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Versione completa: [letteratura] Piccoli Scrittori Crescono
FerraraForum.it > Brainstorming > Cultura e Scienza
Pagine: 1, 2
Evil_Soul
Sono curioso di sapere se qualcuno qui scrive.
In generale direi, van bene poesie, racconti o anche testi di canzoni...
Poi magari se ci sono coraggiosi che vogliono anche far leggere le proprie opere...

(un tono di cultura portato proprio da me... dove andremo a finire...)
_prisca
Uh, scrivere, che bella cosa... mi è sempre piaciuto molto icon_smile.gif
Tempo fa scrivevo un pò di tutto... poesie e racconti compresi. Poi causa poco tempo e impegni vari mi sono data ad altro. icon_rolleyes.gif sisi.gif
w i poeti yuppi2.gif
Evil_Soul
Bene, abbiamo già una prima replica... anche io scrivo, ultimamente un po' poco, ma non credo smetterò mai...

Forza gente, che qui saltan fuori i lati romantici! sisi.gif
potemkin
Io ho scritto almeno 10 testi...Alcuni li ho fatti leggere(l'hai letto anche tu quello su Fridge Mauri?)altri no...
pottydj
io ho scritto 3 testi di rappuso, yoyoyyoyo!!
Lerry Canaglia
"La voce a te dovuta"

Ciò che tu sei
mi distre da ciò che dici.

Lanci parole veloci
inghirlandate di risa,
e m'inviti ad andare
dove mi vorranno condurre.
Non ti do retta, non le seguo:
sto guardando
le labbra dove sono nate.

Guardi, improvvisa, lontano.
Fissi lo sguardo lì, su qualcosa,
non so che, e scatta subito
a capirla la tua anima
affilata, di saetta.
Io non guardo dove guardi:
sto vedendo te che guardi.

E quando tu desideri qualcosa
non penso a ciò che vuoi,
e non lo invidio: non importa.
Oggi lo vuoi, lo desideri;
domani lo scorderai
per un desderio nuovo.
No. Ti attendo più oltre
dei limiti, dei termini.
In ciò che non deve mutare
rimango fermo ad amarti, nel puro
atto del tuo desiderio.
E non desidero più altro
che vedere te che ami.

Pedro Salinas
potemkin
Cosa c'entra Pedro Salinas? :dubbio:
Barone
Questo è un invito a cena x me.. non appena andrò di corpo comporro un ode!
Anche se ormai è da un annetto che (pur non mancando a bisogni fisiologici) mi manca l'ispirazione,ci riproverò!
Evil_Soul
Auhahaha...

Beh, io scrissi dei testi HH in passato, ma in uno schizzo di furia li ho bruciati tutti dentro la tazza del cesso... icon_rolleyes.gif

Però ho scritto e scrivo tuttora poesie e brevi racconti, ho anche tentato di scrivere un romanzo (almeno 3-4 volte) ma inultimente... arrivo sempre attorno alle 15-20 pagine poi mi rompo e lascio lì...

E come spoiler vi dico che le mie opere sono pubblicate su alcuni siti, se vi interessa leggere i deliri pseudo-dark di un folle (come dicono alcune mie amiche del veneto: l'unico dark d'italia che veste camicie stile hawaii...).

E per finire[punto] sisi.gif
Evil_Soul
Vi propongo questa "cosa" che ho scritto ormai 5 o 6 anni or sono a seguito di un sogno.
Magari piace.

+------------------------------------+



Quella mattina mi svegliai prima del solito, non so perché, ma lo feci. Il mio primo istinto fu quello di guardare fuori dalla finestra, così mi alzai dal letto e mi diressi verso la parete.

Mi avvicinai dormiente, scostai la tenda e disappannai il vetro…

Quello che vidi mi fece pensare di stare ancora dormendo: i monti erano completamente coperti della finissima polvere di nuvola che per tutta la notte i benevoli dei del cielo avevano riversato su questo misero luogo.

Di colpo realizzai!

Oggi era l’ultimo giorno di permanenza della congregazione in questo posto, che ora sembrava essere il paradiso che fino ad allora avevo solo osato immaginare.

Corsi a svegliare gli altri. Ci preparammo in fretta e furia e, dopo un rapido controllo degli attrezzi, ci incamminammo.

Ci volle l’intera mattina per giungere in cima alla “vetta del demone”, ma ne valse la pena.

Mangiammo qualcosa al “rifugio dei dannati”, aspettammo giusto il tempo di digerire e ci preparammo a trasformare in realtà tutte le fantasie concepite in mattinata. Decidemmo da dove partire e, quando fummo tutti pronti, ci fu un lunghissimo minuto di religioso silenzio: quel fantastico, vergine pendio stava per assaporare la fredda carezza delle nostre tavole mista al pungente odore della nostra adrenalina.

<<Ok ragazzi… ci si vede di sotto!>>

Io fui il primo a partire, il primo a godere delle meraviglie che la natura, benevola, ci aveva donato. La discesa durò appena una quindicina di minuti, ma fu il più bel quarto d’ora della mia vita: gli alberi erano cariche di neve al punto che le loro cime erano curve su se stesse per il peso, ogni roccia, che normalmente sarebbe stata un pericolo mortale per noi snowboarder, oggi era niente più che un cumulo di neve ottimo per toccare il cielo in una contorsione adrenalinica, ma, soprattutto, ad ogni curva la mia tavola restituiva al cielo ciò che mi stava dando tanta felicità, creando bagliori e giochi di luce talmente splendidi che nemmeno il più puro dei diamanti avrebbe potuto eguagliarli.

Quando arrivai a valle i miei occhi erano carichi di felicità liquida, il mio sangue era stato sostituito da adrenalina pura e i muscoli sfiniti del mio viso erano, tuttavia, contratti in una smorfia di felicità di là di ogni comprensione. Quando gli altri arrivarono ero ancora lì, immobile con gli occhi persi nel vuoto.

Mi chiesero cosa mi era successo e se, per caso, mi fossi fatto male.

