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> La Crisi A Ferrara, Cantieri chiusi e ditte ferme
tabacon
messaggio 3 Mar 2009 - 19:51
Messaggio #51


Pòch ad bòn
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CITAZIONE (Galen @ 3 Mar 2009 - 14:53) *
Perciò è vero che prima o poi passerà e magari non sarà così tremenda come si teme, ma è anche vero che non se ne può prevedere la fine, né le conseguenze sul lungo periodo.

questo tuo quesito è spiegato da quanto dice Fossi:


CITAZIONE (Fossi79 @ 3 Mar 2009 - 12:22) *
Per me a tenere su la baracca ci sono i pensionati 80enni che percepiscono da 30 anni la pensione consumando zero e passandola a figli e nipoti..

esatto..... nn so se sia una tua idea o tu abbia letto quanto asserito da esperti economisti (per intendersi nn quelli che vanno ai salotti televisivi o scrivono per giornali di parte)

tempo fa ho letto sul web pareri al riguardo...... la vera crisi è prevista verso il 2030-2035..... con scenari apocalittici....

1) la generazione attuale (i circa 30enni) vengono aiutati da nonni e padri che hanno buone pensioni, calcolate con i vecchi sistemi.
2) gli attuali 30enni, che hanno lavori precari o in nero o con bassa contribuzione, avranno delle pensioni ridicole, che a mala pena basteranno a loro per sopravvivere.
3) i loro figli, quindi fra circa 20-25, nn solo saranno più precari dei loro padri, ma nn potranno riceve aiuti da questi.
4) basta fare le somme e si capisce quando ci sarà quella che è già definita "emergenza sociale".
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*Casi*
messaggio 3 Mar 2009 - 20:30
Messaggio #52


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Rrose
messaggio 3 Mar 2009 - 20:43
Messaggio #53


Figazz
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per quello io non avrò figli!^^
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cioce
messaggio 4 Mar 2009 - 13:42
Messaggio #54


Peso
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CITAZIONE
SOFFRONO FAMIGLIE E IMPRESE
Famiglie e imprese soffrono
crescono gli assegni scoperti

La crisi si fa sentire sulla capacità di famiglie e imprese di far fronte ai pagamenti. Lo dimostrano i dati sugli effetti protestati, in particolare gli assegni scoperti, che in provincia di Ferrara sono in forte aumento nel 2008 e in questo primo scorcio di 2009.
Non è mai stata, questa, una terra di furbi o avventati in economia, quindi i valori assoluti dei mancati pagamenti restano bassi, ma è significativo il trend in parziale controtendenza rispetto alla media italiana.

Parlando del totale degli effetti protestati, i dati Unioncamere e Osservatorio economia della Camera di commercio di Ferrara mostrano infatti un incremento del 17,7% rispetto al 2007 in termini di valore assoluto dei mancati pagamenti, che sono balzati a quota 9.661.825 euro: questa cifra vale alla nostra provincia il 78esimo posto in Italia (+11,7% la variazione in dodici mesi), solo Rimini è più virtuosa in Emilia Romagna. I »pezzi« non saldati sono stati 3.826, dal valore medio di 2.525 euro pari ad un aumento del 9,4%. Per quanto riguarda i soli assegni protestati, i numeri si gonfiano. I casi nel 2008 sono stati 941, +16,5% in dodici mesi contro un calo del 7,2% a livello nazionale. Ancora più consistente l'incremento in termini di cifre assolute, 5.581.991 (con l'assestamento al 3 marzo 2009 la cifra complessiva è salita a quota 5.584.490 euro) pari ad un +27% che è il triplo dell'aumento medio italiano. La principale banca ferrarese, la Cassa di Risparmio di Ferrara, ha registrato un +9,26%, inferiore quindi alla media del mercato, quasi un indicatore del fatto che più si conoscono i clienti, meno rischi si corrono. La posizione nella classifica degli assegni non coperti resta comunque buona, 78esimo posto in Italia, ultima in Emilia Romagna. Su questi risultati incide naturalmente anche la dimensione modesta dell'economia ferrarese.


Le difficoltà nei pagamenti sono confermate anche dai primi dati del 2009. A gennaio sono stati 66 gli assegni protestati per un totale di 403.156 euro: dodici mesi fa i »pezzi« erano stati superiori, 81 in totale, ma l'importo ridotto a 277.822 euro. L'incremento degli importi assoluti è stato quindi del 45,1%.

