D'Elia, eletto alla camera chi è condannato... |
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D'Elia, eletto alla camera chi è condannato... |
4 Jun 2006 - 19:33
Messaggio
#1
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Pòch ad bòn Gruppo: Utente Messaggi: 677 Iscritto il: 26 March 2005 Età: 41 Utente Nr.: 11 |
Sergio D'Elia, condannato a 25 anni di carcere per l'omicidio del poliziotto Fausto Dionisi nel 1978 è ora eletto deputato della Rosa nel Pugno.
complimentoni!!bravi bravi, scusate, non mi è chiaro, la Rosa nel Pugno da che parte sta? ora, io che voglio fare il presidente della repubblica chi devo uccidere?? che vergogna essere italiani (purtroppo è triste da dire, ma è così) |
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5 Jun 2006 - 11:13
Messaggio
#2
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Veudo Gruppo: Utente Messaggi: 817 Iscritto il: 30 March 2005 Età: 45 Da: Frara Utente Nr.: 28 |
@Simone: la risposta è nella lettera che ho postato... è un po' lunga, ma vale la pena leggerla. Almeno per essere informati.
Personalmente non ho mai sparato a nessuno, anche se è stato solo un caso. Sarebbe potuto accadere a me, esattamente, come è successo a molti miei compagni, con cui ho condiviso tutto, di uccidere e/o essere uccisi. In quegli anni, solo una serie di – posso dire col senno di poi – fortunate circostanze mi hanno impedito di diventare un assassino.
Sono stato condannato in base a uno dei postulati della dottrina emergenzialista dell’epoca, per cui il responsabile di un’organizzazione terroristica andava considerato responsabile dei crimini commessi nel territorio in cui operava. Agli occhi dei giudici non valeva il principio costituzionale della responsabilità penale personale ma quello ben più politico del concorso morale. E’ agli atti del processo che ero lontano da Firenze al momento del fatto, che non ero stato tra gli ideatori e gli esecutori materiali della tentata evasione dal carcere delle Murate. Ciò nonostante, ero da considerare a tutti gli effetti responsabile dell’omicidio; per l’esattezza, di essere stato a conoscenza del piano di evasione e di non aver fatto nulla per impedirla, l’evasione evidentemente, non l’omicidio, che non era certo l’obiettivo di quell’azione, ma l’esito tragico di un fatto imprevisto. Una logica perversa che in futuro non sarebbe più stata applicata. |
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