<<Il paradiso esiste!>> dissi. Furono le mie uniche parole, dopodiché mi alzai e mi diressi verso casa in silenzio.

La sera preparammo le valigie e partimmo per l’inferno cittadino, con la gioia negli occhi e un’esperienza da sogno nel cuore.

Fu uno dei giorni più belli della mia miserabile vita!
Marv
azz, anche io ho fatto lo snowdream ma mi schiantavo contro un camion uscivo e chiamavo un amico dicendo che ero in ritardo
Evil_Soul
Oh gente, io Marv lo adoro... sisi.gif
genetic frenzy
Un film sufficientemente demenziale sullo snwoboard è Out Cold... a me è piaciuto xò anke xkè quando poi si passa alle fighettate sunnlo snow non è affatto demenziale.. anzi! b-rabbit.gif

(p.s. se non lo avete mai visto si trova sul mulo)

Uffi voglio andare sullo snow.. ma purtroppo devo rifare il corso 1 xkè altrimenti non riesco nemmeno a fare un curva albator7k.gif

p.p.s. scusa per l'OT
Evil_Soul
Si parla di snowboard, ma non colgo il legame...
Questo era reply da sezione cinema o da sezione sport...
Comunque aggiungo alla lista dei film da vedere.

PS: ho letto il pps.
genetic frenzy
mi scuso ancora... ma è stata la prima cosa ke mi è venuta in mente appena ho letto 23.gif
Evil_Soul
Tranquillo, non sarai giustiziato, per questa volta. sisi.gif
genetic frenzy
23.gif grazie grazie molto obbligato 23.gif 23.gif
Marv
ma allora non l'hai letto! hhahaahhaa
Hartigan
Ho modificato il titolo del topic. Volevo rendere questo il topic parallelo a " il poeta che c'è in noi" dedicato solo alla poesia, in questo topic invece potrete publbicare e discutere le vostre opere letterarie non relative alla poesia. Unisco e unirò a questa discussione i topic nella nostra sezione di arte letteratura relativi a le vostre opere e ai vostri scritti non poetici. Per esempio solo pochi post fa potrete trovare il raccontino-sogno di Evil, Snowdream.

ciao ciao

Harty
Thyo85
Mmm..ok,dai.
Prendo un mini racconto (più un'immagine, in effetti).
E' importante notare l'alternanza dello stile normale e del corsivo.
E' un racconto a due voci.
____________
Quarantanni
(by Thyo85)

E viene giù. Viene giù, neve come soffici proiettili d'argento sul terreno ormai uniforme, senza più segni di strade o di giardini. All'alba di questo giorno senza sole il silenzio è così irreale, così magico, da costringermi ad ascoltarlo.
I miei pensieri perdono forza e sfumano nella vista che guarda tranquilli, quei piccoli pallini bianchi che scendono con calma, senza l'impazienza della pioggia, senza la forza della grandine.
Quella neve mi ricorda i miei anni, sessanta, quasi i miei anni fossero così tanti da poter riempire, con candeline a forma di neve, un'intera torta.
Allo stesso tempo mi fa tornare in mente ricordi così lontani che anche la mia mente li visualizza in bianco e nero, e giurerei quasi di vedere piccole imperfezioni dovute all'usura in questa pellicola della mia vita.
Un'unica nota stride in questo concerto dedicato alla riflessione: quella piccola goccia d'acqua che con matematica precisione cade di tanto in tanto nel secchio di fianco al mio letto.
Quando, mattone dopo mattone, fu costruita questa casa la neve era un evento raro come i miei successi nella vita.
Non che fosse andato tutto così male, s'intende, ma la percentuale di giorni buoni era così piccola...ecco, piccola quanto quella goccia che sta lentamente riempiendo il secchio vicino a me, quasi fosse una piccola clessidra della vita.

E viene giù. Vedo mio marito a occhi aperti, sento la goccia che cade lenta nel secchio e penso a come li stia collegando nella sua mente. E' sempre stato così profondo, riflessivo. I suoi pensieri fanno quasi rumore e non sa quante volte io stia ad ascoltarli, senza capirli, quasi fossero un dolce canto in una lingua che io non posso capire.
Sto contando le gocce che cadono, ora, quasi fossero rintocchi di mezzanotte degli anni passati insieme. Venticinque. Mi sorprendo a sorridere, collegando quel numero all'anno della nostra vacanza più bella.
Una casa lontana, sola, e due settimane passate nella pace più assoluta, godendo solo della natura. Proprio come questa notte.


E viene giù. Sento il respiro di mia moglie farsi meno regolare e capisco che si è svegliata. Ma non c'è bisogno di parole, di quelle ne lasciamo fiumi nei nostri anni insieme e non basterebbe tutta la notte di pallini bianchi per raggiungerne il numero. Fiumi di parole, fiumi di sorrisi e qualche torrente, mosso, agitato, di lacrime. Ci sono anche quelle in un rapporto. E solo quante te le sei lasciate indietro, puoi osservare tutte queste masse d'acqua scontrarsi e formare un unico, enorme, lago, di proprietà di due sole persone.
Richiudo gli occhi e mi lascio cullare da tutti questi suoni, mentre la luce bianca del giorno inizia la sua rincorsa verso il mio letto, verso i miei occhi.

