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> Droghe Leggere, cosa ne pensate..
Melkio
messaggio 16 May 2005 - 22:36
Messaggio #1


Ciocapiàt
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visto che in questo forum si parla molto dell'alcool, mi sembra giusto affrontare un altro argomento molto delicato per noi giovani: la droga.
vorrei soffermarmi soprattutto sulle droghe leggeri, ampiamente le più diffuse tra noi giovani...
i dibattiti più frequenti sulle suddette droghe nascono sulla possibilità di legalizzarle..
vorrei sapere la vostra opinione a riguardo, cercando di non cadere in falsi moralismi..

per aiutarvi a riflettere posto di seguito opinioni pro e contro..
sperando di non risultare troppo di parte, spero si crei un dibattito corretto senza offese inutili (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/61.gif)

buona lettura




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Discussioni correlate:

Drugà!, solita struma sulla legalizzazione
Le Droghe.....sappiamo Tutto?
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Messaggio modificato da NvO il 30 Mar 2007 - 17:05
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Melkio
messaggio 16 May 2005 - 22:38
Messaggio #2


Ciocapiàt
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Droghe “leggere” o dignità umana?


È in corso da anni nel nostro paese una campagna di opinione dei radicali e degli antiproibizionisti per la liberalizzazione delle droghe cosiddette “leggere”, che si è concretizzata a livello parlamentare in una proposta di legge, presentata nella passata legislatura dall’on. Franco Corleone dei Verdi, e sorretta da 122 firme di parlamentari di Rifondazione, dei Verdi, del PDS, ma anche da Taradash, Sgarbi e Maroni. L’ex ministro per gli affari sociali, on. Livia Turco, aveva addirittura proposto di “rendere non punibili anche le attività prodronimiche all’uso individuale [di sostanze stupefacenti], attività cioè di piccolo spaccio” (cfr. Bollettino della Camera dei Deputati. XII Legislatura. Bollettino delle giunte e delle commissioni parlamentari, mercoledì 26 febbraio 1997, p. 55).

A fronte di una simile massiccia mobilitazione antiproibizionista vogliamo allora cercare di svolgere alcune considerazioni morali, rese ancor più urgenti dal dilagare a livello giovanile del fenomeno dell’assunzione di sostanze stupefacenti.



1. Esiste una linea di demarcazione tra “droghe leggere” e “pesanti”, nel senso che soltanto le seconde producono tossicomania e dipendenza?

Questa distinzione è falsa, come dimostra ormai una vasta letteratura scientifica. Tra tanti possibili studi scientifici citiamo per esempio alcuni passi del documento degli autorevoli esperti della Società Italiana di Farmacologia sugli effetti della Cannabis, cioè l’haschish e la marijuana: “è dimostrato che la Cannabis è una sostanza che induce tossicomania”; “non è raro che singole assunzioni [di Cannabis] possano indurre ansia, panico, stati paranoidi e reazioni disforiche”; “nei consumatori abituali di Cannabis è abbastanza comune l'instaurarsi della così detta sindrome amotivazionale, caratterizzata da apatia, indifferenza affettiva, mancanza di interesse per il futuro, per i rapporti sociali e per il lavoro […], confusione mentale, perdita della memoria, delirio, comportamento regressivo”; “uno dei più costanti effetti indotti dall'assunzione di Cannabis è la tachicardia, spesso accompagnata da ipotensione posturale”; “sono state descritte alterazioni comportamentali nei bambini nati da madri che hanno usato Cannabis durante la gravidanza”.

Oltre a produrre questi effetti nocivi a breve termine, a lungo termine queste sostanze inducono facilmente il consumo di droghe “pesanti”. Da un punto di vista fisiologico, per esempio, “l’azione farmacologica della Cannabis spinge verso altre sostanze, agendo sui recettori per l’eroina” (cfr. G. B. Cassano, Lo “spinello” innocuo? Una favola. Crea una precisa sindrome e altri guai, “Idea”, 3 (2001), p. 2), rivelandosi ad essa propedeutica. D’altra parte, dal punto di vista psicologico il passaggio dagli “spinelli” alle droghe “pesanti” è quasi naturale: il consumo di sostanze stupefacenti è provocato dal desiderio dell’eccesso, dell’evasione, della trasgressione, e questa logica spinge inevitabilmente a ricercare sensazioni sempre più forti, dato che quelle provate mediante le droghe “leggere” cominciano ben presto a non soddisfare più.

Insomma, già l’assunzione di piccole dosi di Cannabis provoca danni fisiologici e psicologici, espone con buona probabilità al rischio di intraprendere la strada distruttiva delle droghe “pesanti”, e inoltre mette a repentaglio la sicurezza e l’incolumità degli altri, perché i consumatori di queste sostanze, in preda a confusione mentale, delirio ed eccitazione possono più facilmente diventare aggressivi e violenti, provocare incidenti stradali, ecc. Tale assunzione, dunque, è immorale, perché ogni uomo é moralmente tenuto a preservare la propria salute e l’incolumità altrui.



2. Il discorso precedente vale anche per l’assunzione occasionale o estemporanea di Cannabis?
Un’assunzione occasionale può già produrre gli effetti sopra menzionati, ma anche quando non li produce la valutazione morale riguardo ad essa resta di riprovazione e di biasimo. Infatti, la dignità umana consiste nella stupenda capacità di poter pensare e agire liberamente, nella capacità di autodominio, mentre già questa assunzione occasionale può comportare alterazione del senso della realtà, esperienza di stati di allucinazione, modificazioni delle percezioni auditive e visive, cessazione delle inibizioni (insomma, il cosiddetto “sballo”), ovvero la rinuncia a pensare, volere e agire come persone libere, e dunque l’abdicazione dalla propria dignità umana. Il consumo di droga, di qualsiasi tipo, spersonalizza la persona, la svilisce e la degrada. Quando questi effetti spersonalizzanti non si producono (un solo “spinello” può essere insufficiente per “sballare”), resta pur sempre vero che il consumatore di droghe desidera sperimentare proprio questi effetti, anche se non sempre riesce di fatto a sperimentarli. Ma, allora, la moralità di un uomo dipende già dalle sue intenzioni e dai suoi desideri interiori: se io desidero rubare e poi non ci riesco, la mia intenzione interiore immorale mi rende immorale, allo stesso modo se io desidero abdicare dalla mia umanità assumendo droghe, anche se poi non ci riesco, la mia intenzione immorale mi rende già immorale.



3. Ma questa obiezione non vale per tutte le sostanze eccitanti o tranquillanti, come alcool, caffè e tabacco?

Quest’obiezione vale anche rispetto a queste sostanze, ma solo relativamente ad un loro abuso, perché questi effetti spersonalizzanti e degradanti si producono solo in conseguenza dell’abuso di tali sostanze, non per un loro uso moderato.



4. Perché lo Stato deve opporsi alla legalizzazione delle “droghe leggere”?

Perché, come abbiamo visto finora, queste sostanze sono nocive e lo Stato deve tutelare il bene comune.



5. Ma la legalizzazione non colpisce l’economia delle organizzazioni criminali?

Questo discorso è assurdo. Perché queste organizzazioni vengono definite criminali? Perché (tra le loro varie attività), procurano e smerciano sostanze stupefacenti, attività evidentemente disoneste e immorali, altrimenti non si capisce perché si dovrebbe loro impedire di guadagnare profitti mediante attività lecite e oneste. Ma, allora, legalizzando la Cannabis lo Stato si fa garante che altri (per es. in Olanda i Coffee shop) possano legalmente esercitare attività criminali, purché con la licenza. Sarebbe come dare ad alcuni la licenza di fare i killer, cioè la licenza di uccidere, per togliere i proventi ai killer che uccidono senza licenza. In ogni caso, gli spacciatori che rimanessero senza la licenza dello Stato, non potendo più guadagnare con le droghe “leggere”, si concentrerebbero sul commercio di droghe “pesanti”, che sono molto più redditizie.



