cosa ne pensate? mi pare una domanda legittima, alla luce, soprattutto, degli ultimi episodi che ancora una volta hanno fatto dei caduti tra i nostri soldati.
Io dico di sì!
NB questo tema potrebbe essere molto caldo per cui cercate di controllarvi
Ovviamente si, non doveva nemmeno andarci in iraq. Però Berlusca doveva leccare il culo a Bush....
Giusto per render chiara la situazione, l'intervento italiano è sotto egita ONU, quindi evitiamo di uscire dal seminato. L'ONU ha chiesto calorosamente a tutti gli stati membri di partecipare alla missione di messa in sicurezza e ricostruzione dell'Iraq.
Per essere ancora più chiari, sottolineo alcuni punti secondo me fondamentali:
1- l'Italia non ha partecipato in alcun modo alle operazioni di guerra contro l'Iraq, ma è intervenuta solo a conflitto terminato, secondo i termini dettati dalle risoluzioni ONU;
2- l'Italia si è impegnata diplomaticamente, per tutto il tempo, a tentare di non rendere irrimediabili gli strappi tra Unione Europea, Russia e Stati Uniti, cosa che nessun'altro ha fatto preferendo arroccarsi sulle proprie decisioni (Russia, Francia, Germania, Cina: Guardacaso, i paesi con i più lauti contratti petroliferi con il governo di Saddam...);
3- L'Italia non è la sola nazione ad essere in Iraq. Oltre ad USA ed UK vi sono moltissimi paesi della NATO: la lista è lunga, anche se magari i numeri sono relativamente piccoli;
4- sia chiaro che le risoluzioni di cui parlo sopra legittimano l'intervento internazionale per la ricostruzione, la messa in sicurezza e la ricostituzione delle forze armate irachene, e NULLA hanno a che vedere con la guerra angloamericana che ha dato inizio a tutto.
Detto questo, la mia personale opinione è che (e qui di nuovo vado per punti):
1- l'intervento italiano è stato determinante per la rinascita dell'area di Nassiryah, e per la sua messa in sicurezza;
2- il fatto che ancora vi siano attentati non significa che la popolazione sia contro i nostri militari, non più di quanto gli attentati delle BR significano che gli italiani odiano le forze dell'ordine;
3- le forze di polizia e l'esercito iracheno sono sulla buona strada per essere autonomi, e potersi prendere carico della sicurezza del paese. Andarsene prima che la loro formazione sia completa significherebbe abbandonare un popolo a se stesso, ma soprattutto significherebbe lascirli nelle mani degli estremisti, e dei nostalgici del regime Baath. Sarebbe come se gli americani se ne fossero andati lasciando intatto il governo di Salò, spalancando di fatto le porte ad un ritorno al potere dei fascisti.
A conti fatti, tenuto conto che DI FATTO l'Italia non ha preso parte all'attacco degli americani, nè l'ha supportato in altro modo (lo spazio aereo è stato concesso anche dai paesi del NO, come Francia e Germania, quindi l'obiezione non reggere...), direi che non vi è differenza tra la missione in Iraq e quelle in altre zone calde, come il Kosovo, la Somalia, l'Afghanistan, etc. Anzi, ben più grave è la questione Kossovo, per la quale D'Alema autorizzò i bombardamenti da parte di aerei italiani senza informare la popolazione.
Quindi, i soldati hanno scelto di fare quel lavoro, la missione Antica Babilonia è un lavoro non diverso dalle altre missioni, quindi non vedo perchè non dovrebbero portarlo a termine.
Ciao
Il ritorno deve essere fatto di comune accordo con tutte le parti in causa. Andarsene via senza se e senza ma non solo non serve a nulla, ma rischia di creare ulteriore confusione. Inoltre i recenti avvenimenti per quanto tragici non devono destabilizzare la politica di un piano di aiuti, perché è proprio ciò che vogliono gli attentatori. Già ci hanno ucciso degli uomini, andarsene via alla zapatero vuol dire solo dare loro ragione. Se è il numero di morti il problema, pensate alle 50 e più persone morte sulle strade nell'ultimo weekend.
onestamente si.....
però non appena tutte le truppe internazionali hanno lasciato il territorio deve partire un fitto bombardamento con razzi napal.....così si finisce il lavoro!!!
simone regolati please..
quoto axettone e mago ged
se ce ne andiamo ora i nostri ragazzi sono caduti per nulla
E' bello vedere gente che piange i caduti (la maggior parte volontari che prendono come un primario) in una guerra a cui all'Italia non gliene deve fregare un cazzo, e poi vuole che le truppe rimangano là...
mitico slash!
non entro in polemica sulla lungimirante strategia proposta da simo però dico che ora non si può scappare...ci siamo presi delle responsabilità...
