Eutanasia, Obbligo Di Alimentazione |
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Eutanasia, Obbligo Di Alimentazione |
14 Sep 2007 - 12:50
Messaggio
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Gago Gruppo: Utente Messaggi: 1552 Iscritto il: 9 November 2006 Età: 46 Da: Ferrara Utente Nr.: 1496 |
Da TGCOM
Eutanasia, obbligo di alimentazione Vaticano:vita vegetativa da rispettare Per la Santa Sede non bisogna mai interrompere l'alimentazione anche in caso di coma. "La somministrazione di cibo e acqua, anche per vie artificiali, è in linea di principio un mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vita". Lo afferma la Congregazione della Dottrina della Fede. Anche se in "stato vegetativo permanente", il paziente è una persona "con la sua dignità umana fondamentale", ricorda il Vaticano. Il concetto, ribadito dalla Congregazione della dottrina della fede, è arrivato in risposta a due domande che la Conferenza episcopale degli Stati Uniti formulò nel 2005, a pochi mesi dalla morte di Terri Schiavo (31 marzo di quell'anno), un caso che infiammò il dibattito Oltreatlantico sull'eutanasia e l'accanimento terapeutico. Pur prevedendo - in una nota esplicativa - tre fattispecie di "casi eccezionali" per i quali questa indicazione non vale, l'ex Santo Uffizio spiega, nel documento vero e proprio approvato da Benedetto XVI, che il nutrimento e l'idratazione sono un "mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vita" (primo quesito) e, quindi, non possono mai essere interrotti: anche quando i medici competenti giudicano con certezza morale che il paziente non recupererà mai la coscienza (seconda questione). "Un paziente in stato vegetativo permanente - si legge nel breve testo delle risposte - è una persona, con la sua dignità umana fondamentale, alla quale sono perciò dovute le cure ordinarie e proporzionate, che comprendono, in linea di principio, la somministrazione di acqua e cibo, anche per vie artificiali". "In favore della possibilità di rinunciare all`alimentazione e all'idratazione di questi pazienti si invoca spesso il Discorso di Papa Pio XII ad un Congresso di Anestesiologia del 24 novembre 1957", ricorda la nota esplicativa alle due risposte. Invece, "le Risposte che ora dà la Congregazione per la Dottrina della Fede si collocano nella linea" di una serie di documenti della Santa Sede citati e, "in particolare, del discorso di Giovanni Paolo II del 20 marzo 2004". |
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