E viene giù. Sento i muscoli del corpo risvegliarsi con fatica, segno inequivocabile dei sessanta che avanzano con spietata crudeltà. Un'altra goccia. Trentasei, un anno senza particolari avvenimenti, all'insegna della tranquillità ormai conquistata. Fu un anno davvero strano quello. Ma non saprei dire perchè. Un pò come questa mattina, uguale a quella di ieri, eppure così speciale, così gentile che quasi mi ricorda il calore di un tè caldo bevuto con gli occhi ancora chiusi.
Quaranta. Cerco la sua mano.
- Buon anniversario. - gli dico, sussurrando.
- Anche a te. - risponde, e non c'è bisogno di altre parole.
Black Ice
Buona notte

Gli occhi frugano nella stanza alla ricerca di cosa...
Le orecchie ascoltano il silenzio sperando in un suono...
Ogni respiro, ogni sbattere di palpebre fino a tarda notte è l' attesa di qualcosa che in cuor tuo sai che non avverrà; eppure attendi alle volte credi di aver visto, alle volte credi di aver sentito...alle volte speri di non aver sognato.
La notte è sempre più vecchia e il silenzio sempre più cupo fino a quando l' ultimo sbuffo di incenso profumato ti arriverà alle narici.
E' tardi uomo smetti di pensare tanto i tuoi pensieri non cambieranno le cose e neanche te stesso.
Smetti di dare una direzione alle cose, gli eventi hanno un solo senso tu lo conosci bene...il tempo è una linea formata da punti che si creano adesso.
Basta ora non proiettare la mente non spostarti a domani prima che oggi sia finito, goditi l' ultimo sbuffo di incenso, gustati il silenzio e usalo per far gridare il tuo cuore.
Non è male il silenzio e non è male il buio...la notte non uccide e domani è ancora dietro un sipario e allora lascia che l' ultimo click spega la stanza goditi il silenzio prima di abbandonare il corpo e fai in modo che il domani ti trovi pronto.
Thyo85
Ripescaggio da qualcosa di vecchio...

Sotto di me, soltanto fiori.
Certo, la realtà è che vedo solo sfumature di grigio, bianco e nero, i colori della tecnologia, ma se chiudo gli occhi, ora, dal tetto di questo enorme grattacielo, riesco quasi a percepire qualcosa di speciale, come se solo per me, tutti i palazzi attorno si vestissero dei colori della natura.
Succede così, in quei momenti.

Me ne sto qua, seduto con le gambe nel vuoto, gli occhi che fissano un punto indefinito.
Me ne sto qua, a pensare.
Immagino che se qualcuno mi dovesse vedere, penserebbe che sono pazzo, un soffio di vento e scivolerei giù, ma tranquilli, non è quello lo spettacolo in programma.
Semplicemente ho bisogno di confrontarmi con qualcosa di importante. E queste centinaia di metri d’altezza, una montagna d’aria leggermente velata di rosso vivo del mattino, questo silenzio irreale in una grande città, questa totale assenza di odori, beh, si, reggono il confronto.
Improvvisamente una lacrima scivola lungo il mio viso e si stacca, si lancia in volo.
Si lancia e inizia una corsa lenta, monotona, sempre un pelo più veloce, poi d’un tratto non accelera più, vola sempre alla stessa velocità.
Tengo ben chiusi gli occhi.
Vedo la goccia che cade, un piano dopo l’altro, osserva istantei di vita.
Persone al telefono, persone sul divano, un ufficio con dei computer, una donna bionda che corre nella sua palestra di casa, un ragazzo che studia, un altro che ascolta la musica.
Sempre più uffici, mano a mano che si avvicina il terreno.
Persone agitate, persone che si stirano, persone che bevono un caffè.
E poi, me ne accorgo di colpo, che non ci sono più piano.
La goccia è arrivata in fondo, colpisce sulla guancia qualcuno, un bambino forse, che si stupisce, guarda in alto, pensa “come, non pioverà mica?”.
E’ in quel momento che mi sento scivolare.
La testa leggera.

Vedo le stesse cose che vedeva la mia lacrima.
Dandy Rotten
Ho cominciato da piccolo.
A otto anni scrissi una breve storia dove cinque ragazzini fuggivano di casa per diventare banditi(sulla scia di Tom Sawyer), la loro prima impresa criminale era l'uccisione del parroco. sarcastica.gif
Ho coltivato la passione, tra il 2001 e l'anno in corso 7 miei racconti sono stati pubblicati su internet, e in questi giorni (come ho scritto nell'apposito topic) è stato pubblicato il mio secondo libro.
Vedremo se prima o poi questa diventerà la prima attività e non un diletto.
Black Ice
Tre uomini e la canna di una pistola
Sulla spiaggia tre uomini contemplano il mare, guardano al di là delle onde, oltre la linea dell' orrizonte tutto sembra avere fine.
Guardano il mare poi guardano in fondo alla canna di una pistola con dentro un proiettile: l'uomo senza senso della realtà vorrebbe che il proiettile portasse via i ricordi, l'uomo solo vorebbe volare sul proiettile il più lontano possibile alla ricerca di una nuova vita, l'uomo saggio sa che la terra è tonda, che la vita è un circolo e che per quanto lungo sia il suo sguardo non riuscirà mai a vedere oltre l' orizzonte, dove in realtà c'è un mondo...l' uomo saggio non guarda l' orizzonte, ci va incontro per il gusto di non raggiungerlo mai, per la gioia di scoprire il mondo.
In fondo al mare c'è un pistola e sulla spiaggia un uomo che va verso l' orizzonte.
Evil_Soul
Scritta tu?
Black Ice
si, perchè?

Ne posto un altro

Cammino solo nella notte verso un posto che non so, il vento taglia il viso e brucia ai lati degli occhi.
La notte è limpida e le stelle brillano, non è il momento migliore per andare, per partire eppuure sono contento stanotte, oggi ho rivisto i i sogni che pensavo di aver perso per sempre, li ho rivisti nei suoi occhi, che importa se sarà solo per stasera, se domani ci saranno ancora...sapere che ci sono ancora è già più di molto.
Magari domani saranno fuggiti ancora e li cercherò tra le mie lacrime, oppure saranno stretti tra le mie braccia.
Comunque vada stanotte sono miei e sono ovunque, in ogni stella che brilla da sola nel cielo scuro d' inverno.
Chi sogna vive, ma non si muore una volta sola.
Evil_Soul
Per sapere.
Ma visto la reazione questo non lo leggo.
Adios! 00000002.gif
Black Ice
Pensavo che magari avessi potuto leggere qualcosa del genere da qualche altra parte, in questo caso mi asrebbe interessato sapere dove.

