Milano, Vigili Aggrediti Da Cinesi |
|
Benvenuto Visitatore ( Log In | Registrati )
Registrati per comunicare con gli altri e per accedere a tutte le altre funzionalità del sito!
Per qualsiasi info scrivi a staff [AT] ferraraforum [PUNTO] it.
Milano, Vigili Aggrediti Da Cinesi |
12 Apr 2007 - 20:13
Messaggio
#1
|
|
Figazz Gruppo: Utente Messaggi: 1321 Iscritto il: 19 May 2006 Età: 40 Da: ferrara Utente Nr.: 750 |
Milano, vigili aggrediti da cinesi
Volevano fare multa, scoppia protesta Una pattuglia di vigili urbani di Milano è stata aggredita da un gruppo di commercianti cinesi. Il motivo dell'aggressione sarebbe stata una multa per divieto di sosta da 40 euro notificata a una donna. A dare man forte ai commercianti nell'aggressione sono arrivati poi 300 connazionali. Il bilancio dei tafferugli è di 5 feriti e 20 contusi. Il fatto è avvenuto in via Paolo Sarpi, considerata la Chinatown della città. I casi più seri, e che comunque non dovrebbero essere gravi, riguardano 5 giovani cinesi che sono stati portati dal 118 agli ospedali Fatebenefratelli e Niguarda. Contusi 4 agenti della polizia intervenuti per calmare gli animi e 14 vigili, uno dei quali ha riportato una frattura alla mano destra. Il reparto celere è intervenuto con una carica di alleggerimento per consentire il recupero di un'auto di servizio dei vigili urbani circondata da oltre trecento immigrati, tra i quali molte donne e bambini. La pattuglia di vigili è stata aggredita in tarda mattinata mentre stava notificando una multa da 40 euro ad una macchina in doppia fila. La ricostruzione Secondo quanto ricostruito da alcuni testimoni, un primo momento di tensione si era già registrato in via Niccolini angolo via Bruno, la reazione contro la pattuglia dei vigili accusata dagli immigrati cinesi di aver malmenato una donna con un bambino dopo averle contestato la multa per parcheggio in doppia fila. Alcuni testimoni riferiscono che la pattuglia avrebbe cercato di far salire la donna insieme al bambino sull'auto di servizio dopo che questa aveva opposto resistenza. A questo punto l'auto di servizio, con tre funzionari all'interno e al quale hanno dato rinforzo altri agenti presenti in zona è stata circondata da circa trecento persone. Rapidamente le strade del quartiere si sono riempite di altri immigrati che hanno cominciato ad inveire e a gridare contro le forze di polizia che sono rapidamente giunte sul posto. Dopo la carica di alleggerimento della celere l'auto dei vigili è stata recuperata. Testimoni riferiscono di due auto ribaltate, mentre un funzionario di polizia ha confermato il ferimento di un agente. Durante gli scontri sono state viste sventolare diverse bandiere della Repubblica Popolare cinese e anche una bandiera italiana sventolata sempre da un immigrato. Nelle strade adiacenti Paolo Sarpi la tensione è tuttora molto alta, ma non si registrano altri incidenti e tafferugli. fonte: TG.COM E' un episodio molto grave avvenuto oggi a milano, a voi le considerazioni del caso Messaggio modificato da max21 il 12 Apr 2007 - 20:14 |
|
|
17 Apr 2007 - 19:13
Messaggio
#2
|
|
Super Member Gruppo: Utente Messaggi: 3562 Iscritto il: 24 May 2006 Età: 43 Da: Ferrara (land of fogs) Utente Nr.: 770 |
delle Iene mi spazzo il culo e aggiungo anche "alleggramente"
piccolino de mammà capisco la tua orientalofilia ma cerca di rimanere lucido che gli anni ce li hai parlano italiano, si sono sposati con italiani? ma falla finita, ma par favor! ma facci un giro, o vai nel quartiere marocchino a torino, oppure ti basta andare in oroboni alla macelleria islamica, una volta ci sono entrato e il tizio non è riuscito a dirmi se il manzo era sgozzato di fresco o comprato al macello morto (in italiano intendo, quando ho tirato il pollice alla gola mi ha capito e ha detto di no) ti accodo un pezzo di Filippo Facci (che stimo anche se abbiamo idee politiche diverse, soprattutto sui socialisti) Il rischio, adesso, è che ai cinesi milanesi si accòdino anche tutte quelle minoranze etniche e metropolitane la cui separatezza culturale è solo il