Assurdità Targate "lega Nord" |
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Assurdità Targate "lega Nord" |
15 Jun 2007 - 09:55
Messaggio
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Veudo Gruppo: Utente Messaggi: 831 Iscritto il: 3 July 2006 Età: 36 Utente Nr.: 1024 |
Clamorosa iniziativa dei deputati del Carroccio, per protestare contro l'esecutivo e chiedere elezioni
Condanna bipartisan dal mondo politico: Ulivo e Udc parlano di "comportamento squadrista" La Lega occupa i banchi del governo Montecitorio, venti minuti fuori controllo di CLAUDIA FUSANI Maroni accusa: "Malmenati dai colleghi del centrosinistra, faremo una denuncia a Bertinotti" Replicano Boato e Buemi: "Profonda indignazione per un comportamento fascista ed eversivo" ROMA - Venti minuti di anarchia pura, l'aula in balia di se stessa, il governo cacciato dai suoi banchi, quindici deputati leghisti in piedi su quegli stessi banchi. Insulti, spinte, seggiole alzate in aria. "Volevamo solo fare un po' del nostro solito cinema" dirà un'ora dopo Federico Bricolo. Era cinema anche qualche anno fa quando qualche padano fabbricò un finto carrarmato e attaccò il campanile di San Marco a Venezia. Peccato che non sia previsto in alcun modo fare "del cinema" a Montecitorio, nell'aula della Camera. La performance ha per protagonisti una quindicina di deputati della Lega che prima occupano i banchi del governo in segno di protesta sventolando la pagina della Padania che titola: "Fuori dalle balle"; poi accusano di aggressione i colleghi del centrosinistra Marco Boato e Enrico Buemi che, poiché la situazione non accennava a tornare alla normalità, si sono avvicinati agli occupanti leghisti al grido di "fascisti, questo è un atto eversivo!". Per i deputati del Carroccio è stata "un'aggressione fisica". I fatti - Tutto comincia pochi minuti dopo mezzogiorno. Dibattito distratto, aula semivuota, argomento i ticket sanitari. Improvvisamente dalla parte destra dell'emiciclo i quindici deputati leghisti cominciano a sventolare La Padania, con relativo titolo a lettere cubitali, e a urlare "elezioni". La maggioranza resta attonita. Qualcuno grida di smetterla, qualcun altro si avvicina, urla, spinte, lancio di giornali. Tra i leghisti spicca, per determinazione, Carolina Lussanna con tubino stile chanel di lino bianco e sandalino in tinta. Non sono da meno i colleghi Federico Bricolo e Matteo Brigandì, abito blu e camicia azzurra. La situazione scappa di mano. Accade tutto in pochi minuti. Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera, An, 28 anni, ha il turno di presidenza dell'aula. Sospende la seduta - nella confusione la sua voce si perde in un filo leggero - scampanella e lascia l'aula. E' il caos. I quindici deputati leghisti lasciano i banchi e si mettono a sedere, di fatto occupandoli, negli scranni del governo che stanno al centro dell'emiciclo sotto il banco della Presidenza. In quei banchi, in nome e per conto del governo, c'è solo Giovanni Lolli, sottosegretario allo Sport e alle Politiche Giovanili. Vista la situazione, si alza e se ne va. Il governo è nei fatti "sfrattato". L'aula "abbandonata" a se stessa: la Meloni ha sciolto la seduta ma prima non ha dato ai commessi dell'aula l'ordine di intervenire per riportare le cose a posto. Una svista, sicuramente, una leggerezza dovuta a inesperienza. Fatto sta che secondo regolamento i commessi non possono intervenire se non sono ordinati a farlo. Si vedono scene che nessuno avrebbe mai immaginato. Un parlamentare leghista è in piedi sui banchi del governo con una sedia in mano. Volano insulti di tutti i tipi. E le solite pagine della Padania. I questori della Camera, ce ne sono tre tra l'aula e le immediate vicinanze - Albonetti, Colucci e Galante - restano come pietrificati e non danno ordini ai commessi. La stessa opposizione reagisce, isola la Lega e lascia l'aula per marcare la differenza. Mario Pescante (Fi) prende a male parole un leghista. Ignazio La Russa (An) esce in Transatlantico e telefona al capogruppo della Lega Roberto Maroni: "Dove sei? Vieni subito, c'è un casino, devi richiamare i tuoi porca...". La maggioranza presidia l'aula e decide di intervenire visto che nessuno tra commessi e questori decide o riesce a farlo. Nel frattempo è rientrato il presidente Meloni. C'è anche un altro vice, Carlo Leoni (Sd). Marco Boato e Enrico Buemi, sicuramente due robusti signori ma non tra i più giovani, si avvicinano ai banchi del governo. Sono le 12.15 circa. La situazione è ormai fuori controllo. Si capisce solo che ci sono persone addosso alle altre, che qualcuno alza le mani, che altri vengono tenuti fermi. Finalmente arriva Maroni, capogruppo della Lega, "il capo", l'unico in grado di portare fuori i suoi deputati e ripristinare un minimo di ordine. In Transatlantico si vedono facce rosse, camicie sudate, giacche stazzonate. A mezzogiorno e quaranta torna, più o meno, la calma. La reazioni - E scattano le reazioni. La maggioranza attacca. In aula parlano i capigruppo. Dario Franceschini (Ulivo): "Occupare i banchi del governo è stato uno sfregio inaccettabile del Parlamento, un atto di squadrismo. Che nessuno si permetta di parlare di legittima critica quando un deputato dell'opposizione è in piedi sul tavolo del governo e brandisce una seggiola". Gennaro Migliore (Rifondazione): chiede "sanzioni adeguate" perché "l'atto di squadrismo di questa mattina apre una voragine democratica". Dai banchi dell'opposizione si indigna pubblicamente l'Udc: "Abbiamo visto atteggiamenti squadristi, è