La Crisi A Ferrara, Cantieri chiusi e ditte ferme |
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La Crisi A Ferrara, Cantieri chiusi e ditte ferme |
17 Feb 2009 - 11:04
Messaggio
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Peso Gruppo: Utente Messaggi: 2057 Iscritto il: 19 September 2006 Da: ™ Utente Nr.: 1269 |
CITAZIONE Cantieri chiusi e ditte ferme: l'edilizia affoga e rischia il blocco Decine gli interventi sospesi e gli addetti in cassa integrazione o licenziati per la crisi. Le ore di lavoro sono diminuite del 20%: "Siamo al tracollo". Fermati molti degli investimenti 2009 delle principali immobiliari Ferrara, 17 febbraio 2009 - Investimenti programmati per l’anno nuovo che saltano. Cantieri già aperti che vengono bloccati. E centinaia di addetti che finiscono in cassa integrazione: perché anche un ‘bene-rifugio’ come il mattone subisce l’effetto della crisi e di conseguenza per il settore si sta profilando quella che sindacalisti e costruttori non esitano a definire "una delle peggiori dal Dopoguerra". Subito il conto della serva, utile per capire di cosa ci occupiamo. Gli addetti censiti nelle casse edili della provincia diminuiscono del 14% rispetto allo scorso anno; idem sul fronte delle ore lavorate, dove si registra un -20%. E questi sono i dati di dicembre 2008: "A gennaio e febbraio — dice Carlo Rivetti (Feneal-Uil) — c’è stato anche maltempo e questo comporterà sicuramente un peggioramento della situazione". Sono diverse decine invece le aziende che hanno chiesto di fare ricorso alla cassa integrazione ordinaria: al momento sono poco più di un centinaio gli addetti all’edilizia o in cassa o iscritti alle liste di collocamento, e dunque disoccupati. "La situazione è drammatica — dice Rivetti, che insieme ai colleghi della Cgil Daniele Baccarini e della Cisl Sauro Cazzoli sta lavorando per risolvere il quadro a tinte fosche — e siamo davvero molto preoccupati. Il problema è che chi è in cassa integrazione è quasi un ‘privilegiato’. In edilizia ci sono molte piccole aziende, con 1, 2 o al massimo 3 addetti fissi, che stanno chiudendo e morendo. E di queste ditte non si parla: ma molte hanno sospeso le attività. Basta fare un giro in città per vedere che ci sono cantieri in stallo da mesi". Il vero problema è che nel 2009 ci sono ben poche prospettive: "Sappiamo — continua Rivetti — che tutte le grandi immobiliari hanno sospeso gli investimenti programmati. E quelli che si stanno ultimando ora sono progetti vecchi, non nuovi o partiti da poco. E’ tutto bloccato". La scorsa settimana i sindacati hanno avuto un incontro ad hoc in Provincia e ora ci si aspetta qualche atto concreto anche dagli amministratori. "In altri settori — continua il sindacalista — prima di ‘morire’ ci sono lunghi percorsi. In edilizia si muore e basta, molto spesso". Per Baccarini (Cgil) "il numero di addetti, ora attorno a quota 5mila, è destinato a calare. E le piogge e il maltempo di quest’ultimo periodo hanno dato davvero il colpo di grazia a un settore in forte difficoltà". La ferita aperta dalla crisi sanguina e basta dire che si stiam ci sia più o meno un migliaio di alloggi invenduti per capire le dimensioni del problema: se il numero di compravendite nel primo semestre 2008 era calato del 14% rispetto al 2007, il trend previsto per la seconda parte dell’anno passato e per i primi sei mesi del 2009 è ancora peggiore. E' accaduto quello che molti si aspettavano: ovvero una produzione di case decisa e un mercato paralizzato in cui lo ‘stock’ di invenduto già oggi è imponente. "C’è qualche decina di cantieri che erano stati aperti ora fermi — ragiona Baccarini —. E le previsioni al momento non sono quelle di grandi aperture del mercato, anzi...". Il settore privato residenziale, che era quello dove una volta si concentrava la maggiore capacità di investimento, arranca: "Una volta c’erano un sacco di soldi — chiude — adesso è tutto bloccato". Per molte imprese la situazione rischia di diventare pesantissima: da sempre in edilizia c’è un alto tasso di mortalità delle aziende, ma quello a cui si assiste negli ultimi tempi ha più i contorni di una strage che non quelli di una lucrosa routine. http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/f...tte_ferme.shtml Prendo spunto da questo articolo apparso oggi sul Carlino Ferrara e mi chiedo come siano messe le aziende dove lavorate e se siamo davvero informati sui possibili rischi di cassa integrazione. Si è già parlato sul forum della crisi a livello mondiale ma vorrei entare nello specifico della situazione locale. Dite la vostra, qui c'è poco da ridere secondo me (IMG:style_emoticons/default/icon_frown.gif) Messaggio modificato da cioce il 17 Feb 2009 - 11:10 |
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