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Versione completa: Magdeburg
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CtHuLhu
Dò il via a una discussione sulla fantastica saga di Magdeburg arrivata per ora al secondo capitolo (il terzo "il Demone" arriverà forse verso Aprile).

Dunque....posto un pò di info...

1) L'Eretico

Germania. Turingia, 1630. Il cuore nero dell'Europa.
E' il Giorno dei morti a Wolfengrad: nella piazza del villaggio devastato dalla guerra eterna e dalla pestilenza sta per compiersi un efferato delitto, uno dei tanti compiuti in nome della fede. Dal nulla emerge un misterioso viandante in nero. Nessuno sa chi sia, perché si arrivato a Wolfengrad, ne cosa stia cercando.
Sempre in Germania, nelle rovine di un antico e poderoso castello, il principe cattolico Reinhardt Von Dekken "battezza" il suo progetto di dominio sulla nazione tedesca.
Fiume Elba, verso Magdeburgo, la città della Vergine: il misterioso Osservatore, rappresentante del Cardinale Richelieu, intraprende il suo viaggio nelle tenebre.
Monastero di Kolstad: madre Erika raccoglie il coraggio per affrontare i suoi incubi spaventosamente reali.
Sono questi i quattro personaggi cardine attorno a cui ruota la storia narrata nel primo volume della saga Magdeburg.
Attorno a loro si muovono personaggi affascinanti e misteriosi: giovani accusate di stregoneria, soldati, inquisitori, ecclesiastici dal passato oscuro, capitani di ventura (o di sventura), e alti prelati vaticani.
Le storie si intrecciano attraverso intrighi e battaglie, mentre l'autore ci rivela a poco a poco il passato di tutti i personaggi coinvolti e le loro storie apparentemente separate si avvicinano lentamente.
Il tutto è narrato con dovizia di particolari e ricercatezza nel descrivere le armature, le armi, gli stendardi, miscelando sapientemente personaggi di fantasia con personaggi storici.
La tipica cura nel descrivere gli armamenti e le tecniche di combattimento che Sergio Altieri pone nei suoi romanzi è ritrovata anche in questo, pur trasposta nel diverso contesto temporale, così come merita una menzione particolare la ricostruzione storica della Guerra Dei Trent'anni e del rapporto delicato tra le due fedi, protestante e cattolica, e la politica.
Ci sono poi altri elementi che andrebbero menzionati e che aggiungono diversi piani di lettura al romanzo, ma sono strettamente collegati ai numerosi colpi di scena presenti, e quindi risulta impossibile farne anche un seppur minimo accenno.
Ma attenzione, in quest'epoca non ci sono cavalieri in armatura scintillante: il marcio si annida ovunque, nell'animo degli uomini e sul metallo delle corazze, la Malattia imperversa per l'Europa e non esistono freni alla decadenza.
Questo è uno dei periodi più neri della storia del nostro continente.
Nient'altro che guerra.
Per trent'anni si estende a macchia d'olio, se ne perde di vista la causa...non se ne vede la fine. Altieri é bravissimo nel descriverci tutto questo, e nel farlo come sempre non ci risparmia nulla: in questo viaggio vediamo quello che vedevano i personaggi che popolavano quell'Europa e credetemi, non è quasi mai piacevole.
Nessun crimine ci viene risparmiato, nessuna devastazione viene taciuta. Eppure (o forse proprio per questo) il libro affascina.
Nonostante la crudezza delle scene, si è trascinati avanti nella lettura, dalla curiosità, dalla voglia di sapere a che cosa porterà quest'intreccio di destini e di storie; curiosi di vedere se dal cuore della tenebra e della devastazione rinasceranno la speranza e l'amore.
Il ritmo è sempre sostenuto, mentre la narrazione è portata avanti con corti capitoli ognuno dei quali segue il cammino di un personaggio, intervallati da flashback riguardanti l'oscuro passato dei protagonisti.
Bisogna aggiungere in conclusione che il libro in quanto primo volume di una trilogia resta sospeso nel finale e quindi è bene anticipare un finale che per forza di cose lascerà l'amaro in bocca al lettore.
Poi arriverà "La Furia" e travolgerà ogni cosa...


