Premetto che non mi aspettavo molto da un film che aveva parecchio deluso a Venezia, e invece è stata un'ottima sorpresa. Confermo certamente i difetti riscontrati dai critici a Venezia (sceneggiatura molto difficile e squilibrata dovuta a Josh Friedman, lo stesso sceneggiatore di "The War Of The Worlds", che ha peccato nello stesso modo), troppo tecnicismo e troppa poca sostanza, attori forse troppo giovani e inesperti quando servivano dei "physique du role" più rodati per personaggi così "classici".
Ma se sono questi i difetti, sono decisamente in secondo piano per un film assolutamente meraviglioso, che brilla forse proprio perché si bea dei suoi difetti. Quel manierismo a metà tra il tecnicismo talmente da cinefilo da risultare grottesco a tratti e una serie di scene e di inquadrature da storia del cinema, si snodano personaggi e situazioni da neo-noir in una Los Angeles stupendamente virata al sepia nella memorabile scenografia di Ferretti.
La storia è alquanto complicata. Per chi non avesse capito il finale, glielo riassumo qui:
C'è da dire che nella realtà non si è mai saputo chi uccise Elizabeth Short. E il romanzo di Ellroy è abbastanza diverso dal film (specie nel finale, in cui Bucky non uccide Madeleine, ma la va a trovare in carcere poco prima che esca dopo 10 anni di pena per l'omicidio di Lee).
Comunque la teoria di Ellroy, del tutto di finzione, è che l'assassino sia la madre di Madeleine, Ramona. Provo a riassumere a grandi linee:
Elizabeth Short e Lona Mertz avevano girato il film porno e Emmet Linscott (il marito di Ramona) aveva lasciato una delle sue abitazioni hollywoodiane al regista per usarla come set. Ramona nella "confessione" sostiene che un amico di famiglia, George Tilden, era presente alle riprese del porno (era da quelle parti come tuttofare, giardiniere eccetera). George era un maniaco ed era ossessionato da Elizabeth, dopo averla vista sul set del porno con Lona Mertz. Così Emmet Linscott aveva "comprato" Elizabeth per George, pagandola per avere un appuntamento con il losco individuo. A questo punto il colpo di scena: Ramona rivela che Martha, la sorella di Madeleine, non è figlia di Emmet, ma di George, con cui Ramona, più pazza di George stesso, ha una relazione malsana da molto tempo. (successivamente all'omicidio, Emmet aveva scoperto la relazione e aveva sfregiato George: lo vediamo chiaramente perché il viso di George è sfregiato mentre sgozza Lee, il socio di Bucky). Ramona cioè nella sua pazzia asseconda la follia di George uccidendo Black Dahlia per gelosia: in pratica la uccide perché la trova mentre si sta scopando il "suo" uomo. La uccide deturpandole il viso fino a farla assomigliare al "quadro moderno" del pagliaccio.
Bucky all'improvviso si ricorda di aver dato a Lee (ucciso sulla scala da un uomo misterioso, con George e con Bobby De Witt, il criminale appena uscito di galera di cui Lee teneva nascosti i soldi della rapina a cui Kay, Scarlett Johansson, aveva partecipato) una scatola di cerini su cui aveva scritto il nome di Madeleine. Bucky realizza che è questa la ragione per cui Lee era impazzito quando avevano visto il porno alla stazione di polizia. Lee infatti aveva visto il nome di Emmet Linscott alla fine del porno e l'aveva correlato a Madeleine, che ha lo stesso cognome, così era andato dai Linscott per ricattare Emmet. Madeleine aveva scoperto il ricatto, e anche in nome di un rapporto morboso e forse incestuoso col padre, era andata a uccidere Lee insieme a George e Bobby De Witt (tutti e tre insomma avevano buone ragioni per uccidere Lee).
Ma in effetti a De Palma non sembra interessare molto la trama: la tiene lì, in background, come pretesto per mantenere viva l'attenzione dello spettatore che in realtà è interessato (ma non se ne accorge completamente, pensando di essere catturato solo dalla trama) all'atmosfera che questo capolavoro di manierismo "anni '40" ha. C'è sempre, ovviamente, una fortissima ispirazione da Hitchcock, anzi direi quasi un'emulazione - come in tutti i film di Brian De Palma - in questo caso da "Vertigo" ("La donna che visse due volte") di cui però prende solo il lato estetico e non la suspance, volutamente lasciata da parte, ma anche, anzi soprattutto, da "Double Indemnity" ("La fiamma del peccato") di Billy Wilder, film che viene addirittura citato pari pari quando Bucky disfa la tovaglia con tanto di tacchino in una bellissima scena "hot" ma meraviglisamente casta da anni '40.
