 2007
Dani80
Purtroppo sembra che la comunità internazionale non farà nulla (forse a causa dell'opposizione di Russia e Cina) per contrastare la repressione della giunta militare... La comunità internazionale è falsa, si muove militarmente solo per interessi economici facendo credere che molte azioni militari vengano intraprese con lo scopo di portare la democrazia e i diritti umani come é stato per la guerra in Iraq
Senbee Norimaki
Il problema è che se Russia e Cina mettono il veto, l'ONU può avere tutte le buone intenzioni del mondo ma non può oggettivamente fare un cazzo.

C'è solo a questo punto da sperare che l'India e la Cina come dice l'articolo da me citato si fronteggino definitivamente, oppure che la Cina faccia come ha fatto con la Corea del Nord (cioè prima fanno i bastardi per tenersi buoni gli interessi commerciali, poi riesce a risolvere la situazione pacificamente grazie alla propria mediazione diplomatica forte dei rapporti commerciali ben risaldati).
Dani80
La Cina, la Russia e molte altre nazioni avevano messo il veto e si erano opposte alla guerra in Iraq eppure l'hanno fatta lo stesso per "portare la democrazia"
Senbee Norimaki
Infatti la guerra contro l'Iraq non l'ha fatta l'ONU. È stato un attacco unilaterale anglo-americano.
Dani80
Per le stesse motivazioni di allora dovrebbero farla anche in Birmania adesso..il problema del rispetto dei diritti umani dovrebbe valere in tutti gli stati non in alcuni si e in altri no
Senbee Norimaki
Bah, insomma, suvvia, sinceramente, chi veramente crede che gli USA abbiano dichiarato guerra all'Iraq per motivi democratici e umanitari...? È ridicolo. È che stavolta Bush non ha pozzi petroliferi laggiù, tutto lì. Ce li hanno però i cinesi, i russi e i francesi...
Dani80
lo so anche io che è ridicolo però la motivazione ufficiale della guerra in Iraq erano i motivi umanitari..é quello che diceva allora il presidente Bush..quello che mi sta sul cazzo è l'ipocrisia
Senbee Norimaki
Dai no, questa volta ha cercato di andare oltre: la motivazione ufficiale era che Saddam aveva delle armi di distruzione di massa. Quella all'Iraq fu chiamata infatti "guerra preventiva". Purtroppo per Bush, l'ONU si accorse che non c'erano armi di distruzione di massa prima che gli americani ce le mettessero per salvarsi la faccia.
Certe volte la realtà supera l'ipocrisia.
andrek
La sollevazione popolare in Birmania è un fatto notevole viene dalla gente comune e spero che la comunità internazionale la supporti. Non credo molto nelle sanzioni economiche perchè esse danneggiano sempre le fasce deboli della popolazione. Inoltre dietro i militari a finanziare c'è la Cina!
Sarebbe opportuno invece aiutare economicamente l' opposizione interna.
bzbiz
Muore giornalista Giapponese

Birmania -> Cina -> Giapponese -> Morto -> NO GOOD
margu
A Tokio non la prenderanno per niente bene aiua.gif
Gi@c
a sostegno dei nostri amici incredibilmente coraggiosi in Birmania: venerdì 28 settembre indossiamo tutti quanti, in tutto il mondo, una maglietta rossa
Dani80
Sinceramente non vedo cosa serva questa iniziativa, secondo me non è di nessun aiuto per il popolo della Birmania.
Dandy Rotten
CITAZIONE (andrek @ 27 Sep 2007 - 15:54) *
La sollevazione popolare in Birmania è un fatto notevole viene dalla gente comune e spero che la comunità internazionale la supporti. Non credo molto nelle sanzioni economiche perchè esse danneggiano sempre le fasce deboli della popolazione. Inoltre dietro i militari a finanziare c'è la Cina!
Sarebbe opportuno invece aiutare economicamente l' opposizione interna.



Pienamente d'accordo.
Dani80
Anche io sono d'accordo che il popolo della Birmania andrebbe aiutato però non penso sia molto utile per loro il fatto che io vada in giro vestito di rosso
Gi@c
E' un modo per manifestare apertamente il proprio pensiero, cioè che sei solidale con loro contro il regime.