Dal suo osservatorio di Finproget, la bad bank di Carife, dove arrivano i crediti da recuperare, il direttore Paolo Sani conferma il quadro in grigio scuro anche se ci aggiunge una buona dose di prudenza: «E' innegabile che c'è una dose maggiore di sofferenza del sistema, dovuto alle difficoltà nel far fronte agli impegni di pagamento. Il 2008 è stato un anno duro per via dell'altalena dei tassi d'interesse sui mutui, in certe famiglie c'è chi ha perso il posto di lavoro. Si spiegano così questi dati, non con tentativi di malitenzionati. Speriamo a questo punto che Bernanke (il presidente della Federal reserve, ndr) abbia ragione quando fissa al 2010 la ripresa dell'economia».

Un assegno è scoperto quando il saldo disponibile sul conto corrente di chi lo ha emesso non basta a coprirne l'importo.
I tempi di addebito variano, il beneficiario incassa al massimo in 8-15 giorni, poi ce ne possono essere altri 7 per l'addebito definitivo. Quando un assegno finisce nel calderone dei protesti diventano guai per chi lo ha emesso. Le banche revocano subito affidamenti e carnet assegni e scatta la segnalazione alla Centrale di allarme interbancaria, che è misura sufficiente a bloccare i movimenti della persona segnalata nel mondo finanziario.
(03 marzo 2009)

http://lanuovaferrara.gelocal.it/dettaglio...coperti/1599073

CITAZIONE
Nuovo allarme Cassa integrazione
L'Inps: a febbraio cresce del 553%


ROMA - Nuovo boom della cassa integrazione a febbraio. L'Inps lancia l'allarme: tornano richieste in linea con novembre e dicembre 2008. Tra gestione industria (ordinaria e straordinaria) ed edilizia nel febbraio 2009 le ore autorizzate sono state 42,5 milioni, cioè il 169,7% in più rispetto al febbraio 2008.
Se si confronta il primo bimestre (gennaio più febbraio) 2009 con l'omologo periodo dello scorso anno l'incremento di ore autorizzate è stato del 131,7% (per un totale di 72 milioni di ore). Scomponendo il dato emerge l'aumento eccezionale del ricorso alla cassa integrazione ordinaria (gestione industria): nel mese di febbraio appena passato sono state autorizzate 25,9 milioni di ore, contro 3,9 milioni di ore dello stesso mese dello scorso anno, con un incremento del 553,17%. Se si fa il confronto sul primo bimestre dell'anno l'incremento sullo stesso periodo del 2008 è del 443,26%.
(4 marzo 2009)

http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/e...g-febbraio.html

Speriamo solo che le casse dell' INPS non si svuotino troppo in fretta...

Messaggio modificato da cioce il 4 Mar 2009 - 14:42
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bzbiz
messaggio 4 Mar 2009 - 14:22
Messaggio #55


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@Tabacon e soci

Qualcuno (non ricordo chi chiedo perdono) ancora anni fa, quando non solo questa crisi ma anche un paio di quelle precedenti e cicliche erano lontane disse in TV:

"La nostra generazione è scappata con la cassa"

Riferendosi alla generazione degli attuali pensionati.

Io credo che sia dannatamente vera come affermazione. Adesso tengono tutto in piedi loro, ma con qualcosa che morirà con loro (le pensioni), e chi adesso dovrebbe pensare al suo futuro o sta pagando il loro o non ci pensa... e saran cazzi...

@Cioce
L'INPS non ha soldi da almeno 20 anni...

Messaggio modificato da bzbiz il 4 Mar 2009 - 14:23
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Leite
messaggio 4 Mar 2009 - 14:41
Messaggio #56


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Questo è il prodotto del nostro sistema socialista che da 50 anni teniamo in piedi , purtroppo.

Ma non sarei pessimista su uno scenario da qui a 20 anni . Il mondo avrà un nuovo ordine e qualcuno i soldi ce li darà in qualche modo , cinesi o arabi che siano . Piu probabimente i primi .

Sicuramente oggi versare all'inps è una donazione a fondo perduto .
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bzbiz
messaggio 4 Mar 2009 - 14:53
Messaggio #57


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Solo per puntualizzare l'unico governo socialista in Italia è stato quello di Craxi...