6. Un comportamento è immorale solo fintanto che è proibito dalla legge, dunque la legalizzazione di un comportamento (come la vendita della Cannabis) lo rende morale.


Anche questa tesi è inaccettabile. Un comportamento è immorale anche se lo Stato lo legalizza: per es., durante il nazismo le leggi dello Stato prescrivevano l’eliminazione degli ebrei.



7. La legalizzazione non consente almeno di concentrare le energie delle forze dell’ordine nella repressione del traffico delle “droghe pesanti”?

Tesi inaccettabile: sarebbe come proporre di tralasciare la repressione dei furti nelle case per concentrarsi solo sulle rapine a mano armata.

Inoltre, nessun traffico di stupefacenti può mai essere del tutto libero, neanche per le droghe “leggere”, altrimenti bisognerebbe concedere che anche un bambino possa acquistarle. Dunque, in primo luogo, le forze dell’ordine dovrebbe ancora dedicare le loro energie per contrastare questo traffico. In secondo luogo, gli spacciatori, non potendo guadagnare profitti con coloro a cui l’accesso alle droghe fosse consentito dalla legge, cercherebbero di avvicinare alla droga coloro ai quali le droghe restassero precluse, cioè, appunto, i bambini, per poter almeno guadagnare qualcosa con loro, e inoltre (cfr. punto 5) comincerebbero a vendere droghe “pesanti”, incrementandone il traffico.



8. La legalizzazione diminuirebbe almeno la criminalità, perché i giovani non avrebbero bisogno di rubare per procurarsi le droghe leggere.

È falso perché uno “spinello” costa poco più di 5.000. lire, e questa somma di denaro è facilmente reperibile in casa, senza bisogno di rubare. È vero semmai che la criminalità aumenterebbe, perché (cfr. punto 1) queste sostanze inibiscono la capacità di autocontrollo e stimolano aggressività e violenza.



9. Nei paesi dove è avvenuta la legalizzazione il consumo è diminuito, perché è venuto meno il fascino del proibito.

Falso. In questi paesi il consumo è aumentato, (per es., un rapporto della Columbia University del 1997 ha mostrato come nei tolleranti Paesi Bassi il consumo di marijuana fosse aumentato del 250%!), perché non solo non sussistono più remore morali al consumo delle droghe, ma è altresì venuta meno la difficoltà di procurarsele. Inoltre il gusto della trasgressione si è spostato dalle droghe “leggere” a quelle “pesanti”, contribuendo a farne aumentare il consumo (sempre nei Paesi Bassi i tossici che facevano uso di droghe “pesanti” erano aumentati del 22%).



10. Lo Stato non può almeno somministrare gratuitamente la droga ai tossicodipendenti gravi, per evitare loro le crisi di astinenza ed evitare che delinquano per procurarsi il denaro?

La droga di Stato è una forma di resa, che accetta di mantenere il tossicodipendente in una condizione di schiavitù subumana e degradata. Viceversa dalla tossicodipendenza si può guarire e liberarsi.



Giacomo Samek Lodovici

Il Timone, 17 (2002), pp. 44-45.

Messaggio modificato da Melkio il 16 May 2005 - 23:02
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Melkio
messaggio 16 May 2005 - 22:39
Messaggio #3


Ciocapiàt
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Perchè legalizzare?

Alcool e tabacco sono delle sostanze che dal punto di vista medico sono sicuramente più pericolose (sono decine di migliaia i morti per alcoolismo e tabagismo solo in Italia) di quanto non sia la cannabis eppure sono sostanze che lo Stato considera legali, rispettando il principio che ogni cittadino è libero di decidere su ciò che è dannoso o meno per sè stesso. Non vediamo perché la stessa libertà non debba essere riconosciuta ai consumatori di cannabis. Negare ai fumatori di tabacco la possibilità di acquistare legalmente le loro sigarette vi sembrerebbe una cosa sensata? Se vi proibissero di acquistare la birra al supermercato non vi sentireste violati nei vostri diritti? Pensate inoltre che misure del genere farebbero diminuire i consumi di alcool e sigarette? O non pensate piuttosto che servirebbero a fare ingrossare i profitti di trafficanti e contrabbandieri? L'esempio storico del proibizionismo U.S.A. dovrebbe farci riflettere in proposito. Il mercato nero, oltre a fornire alla malavita organizzata una potente fonte di finanziamento, crea le condizioni per una pericolosità sociale della cannabis che la sostanza in sé non avrebbe. Se è infatti assodato che la cannabis in sé non induce al consumo di eroina, il mercato nero può invece favorire questo passaggio. Si verifica cioè quella che gli esperti definiscono contiguità di mercato: il medesimo spacciatore spesso traffica oltre che con la cannabis anche con sostanze molto più pericolose, prima fra tutte l'eroina. Questo fa si che i soggetti più imprudenti o più deboli possano cedere alla curiosità di provarle, rischiando di rimanervi poi invischiati. Liberalizzare la cannabis significherebbe utilizzare risorse, attualmente impegnate nella repressione dei consumatori, in settori più utili per la società. Le forze dell'ordine potrebbero concentrare i loro sforzi in direzione del grande narcotraffico, i tribunali si vedrebbero liberati del peso di migliaia di processi, che rallentano il corso della giustizia in settori di maggiore utilità sociale e anche il sovraffollamento delle carceri, e i suoi costi per la società, si ridurrebbero. La storia ci insegna che gli uomini hanno sempre fatto uso di sostanze che alterano lo stato di coscienza. Accettare questa realtà significa sforzarsi per cercare di ridurre il danno che può essere causato, sia all'individuo che alla società, dal consumo di queste sostanze. Le politiche proibizioniste, accanendosi contro i consumatori, hanno generato danni sociali e individuali di gran lunga maggiori di quelli che, presumibilmente, avrebbero voluto evitare.

Messaggio modificato da Melkio il 16 May 2005 - 23:04
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Melkio
messaggio 16 May 2005 - 22:42
Messaggio #4


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Sito molto interessante sul fronte dei PRO

http://www.ecn.org

consiglio a tutti una lettura..anke ai CONTRO..

Messaggio modificato da Melkio il 16 May 2005 - 23:09
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Melkio
messaggio 16 May 2005 - 22:43
Messaggio #5


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Dura presa di posizione dei più famosi
cantanti italiani: "C'è droga e droga"



:: Articolo di Tg5.it inserito il 10/10/2003 08.41.07 ::
Li aveva chiamati in causa una settimana fa il vice premier Fini. "I cantanti rock riflettano prima di dare certi messaggi, che drogarsi in qualche modo è un diritto”. E i musicisti italiani rispondono indirettamente ma esplicitamente. Droghe leggere e pesanti non vanno equiparate. Anzi, la marjuana va legalizzata.
Il documento è firmato da cantautori storici come Vasco Rossi, Guccini, Venditti, Paolo Conte, Jannacci, Dalla. Poi Fiorella Mannoia, Laura Pausini, Irene Grandi, Zucchero, Ligabue, gli Stadio, Jovanotti, Baccini. E artisti molto ascoltati dai più giovani come Articolo 31, Gemelli diversi, Francesco Renga, Negrita, Niccolò Fabi, Piero Pelù, Samulele Bersani, il rapper Frankie Hi energy mc. E poi ancora La Crus, Simona Bencini, Avion Travel, Pacifico, Omar Pedrini, Daniele Silvestri.
Tutti sostengono che mettere sullo stesso piano marijuana ed eroina è profondamente sbagliato. Puntano invece il dito contro l'ecstasy, il vero grande pericolo per i ragazzi. Facile da trovare, a buon mercato e dannosissima. Dire poi che chi fuma lo spinello passa all'eroina è un ovvio pregiudizio, scrivono i musicisti italiani, come dire che un bicchiere di vino porta all'alcolismo. Alla vigilia dei suoi concerti milanesi Vasco Rossi dello scorso luglio aveva lanciato un appello: "Vorrei che la marijuana fosse tolta dall'elenco delle sostanze stupefacenti, perché non è una droga e non dà dipendenza, anche se c'è una legge che vorrebbe metterla sullo stesso livello dell'eroina". Una dichiarazione che il rocker rese più esplicita esibendosi con una maglietta decorata da una foglia di cannabis. Una scelta che già allora scatenò le ire di An. Bonatesta chiese l'intervento della magistratura per istigazione all'uso di stupefacenti. Oggi Vasco Rossi torna dunque in pista, in buona e numerosa compagnia. E non manca quindi una presa di posizione a tutela della categoria: "Basta demonizzare il mondo della cultura e dello spettacolo". E sui doveri dello Stato dicono: “gli adulti vanno informati e messi nella condizione di scegliere, gli adolescenti invece vanno tutelati. vietiamo ai minori la vendita di alcol e tabacco”.