X MagoGed:
Quello che hai scritto è troppo difficile da spiegare a chi è convinto che il nostro paese abbia mandato un esercito di occupazione, per azioni offensive...
E' impossibile capire qualcosa di cui non si conosce neppure l'esistenza.
E comunque la speranza è l'ultima a morire...
Purtroppo adesso non si può andare via tutto d'un tratto, però gradualmente si, e mi sembra anche giusto farlo.
Questo perché due cose di questa guerra non mi sono andate giù (ed io sono tutt'altro che pacifista):
-E' iniziata per sola volontà degli USA, che se ne sono fregati dell'ONU, dimostrandone l'inutilità, ma anche la propria infinita arroganza; non hanno rispettato i tempi e non hanno portato prove, sono partiti e basta.
-I nostri cosiddetti alleati hanno dimostrato tutta la loro "serietà" nel caso Quattrocchi, occultando le prove di un fuoco amico che era impossibile nascondere e prendendoci in giro, visto che se lo possono permettere solo perché "loro sono gli Stati Uniti e noi l'Italia".
Non dovrei fare di questi episodi una tragedia, lo so che una guerra richiede sacrifici, ma non mi piace l'atteggiamento degli USA, ai quali tutti paghiamo tributo e lecchiamo le chiappe ricevendo in cambio aria fritta.
anche secondo me ovviamente non si può far le valigie e partire, ovviamente nn è così facile!
quando dico "è ora di tornare" intendo, "è ora di inziare a tornare"
Beh, ovvio Potty, mica potremo restare là in eterno!
E' il ritorno improvviso e frettoloso che ritengo sbagliato, ma il ritiro graduale delle truppe è doveroso e inevitabile!!
Alle vostre sagge parole, aggiungo che il ritiro graduale va affiancato da una altrettanto graduale sostituzione del personale militare con personale civile (aiuti umanitari, ingegneri civili, ispettori per i diritti umani eccetera).
Simo, c'erano anche parecchi iracheni che aiutavano i militari a spostare macerie e cercare sopravvissuti e cadaveri, se è per quello.
E ci sono anche aiuti di altro genere.
Il fatto è che i media non parlano di queste cose perchè non fanno notizia. Un blindato che salta in aria fa notizia, tutto il resto no.
Tra l'altro i soldati irakeni alleati ONU sono quelli che maggiormente vengono uccisi e torturati, credevo che lo sapessero anche i sassi, ma evidentemente la propaganda bellica riesce a plagiare ancora qualche giovane virgulto del forum.
Probabilmente il giovane virgulto crede ancora che il succitato aiuto sia effettivamente e manifestamente stato richiesto dall'Irak.
Altre news da Saturno, simone?
E che c'entra? Si stava criticando la frase di Simone "non mi pare si sia mai sentito dire che qualcuno di questo bravo popolo abbia aiutato i soldati a scoprire covi di terrorirsti o fermare un attacco contro qualche convoglio o postazione", clamorosamente smentita dal fatto che il popolo iracheno e il suo esercito sono quelli che più crepano negli attacchi dei terroristi.
No spett... mi sa che allora ho interpretato male la frase "la propaganda bellica..." boh.. vabbè fa lo stesso..
Simone, cosa ti devo dire? O ti sbagli di grosso o l'etnia irakena è inferiore.
pensate pure quel cazzo che vi pare,onestamente mi sono rotto di star qui a discutere con voi.
Quindi, in sostanza, noi abbiamo una guerra cominciata per motivi inesistenti, anzi per una vera e propria balla, a cui abbiamo dato sostegno logistico (basi aeree sostanzialmente) e a parole, probabilmente per captatio benevolentiae nei confronti dell'amministrazione Bush.
Successo il casino però almeno una cosa positiva c'è stata: la popolazione ha festosamente salutato la fine del regime che li opprimeva, ma è cominciata la guerriglia che vede contrapposte le nuove istituzioni democratiche del paese contro i vecchi sostenitori del regime, affiancati dai terrorsti. In questo clima l'Italia ha mandato, senza che l'ONU l'avesse ancora deciso, delle sue truppe per presidiare zone molto piene di civili in balia di attacchi terroristici. Dopo, anche con il benestare dell'ONU, gli italiani sono rimasti, pagando due volte col sangue questa loro permanenza.