Diciamo che abbiamo (abbiamo?) tenuto in piedi un magna-magna generale... e moh son cazzi... (IMG:style_emoticons/default/sarcastica.gif)
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Redfires
messaggio 4 Mar 2009 - 14:57
Messaggio #58


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CITAZIONE (Leite @ 4 Mar 2009 - 14:41) *
Questo è il prodotto del nostro sistema socialista che da 50 anni teniamo in piedi , purtroppo.


Bravo, ammetti pure che berlusconi in 6/7 anni non ha fatto una cippa di cazzo, così mi piaci ! (IMG:style_emoticons/default/b-rabbit.gif)
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Galen
messaggio 4 Mar 2009 - 15:38
Messaggio #59


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CITAZIONE (tabacon @ 3 Mar 2009 - 19:51) *
1) la generazione attuale (i circa 30enni) vengono aiutati da nonni e padri che hanno buone pensioni, calcolate con i vecchi sistemi.
2) gli attuali 30enni, che hanno lavori precari o in nero o con bassa contribuzione, avranno delle pensioni ridicole, che a mala pena basteranno a loro per sopravvivere.
3) i loro figli, quindi fra circa 20-25, nn solo saranno più precari dei loro padri, ma nn potranno riceve aiuti da questi.
4) basta fare le somme e si capisce quando ci sarà quella che è già definita "emergenza sociale".

Si, ma per quanto riguarda l'Italia questa cosa purtroppo c'era già prima della crisi... le conseguenze di questa andranno probabilmente oltre e si faranno sentire anche prima.
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Bedrosian Baol
messaggio 4 Mar 2009 - 17:13
Messaggio #60


Neso
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Il problema tra 30 o 40 anni sarà anche demografico. Qualche settimana fa ho letto delle prospettive di calcolo del sistema pensionistico e dicevano che tre 30 anni il 20% circa della popolazione lavoratrice italiana dovrà provvedere al pagamento delle pensioni del restante 80% circa.
Questo è il primo dato materiale che deve spingere a creare un nuovo piano pensionistico.
Tornando a Ferrara, in un certo senso è già così: la città è in via di calo demografico, molti giovani lavorano (e producono) a Bologna, Modena o Padova.
Ferrara in breve tempo diventerà un semplice appoggio per queste città (soprattutto per la prima) e sarà pressochè costituita da persone anziane.
Il reddito della città sarà ancor più legato all'agricoltura (detenuta da pochissimi proprietari) e con i primo calo del valore della terra la città rischierà davvero grosso.
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tabacon
messaggio 4 Mar 2009 - 18:44
Messaggio #61


Pòch ad bòn
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CITAZIONE (bzbiz @ 4 Mar 2009 - 14:22) *
@Tabacon e soci
"La nostra generazione è scappata con la cassa"

@Cioce
L'INPS non ha soldi da almeno 20 anni...

Ti confermo, anche se anch'io nn ricordo detta da chi, quella frase..... vera in tutta la sua drammaticità.

Facciamo un breve "amarcord" sull'INPS:
-alla fine della guerra si è dovuti ripartire dal nulla.... con i contributi dei giovani si dava la pensione ai vecchi.
-poco alla volta l'inps ha "costruito" il suo fondo cassa.
-poi è arrivata la sanatoria dell'agricoltura, quella dei 5 anni, con pensioni date anche a ricchi proprietari terrieri.
-l'inps ha quindi dovuto riprendere nel reintegro del suo fondo cassa.
-poi hanno iniziato a caricarci su cassintegrati, mobilità e balle varie, e tutt'ora continuano
-senza dimenticare baby pensionati e schifezze del genere

se continua di questo passo presto l'inps farà fatica a pagare le pensioni


p.s.
ho già visto un primo accenno.... spero nn diventi politica anche questa discussione (anche se è molto difficile)
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bzbiz
messaggio 5 Mar 2009 - 14:46
Messaggio #62


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Tutto quello che riguarda qualcosa di più di te stesso è politica.

La crisi è dovuta anche a scelte le cui conseguenze sono ricadute sulla collettività (quindi politica), il come uscirne idem, il come viverla anche.