Testo integrale dell'appello
Basta con il mito della droga
!

Non usiamo questa parola come uno spaventapasseri.
Dichiarare “attenzione ai cantanti che dicono che la droga è un diritto” ha il sapore di censura, suona un po' intimidatorio ed evoca un sottile tentativo di voler limitare la libertà di opinione e di parola, in antitesi con i principi della libertà di espressione sanciti dalla Costituzione.
Nessun artista 'propaganda' o 'incita' dal palco il suo pubblico a fare uso di sostanze stupefacenti.
Basta demonizzare il mondo della cultura e dello spettacolo.
Siamo tutti per la vita. Noi anche per la salute e per la dignità umana.
Depenalizzare non significa affermare che ci sono droghe buone e droghe cattive: siamo tutti contro la droga, ma non possiamo far finta che non ci sia differenza fra droga leggera (cannabis, marijuana, campari) e droghe pesanti (eroina, ecstasy, cocaina). E' fra i doveri dello Stato informare correttamente il cittadino sulle conseguenze dell'uso delle varie droghe: ne ha buon diritto il cittadino, naturalmente maggiorenne e adulto, che deve essere messo nella migliore condizione di effettuare una scelta libera e cosciente. Diversamente gli adolescenti devono essere tutelati e difesi vietando ai minori anche la vendita di alcool e di tabacco.
L'eroina, senza bisogno di leggi speciali ma solo con l'informazione sui rischi e le conseguenze, è notevolmente diminuita. La vendita di siringhe e acqua distillata nelle farmacie è ormai quasi nulla. E' ormai fuori moda oggi parlare di quella “cultura dello sballo” che abbiamo visto noi negli anni '70 e '80. Il mondo è cambiato, la realtà di oggi è un'altra: c'è “l'ecstasy del sabato sera”, contagiosa, vigliacca, attraente e facile soprattutto per i più giovani. Che vanno tutelati, con particolare attenzione nei confronti dei minorenni, e convinti a starne fuori con una informazione giusta ed efficace e un servizio sanitario potenziato ed efficiente, pagato con le nostre tasse.
Dire poi “chi fuma lo spinello passa all'eroina” è un ovvio pregiudizio, così come dire che un solo bicchiere di vino porta all'alcoolismo. Ci si ammonisce anche che l'uso disinvolto di certe sostanze potrebbe portare gravi danni. Che cosa significa “uso disinvolto”? Anche una forchetta può, con un uso disinvolto, essere infilata in un occhio, ma non per questo ci sogniamo di proibire le forchette. Ci sarà anche qualcuno che ci casca ma questo non vuol dire che “tutti” quelli che si fanno qualche spinello sono dei potenziali tossicodipendenti.
Una sola cosa hanno in comune lo spinello e l'eroina, lo stesso spacciatore. Oggi pronto a vendere qualsiasi cosa davanti a qualsiasi scuola.
Parificare droghe leggere e pesanti non aiuta i giovani a comprenderne le conseguenze e la pericolosità, punire addirittura il consumo spicciolo con il carcere potrebbe influire solo in modo negativo sulla loro vita futura.
Giusto o sbagliato, ma non è reato. Sui pacchetti di sigarette voluminose scritte avvertono dei danni provocati dal fumo ma chi fuma non commette reato.
Quando si parla di legalizzare, ci si riferisce NON alla droga in genere, ma alla marijuana, in linea con vari paesi europei. Il che non significa attentare alla salute della gente, esattamente come legalizzare il divorzio non ha provocato il dilagare dell'immoralità nella società e la liceità dell'aborto circoscritto non ha provocato un ricorso esagerato al medesimo e tantomeno una cultura della morte.
Ci si vuol dire per favore, quanti morti ha fatto la marijuana e quanti ne fa l'alcol e il tumore al polmone indotto dal tabagismo? Qualsiasi persona di buon senso sa bene che nessuno è mai morto per essersi fatto uno o più spinelli, così come un bicchiere di vino e un uso ragionato dell'alcool non danneggia il fegato. Legalizzare non è una bestemmia. Significa semmai porre fine alla diffusione incontrollata e smodata di droghe. Significa soprattutto privare la criminalità organizzata dell'immenso valore aggiunto creato dall'illegalità. E significa controllo sanitario del prodotto.
Vale la pena di ricordare che negli Stati Uniti alla vigilia dell'abolizione del proibizionismo, molte madri gridavano: “l'alcool di Al Capone ha ucciso mio figlio in un mese”. Dimenticando però che l'alcool del mercato illegale, privo di controlli e prodotto senza scrupoli e in perfetta ignoranza sanitaria, arrivava a contenere fino al 5% di letale alcol metilico!
Come dimostra la storia il proibizionismo è un vicolo cieco.
Consapevoli di parlare di argomenti che “non sono popolari” ci appelliamo al buon senso di tutti e chiediamo al mondo politico di non ricorrere alle invettive o a illazioni che attribuiscono ai cantanti il ruolo di promotori della droga. Da loro ci aspettiamo un dibattito costruttivo che eviti mistificazioni, strumentalizzazioni e/o abusati luoghi comuni su eventuali “vite spericolate” che tutti sogniamo a occhi aperti, a 20 anni come a 40, senza che questo significhi “vite drogate”. Ringraziando tutti per la pazienza, ci scusiamo per il disturbo e torniamo a fare il nostro “mestiere”.

Firmato:
Piero Pelù, Vasco Rossi, Ligabue, Paolo Conte, Jovanotti, Francesco Guccini, Antonello Venditti, Enzo Jannacci, Fiorella Mannoia, Articolo 31, Irene Grandi, Stadio, Gemelli Diversi, Francesco Renga, Laura Pausini, Lucio Dalla, Negrita, Niccolò Fabi, Francesco Baccini, Samuele Bersani, Frankie Hi-Nrg Mc, La Crus, Simona Bencini, Avion Travel, Pacifico, Omar Pedrini, Daniele Silvestri

Messaggio modificato da Melkio il 16 May 2005 - 23:08
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Melkio
messaggio 16 May 2005 - 22:51
Messaggio #6


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LEGGE FINI - RASSEGNA STAMPA
Lancio ASCA

15:47 DDL FINI: VICEPREMIER, NON ESISTE LIBERTA' DI DROGARSI

(ASCA) ' Napoli, 6 mar ' Per Gianfranco Fini, promotore del disegno di legge sulla droga, le critiche avanzate in questi giorni al provvedimento ''non corrispondono allo spirito ne'
ad una giusta lettura della legge''. A Napoli, dove ha
visitato il Nautic Sud, alla Mostra d'Oltremare, Fini ha
ribadito: ''Il disegno di legge, che ieri il Consiglio dei
ministri ha licenziato per la seconda volta dopo il passaggio alla Conferenza Stato-Regioni, parte dal presupposto che non esiste la liberta' di drogarsi perche' tutte le droghe, senza eccezione alcuna, creano un danno alla salute. Quindi, anche il consumo personale va sanzionato''. ''Poi, quando leggo che qualcuno dice che voglio mandare in galera chi fuma lo spinello - ha aggiunto il vice premier - allora vuol dire che siamo di fronte ad assoluta malafede o di fronte a qualcuno che non ha letto la legge perche' la sanzione, naturalmente,
non e' solo di tipo penale, ma anche amministrativa e, soprattutto, perche' il disegno di legge non e' repressivo. Tende, innanzitutto al recupero del tossicodipendente. Credo - ha concluso Fini - che questo sia un dovere della societa'''.