Prima di dormire
Il silenzio del popolo della notte risuona spesso in una stanza vuota ed è fatto di verità celate di realtà nascoste, di pensieri inespressi.
I rumori della casa di chi vive quando il sole è sotto l'orizzonte sono quelli di una penna che scivola su un foglio, di una tastiera che batte, di un messaggio che arriva, magari di una pentola che bolle, se si mangia soli è meglio farlo tardi quando la fame che acceca cela la tavola apparecchiata solo a metà.
Un messaggio che arriva a quest' ora te lo aspetti solo dalla persona sbagliata...controllo...infatti, alle volte i pensieri arrivano prima della tecnologia.

L' ultimo pensiero
Non ci sono parole per descrivere come sei, non c'è un soffio d'aria nei polmoni per articolare anche una sola frase, perchè il respiro se ne va nonappena poso il mio sguardo su di te, non ci sono parole e non ci saranno mai come forse mai passerà attraverso il mio sguardo niente che potrà far trasparire tutte le emozioni che sento.
Un tocco gelido sulle mani mentre per un istante la tua mano accarezza il mio viso, poi il rumore della barba sul colletto della camicia e il tocco rigido e innaturale dell' amido sul volto, un istante e un lampo graffia gli occhi che non sono abituati alla luce e tu sei sparita in un raggio di luce che ha bruciato un sogno.
L' ultimo pensiero è il ricordo di un sogno bello e amaro come tutti i sogni.
Thyo85
Sospiri nel vento

Una sottile brezza muove ogni oggetto. Qualcuno,pesante nemmeno se ne accorge, mentre altri, piccoli pezzi di terra, di carta, non riescono ad opporsi e si fanno trascinare da quella forza invisibile. Tra questi, una foglia, giovane e verde si stacca dal suo albero. Dietro di sé, lascia un albero triste e solitario che per tutto il giorno osserva una via del paese,dove la gente passa veloce, frenetica, impegnata in mille faccende. Davanti a sé ora c’è una casa di campagna, ora invece solo il manto di terra coltivata. Il vento la sta trasportando per un tempo che sembra infinito e la foglia attende con un po’ di tristezza il momento in cui si appoggerà da qualche parte e rimarrà lì per sempre,fino a diventare scura, poi nera e infine morire. Ma per il momento non ci vuole pensare. Il vento la sta trasportando con forza verso una grande prateria verde, con alcuni alberi disposti in modo irregolare (forse non sono opera dell’uomo) a fare ombra durante le lunghe giornate di caldo che arrivano puntuali a ogni estate. Ecco. Sa che è il momento. Il vento le manca e inizia a girare su sé stessa, come in un vortice sott’acqua. Si avvicina sempre più a uno degli alberi. “ Chissà” pensa con divertimento “magari riesco ad attaccarmi e a sopravvivere”. Ora sta attraversando la chioma dell’albero,senza trovare appoggio. Le sembra quasi di vedere le facce piene di compassione e pietà delle altre foglie,ma lei non ha paura. Si sente volare e in un certo senso è proprio vero. D’improvviso si ritrova a pochi metri da terra e nota due ragazzi, gli sembra un maschio e una femmina, in silenzio accoccolati vicini. Sorride tra e sé e sé. Pensa che tutto questo sia molto romantico. Morire tra un amore. Un ultima brezza d’improvviso le fa cambiare la traiettoria e la foglia si appoggia delicatamente sulla mano del ragazzo,che nemmeno la nota. “Pazienza” pensa. “Vorrà dire che me ne starò qua tranquilla ad ascoltare quello che hanno da dirsi questi due ragazzi. Magari è qualcosa di divertente.”
Black Ice
Veramente Bello Thyo85 l' idea della foglia al vento è parecchio evocativa.
Thyo85
Grazie mille..
Era l'idea di incipit per il mio primo romanzo tentato (ovvero mai finito).
Forse la prima volta che ho davvero "visto" una scena nella mia mente..
E anche a me piace davvero tanto..
Nell'ipotetico libro i due ragazzi parlavano tra loro, e il maschio si alzava alla fine, dicendo qualcosa alla ragazza, e lasciando scivolare quella foglia, che finiva tra le mani della ragazza, che ci giocava inconsciamente, ripensando alle parole appena sentite.
Carino,secondo me icon_smile.gif
Black Ice
...
Cosa resta dopo che tutto passa?
Cosa resta quando l' ultimo sospiro è stato consumato, quando l' ultima lacrima spegne l' ultimo bagliore di un fiamma debole?
Quello che resta è un massa di emozioni di sesazioni di sentimenti che ti divorano dentro in un modo irregolare,staccando a morsi le certezze, le sicurezze come un morbo vorace che presto divora l' anima fino renderla un cumulo di pezzi sul fondo di involucro vuoto.
Ad ogni passo ad ogni movimento i cocci di ciò che era la mia vita si muovono e risuonano nel vuoto per ricordarmi quanto sono rotto dentro.
Poco conta la direzione, il tempo, le condizioni...ogni passo mi ricorda chi ero e dove stavo andando, ogni passo fatto per allontanarmi è una lacrima sul fondo del vuoto e una maledizione verso il passato che si è portato via tutto.
Eppure se fossi integro non muoverei alcun passo, non sentirei alcun rumore, non sono vuoto, ma solo svuotato...derubato del mio contenuto, ma i miei cocci sono la mia zavorra, tutto ciò che duole e tutto ciò che fa si che io non sia una piuma in balia del vento della vita.
Muovo un passo e dopo un altro i cocci titinnano sul fondo della mia anima a ricordarmi che sono vivo, derubato, piegato, malconcio.
A denti stretti e pugni chiusi, guardo verso l' orizzonte lasciando che lo sgurdo sfiori le sopracciglia prima di perdersi...si può piegare il corpo, la volontà, ma non lo spirito.
diavoletta
complimenti thyo85 è bellissimo quel pezzo che hai scritto b-rabbit.gif
complimneti acnhe a black ice...lo sai che le tue parole mi incantano sempre... icon_smile.gif
Thyo85
Altra piccola cosa di qualche tempo fa..nemeno un racconto,in fondo, solo un'immagine..
____