travestimento di una separatezza delle regole. Si sta parlando delle regole che gravano su tutti gli altri, le regole ascritte al diritto naturale ma scritte soprattutto nel codice penale e amministrativo: le regole, insomma, che gli italiani di ogni colore e di ogni accènto sono costretti a rispettare e talvolta sono addirittura orgogliosi di avere. Detto in parole povere, a Milano sta succedendo che ai cinesi che protestavano si siano comiciati ad accompagnare non solo le solite frange dei soliti centri sociali, che è roba fisiologica, ma soprattutto anche molti extracomunitari già proprietari per esempio di phon-center, insomma di quel genere di esercizi commerciali che aprono e chiudono come funghi e agiscono secondo leggi del tutto proprie soprattutto in certe casbah milanesi: leggi che, come per i cinesi meneghini, non sono nè quelle dei loro paesi d’origine nè quelle del Paese che li ha accolti. Sono leggi (sarebbe meglio dire consuetudini) che per molto tempo si sono mosse in una terra di nessuno dove un’integrazione comunque non facile doveva incontrarsi con l’effettiva ‘improbabilità che cinesi o arabi o africani si trasformassero d’un canto in piccoli svizzeri, una terra che tuttavia, se possibile, li avviasse a diventare mediocri italiani come tanti di noi. Una terra di nessuno in cui, per anni, si è chiuso un occhio (facciamo due, facciamo tre) purchè regole e integrazione rimanessero sullo sfondo, negli obiettivi finali. Ma ora non è più così, siamo in un’altra era. Chinatown, ovvero la zona attorno a via Paolo Sarpi, è una zona franca abitata quasi solamente da cinesi e dove nessun’altra etnia vuole più saperne di andare ad abitare: e non c’è agenzia immobiliare che non lo confermi. Non è più un luogo dove l’integrazione del cinese è più facile: è il luogo dove nessuna l’integrazione è più necessaria. Si parla solo cinese perchè l’italiano lo studiano in pochissimi, si mangia cinese e soprattutto si lavora e vive con regole che, se non sono cinesi, sicuramente sono poco occidentali. E infatti il dramma, forse l’aspetto più inquietante, è che in questa situazione molti cinesi pseudo-italianizzati probabilmente credono davvero di essere dei vessati: non sanno neppure che il lavoro minorile stipato in qualche scantinato, da noi, è reato, magari non sanno che la monnezza non si butta in strada, che nei trasporti esistono normative di sicurezza create per ragioni precise, figurarsi che concetto possono avere della cosiddetta quiete pubblica, quella cosa chiamata senso civico. La Chinatown milanese espelle e crea: nel caso, 8 minimarket, 3 macellerie, 10 negozi di giocattoli e per bambini, 4 negozi di computer e telefonia, 7 erboristerie, 16 parrucchieri ed estetisti, 7 edicole e cartolerie, 8 esercizi di noleggio libri e musica e film, 334 ambulanti, 253 grossiti, 301 impresine tessili, più varie agenzie di viaggio e per matrimoni: tutto di cinesi e rigorosamente per cinesi, provate a entrare senza esserlo, provate a pagare non in contanti e a farvi rilasciare uno ascontrino, se ci riuscite. Un mondo a parte che reclama regole a parte, niente di strano che a contestare ci fossero e ci saranno anche extracomunitari della zona dietro Porta Venezia, dove appunto abbondano quei phone-center e internet-point cui il comune ha cercato di dare una regolata ricevendene in cambio la solita farfugliata accusa di razzismo sottolineata dai cretini: così, tanto per intorbidire le acque, tanto per chiamare le cose con un nome diverso. Chiamare legittima reazione, per esempio, una pura aggressione, chiamare razzismo l’applicazione delle regole, tirare in ballo la democrazia con il sostegno paradossale di un’ambasciata che la democrazia non l’ha mai conosciuta in migliaia di anni. Buttarla in caciara, in altre parole. E’ l’unico tratto italiano che hanno rapidamente assimilato. |
|
|
17 Apr 2007 - 20:55
Messaggio
#3
|
|
Super Member Gruppo: Utente Messaggi: 15258 Iscritto il: 14 December 2005 Età: 17 Utente Nr.: 459 |