Il film ruota attorno a questo: manierismo, inquadrature straordinarie (la soggettiva in piano sequenza quando ci vengono presentati i Linscott rimarrà a lungo citata nei libri di cinematografia), divagazioni tra il divertimento e la nostalgia di modi di riprendere e di inquadrare del cinema degli anni '40, atmosfera personalissima ed estremamente "di genere". In sostanza, credo che la forza di questo film stia proprio in quello che gli è stato attribuito come maggior difetto: l'essere troppo di genere, il non essere autoriale, l'essere troppo manieristico e senz'anima.
Ma io dico che un film di genere, che fa il verso ad anni in cui il cinema era straordinariamente attento ai modi e alle maniere, deve essere per forza manierista, e solo un "grande tecnico", talentuosissimo e innamorato di quel cinema ormai perso nel tempo, come Brian De Palma poteva girare.
Alcune chicche, curiosità, errori, citazioni:
- Lode al merito dell'attrice che interpreta Black Dahlia. Sconosciuta e decisamente la più brava in questo film. Si chiama Mia Kirschner. Brava anche Hilary Swank ("Million Dollar baby") qui in versione super-sexy femme fatale. Eccessiva e ironica come sempre Fiona Shaw (la madre di Madeleine) che siamo abituati a vedere in "Harry Potter" nei panni di zia Petunia. La Johansson un po' fuori parte non dà spessore a un personaggio che avrebbe richiesto un'attrice con più esperienza. Harnett come sempre privo di espressioni facciali: se qui tale assenza non è giustificata dall'atarassia del personaggio che interpreta in Slevin, è comunque consona alla seraficità che Di Palma ha voluto dare all'io narrante (discontandosi dal libro).
- C'è un blooper clamoroso: il cadavere ha un foro sulla mano destra quando viene ritrovato, ma poi per il resto del film ce l'ha sulla mano sinistra.
- Oltre alla già citata scena della presentazione della dimora dei Linscott, ci sono altre scene memorabili. Una è la scazzottata iniziale, che presenta come un fumetto anni '40 la Los Angeles di Ferretti, teatro di lotte fra gladiatori, eroi di un tempo passato e narrato dagli scrittori noir. Un'altra è la prima volta che viene inquadrata Scarlett Johansson, con la steadycam che sale sulla scalinata e vira improvvisamente spiaccicandosi in un primissimo piano in faccia a Scarlett che all'ultimo momento si gira in favore di telecamera. Spettacolare, nuovo e classico al tempo stesso, inebriante. Poi c'è la scena prima della sparatoria, con quel piano sequenza aereo che parte dal negozio per volare sopra allo stabile, farci vedere i nostri che arrivano e non considerano una signora che ha visto qualcosa di orribile, e atterrare dall'altro lato della strada, presentandoci i sospetti. Poi ce ne sono tantissime altre, non finirei più di scrivere.
- C'è una finezza che non so se qualcuno ha notato: quando Key, Lee e Bucky stanno guardando il film al cinema, l'audio del film è giustamente mono e registrato con molto fruscio. Quando la telecamera stacca dal film al viso commossissimo di Key, sentiamo la musica perdere il fruscio, aprirsi di timbro e diventare pian piano stereo, trasformandosi nella colonna sonora del film che NOI stiamo vedendo. Genialata metacinematografica.
- Il doppiaggio italiano (come sempre ultimamente) è pessimo e confonde una recitazione classica in stile anni '40 con una recitazione effettata in stile telenovela. Nell'originale gli attori si sono sforzati di recitare come nei film degli anni '40: se i nostri adattatori l'avessero capito avrebbero perlomeno cercato di imitare quei toni tipici del nostro doppiaggio a quei tempi.
- Purtroppo questo film è abbastanza per palati raffinati e un pubblico molto generalista, che era indeciso se vedere questo "thriller" (?) o "Cambia vita con un click" sempre comunque con 5 euro al lunedì sera, tenderà a uccidervi la visione del film con commenti idioti sulla presunta inverosimiglianza di certi dettagli o sulla complicazione della trama o sulla lentezza dello svolgimento, passandovi davanti più volte per andare al cesso, telefonare, o comprare schifosi snack che sgranocchierà rumorosamente. Per evitare la visione in cogliorama, consiglio di vedere il film in orari e sale non frequentatissime.