D'altra parte come semplice cittadino non puoi fare molto di più... e magari se chi sta in alto vede che per la strada c'è tanta gente vestita di rosso, non ha bisongo di fare un referendum per avere un'idea su come la pensano.
Senbee Norimaki
Io oggi vesto di rosso, ma non mi limito a questo gesto che, apparentemente inutile, serve invece a far sentire i monaci e gli studenti birmani meno soli: li si incoraggia a tener duro. Dicevo, bisogna però fare anche di più: iscrivetevi ad Amnesty per esempio, anche solo un aiuto economico o un po' di volontariato rafforzano una delle uniche associazioni che può fare qualcosa attivamente nel territorio birmano.
Frabe
In questo momento su raitre c'è un documentario sulle condizioni dei lavoratori tessili in Mynmar, allucinante, è peggio che in Cina.
Jolly_roger
CITAZIONE (Dani80 @ 27 Sep 2007 - 14:25) *
La comunità internazionale è falsa, si muove militarmente solo per interessi economici facendo credere che molte azioni militari vengano intraprese con lo scopo di portare la democrazia e i diritti umani come é stato per la guerra in Iraq

Quoto.

CITAZIONE (Senbee Norimaki @ 27 Sep 2007 - 14:56) *
Bah, insomma, suvvia, sinceramente, chi veramente crede che gli USA abbiano dichiarato guerra all'Iraq per motivi democratici e umanitari...? È ridicolo. È che stavolta Bush non ha pozzi petroliferi laggiù, tutto lì. Ce li hanno però i cinesi, i russi e i francesi...

Non si saranno mossi certo per quei motivi, ma adesso come adesso perchè non cercare di vedere gli aspetti positivi? La via per la democrazia in Iraq sarà lunga, parecchio lunga, e proprio per questo che non bisogna abbandonarli a se stessi.

E sempre a questo pro non bisognerebbe abbandonare a se stesso nemmeno il popolo della birmania. Quoto chi ha detto che bisognerebbe assistere economicamente l'opposizione interna e non sanzionare inutilmente il paese.
Senbee Norimaki
Jolly, sono d'accordo con te. Infatti io sono sì per il ritiro delle truppe dell'Irak, ma solo quando la situazione si sarà stabilizzata e solo se ci sarà una graduale sostituzione dei soldati con forze umanitarie mediche e volontari. Ero contrario all'intervento unilaterale americano, certo, anche perché c'erano tantissime vie diplomatiche che si potevano tentare prima. Lo stesso dicasi oggi per la Birmania: bombardare il regime - bambini studenti e monaci compresi - peggiorerebbe solo la situazione, oltre che essere l'ennesima evidente tragedia umanitaria.
La soluzione migliore, come ben dite tutti, è supportare l'opposizione interna. Non a caso ho pubblicato come prima cosa la lettera della Bonino.

L'unica cosa che possiamo fare noi cittadini in questo momento è sostenere chi sostiene l'opposizione interna, cioè sostanzialmente Amnesty International, Reporters Sans Frontiers e qualche altra Onlus.
Dani80
Sembra che la situazione è a favore dei rivoltosi: molti militari inviati per reprimere i manifestanti solidarizzano con i monaci buddisti...spero che cada quella schifosa dittatura.
Senbee Norimaki
Lo spero anch'io, con tutte le mie forze.
Dani80
La più schifosa del regime politico della Birmania è che, oltre a essere una dittatura, i generali della giunta militare pensano solo ad arricchirsi lasciando la popolazione nella miseria e povertà.
Senbee Norimaki
Purtroppo questo è comune a tutte le dittature, a tutte le monarchie, a tutti gli assolutismi.
dreamaker
Leggendo i post mi rendo conto di come ci sia totale accordo nell'argomento. Com'e' normale che sia in un paese civile e democratico.

Solo il nostro consiglio comunale qui a Ferrara non riescie neanche a fare una mozione comune sulla Birmania. Ci riproveranno domani sera... Dovrebbero farcela!!! icon_mrgreen.gif

Che tristezza la rappresentazione politica che abbiamo... icon_frown.gif

bye...
Raffa!
Dani80
Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno fatto circolare questa notte al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite una bozza di dichiarazione nella quale si condanna la «repressione violenta» delle recenti proteste anti-governative da parte della giunta al potere in Birmania.