delle Iene mi spazzo il culo e aggiungo anche "alleggramente" piccolino de mammà capisco la tua orientalofilia ma cerca di rimanere lucido che gli anni ce li hai parlano italiano, si sono sposati con italiani? ma falla finita, ma par favor! ma facci un giro, o vai nel quartiere marocchino a torino, oppure ti basta andare in oroboni alla macelleria islamica, una volta ci sono entrato e il tizio non è riuscito a dirmi se il manzo era sgozzato di fresco o comprato al macello morto (in italiano intendo, quando ho tirato il pollice alla gola mi ha capito e ha detto di no) Grao, stiamo parlando di cinesi, non di arabi. Culturalmente la differenza è proprio l'opposto. A Milano è successo questo: a una comunità perfettamente integrata come in tutto il resto del mondo (hai mai visto nel mondo comunità cinesi che si ribellano al governo che li ospita?) è stato impedito di punto in bianco di lavorare. Il motivo è ovvio: alcune associazioni di cittadini, soprattutto della Lega (molto presente a Milano come ben sai) ha promesso il voto alla Moratti a patto che in qualche modo sloggasse o facesse fallire la concorrenza cinese. La Moratti, prontamente, ha sguinzagliato la polizia solo in quel quartiere: i commercianti non possono nemmeno più trasportare le merci dal negozio al furgone perché si sono inventati un divieto di di usare carrellini sul marciapiede, ti rendi conto? CHIUNQUE si sarebbe incazzato, e anche MOLTO DI PIU'. Ma la Moratti l'ha fatto lo stesso perché tanto i cinesi non protestano mai. E invece stavolta hanno protestato, perché si tratta, quella di Milano, dell'unica comunità cinese italiana di seconda generazione. Sono tutti cinesi che parlano italiano perfettamente e che il cinese per molti versi non lo sanno. Sono persone fiere di essere italiane, ma incazzate contro la Moratti. Evidentemente non sei mai stato all'estero in vita tua se pensi che le comunità cinesi si comportino come quelle islamiche, caro mio. Gira un po' il mondo: non è la prima volta che te ne esci con luoghi comuni di uno sciovinismo e di un qualunquismo assurdo verso gli immigrati, il che non fa onore a una persona progressista e di sinistra come te. Io sono il primo a dire che se una comunità non è integrata o non rispetta le regole va messa in riga: ma non stiamo parlando dei cinesi. Facile dare la colpa alla mia orientofilia. Si dà il caso che la mia orientofilia derivi invece proprio da questo comportamento che hanno gli orientali: confondi causa con effetto. Io non sono d'accordo con i cinesi perché mi piacciono: mi piacciono perché sono totalmente d'accordo con la loro cultura. La differenza è sottile, ma è sostanziale. Se tu ti fossi trovato nei loro panni, altroché bandierine e proteste: avresti fatto il diavolo a quattro. Ai nostri allevatori fecero molto meno, guarda cos'hanno fatto per le quote latte. CITAZIONE Il rischio, adesso, è che ai cinesi milanesi si accòdino anche tutte quelle minoranze etniche e metropolitane la cui separatezza culturale è solo il travestimento di una separatezza delle regole. E questo sì, è vero, è un pericolo: una giusta protesta può dare adito a ingiuste proteste. Non è certo però il motivo per pretendere che i cinesi se ne stiano zitti quando vengono discriminati o subiscono soprusi. CITAZIONE Ma ora non è più così, siamo in un’altra era. Chinatown, ovvero la zona attorno a via Paolo Sarpi, è una zona franca abitata quasi solamente da cinesi e dove nessun’altra etnia vuole più saperne di andare ad abitare: e non c’è agenzia immobiliare che non lo confermi. Questa è una stronzata colossale, perché per conferma ho telefonato ai miei cari amici di Milano. Sai che mi hanno detto? Che sono proprio le agenzie immobiliari che hanno votato in massa per la Lega e hanno fomentato. Pre forza: ti ricordo il passato immobiliarista milanese dell'ex Presidente del Consiglio, e ti ricordo anche che gli italiani che abitavano in via Sarpi si sono riempiti le tasche a vendere i propri esercizi ai cinesi, che si sono indebitati fino all'osso per partire con le loro attività commerciali. Ovvio che quando hai creato una rete commerciale potente, e