E' un discorso sui diversi tipi di percezione moooooolto lungo...
In pratica, riassumendo tantissimo: se tu mostri ad un sudafricano senza nessun livello d'istruzione un'immagine tridimensionale, lui l'interpreterà sempre secondo due sole dimensioni. Tutto ciò collegato alla padronanza di convenzioni tipicamente occidentali. Tutto ciò insegna molto sulle nostre percezioni. Insomma, i disegni non sono necessariamente evidenti di per sé: acquistano senso soltanto se si accettano certe regole interpretative. Per farti un esempio: come lo studio delle metafore rivela la vera natura del linguaggio letterale, così lo studio delle illusioni ottiche rivela la natura della percezione visiva del reale. Infatti, la contrapposizione tra linguaggio letterale e linguaggio metaforico non è diversa da quella tra realtà e illusione per quanto riguarda la percezione. In entrambi i casi la conoscenza del contesto ci permette di distinguere il letterale del metaforico, il reale dell'illusorio.
Esisono quattro tipi d'illusione ottica:
- la distorsione: ciò che si vede appare più grande o più piccolo, più lungo o più corto, di quanto non sia in realtà;
- l'ambiguità: quando la serie dei segnali visivi è costante, ma il soggetto la percepisce procedendo a scatti da un'immagine all'altra;
- il paradosso (è il caso di
Relativity): una contraddizione in termini, o almeno un'immagine che appare visivamente contraddittoria. Nel caso di
Relativity inciampiamo di continuo applicando una data serie di procedimenti cognitivi per decifrare i segnali visivi che riceviamo. Quando crediamo di aver capito, ecco che un'altra parte dell'immagine capovolge la teoria;
- l'immaginazione: vedere cose che non ci sono.
Ronf ronf...