(IMG:style_emoticons/default/icon_wink.gif)
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tabacon
messaggio 5 Mar 2009 - 16:45
Messaggio #63


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lo so.... anche l'aria che si respira è politica.... mi spiacerebbe solo che da questa, che considero un'analisi di dati ed una previsione, rispunti la querelle politica..... solo questo

p.s.
manco a confermare quanto ho detto più indietro, oggi Tremonti ha già detto che sarà ancora peggio andando avanti questo 2009 e andrà meglio l'anno dopo (ma lui è al governo e deve dire così.... anche se il naso si allunga)
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Barone
messaggio 5 Mar 2009 - 18:34
Messaggio #64


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saranno cazzi acidi e con le spine , tutti da cagare...

...ed è solo l'inizio... tiriamo una somma verso settembre-ottobre (indicativamente a metà crisi da quel che si dice..) e vediamo dove siamo andati a finire..
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cioce
messaggio 9 Mar 2009 - 10:04
Messaggio #65


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CITAZIONE
Notizia inserita il 9/3/2009
Tavola rotonda organizzata da FGCI al centro Rodari di viale Krasnodar
''Non pagheremo noi la vostra crisi!''
di Barbara Lamborghini


“Non pagheremo noi la vostra crisi!”. Queste le prime due righe, in rigoroso maiuscolo, dei volantini che sabato mattina hanno invaso i parabrezza delle auto in sosta nel piazzale della Conad di viale Krasnodar; parcheggio pieno per il consueto mercatino rionale del sabato. Un invito ad una tavola rotonda che toccherà un tasto dolente quale la precarietà dell'occupazione che si terrà venerdì presso il centro “Gianni Rodari” (viale Krasnodar, 102).

“In Italia – si continua a leggere sul foglio – gli effetti della crisi economica sulla vita di 11milioni di lavoratori precari ed irregolari sono drammatici, in Emilia Romagna i precari a rischio licenziamento sono 80mila! Governo e opposizione sembrano sotto shock e non avanzano proposte concrete. Per queste ragioni è urgente rompere il silenzio calato sulla questione precarietà e rivendicare un welfare realmente europeo!”.

La riunione, organizzata da FGCI (Federazione Giovanile Comunisti Italiani) si terrà venerdì con inizio alle 21 e sarà coordinata da Alessandro Gulinati dell’Associazione Ragioni d’Agire; interverranno l’ex Sindaco di Ferrara Roberto Soffritti (segreteria Nazionale PDCI), Jessica Concas (avvocatessa del lavoro, Torino), Domenico Conte (Rsu Telecom Emilia Romagna), Marcella Ravaglia (Coordinamento nazionale ricercatori precari) e Flavio Arzarello della stessa FGCI.

Per informazioni: tel. 0532/975883, fgci-fe@libero.it.

http://www.estense.com/?module=displaystor...amp;format=html
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fabiofruit
messaggio 11 Mar 2009 - 08:54
Messaggio #66


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CANE: AZIENDE FERRARESI
MORSA: FERRARA
VOLPE: LA CRISI

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Bedrosian Baol
messaggio 11 Mar 2009 - 09:22
Messaggio #67


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Il problema non è questa crisi per Ferrara.
La crisi qui c'è da 20 anni. Le aziende stanno chiudendo da ben prima del crollo della borsa e questo non per la congiunzione di variabili macroeconomiche, ma per una scellerata amministrazione del territorio a livello politico.
Al massimo questa difficoltà può essere vista come il "coupe de grace" alla già fragilissima economia nostrana.
Da decine d'anni il veneto è una terra più fertile per stabilire un'azienda, dove le amministrazioni favoriscono l'ingresso dei capitali all'interno dei loro confini. A Ferrara si è campati di agricoltura, quando anche chi aveva 10-15 ettari poteva sfamarsi, con la prima crisi del valore della terra, però, si è passati o all'affitto o alla vendita. Così ci ritroviamo con pochi proprietari terrieri con appezzamenti dai 2000 ettari in su.
I commercianti sono schiacciati dalla concorrenza sleale della premiata ditta Coop e comune che con l'ICI alle stelle ha messo in ginocchio il centro storico.
Il turismo è l'unico su cui si è puntato, ma non è certo solo farina del sacco del comune. La Fondazione Carife sta dando una enorme mano da questo punto di vista. Senza contare il maraviglioso "progetto Ermitage" che certamente darà lustro alla nostra città (se solo fosse un po' più pubblicizzato a livello nazionale) con un solo piccolo difetto: non se ne sanno i costi.
C'è chi sta ancora aspettando il bilancio programmatico del 2008 di Comune e Regione che compaiono come enti fondatori. Insomma, grande progetto ma non sappiamo quanto ci costi!
Fantastici gli spettacoli teatrali con un Ronconi pagato fior di milioni per non riempire il comunale!!