La popolazione irakena quindi va in massa a votare, dimostrando di non essere assolutamente con i terroristi, che anzi minacciavano di far saltare in aria la gente che sarebbe andata a votare (e in alcuni casi purtroppo è successo). Molte persone andavano fiere del timbro blu che avevano sulla mano, che voleva dire "io ho votato".
Ma l'indicazione di voto è chiara: vince una maggioranza sciita.
Ora, sapete tutti che il mondo arabo si divide essenzialmente fra sciiti e sunniti. Gli sciiti, minoritari nel mondo (solo il 10% dei musulmani) sono però maggioritari, da sempre, in Irak (perché la scissione avvenne lì) e in Iran (perché fu imposta da una dinastia). Gli sciiti sono, da un punto di vista occidentale, un po' più pericolosetti, perché mettono sia il potere religioso sia quello politico nelle mani di una sola persona. L'Imam (la guida spirituale) e il Califfo, la guida politica, sono la stessa persona: la legge è quella islamica, la sharia. L'emiro è una specie di principe ereditario, ma deve sottostare al potere spirituale e politico dell'Imam-Califfo.
I sunniti invece, religione più antica, sono convinti che il potere politico possa essere gestito da persone diverse dall'Imam, la guida spirituale. Così per i sunniti l'Imam è solo il capo della moschea, mentre il capo politico può essere chiunque: in genere un Sultano, ma anche un Presidente democraticamente eletto, oppure un militare golpista come Saddam Hussein. Il partito di Saddam, il partito Bath, era infatti il partito dei sunniti irakeni, molto minoritari nel paese e concentrati soprattutto nella zona di Tikrit. Grazie a un iniziale appoggio dei servizi segreti americani, che ci tenevano a contrapporre agli sciiti iraniani (finanziati dai russi) dei sunniti nel confinante Irak, Saddam con un golpe andò al potere. La solita strategia "il nemico del mio nemico è mio amico" portò all'ennesimo disastro e instaurò una dittatura feroce in Irak. Nel frattempo la guerra Iran-Irak finì, lo scià se ne andò e arrivò la repubblica, che elesse democraticamente quello che pian piano sarebbe diventato un regime teocratico (sciita), da Komehini fino a oggi.
Ora effettivamente c'è il rischio che questo accada anche in Irak: fondamentale sarà vigilare sul rispetto delle istituzioni, che per venire incontro alle esigenze sciite hanno trovato un punto di contatto fra la democrazia e lo sciismo: il Parlamento è democraticamente eletto ma i legislatori si impegnano, essendo sciiti, a formulare leggi che non siano in contrasto col Corano, o almeno con la loro interpretazione di esso.
E' un buon punto di arrivo: se si rimane vigili, si può evitare l'effetto-Iran, ma gli osservatori internazionali dovranno essere pronti e solerti per lungo tempo ancora, secondo me.
Il problema è che nel frattempo in Irak si sta scatenando, come previsto, una guerra civile: i sunniti perdono di nuovo il potere dopo che Saddam l'aveva conquistato senza il consenso popolare, si ritrovano minoranza, alcuni si alleano coi terroristi, fomentano le folle, disertano in massa le elezioni. Ma sono una minoranza, molto piccola fra l'altro, e tutta concentrata attorno a Tikrit. Costoro sì: vedono gli americani e anche quindi gli italiani come truppe di occupazione.
La maggioranza sciita invece vede gli stranieri come un male necessario per conquistare la tanto agognata indipendenza da regimi e godersi le loro belle leggi coraniche (oh, la maggioranza lo vuole, contenti loro) fatte da un Parlamento democraticamente eletto. Per ottenere questo vanno a votare, fieramente, per la Costituzione e rischiano pure la vita, poi in tantissimi si iscrivono all'esercito. Di costoro ne moriranno migliaia, molti più che gli Americani, e molti anche fra atroci torture perpetrate dagli affiliati di Al Qaeda. Loro sono sicuri che un bel giorno finalmente il terrorismo finirà e gli stranieri, questa ingombrante ma utile presenza di infedeli, se ne andrà per sempre.
Questo finora è quello che mi è parso di capire della situazione che c'è col rapporto con le nostre truppe.
@Simone: se tu non avessi voglia di discuterne non avresti neanche voglia di scrivere che non hai voglia di discutere, e l'argomento l'hai pure introdotto tu, quindi per favore porta qualche argomento o lascia perdere i soliti messaggi piccati e offesi senza argomenti e tutti personali, che poi dobbiamo cestinare regolarmente...