«Il Consiglio di sicurezza - si legge nella bozza - condanna la repressione violenta di manifestazioni pacifiche da parte del governo della Birmania». Membri permanenti dell’organismo Onu, nel progetto di dichiarazione Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna stigmatizzano inoltre «l’impiego della forza contro personalità e istituzioni religiose».

Tratto da: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...26395girata.asp
graograman
http://www.7yearwinter.com/

Indosso una maglietta rossa!

di bucknasty / 109 commenti

Oh, hey, ciao, sono quello che ti è appena passato davanti con una maglietta rossa! Mi hai visto? Sì, indosso una maglietta rossa ! No stupido, non perchè il rosso mi stia tremendamente bene o perchè mi piaccia questa tshirt. Lo faccio perchè sto combattendo contro l’oppressione perpetrata da un sanguinario regime militare in un lontano paese asiatico che non saprei indicare su una cartina neanche se mi dovessero puntare una desert eagle alla testa, ma di cui sono diventato un massimo esperto di geopolitica da 4 giorni. Lo combatto indossando questa maglietta rossa prodotta nella Cina comunista che supporta economicamente, politicamente e militarmente il regime che combatto indossandola! Non pensarci per più di 6 secondi a quello che ti ho appena detto altrimenti non avrà più senso e ti sanguinerà il naso e farai cose senza senso di cui ti pentirai in seguito, tipo leggere Infinite Jest perchè te lo hanno consigliato.

Non importa che protestare contro tutto ciò in Italia necessiti dello stesso coraggio richiesto per organizzare un sit in contro l’olocausto a Gerusalemme, mi autocompiacerò delle mie azioni parlando della mia scelta “coraggiosa” e “necessaria” con tutti i poveri sfigati che rimpiangeranno di conoscermi e gli idioti che leggono il mio triste blog! Basta con la violenza contro il popolo birmano! Firma la petizione che non serve ad un cazzo per aiutarmi a chiudere il vuoto spirituale che sento dentro! Ah e ad aiutare il popolo birmano! Usciti alla rivoluzione nella pausa caffè in ufficio! Scriverò che sono consapevole che non serva veramente a molto, così tutti i cattivoni ( pro-junta) cinici non potranno recriminare su nulla e avrò la coscienza a posto da paraculo senza il coraggio delle proprie azioni che sono! Ma poi la metto comunque, non preoccuparti!

Questa maglietta rossa è fatta al 65% di puro cotone e per il 35 % della mia lotta contro ogni forma di violenza (e il secondo tempo di The Village).

Non importa che sia impossibile trovare qualcuno a favore di quello che succede in Birmania, sono un patetico egotico e mi sento importante e realizzato solo se inserisco la mia insipida vita dentro fatti internazionali 1000 volte più grandi di me di cui non posso subire ripercussioni nella mia vita privata! Devo creare una chiara demarcazione visiva fra me e gli altri esseri umani nel caso dovessi incontrare - mentre compro Halo 3 da FNAC - qualcuno che mi dovesse fermare dicendomi “hey, tu, uomo dai sentimenti luminosi con quella maglietta rossa che ti fa dei fantastici pettorali! Sono a favore di entrare di notte nei monasteri di pacifici monaci buddisti, di caricarli sopra dei camion arrugginiti, di portarli in luoghi lontani da curiosi e giornalisti occidentali, di farli inginocchiare mentre pregano il loro tollerante Dio e di sparare loro nella testa per poi gettarli dentro pozze putride mangiati da coccodrilli” così io potrei immediatamente bacchettarlo con “no, penso tu sia in errore!” mostrandomi moralmente superiore a lui e a tutti quelli che la pensano come lui che io combatto indossando questa maglietta rossa.

Per favore donna, allontanati da me coi tuoi bambini! Sto indossando una maglietta rossa e non vorrei che vi faceste male!

Non importa che Internet sia irraggiungibile nella Birmania da giorni ormai, che nessuno vedrà mai quello che stiamo facendo, che la Junta non si smuoverà dalla propria posizione di 1 millimetro, continuo a rimanere convinto che ciò che ha bisogno un popolo che vive da 40 anni sotto dittatura militare, che ha avuto le uniche elezioni democratiche annullate 15 anni fa, le cui proteste dopo un rialzo del prezzo della benzine del 500% hanno causato migliaia di morti sia il supporto attraverso gif animate rosse di un gruppo di yuppie blogger italiani che non sono mai scesi in piazza 1 minuto della loro vita e che si mettono a posto la coscienza in 5 minuti di HTML.