Da AVVENIRE del 06/03/2004

CONSIGLIO DEI MINISTRI
Approvato il disegno di legge che abolisce la differenza tra sostanze «leggere» e «pesanti» per quanto riguarda le sanzioni amministrative L'opposizione insorge

Droga, il governo vara la riforma Fini

Per Pisapia (Prc) si tratta di un provvedimento a scopo
elettorale Garattini: giusto abolire la distinzione sul tipo di sostanza, dà una falsa garanzia

Da Roma Pino Ciociola

Via libera del governo al disegno di legge Fini sulla droga (già ampiamente annunciato nei mesi scorsi). Il Consiglio dei ministri, ieri mattina – si legge in una nota di Palazzo Chigi – su proposta del vicepremier e dei ministri Beppe Pisanu e Roberto Castelli, ha approvato «un disegno di legge che modifica profondamente la disciplina attualmente in vigore sull’uso di stupefacenti e di sostanze psicotrope, nonché sulla cura e riabilitazione degli stati di tossicodipendenza, la cui novità più rilevante è la caduta della differenza fra droghe "leggere" e "pesanti" per quanto riguarda le sanzioni amministrative». La «filosofia da cui muove la riforma – si legge ancora – ruota attorno al principio cardine che detenzione, uso e spaccio di ogni tipo di stupefacenti sono, comunque, illeciti da reprimere con misure amministrative o penali. Parallelamente si dà impulso a strategie di prevenzione e dissuasione sia interne che internazionali». E subito dopo l’annuncio si sono aperte anche le polemiche. Secondo Giuliano Pisapia, capogruppo Prc in Commissione giustizia a Montecitorio, «la maggioranza vuole "drogare" la campagna elettorale: è grave che sia stato approvato un ddl evidentemente finalizzato a scopi elettoralistici, ma che pone sullo stesso piano carnefici e vittime della droga». E se per il verde (ex-sottosegretario alla Giustizia) Franco Corleone «questo testo fa dell’Italia il fanalino di coda dell’Europa», il suo collega di partito Paolo Cento va oltre, avvisando che sarà «battaglia in Parlamento contro il disegno di legge, un progetto teso solo alla repressione indiscriminata di chi fa uso di droghe». Anche stando all’ex-direttore del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, Alessandro Margara, «si è scelta una cattiva strada che sembrava abbandonata da molti anni: la punizione come mezzo per intervenire sulla dipendenza da stupefacenti». Alcuni esperti, tuttavia, sono d’accordo con il superamento delle distinzioni fra sostanze: «Chiamare le sostanze leggere e pesanti – dice il farmacologo Silvio Garattini – dà una falsa sicurezza ed è bene abolire questo tipo di distinzione, ci sono condizioni in cui l’effetto di queste sostanze può essere più o meno grave, ma nell’opinione pubblica deve passare il concetto che tutte le droghe fanno male alla salute».

Da LA REPUBBLICA.IT

Droga, via libera al disegno Fini
Sì alla legge dei divieti
di GIANCARLO MOLA

Una manifestazione contro
il proibizionismo a Genova

ROMA - La legge che promette il carcere per chi fuma spinelli, che azzera le differenze fra droghe leggere e pesanti e che inasprisce le pene per gli spacciatori (ma anche per i consumatori) è adesso pronta per la battaglia parlamentare. A quasi tre mesi dal primo passaggio in Consiglio dei ministri (e dopo aver raccolto i pareri tecnici di rito) il disegno di legge di Gianfranco Fini ha infatti ottenuto il nuovo via libera del governo. Fra le polemiche: l'annunciata svolta nel contrasto delle tossicodipendenze viene accolta, ancora una volta, con un coro di no che tiene insieme il centrosinistra e i radicali, buona parte delle comunità di recupero e numerosi operatori della giustizia.

Lo spirito della legge è ben sintetizzato nel comunicato che ha accompagnato il voto di Palazzo Chigi: "La filosofia da cui muove la riforma ruota attorno al principio cardine che detenzione, uso e spaccio di ogni tipo di stupefacenti sono, comunque, illeciti da reprimere con misure amministrative o penali". In sostanza è punito chiunque sia in possesso di hashish, marijuana, cocaina, eroina o droghe sintetiche. La dose media giornaliera (rigidissima per le "canne", più generosa per la cocaina) diventa semplicemente la soglia per il passaggio dalle sanzioni amministrative a quelle penali. Che a loro volta saranno molto più severe: da uno a sei anni di carcere per le ipotesi meno gravi fino a venti anni di reclusione. Per evitare la detenzione, già dopo la custodia cautelare, si potrà optare per il ricovero nelle comunità (in questo caso la misura sarà convertita negli arresti domiciliari).
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Cambia anche il rapporto tra enti pubblici e strutture private di recupero: per stipulare convenzioni con le Regioni, le organizzazioni che gestiscono programmi terapeutici dovranno iscriversi agli albi che saranno istituiti nei capoluoghi.

Come già era accaduto a novembre, l'approvazione del disegno di legge ha spaccato il mondo politico e gli addetti ai lavori. Ma, oltre al merito, stavolta è finito nel mirino anche il metodo. O meglio la tempistica: "È un provvedimento unicamente a fini elettorali che avrà solo effetti controproducenti", attacca don Vinicio Albanesi, presidente della comunità di Capodarco. Poi spiega: "Il governo si rivolge solo e unicamente ai suoi elettori. Vuole tranquillizzarli, promettendo pene e sanzioni. Ma non dimostra nessuna attenzione verso i ragazzi, che ancora una volta sono lasciati da soli".

Ci sono però anche altre preoccupazioni. Le carceri, per esempio, che rischiano di andare il tilt per il sovraffollamento. Ne parla l'ex direttore del Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria Alessandro Margara: "Rendere punibile anche l'uso di stupefacenti determinerà inevitabilmente l'aumento delle persone condannate. Con le conseguenze che si possono immaginare: il sistema carcerario non regge già ora, visto che gli istituti sono ben oltre i limiti di accoglienza. Con queste norme si rischia il tracollo".

Timori condivisi dai giudici di Magistratura democratica: "Oltre il 25 per cento dei detenuti sono tossicodipendenti e le politiche proibizioniste seguite hanno mostrato tutta la loro inidoneità per contrastare efficacemente il traffico di droga. Penalizzare anche il consumo personale, ad esempio anche per il singolo spinello, vorrebbe dire criminalizzare comportamenti oggi estremamente diffusi", afferma il segretario di Md Claudio Castelli, che definisce "repressivo e feroce" il ddl Fini.

Eccolo, dunque, l'altro punto di forte contestazione: è utile una politica di lotta alla droga fondata su divieti e carcere? No, il sistema sanzionatorio è sbagliato, dicono in una nota congiunta Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl, Luigi Bobba, presidente delle Acli, don Egidio Smacchia, presidente Fict (Federazione italiana comunità terapeutiche) e don Antonio Mazzi, presidente della Comunità Exodus: "Mettiamo al primo posto la centralità della persona e la priorità dell'educazione".