2) La Furia

Le Furie della mitologia romana, equivalenti delle Erinni del mondo greco, erano divinità che perseguitavano chi violava l'ordine morale, personificavano la vendetta punitiva, specie per i delitti tra consanguinei.
Nel mito classico greco erano dee nate dal sangue di Urano ferito che aveva bagnato la terra. Il loro compito era portare la giustizia divina dove quella degli uomini non poteva arrivare: uccidevano direttamente o perseguitavano fino alla follia il loro bersaglio.
Come le Furie della mitologia romana, anche la Furia di Altieri irrompe sospinta dal vento, come quello che soffia incessante sul cuore dell'Europa martoriato dalla guerra e dalla peste, come quello da cui emerge, nel tipico incipit altieriano, la figura del viandante in nero.
Un viandante che non è più solo: molte strade si sono ricongiunte e molte altre si ricongiungeranno in questo secondo capitolo, in cui l'autore mantiene inalterata la tensione rivelando poco a poco elementi appena accennati nel primo volume.
Lo scenario è ancora la Germania dei primo anni del XVII secolo, la nazione in cui era nato uno dei tanti regni di Dio in terra, trasformatosi come troppo spesso accade nell'ennesimo inferno.
La tavolozza dei colori è ancora una volta povera in quantità e quasi insostenibile per intensità: il grigio del paesaggio sofferente e il rosso del sangue e delle fiamme sono stavolta affiancati dal bianco della neve, perfetta tela da colorare con arabeschi di sangue.
Il nero dei corvi e delle tenebre completa il quadro.
Le reiterazioni nel linguaggio creano uno scenario mutilato, distorto, violentato e agiscono come fissante dei colori sulla tela.
Ancora una volta la guerra e la violenza sono padrone della scena, e non potrebbe essere altrimenti: questa è la Guerra Eterna, una parte di quella catena di devastazioni che segna la nostra storia e in cui ogni volta ci illudiamo di aver toccato il fondo.
Questo è il Secolo di Ferro.
È la Germania del 1630 : non importa in realtà, potrebbe essere Pristina, Dresda, Hanoi, il Ruanda, L'Armenia.
In questo secondo capitolo assistiamo ancor più nitidamente che nel primo al disgregarsi della struttura sociale dell'uomo, ormai azzerata, e al sorgere dell'istintualità più animale.
Quello che balza ai nostri occhi è che il comportamento dei branchi di esseri umani non è diverso da quello dei branchi di belve fameliche che si aggirano ovunque: puro istinto, desiderio di sopravvivenza, aggressività.
La guerra distrugge le persone e le strutture: quelle fatte di pietre e mattoni certo, ma soprattutto quelle fatte di legami umani.
Uccidere, aggredire...improvvisamente diventa facile, diventa addirittura normale; non esistono più freni e le persone che prima venivano viste come vicini, addirittura come modelli, diventano bersagli.
Tutti sono preda della furia: sono pochi quelli che vi si oppongono e che tentano di mantenere o riguadagnare la loro umanità. Molto spesso sono le vittime, le persone che in qualche modo hanno visto l'abisso e ne sono state salvate a conservare viva la speranza e a mostrare barlumi di civiltà.
Anche chi dovrebbe mantenere l'equilibrio sociale, chi governa, è irrimediabilmente perduto: il caos non è un nemico da combattere, ma solo un'occasione da sfruttare per cercare di modificare gli equilibri in gioco... o per far saltare ogni equilibrio.
Ecco quindi che una terra già annientata diventa oggetto delle brame di conquista dei Signori della Guerra, anch'essi per nulla diversi dai cani selvatici che si sbranano tra loro per un brandello di carne.
Vedono quello che succede eppure sono incapaci di fermarsi. La loro corsa per il potere e verso la distruzione continua inesorabile.
Si intrecciano trame che passano attraverso la Francia, lo Stato Pontificio, Il Regno di Svezia, Il Regno degli Asburgo.
Alleanze vengono strette e spezzate: protestanti contro cattolici, uomini contro altri uomini, tutti contro tutti.