A volte mi chiedo, mentre cerco di riscaldarmi sotto questo piumino rosso indossando il mio pigiama rosso “ma non hai paura delle ripercussioni nella vita di tutti i giorni perchè indossi una maglietta rossa?” Ma poi vedo le foto delle proteste, i morti, il coraggio di Aung San Suu Kyi dopo 15 anni di prigionia e sorrido confidente “non ho paura, faccio tutto questo per loro” penso “per gli amici di Twitter.” E dormo come un bebè per 14 ore
dreamaker
La storia della solidarieta' in Birmania nel nostro comune e' una storia lunga due sedute che ora tento di riassumervi.

La seduta scorsa i verdi hanno portato con urgenza all'odg la questione della Solidarieta' alla Birmania in consiglio. Per inserire all'odg un urgenza serve il voto dei 3/4 del consiglio. Ma, essendoci un altro scritto votabile della maggioranza, oltre quello dei verdi, l'opposizione ha fatto ostruzionismo non votando l'ugenza. Quindi tutti a casa senza essere solidali con la Birmania.
A questa seduta i verdi hanno tenuto il loro scritto e l'altra parte della maggioranza ha solo emendato (modificato alcune righine) portandolo unanimente a votare.
Per evitare ostruzionismi, c'e' una regolina che dice che, una volta nella vita della legislatura, un gruppo politico puo' portare in urgenza un argomento senza bisogno di avere i 3/4 di consenso del consiglio. E cosi' hanno fatto i Verdi questo giro. E mi chiedo perche' non l'hanno fatto la volta scorsa?
Insomma, alla fine di tutto e' passata la solidarieta' ma ci sono stati degli astenuti e, fortunatamente, un consigliere ha esplicitato che ormai la figura di merda era stata fatta. Come mai questi particolari non li leggiamo a 12 colonne nei siti e nei giornali e li devo dire io qui?
bzbiz
Non ho capito. Perdonami.

I Verdi hanno utilizzato il Jolly per questo argomento? Quindi non ne hanno più fino a fine legislatura?
Jolly_roger
CITAZIONE (Senbee Norimaki @ 28 Sep 2007 - 14:47) *
La soluzione migliore, come ben dite tutti, è supportare l'opposizione interna. Non a caso ho pubblicato come prima cosa la lettera della Bonino.

L'unica cosa che possiamo fare noi cittadini in questo momento è sostenere chi sostiene l'opposizione interna, cioè sostanzialmente Amnesty International, Reporters Sans Frontiers e qualche altra Onlus.

Sostenere l'opposizione inerna????? E come???? Non vedi che quel regime inpedisce ogni tipo di opposizione reprimendola nel sangue e nella paura??? Cosa vuoi che si oppongano, ogni vent'anni ci provano ma con lo stesso risultato, sangue e dolore. Un regime del genere non cadrà mai da solo, nemmeno con la più grande oppiszione interna della storia.
dreamaker
Si', pero' non e' una cosa grave, capita spesso che non venga neanche utilizzato.
Serve solo per mettere all'ordine del giorno un argomento con urgenza.
Comunque, il motivo della discussione e' stato condotto in maniera egregia dei verdi, il problema non sta li', ma nella modalita' di approvazione totalmente boicottato da TUTTO il consiglio.
dreamaker
CITAZIONE (Jolly_roger @ 9 Oct 2007 - 12:06) *
Un regime del genere non cadrà mai da solo, nemmeno con la più grande oppiszione interna della storia.