Si fanno sentire, intanto, anche le voci favorevoli. C'è Alleanza nazionale, che difende le posizioni del suo leader. C'è la Confederazione sindacale autonoma di polizia: "Il merito del provvedimento è quello di fare chiarezza nell'individuazione di procedure certe per sanzionare il consumo e lo spaccio di droga". C'è il farmacologo Silvio Garattini, che approva l'abolizione del concetto di droga leggera ("Sono nomi che danno una falsa sicurezza"). E soprattutto c'è la comunità che storicamente per prima ha suggerito la strada del proibizionismo, cioè San Patrignano: "Sul piano del principio - dice il coordinatore Andrea Muccioli - sono numerosissimi gli elementi che innovano la legge in senso molto positivo, perché i tossicodipendenti devono essere sollecitati ad avviare un percorso di recupero".


Da TGCOM.IT

Droga,passa disegno di legge Fini

Stesse pene per leggera e pesante
Il consiglio dei ministri ha dato il via libera ad un disegno di legge che modifica profondamente la disciplina attualmente in vigore sull'uso di stupefacenti e di sostanze psicotrope, nonché sulla cura e la riabilitazione degli stati di tossicodipendenza. La novità più rilevante - si legge nel comunicato finale - è rappresentata dalla caduta della differenza tra droghe leggere e pesanti per quanto riguarda la sanzioni amministrative.

La filosofia da cui muove la riforma ruota attorno al principio cardine che detenzione, uso e spaccio di ogni tipo di stupefacenti sono comunque illeciti da reprimere con misure amministrative o penali. Parallelamente si dà impulso a strategie di prevenzione e dissuasione sia interne che internazionali.
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Melkio
messaggio 16 May 2005 - 22:52
Messaggio #7


Ciocapiàt
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CONTRO
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"Io e Berlusconi siamo la coppia più bella del mondo"(26/3/96)


...per fortuna solo in Italia....

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Melkio
messaggio 16 May 2005 - 22:56
Messaggio #8


Ciocapiàt
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Dicembre 2003

Il ddl-Fini sulle droghe

L'incremento del danno


Leopoldo Grosso

Abolizione della distinzione tra droghe leggere e pesanti, reintroduzione della dose media giornaliera, inasprimento delle pene.
Il disegno di legge approvato dal governo si fonda su un'analisi obsoleta e semplicistica: la droga come mera questione criminale

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La legge sulla tossicodipendenza attualmente in vigore colloca l’Italia tra i Paesi europei che non puniscono penalmente la detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale. Al giudice è lasciata la necessaria discrezionalità nel valutare se il possesso di droga sia finalizzato all’uso personale o, invece, ad obiettivi di spaccio. Questo grazie al referendum abrogativo del ’93, che consentì di eliminare la norma (legge Craxi-Vassalli-Iervolino del ’90) che stabiliva la dose minima giornaliera, al di sopra della quale la detenzione era considerata reato. Nei tre anni scarsi di applicazione quella norma recò danni considerevoli: aumentò il numero delle carcerazioni di giovani tossicodipendenti e consumatori; qualcuno per la vergogna di essere considerato e trattato come delinquente si suicidò in carcere.
Perché a dieci anni di distanza si ripropone una normativa analoga?


Proibisco
ergo sum


Le “cattive” ragioni alla base dell’iniziativa del governo sono sia di ordine teorico sia di calcolo pratico. A quest’ultimo aspetto è ascrivibile l’utilizzo ideologico della questione droga allo scopo di ottenere consenso politico. Trattando con argomenti semplici un problema complesso, proponendone la “soluzione” con misure drastiche ed accusando di permissivismo chi cerca di far valere le evidenze scientifiche, il governo propone una schematica lettura in bianco e nero del fenomeno, facendo dell’approccio all’intera questione un cavallo di battaglia elettorale: ricercare il consenso cavalcando l’ansia delle famiglie e i timori dei cittadini.
L’attuale contingenza politica sembra rafforzare la necessità della modifica legislativa. Il vicepresidente del Consiglio, nonché segretario di Alleanza nazionale, si è da poco spostato verso il centro dello schieramento politico su due cruciali questioni: il voto amministrativo agli immigrati con regolare permesso di soggiorno e l’autocritica rispetto alle leggi razziali del regime fascista con la visita in Israele e la condanna di Mussolini. La volontà di definire Alleanza nazionale come forza di una destra moderata, senza più legami col ventennio, espongono il partito ad un'emorragia di voti da parte dell’elettorato più estremistico e nostalgico. La legge repressiva sulla tossicodipendenza serve a recuperarlo, almeno in parte.
Le cattive ragioni teoriche risiedono, invece, nell’illusione dell’efficacia di un intervento repressivo. Ci si illude, colpendo l’ultimo anello – il più esposto e fragile della catena del narcotraffico –, di contenere il fenomeno con il deterrente della punibilità. Si ipotizza, in questo modo, di tener lontani i giovani dal consumo e di indurre le persone tossicodipendenti al recupero, attraverso le cure obbligatorie e gli arresti domiciliari per evitare il carcere. A partire da una legge più severa, si prefigurano percorsi virtuosi di prevenzione e di recupero, già smentiti dall’esperienza italiana prima del ’75 e da altre in Europa. Il vecchio continente si sta orientando verso la cosiddetta politica dei “quattro pilastri” sulla questione droga: lotta al narcotraffico, prevenzione, cura, riduzione del danno. Paesi europei, anche con maggioranze di centro destra, stanno sperimentando narcosalas e test sulla composizione delle sostanze stupefacenti, soprattutto quelle sintetiche, per attivare un sistema di allarme rapido e consentire al Pronto soccorso degli ospedali la conoscenza dei “veleni” su cui poter intervenire. In Italia, niente di tutto questo. Assistiamo, al contrario, al tentativo di cancellare gli interventi mirati al mantenimento della salute delle persone tossicodipendenti , grazie alla distribuzione di siringhe sterili in cambio di sporche, unità di strada, fornitura di Narcan ecc. Invece di percorrere la strada dal penale al sociale, si pratica quella inversa: dal sociale al penale, riducendo la strategia contro le droghe a interventi sull’imputabilità e la carcerazione.