Luci nella notte d'autunno

E’ una notte d’oriente nel piccolo paese. Piccole ombre, proiezioni di luna e nubi, attraversano il paesaggio fermo e statico di un luogo che dorme, in attesa della nuova sveglia. Gruppetti di case sono sparse, in modo più o meno ordinato, lungo le strade. Gruppetti di case, ognuna con mille e una storie da raccontare, storie di giochi, di amori, di litigi, di incredibili gioie e eterni dolori, che sopravvivono come invisibili scritte lungo i muri freddi e spogli.
La natura stessa sembra ferma a riflettere. Nel boschetto vicino il silenzio sembra fare più rumore dei piccoli suoni degli animali, che proseguono nella loro vita, quasi intimiditi dall’atmosfera. Un ragno si aggira sornione, un gatto randagio si muove lento, immerso nei pensieri, dopo una lunga giornata, cercando un riparo,magari caldo, per la notte.
Sembra quasi una fotografia.
Ma tre piccoli particolari la fanno diventare una ripresa di telecamera. Tre piccole anime, la cui esperienza sommata non farebbe un adulto, muovono soffici passi nella notte, uscendo dal paese, diretti verso il bosco. Sono scappati di nascosto, sperando di non venire scoperti e di tornare a casa prima che il sole dia il segnale per l’arrivo del nuovo giorno. I loro genitori dormono,ignari della cosa.
I tre ragazzi, due maschi e una femmina, entrano per l’arco di foglie che segna il confine del bosco e si stanno dirigendo verso la piccola radura.
La radura è illuminata dai tremolanti raggi lunari, che impegnati a lottare contro la coltre di foglie degli alberi per giungere a terra, trovano un sbocco naturale,per diffondere la luce riflessa dal sole.
La femmina si ferma, si siede su un ceppo e invita, senza parlare, i due amici a fare la stessa cosa. Uno dei ragazzi, un biondino con i capelli azzurri e la faccia dolce e innocente, estrae un accendino e illumina qualche metro di bosco. Sembrano un po’ tesi, forse a disagio. Non possono certo vedermi. Le loro voci, appena sussurrate, non giungono a me, ma giunge il suono di armonia, melodia, pace, che emerge dal loro tono. Voci sicure, piene di confidenza, tese a non rovinare un momento forse atteso e sperato da lungo tempo.
Con lo stesso accendino, l’altro ragazzo, castano di capelli, una faccia più matura dei suoi anni, con fare solenne brucia un foglio di carta, piccolo, probabilmente strappato da uno dei loro quaderni usati nelle lunghe e lente mattinate scolastiche. La fiamma sembra indecisa e sale lungo il corso della carta con incredibile lentezza, o forse è soltanto un’impressione, scaturita dall’ambiente. Ora ogni rumore pare ancora più attutito, proteso a cogliere ogni sfumatura di quell’evento che ha rotto stanotte i classici ritmi naturali.
Dopo qualche attimo di silenzio, i ragazzi si rialzano e con meno calma di prima, escono dal boschetto e si dividono,diretti ognuno nella propria casa.

Rialzo la testa e guardo la luna. Sembra interrogarmi su ciò che i suoi raggi hanno appena illuminato, chiedersi cosa facevano, cosa hanno bruciato, cosa si sussurravano solo qualche istante fa, prima di uscire e tornare nella posizione standard di inizio giornata, ovvero nel loro letto, pronti a ricevere l’odiata sveglia dei genitori.
Ma mi sembra anche sofferente.
Vedo una debole ma decisa luce apparire, oltre la punta della montagna, e capisco che è finito il tempo dei pensieri e inizia quello delle azioni. Con nostalgia immediata, mi incammino giù dall’esile pendio e mi dirigo in paese, scortato ancora dall’oscurità, ancora per quel che basta per ritornare nella casa, immergermi nel letto, a fianco di mia moglie. Non mi rivolge parole, sa benissimo dov’ero e mi rivolge un sorriso pieno di stima e rispetto.
La luna inizia la sua discesa e passa come a salutarmi, attraversando lo specchio di finestra e scomparendo nella luce,per quanto irreale sia questo…
zizzo
Gomitolo di Lana





Mi trovo circondato da filamenti di idiozia. Sembra di stare dentro un gomitolo di lana.

Stretto con i miei amici pensieri, paure e angoscianti parole dette male.

Al mio risveglio mi sono sentito male, un male che mi faceva stare bene, perché è l'unica cosa che voglio davvero per me stesso. Stare male.

Bevo un caffè, leggo il giornale, mi vien da vomitare.

Corro al cesso, vomito davanti alla porta. E' stato più forte di me, un impulso dentro di me ha fatto uscire via quello schifo che avevo mangiato ieri notte.

Sto male.

Il rubinetto è arrugginito, forse di arrugginito ci sono anche le condutture dove passa l'acqua.

L'acqua è gialla con sfumature marroni, la bevo lo stesso, non succede niente. Sono più arrugginito io che l'acqua.

Torno a letto, ho ancora sonno. Dovrei cambiare le lenzuola, fanno puzza di sudore.

Sono sudato, sudo freddo e dentro la mia casa ci sono i riscaldamenti accesi.

Sembra di essere nell'antico western, io sono un mercenario che deve duellare con un altro mercenario simile a me stesso. I mucchi di polvere che ho sotto il letto, appena apro la finestra ed entra un filo d'aria, sembrano le balle di erba e fieno secco che si vedono nei film di questo genere.

Mi guardo allo specchio e vedo niente. Sono niente e il mio "me stesso" lo sa già da tempo.

Basta devo uscire. Esco da me stesso.

Voglio stare bene. Voglio morire di felicità.