Riassumendo: potrà esserci la peggior crisi del secolo ma si ripercuoterà solo sulle aziende che già fin ora avevano la sede (e le amministrazioni) in altre zone, perchè quelle locali, sguazzano da vent'anni in situazioni ben peggiori...

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Edoardo83
messaggio 11 Mar 2009 - 09:52
Messaggio #68


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CITAZIONE (fabiofruit @ 11 Mar 2009 - 08:54) *
CANE: AZIENDE FERRARESI
MORSA: FERRARA
VOLPE: LA CRISI


la vignetta è stupenda!
ahahah

CITAZIONE (Bedrosian Baol @ 11 Mar 2009 - 09:22) *
Il problema non è questa crisi per Ferrara.
La crisi qui c'è da 20 anni. Le aziende stanno chiudendo da ben prima del crollo della borsa e questo non per la congiunzione di variabili macroeconomiche, ma per una scellerata amministrazione del territorio a livello politico.
Al massimo questa difficoltà può essere vista come il "coupe de grace" alla già fragilissima economia nostrana.
Da decine d'anni il veneto è una terra più fertile per stabilire un'azienda, dove le amministrazioni favoriscono l'ingresso dei capitali all'interno dei loro confini. A Ferrara si è campati di agricoltura, quando anche chi aveva 10-15 ettari poteva sfamarsi, con la prima crisi del valore della terra, però, si è passati o all'affitto o alla vendita. Così ci ritroviamo con pochi proprietari terrieri con appezzamenti dai 2000 ettari in su.
I commercianti sono schiacciati dalla concorrenza sleale della premiata ditta Coop e comune che con l'ICI alle stelle ha messo in ginocchio il centro storico.
Il turismo è l'unico su cui si è puntato, ma non è certo solo farina del sacco del comune. La Fondazione Carife sta dando una enorme mano da questo punto di vista. Senza contare il maraviglioso "progetto Ermitage" che certamente darà lustro alla nostra città (se solo fosse un po' più pubblicizzato a livello nazionale) con un solo piccolo difetto: non se ne sanno i costi.
C'è chi sta ancora aspettando il bilancio programmatico del 2008 di Comune e Regione che compaiono come enti fondatori. Insomma, grande progetto ma non sappiamo quanto ci costi!
Fantastici gli spettacoli teatrali con un Ronconi pagato fior di milioni per non riempire il comunale!!

Riassumendo: potrà esserci la peggior crisi del secolo ma si ripercuoterà solo sulle aziende che già fin ora avevano la sede (e le amministrazioni) in altre zone, perchè quelle locali, sguazzano da vent'anni in situazioni ben peggiori...


concordo anche qui.. la crisi qua a Ferrara c'era già da prima..

CITAZIONE (Barone @ 5 Mar 2009 - 18:34) *
saranno cazzi acidi e con le spine , tutti da cagare...


beh che dire.. immagine questa in linea con la situazione odierna e decisamente chiara ed esaustiva!
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cioce
messaggio 20 Mar 2009 - 16:24
Messaggio #69


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CITAZIONE
''Sono inequivocabili i segnali di una diffusione generalizzata della crisi a livello locale''
Economia ferrarese in accentuato peggioramento



Uno “scenario” congiunturale, quello fotografato nelle ultime ore dall’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio di Ferrara, oltretutto arricchito dalle previsioni formulate dal centro di ricerche Prometeia, purtroppo ricco di ombre. Evidente infatti, la accentuata e progressiva involuzione della dinamica congiunturale, registratasi negli ultimi tre mesi del 2008.

“L’inevitabile propagazione della crisi finanziaria globale sul terreno dell’economia ferrarese – rileva il Presidente della Camera di Commercio, Carlo Alberto Roncarati – ha purtroppo innescato un processo involutivo dei principali indicatori congiunturali. Cedono produzione, fatturato ed ordinativi dell’industria manifatturiera, e sembrano risentirne in misura ancora più accentuata le piccole imprese e l’artigianato, colpite soprattutto dalla fine del lungo ciclo espansivo dell’edilizia. Sono purtroppo inequivocabili i segnali di una diffusione generalizzata della crisi mondiale sul terreno locale. In particolare – secondo il Presidente Roncarati – preoccupa la brusca frenata dell’export provinciale, in controtendenza con la leggera crescita registrata a livello dell’intera regione. Un andamento, il nostro, decisamente negativo, anche perché enfatizzato dalla tipologia di specializzazioni produttive prevalenti in ambito ferrarese: una struttura manifatturiera fortemente imperniata su settori, quali l’automotive, la chimica e plastica, che sono contraddistinti dalle maggiori difficoltà anche sullo scenario globale”.