Alla rassegna Internazionale che s'e' conclusa questo we a Ferrara un giornalista ha detto una cosa sacrosanta: "La democrazia non si puo' esportare con lo stampino" e' un'evoluzione del paese e, aime', molti luoghi di guerra ce lo ricordano... [Ignorando volontariamente il motivo chiave delle guerre --> $$$]
Jolly_roger
CITAZIONE (bzbiz @ 9 Oct 2007 - 12:04) *
I Verdi hanno utilizzato il Jolly per questo argomento? Quindi non ne hanno più fino a fine legislatura?

icon_confused.gif

potrei riportarli alla mia firma: usare il Jolly Roger consapevolmente........ icon_mrgreen.gif


4.gif
Jolly_roger
CITAZIONE (dreamaker @ 9 Oct 2007 - 12:11) *
Alla rassegna Internazionale che s'e' conclusa questo we a Ferrara un giornalista ha detto una cosa sacrosanta: "La democrazia non si puo' esportare con lo stampino" e' un'evoluzione del paese e, aime', molti luoghi di guerra ce lo ricordano...

Verissimo, ma io sono comunque convinto che i monaci buddisti un idea di come vorrebbero la democrazia ce l'hanno in mente, solo che viste le condizioni rimarrà sempre e solo un idea. Proibita per giunta....
dreamaker
CITAZIONE (Jolly_roger @ 9 Oct 2007 - 12:18) *
Verissimo, ma io sono comunque convinto che i monaci buddisti un idea di come vorrebbero la democrazia ce l'hanno in mente, solo che viste le condizioni rimarrà sempre e solo un idea. Proibita per giunta....


E la dimostrazione di cio' e' il Dalai Lama in esilio da anni ormai.
Il tutto si sitemera' quando il regime cinese allentera' la corda. E' una questione di tempo ma capitera'. Anche qui da noi alla caduta del muro di berlino e' capitato qualcosa di grosso e solo ora che i rumeni sono comunitari ci accorgiamo veramente cos'e' capitato.
Senbee Norimaki
CITAZIONE (Jolly_roger @ 9 Oct 2007 - 12:06) *
Sostenere l'opposizione inerna????? E come???? Non vedi che quel regime inpedisce ogni tipo di opposizione reprimendola nel sangue e nella paura??? Cosa vuoi che si oppongano, ogni vent'anni ci provano ma con lo stesso risultato, sangue e dolore. Un regime del genere non cadrà mai da solo, nemmeno con la più grande oppiszione interna della storia.


Scusami Jolly, mi fai una domanda ma ti ho appena dato la riposta nella stessa parte che hai quotato: sostenere l'opposizione interna significa fare volontariato e dare sostegno anche economico a chi cerca, in Cina, di remare contro il regime: Amnesty International, il Partito Radicale Internazionale, Reporters Sans Frontiers, Human Rights In China, eccetera.

Oltre a sbraitare (il che comunque va sempre bene) occorre dare anche un sostegno un attimo più concreto. E lo possiamo fare tutti, anche nella nostra città.
Senbee Norimaki
http://lanostracina.corriere.it/2007/09/ci..._e_leuropa.html

Cina, Birmania: e l'Europa?