Sullo sfondo Magdeburgo, la possente roccaforte protestante sulle rive del fiume Elba, inizia a sgretolarsi e mostrare i segni inevitabili del crollo... dal suo interno.
Primo segno della sua stessa distruzione, la perdita di umanità. Già ne "L'Eretico" l'armageddon di Magdeburgo si era annunciato come poi altri si annunceranno nella storia: con il rogo dei libri, con la persecuzione razziale.
Magdeburgo aspetta, inespugnata, immortale. Aspetta la sua distruzione.
Ancora una volta dunque Altieri intreccia le storie individuali create dall'autore con la Storia: la preparazione di un massacro tra i più tragici, una delle pagine più insanguinate in un libro già scritto con il sangue, quello della guerra dei trent'anni.
A Magdeburgo di 30.000 persone ne sopravviveranno circa 5000...perché nella realtà storica chi doveva mantenere il controllo (ma è possibile realmente in guerra?) lo ha perso...perché il controllo è stato preso invece dalla Furia e la soldataglia mercenaria si è gettata sull'ultimo banchetto rimasto come un branco di belve fameliche.
Per gli anni a seguire Magdeburgo significherà sterminio totale e i protestanti, uccidendo i cattolici, parleranno di giustizia di Magdeburgo.
Un massacro perpetrato nel nome di quel "Gott Mitt Uns" di triste memoria, quel "Dio e con noi" che riecheggiava a infondere coraggio nei soldati, ma soprattutto a giustificare per tutti ogni tipo di orrore.
L'Europa in cui viviamo è nata da quella sorta dalle rovine di questo conflitto: le nostre gambe affondano anche in queste ceneri.
Ve l'avevo detto: è la Germania del 1630, ma potrebbe essere Pearl Harbor, New York 9/11, Gerusalemme in un anno qualsiasi.
Tutto si può fare, tutto normale, nessun limite: Dio è con noi.
Per molti però l'unico vero Dio è il potere, e mentre si può addirittura arrivare ad avere un Dio in comune... in ogni caso mai si arriverà a dividere il potere.
E proprio il desiderio, la brama sfrenata, è il cibo della Furia di Alan D. Altieri.
In conclusione la Furia è tutto quello che era l'Eretico, ma riesce ad essere al tempo stesso molto di più.
Le avventure individuali sono qui incastonate alla perfezione nella Storia: i personaggi di fantasia dialogano con quelli storici facendoci domandare spesso chi di loro sia realmente esistito.
Ecco allora che ci imbattiamo in Von Wallenstein, il signore della guerra qui magistralmente tratteggiato, in Tserclaes von Tilly e von Pappenheim, tutti condottieri realmente esistiti, che qui prendono vita e agiscono da co-protagonisti.
Con loro prende vita l'intero mondo militare di quegli anni descritto con una dovizia di particolari impareggiabile e addirittura maggiore di quanto già fatto ne "L'Eretico". Alan D. Altieri fa assumere ai personaggi le "poste" della scherma rinascimentale (di cui gli italiani erano maestri) per accrescere il realismo e centra l'obiettivo perfettamente: i duelli all'arma bianca raccontati in questo romanzo sono i più incredibilmente vividi mi sia mai capitato di leggere e l'azione può essere seguita perfettamente, dalla preparazione all'esecuzione del colpo.
Come sempre poi abbondano i dettagli relativi alle armi, agli stendardi, all'architettura delle strutture.
Tutto questo contribuisce ad aiutarci a visualizzare il mondo in cui l'azione si svolge, a renderlo vivido e vivo, sempre dipinto con quella maledetta tavolozza di nero, rosso, bianco e scale di grigio.
È sorprendente come nelle oltre 800 pagine di questo secondo volume, Altieri non si limiti a creare un semplice passaggio verso le vicende conclusive, ma anzi si prenda tutto lo spazio che gli serve per raccontare, chiarire, osservare e contemporaneamente instillare altri dubbi nelle nostre menti.
I personaggi già presenti nel primo volume guadagnano ulteriore spessore, mano a mano che se ne capisce la psicologia e se ne intuiscono le ragioni.
Di nuovo un capolavoro dunque e ancora una volta sarà difficile ingannare l'attesa; aspettiamo anche noi, come Magdeburgo aspetta la sua fine.
Aspettiamo l'arrivo del Demone.