Fabrizio Oggiano
G.M.J. Nuer
Ehi ragazzi... se vi "interessa" ho pubblicato un libro di poesia da poco con Il Filo Edizioni di Viterbo... se vi interessa vi dico dove è il bando per partecipare, se poi vi scelgono vi offrono un contratto per un libro come hanno fatto a me.
E... intorno al 20 settembre faccio una presentazione del libro alla Ariostea.
Se non mi faccio sentire magari mandatemi un mess privato!
alucard.gif
simone19
il libro può essere solo per poesie??
Hartigan
MP plz! b-rabbit.gif
Thyo85
Allego un piccolo racconto, sono 4 pagine,non è lungo..
L'idea mia è nelle prime righe,era un'immagine nata così..poi si è sviluppata da sola in un modo particolare e non so nemmeno perchè, come spesso è scritto in una specie di trance e non so nemmeno io dove andranno a parare queste cose..
Ci sono un paio di cose che cambierò,ma va bene anche così..
G.M.J. Nuer
CITAZIONE (simone19 @ 13 Jun 2007 - 10:21) *
il libro può essere solo per poesie??



no no... anche narrativa... poi non mi ricordo bene per la narrativa come funziona. Cmq: www.ilfiloonline.it
Black Ice
Un solo colpo, tutto quello che mi è stato concesso è un solo colpo da sparare al momento giusto, per centrare un bersaglio diffciole, quasi impossibile.
Un solo colpo e anni passati a prendere la mira prima di sparare.
Un bersaglio lontano, un tiro difficile le mani che trmano mentre il respiro si ferma per rallentare il cuore, per evitare che il battito disturbi la mira.
Tre respire profondi poi l' apnea per entrare in armonia con la vita, per centrare il bersaglio, poi il colpo parte per un iterminabile lasso di tempo seguo con lo sguardo la scia di un dardo che viaggi in direzione di un obiettivo.
Passa il tempo(troppo tempo) mentre vedo che la traiettoria varia, che il colpo è sbagliato.
Tanta, tantissime energia in una direzione completamente sbagliata mentre vedo che il mio unico colpo si perde all' orrizzonte, mentre spero in un po' di fortuna vedo la mia vita deviare verso il nulla.
Senbee Norimaki
I tentativi di Jamish per riappacificarsi con il mondo furono numerosi e vasti.
Tentò la sconfitta del fato attraverso le molteplici permutazioni del caso, infranse specchi e simboli, superò il campionamento del fluire temporale cogliendone la continuità. Su come vi riuscì esistono solo congetture, ma che vi riuscì è inconfutabile.
Durante un mattino piovoso di giugno, raro e sospeso, allorché si apprestava a pubblicare il suo manoscritto, Jamish morì.

Se Jamish mi ha lasciato quel manoscritto, se Jamish è esistito veramente o solo in questo racconto, è un crudele segreto che serbo subdolamente, per assecondare il suo infausto destino.
Black Ice
Profumo

Ancora il tuo profumo che riconoscerei ovunque...è passato tanto tempo, chissà se ancora lo usi, chissà se è sempre quello sulla tua pelle o se il tempo che passa ha cambiato anche il tuo odore.
L' aria sotto le nerici e il ricordo di quando quel profumo era sulle mie mani, sui miei vestiti, sulla mia pelle, ancora so che profumo è e ancora so dove prenderlo, forse saprei anche dove portartelo, ma credo di non sapere più se ancora sei quel profumo, se ancora sei quella apersona.
Cammino e sembra quasi che quell' aroma mi segua come un ricordo, come un fantasma mentre per un momento mi giro per vedere se ci sei, come facevo un tempo, ma il mio sguardo non ha nulla da cercare se non l' inganno amaro di un soffio di vento venuto dal apssato perdutosi chissà dove.
Hartigan
Grandissimo. E' un pezzo stra valido, l'ho letto per caso ieri sera sul tuo blog, e mi dicevo meriterebbe più visibilità!
taaak ecco qua...

graaaande peeezzzoo
Black Ice
Troppo gentile Capo...Grazie!
Thyo85
Boh, è datato 20 Febbraio 2004, un incipit mai finito, di una giornata che non ricordo.
Sicuro avevo bisogno di scrivere per non stare troppo male e fare cose sbagliate...