hai comprato il 90% degli immobili, il 10% rimanente cade di prezzo: questo permette ad altri cinesi di comprare a meno prezzo e ridistribuire sulla comunità la convenienza. Si chiama legge di mercato. Ma all'italiano, che è il primo a non rispettare la legge, dà fastidio la concorrenza, l'italiano è quello che si mette d'accordo col governo per fare una legge che abbatta la concorrenza e faccia campare il tuo negozio stronzo in cui lavori solo il 10% della concorrenza e tratti i clineti con spocchia, e ti chiedi come mai vendi meno della concorrenza... Facile poi dare la colpa al cinese, al pericolo giallo, al mammaliturchi. Una giunta leghista e forzista è la ciliegina sulla torta: manda la polizia a fare multe anche a chi butta uan sigaretta per terra e così gli metti i bastoni tra le ruote, per la gioia di chi ha sempre considerato i cinesi come insetti a cui vendere la casa o da sfruttare per la mano d'opera. Eh no, i cinesi veri sono imprenditori, commercianti e lavoratori, e se gli vendi il negozio te lo fanno diventare molto concorrenziale. A quel punto o ti armi anche tu e gli fai una vera concorrenza, come è successo in tutti gli altri stati del mondo dove evidentemente non sei stato mai, oppure come in Italia prometti il voto a un sindaco in cambio dei manganelli contro i gialli. CITAZIONE La Chinatown milanese espelle e crea: nel caso, 8 minimarket, 3 macellerie, 10 negozi di giocattoli e per bambini, 4 negozi di computer e telefonia, 7 erboristerie, 16 parrucchieri ed estetisti, 7 edicole e cartolerie, 8 esercizi di noleggio libri e musica e film, 334 ambulanti, 253 grossiti, 301 impresine tessili, più varie agenzie di viaggio e per matrimoni: tutto di cinesi e rigorosamente per cinesi, provate a entrare senza esserlo, provate a pagare non in contanti e a farvi rilasciare uno ascontrino, se ci riuscite. Ci ho provato, ed è sempre stato perfetto. Scontrino regolare, sorrisone del commerciante, e pure lo sconto. Facci è un losco figuro razzista, o uno che parla solo per sentito dire, e pure in malafede. CITAZIONE Un mondo a parte che reclama regole a parte, niente di strano che a contestare ci fossero e ci saranno anche extracomunitari della zona dietro Porta Venezia, dove appunto abbondano quei phone-center e internet-point cui il comune ha cercato di dare una regolata ricevendene in cambio la solita farfugliata accusa di razzismo sottolineata dai cretini: così, tanto per intorbidire le acque, tanto per chiamare le cose con un nome diverso. Chiamare legittima reazione, per esempio, una pura aggressione, chiamare razzismo l’applicazione delle regole, tirare in ballo la democrazia con il sostegno paradossale di un’ambasciata che la democrazia non l’ha mai conosciuta in migliaia di anni. Buttarla in caciara, in altre parole. E’ l’unico tratto italiano che hanno rapidamente assimilato. Bravo Facci, e adesso vai a Londra o ad Amsterdam nella Chinatown e vai a dare del cretino a tutti i londinesi e gli olandesi già che ci sei, spocchioso italiano razzista che non capisce la differenza tra un islamico integralista che vuole sgozzare i propri capretti e un cinese laborioso che vuole solo avere la possibilità di esercitare legalmente la sua attività senza essere vessato dalla polizia. I cinesi non hanno protestato per multe per mancati scontrini: hanno proteste per tre mesi di multe continue e chiaramente provocatorie per "uso di carrello a mano su marciapiede", "carico eccedente di chili 3 sul massimo consentito di chili 1000", "divieto di fermata anche se con motore acceso e per 25 secondi". Grao, GUARDA quel SERVIZIO delle Iene, per favore. Se a Milano la polizia si comportasse nello stesso modo nei confronti dei milanesi, adusi al parcheggio selvaggio in doppia fila come ben sai, sai quanto si incazzerebbero? Altrochè cinesi. E rispondi a questa domanda: perché all'estero nessuna comunità cinese nella storia si è MAI ribellata? |
|
|
Versione Lo-Fi | Oggi è il: 7 Jun 2024 - 08:15 |
|
||||||||||||||
Contattaci a staff@ferraraforum.it - visitatori dal 25 Marzo 2005 ( oggi) |