Il calo della produzione ferrarese (-4%) intervenuto tra settembre e dicembre, sebbene inferiore al dato regionale (-4,3%) e a quello nazionale (-5,5%), rappresenta fino in fondo il sensibile ridimensionamento degli ordinativi, che ha colpito finora in modo abbastanza selettivo i diversi settori produttivi. E il deterioramento della congiuntura, pur non avendo certo risparmiato l’area della media-grande impresa manifatturiera ferrarese, ha riguardato, in misura ancora più marcata, quella della piccola impresa ed in particolare dell’artigianato soprattutto nel comparto delle costruzioni.


L’export, dopo la forte frenata dei primi nove mesi del 2008, ha accentuato nell’ultimo trimestre la sua caduta. Le esportazioni sono diminuite nell’intero 2008, in termini valutari, del 13,2% rispetto all’anno precedente, unica eccezione (c’è anche Bologna, ma il calo è limitato allo 0,2%) in un panorama regionale che può invece vantare una crescita media del 2,4%. Se la tendenza è comune alla Regione Emilia-Romagna ed all’intero “sistema Paese”, tuttavia per la provincia di Ferrara essa è risultata ancora più intensa, in particolare nel corso del 4° trimestre (-27,3%). E comunque l’interscambio commerciale con l’estero presenta un peggioramento evidente di entrambi i flussi: infatti anche le importazioni confermano il forte rallentamento degli investimenti e della produzione, nonché dei consumi. Il calo delle importazioni si attesta sul 9,1% su base annua, mentre la flessione regionale è ferma allo 0,6% (solo Parma ha fatto peggio di Ferrara).

Le difficoltà del nostro export riguardano tutto lo scacchiere mondiale, con l’unica, rilevante eccezione della Cina. A ciò va aggiunto la (declinante) “tenuta” della Germania, che comunque si rafforza nella sua leadership di cliente privilegiato delle nostre esportazioni: un andamento dovuto soprattutto al peggioramento delle nostre esportazioni verso l’Unione Europea. Si stabilizza poi, con qualche limitato spiraglio di miglioramento rispetto ai trimestri precedenti, la crisi sul mercato U.s.a, nei riguardi del quale si registra anche un contestuale crollo delle importazioni. Si accentua infine il deterioramento dell’export ferrarese verso le economie emergenti, con la rilevante eccezione, come detto, della Cina. Gli effetti di queste difficoltà si traducono anche in un forte e crescente allargamento (proseguito pure nei mesi di gennaio e febbraio 2009) nel ricorso all’integrazione salariale, sia per gli interventi di natura ordinaria, che per quelli straordinari.

Contraddittorie le risultanze delle costruzioni, mentre nel settore agricolo si è registrata una certa stazionarietà della P.l.v. provinciale, nonostante un sensibile calo di quella frutticola, ed, ovviamente di quella bieticola. Il commercio conferma una situazione di pesantezza, testimoniata da una diminuzione delle vendite pari al 2,0%, un po’ meno della media nazionale e di quella regionale. Sembra averne risentito anche la consistenza della rete distributiva.

Nel corso del 4° trimestre è peggiorata anche la situazione complessiva di insolvenza. I protesti sono cresciuti nella nostra provincia, sia come numero che come importo complessivo, in misura decisamente superiore rispetto alla media regionale. Va detto però che l’importo medio dei protesti per abitante rimane ancora a Ferrara sensibilmente più basso rispetto alla media regionale e nazionale.