di Fabio Cavalera

L'inviato dell'Onu, Ibrahim Gambari, ha incontrato Aung San Suu Kyi, premio Nobel della Pace tenuta agli arresti domiciliari dai generali birmani, figura carismatica della lotta per la libertà. I dittatori hanno concesso il via libera al negoziatore. E' un buon segno ma sarebbe sbagliato interpretarlo come il punto di partenza di una democratizzazione del Paese. Il coprifuoco è tuttora in vigore e in carcere ci sono almeno un migliaio di persone. Ogni forma di dissenso viene repressa con brutalità.
Piuttosto, l'incontro fra Gambari è la dimostrazione che le pressioni operate nei giorni scorsi sulla Cina, alleato strategico della giunta, affinchè abbandonasse la "neutralità" dinanzi alle stragi di monaci e di civili hanno avuto effetto. Pechino si è resa conto che questo regime di militari sanguinari, alla fine, rischia di essere di imbarazzo alla sua politica e che è venuta l'ora di guidare una transizione "soft". Se e in quali tempi ciò avverrà è impossibile prevederlo. Quel che però appare è che da parte cinese vi è l'assunzione di una responsabilità e la consapevolezza di volere e potere giocare una parte da vera Potenza Globale interessata alla soluzione della crisi. Lo confermano le parole di Wen Jiabao al premier inglese Gordon Brown: “Lavoriamo attivamente con la comunità internazionale per promuovere una soluzione appropriata”. La speranza, ha sottolineato, è di raggiungere “democrazia e sviluppo”. Un impegno che potrebbe spalancare la porta a prospettive davvero nuove.
Colpisce in questi giorni l'assenza dell'Europa. Forse sarebbe meglio chiamarla ipocrisia. Bush e parliamo di Bush - quanto meno ha messo mano a qualche sanzione sui conti esteri dei militari (sarebbe bello sapere dove). I Paesi dell'Asia hanno dato mandato alla Cina, la Russia di Putin che in consiglio di sicurezza Onu non vuole risoluzioni ne potrebbe riparlare fra un po'. E l'Europa? Parole, parole, ancora parole. Non risulta che i cosiddetti esperti chiamati in causa dai ministri degli esteri Ue per studiare "i provvedimenti più opportuni" abbiano cominciato a lavorare. Incredibile. Eppure in tutte le città europee i cittadini hanno detto chiaro e tondo che cosa pensano.
Il neopresidente francese Sarkozy si è superato: ha invintato le imprese del suo Paese a sospendere gli invetimenti in Birmania. Peccato che, nelle ore dei massacri, la Total, continuava a trivellare nel golfo del Bengala assieme alle compagnie petrolifere cinesi e sudcoreane. Uno dei dirigenti interpellato ha risposta con sincerità: "La politica è la politica. Gli affari sono affari".
Alla fine una considerazione: è molto più chiara e coerente la Cina che non l'Europa. Pechino ha coperto d'oro i generali perchè la Birmania è carica di gas, di materie prime e ha una collocazione geografica strategicamente fondamentale per Pechino. Però, ora che serve, un passo concreto l'ha compiuto (vedremo se sarà una finta o qualcosa d'altro). L'Europa invece...finge di esserci.

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http://lanostracina.corriere.it/2007/10/bu...ania_e_ora.html

Buio sulla Birmania: e ora?

di Fabio Cavalera

Il buio sulla Birmania. La missione dell'inviato Onu, l'ex ministro nigeriano Ibrahim Gambari, è stata un fallimento o per usare le parole del segretario generale delle Nazioni Unite "non ha prodotto troppi risultati". Un'ammissione che apre scenari terribili. Lo si capisce dalle notizie che arrivano da Yangon. Dopo i massacri, ecco gli arresti e le deportazioni. Ogni notte. Nulla è in grado di fermare i generali. Il mondo appare impotente di fronte a questa tragedia.
Domani dovrebbe riunirsi il consiglio di sicurezza al Palazzo di Vetro. Un appuntamento che, visti gli sviluppi, diventa decisivo. Se ormai certe sembrano le posizioni di Stati Uniti ed Europa (risoluzione con sanzioni) è da verificare come si comporteranno Russia e Cina. Occhi puntati soprattutto su Pechino.
La diplomazia del Dragone ha certamente ottenuto un successo nella penisola coreana: se Nord e Sud hanno firmato l'armistizio, se Pyongyang rinuncia alle sue mire nucleari, ciò è merito della Cina che ha sempre spinto per una soluzione negoziata della crisi. Con una costante opera si pressione sull'alleato, il dittatore Kim Jong-il, è riuscita a imporre la sua linea. Come si comporterà con la Birmania? Continuerà a porre il veto a qualsiasi documento Onu?
Continuerà a coprire i militari responsabili delle stragi?
Nei giorni scorsi l'intervento di Pechino ha reso possibile il viaggio di Ibrahim Gambari in Birmania. Una posizione però che non ha mutato il corso degli eventi. La giunta ha preso tempo, si è permessa di prendere in giro l'inviato dell'Onu, ha ripreso il controllo di Yangon, ha scatenato una repressione violentissima. Per la Cina è, obiettivamente, una sconfessione. Reagirà?
Il consiglio di sicurezza Onu è il banco di prova. Le strategie adottate per gestire il dossier Corea del Nord (tregua, mediazione, accordo) non funzionano in Birmania. I dittatori non sentono ragione e stringono ancora di più la morsa..
Per la Cina è una prova di responsabilità: o continua a coprire i generali sanguinari e diventa cotrresponsabile dei massacri (con quale effetto di immagine sulle Olimpiadi?) oppure contribuisce al loro "strangolamento". Le parole e gli inviti alla "moderazione" , pare, che non servano proprio più.
andrek
Penso proprio che come nel caso delle due Coree anche qui infatti l'intervento dellla Cina sia fondamentale.
Il regime militare si basa proprio sulle coperture economiche e politiche della Cina,venissero meno sarebbe probabilmente la sua fine.
L' Italia , l' Europa e gli altri paesi dovrebbero spingere molto sui cinesi piu che approvare nuove sanzioni, che danneggierebbero solo il popolo.
Alla fine spero per il popolo birmano che non finisca tutto nel silenzio non lo meritano!!!
Comunque come al solito prima di tutto dipenderà dagli interessi economici più che dal senso umanitario............
Dani80
Birmania, si sblocca il Consiglio di Sicurezza
di Luca Meneghel
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Il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite, dopo una lunga fase di stallo, ha approvato ieri un documento, firmato da tutti i quindici membri, in cui "deplora" la condotta del regime birmano. Il testo, riscritto più volte per mettere d'accordo l'unanimità dei firmatari, non è vincolante: non si tratta di una risoluzione, ma di una semplice presa di posizione politica. Da segnalare l'adesione della Cina: per la prima volta dall'inizio delle proteste e della repressione da parte della giunta, il gigante asiatico si trova a fianco delle maggiori potenze occidentali in una presa di posizione condivisa.