Non distinguere
uguale confondere


Non distinguere tra le varie droghe, i loro diversi effetti e rischi significa annullare per decreto differenze che nella realtà esistono e sono evidenti agli occhi di centinaia di migliaia di giovani che consumano hashish e marijuana.
Ogni droga è nociva, sia legale che illegale: è fuor di dubbio. L’attuale enfasi sulla pericolosità del tabacco (la scritta allarmistica sui pacchetti di sigarette) è la prova di un’acquisita consapevolezza, ancora latente per le sostanze alcoliche (per le quali, infatti, la pubblicità non è vietata, ma solo blandamente limitata). Nondimeno le droghe variano nel loro grado di pericolosità. Nessuno nega i danni della cannabis: rispetto ai rischi per la guida, anche se meno “pesanti” che per l’alcol; rispetto alla gravidanza, come per il tabacco; rispetto alla vulnerabilità psichica, potendo compromettere i fragili equilibri che difendono da potenziali derive psicotiche (seppur in limitatissimi casi); rispetto alla dipendenza psicologica, allorché in alcune situazioni il consumo diventa individuale ed intensivo, a sostegno di un benessere psichico altrimenti non esperibile; rispetto ad una funzione di possibile anticamera per l’accesso a droghe più pericolose. Ma su questo punto, attenzione: se è vero che quasi tutti coloro che sono arrivati all’eroina hanno usato in precedenza l’hashish, è fuor di discussione che meno del 5% di tutti i consumatori di hashish passano all'uso di eroina. Inoltre, non si conoscono casi di mortalità per l’uso di cannabis. Non distinguere fra droghe leggere e pesanti significa negare che alcune sostanze sono più pericolose di altre.
Che significato ha, quindi, annullare la distinzione di pericolosità, inserendo l’hashish nella medesima tabella dell’eroina?
Pare che l’obiettivo sia colpire il consumo più che la dipendenza. Il paradigma teorico sbagliato consiste nel ritenere che la cannabis sia il precursore dell’uso di altre droghe, in un rapporto meccanicistico causa-effetto nell’escalation dell’assunzione delle diverse sostanze che, per fortuna, non è confermato dalla realtà. Come si spiegherebbe altrimenti il numero stimato, con abbondante approssimazione, di 5 milioni di consumatori di cannabis in Italia a fronte di una stima di 250mila tossicodipendenti di eroina?
D’altra parte, in una ricerca di possibili precursori, il primo indiziato è il tabacco (è altrettanto vero che ogni persona tossicodipendente da eroina ha iniziato con le sigarette) seguito dall’alcol.
Non fare alcuna distinzione tra l’hashish ed altre sostanze potrebbe voler dire accreditare quelle tradizionalmente considerate pesanti come a minor rischio per i ragazzi. Se i giovani sanno ben distinguere rispetto all’eroina (la droga dei “tossici”, consumata per via endovenosa), non è altrettanto vero rispetto alla pericolosità delle pastiglie (ecstasy, anfetamine) e della stessa cocaina, “tirata” dal naso. Non fare distinzione potrebbe significare creare confusione. Se il messaggio adulto è indistinto non risulta credibile.
La penalizzazione del consumo difficilmente agirà da efficace deterrente. Alcuni ragazzi ne saranno intimoriti, ma altri, è facile prevedere, ne trarranno incentivo, in atti di trasgressione e di emulazione di gruppo.
È prevedibile che si apra un immenso gioco a “guardie e ladri” tra adolescenti – alle prese con la loro prima “canna”, alla ricerca dell’affermazione di sé – e le forze dell’ordine, impegnate a inseguire intere masse di giovani, consegnate d’un sol colpo all’illegalità.
Trasformare un problema di educazione sanitaria e di sanità pubblica in uno penale significa aumentare, a dismisura, i comportamenti clandestini di consumo, disporre di minore possibilità di contatto e di dialogo con i consumatori, limitando le azioni preventive di contrasto all’uso, all’uso nocivo ed all’abuso.


Peggio le canne
della cocaina?


Stabilire per legge, secondo un’unica variabile, la quantità di sostanza stupefacente posseduta in base alla quale distinguere se si è consumatori e/o spacciatori, impedisce al giudice di approfondire ogni singolo caso, in base anche ad altri elementi che concorrono a definire l’intenzionalità della detenzione. Per ogni persona dipendente non è sempre facile stabilire il fabbisogno giornaliero senza il quale il soggetto sta male ed incontra la crisi di astinenza. Non si possono ignorare le altre variabili: l’abitudine, la tolleranza sviluppata con l’uso continuativo e progressivo della droga, lo stato mentale e lo stesso peso corporeo, ma anche la “qualità” della sostanza acquisita, la sua “purezza”, il principio attivo contenuto, i “tagli” di altri prodotti a cui è stata sottoposta. Infine, le circostanze per cui avviene il possesso: ritorna ad essere accusato di reato anche chi acquista, dopo aver fatto colletta, il fumo per i propri amici.
Le soglie di quantità a seconda delle quali si è considerati consumatori/spacciatori variano in base alle sostanze. Sono da intendersi come quantità di principio attivo e quindi “al netto” dei tagli con altri prodotti da cui sono generalmente accompagnate. Stupisce la variabilità dei criteri con cui tali soglie vengono stabilite; ed ancora di più emerge l’intenzione di voler colpire soprattutto il consumo più ancora della dipendenza. Fissando il confine per l’imputazione di spaccio per l’hashish a 250 mg, significa che possedendo la quantità di sostanza equivalente a 2–3 spinelli si è automaticamente considerati spacciatori. Paradossalmente sono più tutelati i consumatori di cocaina, il cui tetto di sostanza in possesso per non essere considerati spacciatori sale a 500 mg. Considerate le maggiori quantità di sostanze da taglio presenti in tale droga, si possono probabilmente detenere fino a 5 grammi di cocaina senza incorrere nel penale. Perché questo trattamento privilegiato del consumatore di cocaina, sostanza sicuramente molto più pericolosa dell’hashish?


Spauracchio
carcere


L’Italia è già tra i Paesi d’Europa che hanno definito le pene più severe per lo spaccio di sostanze stupefacenti. Con l’unificazione delle tabelle prevista nella nuova normativa (oppio, coca, anfetamine, allucinogeni e cannabis) queste pene vengono ulteriormente inasprite: lo spaccio viene punito con la reclusione da 6 a 20 anni. Ed anche la pena proposta per i cosiddetti “fatti di lieve entità” (vale a dire il piccolo spaccio delle persone tossicodipendenti) viene innalzata, uniformandola a quella attualmente riferita alle sostanze “pesanti”, cioè da 1 a 6 anni.
È pur vero che per i “fatti di lieve entità” il giudice, su richiesta dell’imputato, può commutare la pena in lavori di pubblica utilità, e che la possibilità di ricorrere agli “arresti domiciliari” in comunità è estesa fino a 6 anni di condanna, ma la pena alternativa non è scontata, né di facile applicazione, né sempre efficace.
Se i lavori di pubblica utilità sono configurabili come alternativa alla pena relativa ai tossicodipendenti che abbiano commesso reati correlati alla loro condizione, di fatto l’unico scenario immaginabile è l’inserimento “obbligatorio” in comunità terapeutica. Sono evidenti le complesse questioni organizzative connesse alla gestione dei trattamenti ambulatoriali in regime penale, che già oggi vedono sottovalutate le attuali misure alternative a beneficio dei detenuti tossicodipendenti.
Per quanto riguarda le sanzioni amministrative, la proposta di modifica del art.75, in particolare dei commi 2 e 3, toglie la discrezionalità al prefetto di non applicare la sanzione alla prima segnalazione. Con l'attuale normativa, egli può limitarsi ad ammonire la persona, qualora ritenga che i «fatti previsti dal comma 1 riguardano sostanze di cui alle tabelle II e IV e ricorrano elementi tali da far presumere che la persona si asterrà, per il futuro, dal commetterli». La proposta di cambiamento dell’art.75 obbliga di fatto il prefetto a punire il consumo con pesanti sanzioni amministrative revocabili solo se l’interessato si sottopone a programma terapeutico, di cui si certificherà il buon andamento.
Le sanzioni amministrative vengono protratte fino ad un anno (ritiro patente, passaporto ecc.).
Per gli stranieri, inoltre, viene sospeso il permesso di soggiorno, con notifica al questore: prevedibili le conseguenze rispetto alla loro residenza in Italia.
Sarà sequestrato il veicolo di chi guida in possesso di una dose al di sotto di quella massima, anche senza averla assunta.
Per quanto riguarda le prescrizioni comminate dal prefetto, i soggetti considerati di pericolo per la sicurezza pubblica (chi è già condannato, anche se non definitivamente) vengono puniti con l’arresto e con detenzioni molto pesanti, dai 3 ai 18 mesi. In merito a questo si pone un problema di costituzionalità.
È evidente che, con il pesante inasprimento dei provvedimenti, si assottiglia il discrimine tra sanzioni amministrative e penali sia per la pesantezza delle prime, sia per l’automatismo di passaggio alle seconde. Anche nella logica delle sanzioni amministrative è il carcere, ed il suo spauracchio, a costituire il “motore” dell’intervento preventivo.