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Non volevo soffrire di nuovo.
Con questo pensiero fisso in testa, camminavo sotto la pioggia, quasi un angelo bianco vendicatore.
Centravo con voluta precisione ogni pozza d'acqua, per sentire quelle piccole, estranee, gocce posarsi sul mio corpo, a volte fino al viso, quasi a coprirlo, macchiarlo, renderlo indefinito e irriconoscibile come mi sentivo in quel momento.
- Dove vai, adesso? - mi aveva chiesto lei prima che io me ne andassi.
Non le avevo risposto, ero corso giù per le scale, schiacciato da un peso sulle spalle che mi faceva volare giù, pronto da un momento all'altro a scivolare ed a lasciarmi rotolare giù, su quegli infiniti gadini.
- Non te ne andare! - mi aveva urlato mentre uscivo dal portone, con un tono misto tra rabbia e lacrime.
E io correvo, ormai fuori paese, in quella notte senza stelle.
E poi mi fermavo, correvo, urlavo, mi accasciavo a terra sul ciglio della strada, respirando l'aria dell'erba senza forze di novembre.
Passai per il paese vicino, e poi per la campagna, chilometri macinati tra la pioggia e le lacrime che si confondevano su di essa, ora forti, ora deboli, e mentre il sole cercava di alzarsi lentamente per fare luce, le nuvole mi accompagnavamo, angelo bianco nella notte, piccolo puntino nero e sporco nella giornata che nasceva.
E mi sembrava tutto così facile in quel momento, senza più forze da spendere, continuavo la mia folle fuga, senza pormi domande, il cervello sgombro, vuoto, libero, per la prima volta nella mia vita.
A volte di notte mi ossessiona il rumore di tutti quei pensieri che girano, sbattono, corrono liberi come leoni in una savana, senza che nessuno li fermi e dica loro che non è quello il momento.
Il coprifuoco dei pensieri.
Il giorno nasceva finalmente e non c'era luogo dove stare, la mia casa non si vedeva all'orizzonte, catturata dallo sfondo.
E poi, per un attimo, tutto era fermo.
Seduto vicino ad un fontana, mi rilassai. La piazza era ancora desolata. Con l'acqua che usciva mi lavai tutto lo sporco che avevo indosso, nei limiti del possibile e decisi che tutta quella piccola pozzanghera nera che si era formata sotto di me era tutto ciò che avevo fatto di brutto nella mia vita, e l'avrei lasciata lì, a disposizione, casomai qualche anima troppo pura avesse bisogno di sporcarsi un più.
Camminai fino a raggiungere un piccolo prato, una specie di minuscolo giardino pubblico, mi stesi su una panchina, spossato, e senza accorgermene mi addormentai nel giro di pochi secondi.
Rimasi lì, abbandonato, innocuo, a disposizione e sotto l'occhio di tutti, come mai prima d'ora, si, io, abituato a vivere nell'ombra ed a nascondermi da tutto e da tutti.
Quando aprii gli occhi, nella mia vista sfuocata apparve un acerbo tramonto autunnale, rosso, con piccole nuvole bianche e lontane, quasi un gruppo di diligenti pecorelle.
Non mi risvegliai di colpo, fu un processo lento, un invisibile caffè che scendeva, dalla testa alla bocca, allo stomaco, alle braccia, ai piedi.
Non lo ero, ma mi sentivo finalmente libero. Me lo diceva il mio cuore.
- Scusi, signore, va tutto bene? - mi chiese una vecchietta. La prima cosa che notai fu che, nonostante lei stesse in piedi ed io fossi disteso sulla panchina, l'altezza era praticamente la stessa.
Aveva un'espressione che si potrebbe definire "arzilla", a dispetto dei suoi anni, aveva gli occhi ancora azzurri e vivi, ed erano occhi intelligenti. Molto intelligenti.
- Signore? - ripetè.
- Si, tutto a posto. Ero così stanco che mi devo essere addormentato qualche minuto. - le dissi.
Mi rispose che era dalla mattina che stavo lì, e che qualcuno pensava che io fossi un barbone giunto ormai senza meta in quel paesello.
- No, signora, senza meta lo sono davvero, ma sono in salute ed una casa ce l'ho.
- Ma non ha intenzione di tornarci, vero? - mi chiese.
Non so da cosa si potesse capire, ma forse era così evidente che ero fuggito da qualcosa, che anche per una persona anziana (soprattutto ad una persona anziana) era evidente.
- Signora, se non è troppo disturbo, potrei passare la notte in casa sua? - le chiesi, con tutta la sincerità del mondo.
Mi sorrise, e mi disse che non c'era problema. Viveva sola da tanto tempo, solo sua nipote le faceva visita di tanto in tanto, e aveva una camera sempre a disposizione per gli ospiti.
- Non ha paura di ospitare un barbone senza meta? - le chiesi sorridendo.
- No, giovanotto, lei non ha gli occhi di una persona cattiva. - rispose gentile.
Da quando anche il mio corpo aveva iniziato a mentire?
Hartigan
....da un polveroso file in una cartella dimenticata nel mio pc...c'era questo titolo: Confessioni di una notte come tante, qualche anno fa.
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"Ci sono notti un po' così.
Notti che riescono a toccarti le corde del cuore.
Quelle notti in cui torni a casa presto, perché gli amici sono già andati a letto, ma se fosse per te vagabonderesti volentieri fino all'alba.
Senza fare niente di particolare. Semplicemente guidare tutta la notte, fino a che la spia arancione della benzina non ti segnala che ormai è tardi.
Questa è una di quelle.

Solitamente queste notti capitano sempre di domenica ed in tarda estate, o in autunno, stagione regina di malinconia. Stanotte è pieno ottobre, ma solo da pochi giorni il vento si è fatto veramente freddo e l'estate un ricordo molto, troppo lontano. Non ho voglia di fare nulla, semplicemente seguire la buia strada, meglio se solo, e lasciare che la vita mi parli. Respirare la notte. Non so perché ma mi ritorni in mente, sempre in notti così. Avrei bisogno di un tuo caldo abbraccio ma, ovviamente, non succederà più, non come prima, ed il vento mi soffia insofferente tra i capelli. Probabilmente sei a casa che dormi o leggi, o guardi un vecchio film in bianco e nero con Humphrey Bogart, o forse stai semplicemente ascoltando una triste canzone e pensi. Chissà, ogni tanto me lo chiedo, se ti torna mai in mente la prima volta che ti ho abbracciata, era dicembre e l'inverno non mi sembrava così freddo, anzi.
Mi stringo di più nel mio giubbotto e con le mani ben infilate nelle tasche dei miei jeans vecchi mi disseto, ad occhi chiusi, della notte.
Hai mai pensato a come rapidamente cambiano le cose e poi scompaiono come i cerchi che fa un sasso fatto rimbalzare sull'acqua, il primo cerchio è ampio poi, gradatamente, i seguenti, non più di tre o quattro, diventano sempre più piccoli, fino a che il sasso, ormai stanco, sprofonda nell'acqua, scura.
E quando alla fine tutto è scomparso, ti sembra di non ritrovarti più, di esserti perso per sempre nella notte. Mi è successo, sai, un po' di tempo fa. L'inverno ci aveva colti di sorpresa, dopo quella festa, avevamo ballato tutta la sera ed io già sapevo che non avevo altre strade se non la tua; la primavera ci aveva accolti amorevolmente e l'estate ci aveva separati irrimediabilmente.
Avevo perso la strada.
Ora però l'ho ritrovata, anche se onestamente non so dove mi porterà.
Mi limito a guidare tutta la notte, ascoltando Stolen Car di Bruce Springsteen. Triste, un po' deprimente ed incredibilmente malinconico e notturno. Ti capita mai di aver voglia di stare male? A me si, mi aiuta a rimanere in contatto con la vita.
Ci sono poche stelle in cielo questa sera, chissà dov'è la mia?
Le coppie si affrettano verso casa per riscaldarsi e dimenticare il freddo pungente che imprigiona in una teca la mia Città, questa notte. Rimango da solo sulla strada e c'è qualcosa che mi stringe il cuore. Forse con una birra, silenziosa e scura, starei meglio; ma probabilmente non servirebbe a nulla, per ubriacarmi devo solo respirare i mille odori che la notte, ammiccante, si porta dietro.
Sai queste notti capitano a tutti e non basta infilarsi sotto le calde coperte per dimenticarle, no, certo che no, sarebbe troppo facile, e non lo è mai.
Ho capito che bisogna prendere a piene mani queste particolari notti e nasconderle in un amaro sorriso. I sogni, i sogni dovrebbero aiutarti a passare indenne queste notti, ma, ora, i miei sogni sono bloccati senza benzina sulla strada. Posso solo continuare a piedi, solo con le mie forze.
Giorno per giorno.
Sai ho imparato a non programmare più nulla a lunga scadenza, perché è veramente molto stupido organizzare il futuro senza vivere il presente. E pensare che spesso me lo dicevi, e io non ti ho mai ascoltato. Già, ero molto ingenuo ed invece tu, tu, avevi già capito tutto. Sempre un passo avanti, e io sempre un passo indietro rispetto alla mia vita, perso in notti come questa, mentre scrivo quattro pensieri su di un foglio di carta.
Piano, piano il sonno comincia a farsi strada, e rientrato in casa c'è il mio letto che mi aspetta foriero di tanti sogni. Mi stendo, ancora vestito, sul letto e la mia mente non smette di vagare nella fredda notte, fuori dalla finestra. Il vento si è placato, la notte è silenziosa ora. Nel cielo una stella brilla un po' di più delle altre. Forse è la mia stella, o forse è la tua oppure è un aeroplano che passa placido, incurante delle speranze e dei sogni che suscita.