Letto un pò frettolosamente, ma c'è una cosa alla quale voglio rispondere assolutamente: l'Italia è andata in Iraq DOPO che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU autorizzasse l'intervento.
Per dirlo chiaro e tondo, l'intervento italiano in Iraq è del tutto legittimato dall'ONU.
Se interessa, appena ho tempo posto riferimenti precisi.
No, la risoluzione 1511 è successiva all'invio di truppe italiane in Irak.
Tale risoluzione legittima (non completamente) le nostre truppe che erano già là, ma prima esse erano state mandate senza il benestare dell'ONU.
L'unica cosa buona che ha fatto il governo è stata quella almeno di non mandare italiani a bombardare l'Irak durante l'attacco angloamericano (anche se comunque se ne rese compiacente mettendo le nostre basi militari a disposizione dei caccia americani pieni di bombe). Ma finito l'attacco e rovesciato il regime, gli italiani sono andati laggiù SENZA che l'ONU avesse deciso. Poi l'ONU decise apparentemente in nostro favore, con la risoluzione 1511. Ma non è esatto: la risoluzione 1511 in realtà prefigura una forza MULTINAZIONALE e UMANITARIA, non di semplice controllo del territorio né di soli tre o quattro stati (quelli che attaccarono). Sostanzialmente la risoluzione 1511 non è ancora stata applicata quindi, ed è in virtù di questo dettaglio che alcuni considerano anche le nostre truppe come truppe di occupazione e non come una forza internazionale di pace.
Io, al di là della definizione e delle ragioni passate (ormai il passato è passato, al massimo serva da esempio per non rifare più un'altra guerra inutile) sono convinto che occorra ritirare le truppe gradualmente e sostituirle appunto con una forza internazionale di controllo e di difesa dei diritti umani, atta a conferire al popolo irakeno la piena autodeterminazione e il funzionamento della democrazia.
No, c'è una risoluzione, precendente, la 1483, che autorizza la missione:
http://daccessdds.un.org/doc/UNDOC/GEN/N03/368/53/PDF/N0336853.pdf?OpenElement
datata 22 Maggio 2003. La missione italiana iniziò nel mese di Luglio.
La 1511 confermò tale autorizzazione, esplicitando l'autorizzazione ad inviare forze militari.
Ciao
No, quella risoluzione non parlava affatto di costituzione di una forza internazionale per la protezione del territorio, ma prendeva solo atto della situazione auspicando l'invio di personale civile da parte di tutti i membri per salvaguardare i diritti umani. Tant'è vero che l'unico atto governativo nostro che ne parla è questo:
http://www.mincomes.it/circ_dm/circ2003/com220703.htm
...che appunto manda dei civili nel ramo di costruzioni elettriche.
Quando il nostro governo mandò le truppe prima della 1511 lo fece appellandosi ai doveri NATO (come fece D'Alema con la Jugoslavia), non alla 1483.
Articoli 1 e 2:
1. Appeals to Member States and concerned organizations to assist the
people of Iraq in their efforts to reform their institutions and rebuild their country,
and to contribute to conditions of stability and security in Iraq in accordance with
this resolution;
2. Calls upon all Member States in a position to do so to respond
immediately to the humanitarian appeals of the United Nations and other
international organizations for Iraq and to help meet the humanitarian and other
needs of the Iraqi people by providing food, medical supplies, and resources
necessary for reconstruction and rehabilitation of Iraq’s economic infrastructure;
e le "conditions of stability and security" le si ottiene solo con l'impiego di forze militari.
Inoltre, con la situazione che c'era in quel momento in Iraq, l'impiego di militari era quantomeno necessario. Se fossero stati inviati unicamente enti civili, ci sarebbe stata una strage tra il nostro personale. Ti ricordo che la guerriglia è stata capace di attaccare un'ospedale da campo della CRI...
Ad ogni modo, il testo da te citato si riferisce solo all'estensione del programma OFF prevista da quella risoluzione, non all'adempimento della stessa.
ADDENDUM
http://www.esercito.difesa.it/root/attivita/mix_babilonia.asp
Potty io sono estremamente dispiaciuto per i nostri caduti, ma sbagli a dire che voglio restino. Andarsene ora è come sputare sulla loro morte e renderebbe totalmente nullo il periodo di permanenza in Iraq. Li stiamo aiutando andarsene ora sarebbe orrendo per loro
sai bene anche tu potty che per questo genere di cose non bastano mai un paio di mesi...comunque in qualsiasi caso,non appena le truppe delle varie nazioni lasceranno il territorio irakeno,vedrai che la situazione tornerà molto simile a quella della guerra civile.
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