Conflitto
d’interessi


Con la legge del ’75 prima e con quella del ’90 poi, si è cercato, talvolta faticosamente, di costruire un sistema integrato di servizi tra pubblico e privato sociale, tra Ser.T e comunità. La collaborazione, in molte situazioni, è andata ben oltre, ad un’utile divisione del lavoro nel determinare quella catena terapeutica tra i diversi e complementari interventi che uno stato di tossicodipendenza richiede. La creazione di strutture intermedie, centri crisi, drop-in, alloggi per il reinserimento, oltre a tutti gli interventi di strada ed a bassa soglia, sono in genere nati dalla fruttuosa collaborazione tra pubblico e privato sociale, con l’iniziativa dell’uno e l’integrazione dell’altro.
Anche con l’applicazione del Secondo atto d’intesa, contenuto nella legge 45 del 1999, col decentramento agli enti regionali, in tutte le regioni d’Italia, la certificazione dello stato di tossicodipendenza è rimasta prerogativa dei servizi pubblici, sia per la complessità diagnostica di alcune situazioni – quale lo stato di detenzione penitenziaria – sia per evitare abili manipolazioni di chi cerca contemporanei benefici farmacologici presso più sedi di trattamento, per cui si rende necessario un unico riferimento centralizzato. Con il nuovo testo di legge invece la certificazione dello stato di tossicodipendenza non è più appannaggio esclusivo del servizio pubblico. Anche le strutture private, purché provviste di necessari requisiti, possono rilasciarla. Ciò apre un conflitto d’interessi, in quanto la struttura che certifica è poi la stessa che effettua il trattamento, potendo dar luogo ad abusi, non solo per il reclutamento diretto della propria utenza, ma anche per le possibili semplificazioni diagnostiche che, sotto pressioni ideologiche e dei familiari stessi, possono inserire in comunità (in quanto considerati dipendenti), per esempio, dei meri consumatori di cannabis. Si aprirebbe, inoltre, il campo ad una gran variabilità di criteri diagnostici ed a una conseguente disparità di trattamento non in relazione alle reali condizioni del soggetto, ma in funzione dell’organizzazione del trattamento a cui la persona si rivolge.


Legge contro
scienza e coscienza


È impensabile che una legge regoli il programma terapeutico dei trattamenti ambulatoriali secondo dosaggi del medicinale sostitutivo (metadone) obbligatoriamente decrescenti, e non in base alle evidenze scientifiche della letteratura internazionale e nazionale. Ogni medico deve poter operare secondo scienza e coscienza a fronte delle disabilità obiettive del proprio paziente.
È inoltre inaccettabile che un insegnante – venuto a conoscenza dell’uso, pur sporadico, di cannabis di un alunno – sia obbligato a riferirlo ai genitori, precludendo così l’eventualità di un suo intervento, probabilmente più efficace dato che il giovane non si sente “tradito”.
La legge è arrivata al Consiglio dei ministri, senza alcuna consultazione preliminare nell’ambito degli operatori del settore. Persino la stessa consulta degli operatori, designata dall’attuale governo per offrire pareri in materia, non è mai stata informata della preparazione del disegno di legge e mai interpellata, come prevederebbe l’attuale dispositivo di legge.

Messaggio modificato da Melkio il 16 May 2005 - 23:11
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Melkio
messaggio 16 May 2005 - 22:57
Messaggio #9


Ciocapiàt
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Le novità più rilevanti del disegno di legge Fini

• La distinzione tra droghe leggere e pesanti è abolita; vengono unificate le 4 tabelle di riferimento per tutti i tipi di sostanze;
• è ripristinato il concetto di “dose media giornaliera” ;
• chi si trova in possesso di quantità inferiori a tale dose incorre in sanzioni amministative decisamente inasprite rispetto a quelle attualmente in vigore, come la sospensione della patente e del passaporto fino a un massimo di 12 mesi; il prefetto è obbligato a comminare le sanzioni alla prima violazione delle norme (scompare la cosiddetta “ammonizione”);
• chi si trova in possesso di quantità superiori commette il reato di spaccio, punito con la carcerazione (dai 6 ai 20 anni) e con multa da 26.000 a 260.000 euro; fatti di lieve entità (es. piccolo spaccio dei tossicodipendenti) vengono puniti con la reclusione da 1 a 6 anni;
• le comunità terapeutiche potranno fornire il metadone e certificare lo stato di tossicodipendenza, come i Ser.t.



Dose media giornaliera

(in milligrammi di principio attivo)


Anfetamina 50
Cannabis e derivati 250
Eroina 200
Ecstasy e pasticche 300
Cocaina 500

Sopra queste soglie scattano le sanzioni penali.
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Melkio
messaggio 16 May 2005 - 22:59
Messaggio #10


Ciocapiàt
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per ora mi fermo qui..
so ke sono cose molto lunghe da leggere ma sono tutte più o meno interessanti.. o mescolato pro e contro, cercando di essere il più imparziale possibile..
a voi la parola..
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Rimo
messaggio 16 May 2005 - 23:33
Messaggio #11


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Bravo Melkietto mio.... :wub:

Bhe...visto che nn vuoi falsi moralismi sarò piu che onesto...

Secondo me le droghe pesanti, cocaina compresa in su, sono assolutamente illegali..nn legalizzabili e punibili ancora piu severamente di quanto si faccia ora...soprattutto per chi le spaccia.

Per quanto riguarda le froghe leggere, canne per intenderci, sono sicuro che se tutti fossero responsabili al punto giusto nn sarebbero un problema.
Mi spiego meglio...se una canna se la fumassero in 3 e ne fumassero una alla settimana o due solo per "festeggiare" qualche avvenimento inportante nn avrei nulla contro.
Mi schiero completamente contro nel caso (e sono tanti) in cui le canne vadano (circa)a sostituire le sigarette.
Mi riesce difficile capire...proprio nn ci riesco, quei ragazzi che ne fanno la loro ragione di vita, che se nn ne hanno, vanno giu di testa!!è qualche cosa di veramente inumano se ci pensate...gente che per stare bene, neanche meglio, solo bene, si deve fumare di tutto per , spesso, vegetalizzarsi!

Inoltre, cosa nn trascurabile...nn mi piacciono molto quelli che,fumando canne, fanno proprio anche lo stile di chi se le fuma!!!per me è semplicmente ridicolo....ma visto che va quasi di moda...continuo a fare il trasgressivo!! (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/4.gif)
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Melkio
messaggio 16 May 2005 - 23:41
Messaggio #12


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oddio, la seconda cosa sconvolgente della mia giornata: dopo aver scoperto ke gli alcolisti anonimi mi aspettano a bracce aperte, sono d'accordo con Rimo... sto male.. (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/57.gif)
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Rimo
messaggio 16 May 2005 - 23:43
Messaggio #13


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eheheheh....a volte succede!!!!!
(IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_eek.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_eek.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/yuppi2.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/yuppi2.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/yuppi2.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/yuppi2.gif)
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Melkio
messaggio 16 May 2005 - 23:46
Messaggio #14


Ciocapiàt
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CITAZIONE
Mi spiego meglio...se una canna se la fumassero in 3 e ne fumassero una alla settimana o due solo per "festeggiare" qualche avvenimento inportante nn avrei nulla contro.
Mi schiero completamente contro nel caso (e sono tanti) in cui le canne vadano (circa)a sostituire le sigarette.


ma dai, non fumi neanke te cosi poco (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/4.gif)

in 3 una canna alla settimana??????????????????????? :ph34r:
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nikyrai
messaggio 16 May 2005 - 23:53
Messaggio #15


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Sono d'accordo con voi ragazzi!

Le cosiddette droghe leggere potrebbero essere legalizzate a mio parere se se ne facesse un uso moderato. Alla fine non si discosta molto dall'alcool.

Dopo aver bevuto 3 cocktail a fila, nn si sta molto meglio di quando si fumano un paio di canne... Quindi se una cosa è legale, lo può essere tranquillamente anche l'altra.

Come sempre è la gente che deve imparare a moderarsi!
Come è brutto vedere un ubriacone sdraiato su una panchina, è altrettanto orribile vedere i ragazzi seduti in giro per la strada a rollare ininterrottamente!