vergognoso e inaccettabile che si impedisca al Parlamento di proseguire i propri lavori" (Luca Volontè). Furiosa anche la vicepresidente Meloni - a cui la situazione è in effetti e non per colpa scappata un po' di mano - che ha definito quello del Carroccio un atto "senza precedenti" e "del tutto inaccettabile. L'ufficio di presidenza prenderà le determinazioni del caso", e "la Presidenza della Camera si impegnerà affinché episodi del genere non si ripetano". Meno indignati i toni di Silvio Berlusconi: "Se si tira troppo la corda - ha detto, commentando l'accaduto - possono accadere fughe in avanti che io non credo siano auspicabili da parte di nessuno". Ma Maroni non ci sta: a suo giudizio ("ma non era nemmeno presente in aula" gli manda a dire Franceschini) i parlamentari del suo partito sono stati "aggrediti", "picchiati", "malmenati". "Esponenti della sinistra - ha sostenuto - hanno scatenato una reazione assolutamente sproporzionata", rispetto alla protesta. Domani ci sarà l'incontro tra il presidente della Camera Fausto Bertinotti e il capogruppo Maroni che annuncia "una denuncia molto dettagliata". E martedì prossimo alle 10 si riunirà l'ufficio di presidenza dell'assemblea di Montecitorio. Marco Boato ha ancora il colletto della camicia sudato. "Macché aggressione, noi ci siamo avvicinati e gli abbiamo urlato un dato incontrovertibile: siete dei fascisti e state commettendo un atto eversivo. Quelli sono i banchi del governo... ". Per Enrico Buemi l'aggressione - è vero - c'è stata "ma al Parlamento". poi se la prende con la Meloni perché "avrebbe dovuto intervenire per tempo, evitare che quelli della Lega arrivassero ai banchi del governo. Invece li ha lasciati fare. Così come i commessi". Bertinotti difende l'operato della Meloni: "Le sue decisioni sono le mie", taglia corto da Mosca. Per il governo si fa sentire Vannino Chiti: "E' stato commesso un atto grave, un'offesa al Parlamento". Per oggi intanto i deputati della Lega non possono più mettere piede in aula. Si aggirano tra i corridoi e la sala stampa di Montecitorio. Spiegano le loro ragioni. Le dovranno spiegare domani a Bertinotti. Di fronte ai filmati. (14 giugno 2007) (da www.repubblica.it) Ma io dico... no, non dico niente. Bah. (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_rolleyes.gif) Messaggio modificato da solamente di passaggio il 15 Jun 2007 - 09:56 |
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16 Sep 2007 - 11:15
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#2
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Barbagian Gruppo: Utente Messaggi: 68 Iscritto il: 25 August 2007 Utente Nr.: 2745 |
nn e' facile restare obbiettivi e quindi dare giudizi. purtroppo come in tutte le cose nn ci vorrebbero gli estremisti ma uno a volte lo diventa xche' in certe situazioni si e' tirata troppo la corda
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16 Sep 2007 - 11:58
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#3
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Gago Gruppo: Utente Messaggi: 1607 Iscritto il: 3 September 2007 Utente Nr.: 2779 |
L'articolo 3 della nostra Costituzione italiana garantisce: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese." L'art. 3 cost. afferma che ognuno è libero di professare la propria religione e non deve essere discriminato dalla legge per il suo credo religioso ma non che enti pubblici devono finanziare luoghi di culto. L'art. 3 Cost. non dice che i comuni devono concedere terreni ai mussulmani per costruire moschee, è una vostra interpretazione (molto discutibile) di tale articolo!! Trascrivo art. 8 Costituzione: "Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze." Secondo l'art.8 Costituzione le religioni diverse dalla Chiesa Cattolica si organizzano per i fatti loro senza nessun aiuto da parte dello Stato o enti pubblici!!! |
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16 Sep 2007 - 12:22
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#4
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Super Member Gruppo: Utente Messaggi: 15258 Iscritto il: 14 December 2005 Età: 17 Utente Nr.: 459 |
Secondo l'art.8 Costituzione le religioni diverse dalla Chiesa Cattolica si organizzano per i fatti loro senza nessun aiuto da parte dello Stato o enti pubblici!!! Nein! (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif) L'art.7 e 8 non sono in contrasto, sono semplicemente una distinzione giuridica per i Patti Lateranensi. La Costituzione dice che per la Cattolica ci sono già dei patti, e che per le altre, assicurando la libertà religiosa, ci possono essere altri patti. L'art. 7 infatti, secondo comma, detta che i rapporti con la Chiesa cattolica "sono regolati dai Patti lateranensi" e che "le modificazioni dei patti accettate dalle due parti non richiedono procedimento di revisione costituzionale". Insomma in sostanza, tradotto in italiano, la Costituzione ci dice che "I Patti Lateranensi non regolano le altre religioni" ma che "le altre religioni possono fare tutti i patti che vogliono e non possono essere trattate diversamente dalla Cattolica". Successivamente la Corte Costituzionale ha dichiarato parità di trattamento a prescindere che ci siano patti o meno (per via del Concilio Vaticano II). Si tratta di rudimenti molto basilari di Diritto Costituzionale. Qui se vuoi c'è tutta la spiegazione tecnica: http://www.malagenta.it/fnprint.php?id=104 Messaggio modificato da Senbee Norimaki il 16 Sep 2007 - 12:24 |
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