Entrambe le recensioni sono di russel da http://leggiamo.altervista.org


Un parere da chi li ha letti? ....di sicuro li consiglio a chi ancora non l'ha fatto.... sarcastica.gif
Galen
Altieri è il traduttore di di George Martin, giusto?
CtHuLhu
Si è assolutamente lui! Ha fatto un cambiamento radicale rispetto i suoi precedenti lavori.
Ho letto per ora entrambi i libri e devo dire che mi hanno preso tantissimo 23.gif
Franz
Io ho letto il primo, il secondo ce l'ho ma devo ancora leggerlo.
Ma quanto è bello? Inutile dirlo, ho un debole per il cavaliere nero... icon_wink.gif
CtHuLhu
Nel secondo libro avrai una cifra di colpi di scena a sorpresa 00000032.gif
Von Dekken è un figlio di ..... però è troppo caratterizzato bene come personaggio.....e poi beh si Wulfgar.... sisi.gif
Franz
Se stavi cercando di invogliarmi a leggerlo ci sei riuscito!! 4.gif
Franz
Mi è appena arrivata da feltrinelli la segnalazione di questa prossima uscita...
http://www.lafeltrinelli.it/istituzionale/....aspx?i=2483173

Ma il terzo libro della saga si sa quando esce? Dovrebbe mancare poco ormai...
CtHuLhu
Non credo che ci sia una data di rilascio per ora.....so che + o - l'uscita dovrebbe essere imminente. E io l'attendo con grande impazienza....spero proprio che non mi deluda.....è il libro col "botto". yuppi2.gif
Grazie Franz per la dritta sull'uscita di Armageddon.... 6.gif

p.s. controllato ora....secondo unilibro sarebbe già dovuto essere pubblicato (4 marzo 07 secondo loro) dont.u.get.it.4.gif .....vabbè questione di poco in ogni caso yuppi2.gif
Franz
Bene bene! Il primo che lo trova in giro avvisa l'altro! icon_wink.gif

Ho appena passato l'ultimo esame di questa sessione, adesso inizio a leggere "La furia"! b-rabbit.gif
CtHuLhu
E' uscito l'ultimissimo romanzo della saga di Magdeburg....."Il demone".

Nazione germanica, Anno Domini 1631.
L'illusione della pace svanisce con le nevi dell'inverno. Una primavera improvvisa e cruda tramuta la terra tedesca in una desolazione desertica. Venti torridi flagellano vallate e altopiani. Orde di corvi sono in attesa del banchetto a venire. Non dovranno attendere a lungo. La guerra eterna torna a esplodere. Magdeburg, città del destino e della dannazione, è nuovamente sull'orlo dell'abisso. A disperata difesa, le forze luterane sostenute dal Re di Svezia, ma ancora prive dell'appoggio militare dei principi germanici contrari all'assolutismo asburgico. In feroce attacco, l'esercito dell'Impero cattolico, migliaia di uomini allo stremo a causa di stenti, pestilenze, diserzioni. Un esercito ridotto a una macabra torma barbarica. Da ambo le parti, dominano niente altro che desiderio di morte e voglia di strage. Reinhardt von Dekken, un tempo temuto, rispettato principe di Turingia, è ormai un reietto. Il suo declino tra i pari di Germania appare inarrestabile. Il suo disegno di potere assoluto è disgregato. Perfino la sua terra, troppo a lungo risparmiata dalla furia del conflitto, si trova ora sotto una minaccia incombente. Quella di Albrecht von Wallenstein, signore della guerra eterna, teso alla ricerca di una torbida riscossa egemonica. Sordo a ogni appello di ragione, preda di un'ossessione demente, Reinhardt von Dekken compie la scelta estrema. Abbandonare il suo castello, trascinare il suo esercito, e se stesso nell'abisso della guerra eterna.


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So già che molto presto lo divorerò sisi.gif
Franz
Ottima segnalazione! b-rabbit.gif
Grazie anche del PM, senza non mi sarei accorta della discussione! 6.gif
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