Sai ci sono notti come questa dove tutto è vivo intorno a te, e tu sei felice di poterle vivere. Un infinito senso di pace m'invade.
Chissà cos'è. D'un tratto la tua risata bianca risuona nelle stanza vuote e mi fa compagnia.
Sorrido, infine. Spengo la luce e con lei anche la notte."
Thyo85
Dopo aver chiuso un lavoro che mi aveva occupato molto tempo (e che si, ritengo meritevole di attenzione, l'ho mandato un pò in giro,vediamo...) da un pò le parole s'incrociano in mente, e qualcosa pare sul punto di iniziare.
Oggi ho trovato la chiave: sarà un anti-libro. Io che ho spesso accarezzato chi leggeva, ora lo prenderò a schiaffi.
Questo è il probabile incipit, scritto ora di getto (non rispondo di errori ortografici).

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No, caro lettore.
No.
No è un suono secco, semplice, primordiale, istintivo.
No è il gesto delle labbra che si schiudono, si lasciano, si separano ma si guardano ancora, non troppo lontane, come amanti separati ma costretti a rimanere vicini.
No è la premessa di tutte queste parole a seguire, è la bottiglia portatrice di un messaggio che segue la corrente di un fiume, fino al mare e poi torna a riva, rifiutata dalla stessa acqua e raccolta dalla mano innocente di un giovane ragazzo.
Le parole che seguono, la storia che vado a raccontare potrà essere banale, scontata, noiosa, artefatta, complicata, fantasiosa: in fondo è esattamente tutte queste cose messe assieme e niente di più.
E non stare lì, quasi ti vedo, dubbioso, inquieto: si, queste pagine non hanno l'intenzione di coccolarti, di farti compagnia prima del sonno o al risveglio, non sono e non possono essere il piacevole passatempo estivo sotto l'ombrellone da spiaggia.
Per questo in fondo, si parla di un no: queste parole sono un unico fiato che esce, senza dubbi o incertezze, un boato costellato di silenzi che per un attimo attira l'attenzione di tutti e poi si spegne senza eco né segni materiali.
Un lampo che non lascia traccia nella retina.
Per tanto, troppo tempo della mia vita ho accarezzato la superficie dei miei giorni senza affondare mai le unghie, un piccolo gatto sornione che attende (pare per sempre) e aspetta e rincorre e pazienza e poi si ferma.

Così eccomi.
Nel buio delle tre di notte, con le dita tremanti di agitazione che sfiorano una piccola tastiera, mentre intorno tutto tace, dimenticato, muri freddi di un appartamento spoglio e grigio che mai potrò chiamare casa.
Sarei felice di poter raccontare la storia di un grande eroe, o anche solo di un grande uomo.
Di potere descrivere la sofferenza o la gioia, il sangue o la dolcezza, di poterti stupire con qualcosa di incredibile, superiore.
Forse sei uno di quelli che vogliono sognare, che si arrogano ancora il perfido diritto di andare oltre ogni regola, limite o ostacolo solo chiudendo gli occhi.
Non mi interessa in fondo chi sei: sappi però che non c'è speranza ripiegata tra le righe di questo libro, non troverai sfoghi alle tue frustrazioni della vita comune nella fantasia del mio cervello ma solo spettri oscuri del mio non futuro.
Per cui, ecco finito il mio appello: se sei un lettore dell' ultimora, se sei un perbenista, se ricerchi frivolezze, se hai paura di avere paura, beh, non avvicinarti nemmeno al proseguo.
Riponi il libro, appoggialo e lascialo per un momento davanti a te.
E a quel punto alzati e prosegui la tua vita normale (e no, non regalarlo).
Perchè, e iniziamo la nostra storia, ora che inizi a leggere sei mio compagno, anima invisibile che mai conoscerò delle ore più importanti della mia vita.
Stacco le mani dalla tastiera, inserisco la spina di collegamento e entro nel mondo reale, apro gli occhi e inizio la mia rincorsa.
Sette ore e finisce tutto.
Jolly_roger
Sei troppo poetico.


Ed è una critica, la mia.




edit: rileggendoti, più che poetico pecchi troppo di romanticismo.
Thyo85
Poetico, se nel senso dello stile (che tiene sempre a mente i miei libri preferiti e che in sostanza cercano di farmi scrivere come a piace/piacerebbe leggere) te lo concedo.
Di romantico, francamente, nelle righe scritte sopra ci vedo veramente poco e niente... icon_rolleyes.gif
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