Dopo questa perla di banalità... (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/yuppi2.gif)
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Fonfi
messaggio 17 May 2005 - 00:18
Messaggio #16


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A me i drogati fanno schifo...
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Melkio
messaggio 17 May 2005 - 00:21
Messaggio #17


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premio THE GENIUS a Fonfi...

e ki sarebbero per te i drogati??
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JoCondor
messaggio 17 May 2005 - 00:24
Messaggio #18


Puvrìn
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Quoto in pieno tutto cio che avete detto...una ogni tanto ci puo anche stare ma sempre è eccessivo!!
(IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/61.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/61.gif)

mi riferivo a nikyrai e rimo
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Fonfi
messaggio 17 May 2005 - 09:23
Messaggio #19


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Con drogati intendo quelli che fanno un utilizzo continuo di sostanze stupefacenti, in particolare quelle che chiamate droghe pesanti, ma anche uno che è continuamente fumato, lo considero un drogato.
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Bado
messaggio 17 May 2005 - 10:21
Messaggio #20


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sono pienamente d'accordo con gli interventi dei 2admin soprattutto con rimo xkè sulle droghe pesanti non transigo proprio xò la canna la possiamo paragonare all'alcol xò x me se venisse legalizzata l'uso di queste sostanze schizzerebbe a livelli incredibili quindi io sono...

CONTRO ALLA LEGALIZZAZIONE!!!!!
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Il Doge
messaggio 17 May 2005 - 14:34
Messaggio #21


Pòch ad bòn
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Io sono contrario alla legalizzazione di qualsiasi sostanza che nuoce alla salute.
Abbiam già l'alcol e le sigarette che fanno troppi danni e a mio avviso lo Stato non dovrebbe legalizzare altri modi di nuocere alla salute dei propri cittadini.
Con questo non voglio dire che farei una legge per proibire alcol e sigarette; ormai il consumo di queste due sostanze è socialmente radicato e troppo duro da estirpare in un sol colpo. Inoltre sarebbe una misura eccessiva e si ritornerebbe seriamente a parlare di proibizionismo. Allora sì che il mercato nero farebbe affari!
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Lerry Canaglia
messaggio 17 May 2005 - 16:33
Messaggio #22


Peso
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Mi sembra inopportuno da parte mia non rispondere a questa discussione...
io dico che una delle droghe peggiori che dovrebbe essere abolita è la Nicotina! quante persone muoiono di cancro ai polmoni??? troppe!!! quante persone fumando cannabis, muoiono di cancro al cervello??? nessuna!!!! LEGALIZE IT!!! Apparte gli skerzi raga...sono daccordo sul fatto che bisogna fumarne poche di canne xchè altrimenti diventi una meba da divano, ma se abolissero le paglie e legalizzassero i bonzer saremmo tutti più tranquilli, socievoli e pacifisti... (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/yuppi2.gif) PEACE & LOVE (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/yuppi2.gif) , FATE L'AMORE E NON LA GUERRA, METTETE DEI FIORI NEI VOSTRI CANNONI...SI FIORI... (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/ahsisi.gif) DI ERBA Xò...!
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Fonfi
messaggio 17 May 2005 - 16:37
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Esatto, ciò che ormai è insito nella nostra cultura è impossibile da proibire, l'alcol in maniera particolare, perchè andremmo a rovinare una tradizione eno-gastronomica di cui il nostro paese può andare fiero. Il fumo sarebbe gia una buona cosa estirparlo, ma come è stato detto, fa ormai parte delle abitudini della nostra società. Per quanto riguarda invece i nuovi arrivi, sono dell'idea che vengano combattuti in maniera molto più severa di quanto si faccia oggi. Ciò che non fà parte delle nostre abitudini, porterebbe ad un utilizzo sicuramente senza contegno dello stesso (nel caso in cui fosse di ancor più facile reperibilità, a buon mercato e senza effetti collaterali a livello giuridico).
Morale, gia abbiamo abbastanza abitudini e vizi che sono per noi nocivi, quindi è meglio evitare creare altre occasioni per rovinare le generazioni future.

Melkio, tu come lo definiresti un drogato?
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axettone
messaggio 17 May 2005 - 17:03
Messaggio #24


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In un primo tempo, semplicemente ritenevo il drogato uno sfigato, e di fatto lo ritengo ancora tale, ma ci sono alcune considerazioni che ho imparato a fare.
La sostanza non cambia: 1,2,3,100 canne a settimana il principio non conta; hai bisogno di iniettarti (o inalare per essere più preciso) della roba nel corpo per poterti divertire come vuoi, e questo fa di te una persona sotto sotto debole, oltre che ad un collaboratore della malavita. Più che legalizzare le droghe leggere, io penserei a quali sono i problemi che portano una persona ad assumerle (problemi in famiglia? insicurezza? problemi di identità?).
Io parlo da ex-fumatore, e posso solo dire che ho iniziato a fumare perché ne avevo il motivo, e penso che lo stesso valga per chi fuma gli spinelli. Poi ho smesso, proprio perché ho cercato di lavorare sulla mia mente, prima che sulla chimica della nicotina (leggi cerotti & co). Che bisogno avete delle canne? Rendono tutto più bello? Io non credo. Credo solo che portino a tutta una serie di problemi tutt'altro che piacevoli.
L'alcol è un discorso delicato, che è assai diverso dalla sigaretta o dalla canna: l'alcol in piccole dosi è tutt'altro che nocivo e questo, unitamente al fatto che è un vero e proprio protagonista della nostra cultura, non rende così immediata l'associazione droga=alcol. Un bicchiere di vino può avere diversi scopi, la sigaretta uno solo: farsi del male. La canna? Idem.
Quindi ora ci sono due cose da fare e cioé non abbassare la guardia nei confronti delle droghe leggere, passando ad un vero regime di tolleranza zero (oggi siamo a tolleranza 100, visto che gli spacciatori li puoi trovare comodamente in piazza) e soprattutto combattere il fumo di sigaretta, attraverso aumenti e leggi come quelle approvate di recente dal governo.
Sulle droghe pesanti, poi, penso che ci troviamo tutti d'accordo..... sono un cancro mortale.
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Lerry Canaglia
messaggio 17 May 2005 - 20:01
Messaggio #25


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Sinceramente io di problemi non ne ho...almeno credo...e se ne avessi,di certo non cercherei rimedio nelle canne!Se me le fumo (per es.)non lo faccio di certo per farmi del male...è perchè ho bisogno di rilassarmi e non pensare alle cose brutte e stressanti della mia giornata..che inevitabilmente capitano anche a tutti; se parli da ex fumatore...anch'io ti parlo allo stesso modo e ti chiedo:"che gusto ci trova la gente nelle sigarette???" nessun gusto dico io,fanno solo *a*are... (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/ahsisi.gif) in tutti i sensi...la prima paglia me la sono accesa nell'estate in cui finii le elementari e lo facevo perchè non avevo un'idea di cosa potesse succedermi(chiaramente non mi successe niente,era tutto uguale a prima, non sentivo nessun effetto,insomma nessun cambiamento!) ma sopratutto perchè non lo potevo fare, perchè se mi beccava mia madre mi gonfiava la faccia!!cmq mi resi conto che le sigarette facevano *a*are al primo impatto, ed è proprio questo il punto! la gente inizia a fumare non perchè gli piace ma perchè vede questo vizio come una trasgressione,poi si può diventare dipendenti se si continua,ma per l'uomo non c'è niente di più eccitante che trasgredire, violare le regole, far vedere di essere un trasgressore,magari che pavoneggia con la propria sigaretta in pubblico mentre fa dei cerchi di fumo...questo è solo un comportamento da buffoni che vogliono farsi vedere!adesso ho praticamente smesso,tranne quando voglio bere...cosi bevo di più...!se vuoi rilassarti, se vuoi avere fame...se vuoi dimenticare, ridere ed essere in pace con te stesso... (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/ahsisi.gif) fumati un JOINT!IL VERO SBAGLIO è DIRE NO! (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/61.gif)
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