Cosa chiede nello specifico il Consiglio di Sicurezza?

1) l'immediato rilascio di tutti i prigionieri politici e dei restanti detenuti

2) cooperazione tra la giunta e i partiti d'opposizione per il raggiungimento di una soluzione pacifica

3) la giunta al potere deve parlare, e trattare, con il Nobel Aung San Suu Kyi, considerando le raccomandazioni fornite da Ibrahim Gambari

4) la giunta deve prendere tutte le misure necessarie per garantire i diritti fondamentali al popolo birmano.

Tratto da: http://www.loccidentale.it/node/7627
dreamaker
E' fantastico, ottima notizia.
Ma saro' ancora piu' felice quando la cina sottoscrivera' lo stesso documento per il Nepal ed il Dalai Lama.

Speriamo che ora si smuova la situazione e ci riallaccino intenet nel paese.
Dani80
L'unica pecca è che il documento non è vincolante...speriamo la Giunta militare nè tenga conto lo stesso
dreamaker
Be', dai, gia' un buon inizio.
Vuol dire che la prossima volta che la cina rifa qualcosa del genere gli si rigira questa raccomandazione.
Galen
CITAZIONE (dreamaker @ 14 Oct 2007 - 11:23) *
Ma saro' ancora piu' felice quando la cina sottoscrivera' lo stesso documento per il Nepal ed il Dalai Lama.

Credo tu ti confonda con il Tibet... non me ne intendo, ma credo che il Nepal sia in una situazione più tranquilla (anche se burrascosa fino a non molti anni fa).
Dani80
nel Tibet la situazione è analoga a quella della Birmania, mentre nel Nepal è in corso una guerra civile tra la guerriglia di ispirazione comunista e la monarchia
Galen
Veramente io sapevo che lo scorso anno il governo nepalese e i rivoluzionari avevano raggiunto un accordo...
Dani80
Nepal
nepal.gif La lunga marcia non è finita. Almeno non lo è affatto per i guerriglieri maoisti del Nepal in lotta contro la monarchia costituzionale del re Gyanendra (creduto l’incarnazione del dio Visnhu) dal 1996, che hanno ripreso le ostilità dopo 7 mesi di fragile tregua.
Più di mille e trecento i morti in soli pochi mesi dalla rottura del cessate il fuoco (27 agosto), contro le 8000 vittime in tutto l’arco del conflitto.
Sul tavolo delle trattative non resta che l’inaccettabile richiesta – per il monarca e il suo establishment- di un’assemblea costituente che decida un nuovo assetto costituzionale per il tribolato paese himalayano. Scontri a fuoco, rapimenti, attentati e estorsioni sono il pane quotidiano di 22 milioni di nepalesi, uno dei popoli più poveri del mondo.

Fonte: http://www.warnews.it/index.php/content/category/8/96/35/

L'accordo di cui parlavi è fallito!
Galen
Ho visto, peccato...
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