Le previsioni 2009. Alla riunione dell’Osservatorio è intervenuto anche Massimo Guagnini, responsabile area Economie Locali di Prometeia, che, attraverso la presentazione di dati inediti relativi alle previsioni sull’andamento dell’economia ferrarese, ha messo in luce come i dati, per il 2009, evidenzino una caduta congiunturale ancora più intensa di quella verificatasi nel 2008, che sarà poi seguita da una lenta ripresa, visibile solo a partire dal 2010. Ferrara sarà comunque, secondo le valutazioni di Prometea, tra le province meno penalizzate dal calo delle attività economiche atteso nel 2009 (-0,6%) che, nella media regionale e italiana, risulterà superiore al -1%. “Oggi più che in passato – ha dichiarato il Presidente Roncarati – si avverte l’esigenza di far luce sui futuri scenari economici e sui diversi strumenti disponibili per il superamento della fase di recessione economica. La collaborazione voluta dalla Giunta della Camera di Commercio con Prometeia (tra le maggiori società italiane di consulenza e ricerca economica e finanziaria) si pone proprio in questa direzione, con l’obiettivo di contribuire alla individuazione delle possibili strategie di sostegno alle imprese che affrontano le sfide del mercato globale”.

Indagine sulle cause di cessazione delle imprese ferraresi.
Sono stati presentati, infine, i risultati dell’indagine, unica ne suo genere, effettuata dalla Camera di Commercio sulle cause di cessazione delle imprese a Ferrara nel periodo compreso tra l’1 novembre 2008 ed il 31 gennaio 2009. L’indagine, che ha coinvolto oltre 300 imprese delle 1.000 cessate nel periodo, ha messo in luce le cause di cessazione, ma anche le caratteristiche degli imprenditori, le loro prospettive e delusioni.


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Giò
messaggio 28 Mar 2009 - 13:15
Messaggio #70


Puvrìn
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Mi fa piacere trovare una discussione su questi argomenti...e vorrei dire la mia...
sinceramente pensavo di essere il solo a sentire campanelli d'allarme,ma alla fine non sono il solo...

Credo che una soluzione ai problemi proposti sia da ricercare attraverso una serie di discussioni, per attivarsi,per non rimanere passivi,ognuno può fare qualcosa...
io metto l'accento su qualche punto:

per prenderla larga, a livello nazionale/globale è evidente che le cose stanno cambiando:

-le aziende che producono su larga scala e adoperano per lo più manovalanza NON specializzata si stanno spostando altrove (paesi sottosviluppati) ed è un fenomeno appurato per ovvi motivi (soldi-economicità), ma non c'è da imprecare su questo, direi piuttosto che è il caso di attivarsi per rispondere: aumentare il livello culturale italiano e l'istruzione, perchè, come nel caso Berco, il trend ci porterà a mantenere tutti i lavori che necessitano di sapere (operaio specilizzato nell'assemblaggio, progettazione ingegneristica,marketing etc...).

-Il secondo tema, a mio parere fondamentale è che, il credito muove l'economia, lo sviluppo non è possibile senza credito e se non ci si sviluppa vuol dire che si regredisce...come stiamo facendo noi... le banche in italia, sono direttamente collegate con le banche degli Stati Uniti,le quali sono in crisi,dunque riflettono crisi sul nostro sistema economico. Data l'ascesa al potere di Obama è probabile che tra 2 anni o forse più questa situazione passi...ma in questi due anni che cazzo facciamo???ci grattiamo la panza???


cerco di focalizzare sul territorio ferrarese:

-l'azienda piccola-media ha incredibili caratteristiche positive dal punto di vista concorrenziale: è veloce, offre prodotti creati quasi appositamente per certi clienti e senza entrare troppo nel dettaglio lavora bene...
il problema è che non cresce,non si evolve a causa di differenti problematiche,prima su tutte quella culturale:
1. NON SI ASSUMONO IN AZIENDA PERSONE CHE SIANO FUORI DALLE CONOSCENZE/ NUCLEO FAMIGLIARE quindi i giovani , magari laureati, senza conoscenze vanno a spasso o altrove(fuga di cervelli).
2. PER LE IMPRESE NON C'E' L'APPOGGIO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE,mi riferisco a infrastrutture e servizi.
3. LA GESTIONE, IN GENERE, E' AFFIDATA AL BUON SENSO DELL'IMPRENDITORE,SENZA ALCUNA SCIENZA DI SUPPORTO, gli imprenditori talvolta potrebbero chiedere consulenza ai giovani laureati per cercare nuove strade.


Mi piacerebbe sapere la vostra opinione per riflettere ulteriormente,per migliorare le cose e RINNOVARE FERRARA.
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