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Versione completa: [CALCIO] E' Morto Giacinto Facchetti
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nikyrai
CITAZIONE
Addio Facchetti
Bandiera nerazzurra
Si è spento a Milano Facchetti, simbolo dell'Inter: dalle 634 gare con 79 gol al ruolo di presidente. Leader della Grande Inter di Herrera, capitano per eccellenza dell'Italia

Giacinto Facchetti con la coppa Campioni '65. Olympia
“Se ne è andata l’ultima bandiera”: frase sempre evocativa, spesso retorica e soprattutto fuori moda in un calcio business e senza anima. Ma questa volta possiamo proprio dire che l’ultima bandiera ha smesso di sventolare e, purtroppo, per sempre. Piange l’Inter, piange il mondo del calcio, per l’addio di Giacinto Facchetti, spentosi a 64 anni dopo una malattia dura e terribile, quanto veloce nel strapparlo ai propri affetti. Muore un mito, muore il capitano per eccellenza, ma si sa che i miti sono immortali e allora sembra di vederlo ancora lì. Sulla fascia sinistra ad interpretare per primo il ruolo di terzino fluidificante; a guardare la monetina che sanciva la vittoria italiana nell’Europeo casalingo del 1968; stampato per sempre nella formazione-mantra Sarti-Burgnich-Facchetti e via dicendo della Grande Inter di Helenio Herrera; monumento azzurro capace di accompagnare l’Italia attraverso 3 Mondiali con la folle e storica notte di Italia-Germania 4-3 a Messico ’70; e alla fine di recitare il ruolo di presidente nell’Inter di Massimo Moratti dopo aver fatto grande i nerazzurri di papà Angelo.
GLI INIZI Giacinto era nato a Treviglio, provincia di Bergamo, il 18 luglio 1942: non ha mai abbandonato le sue radici (abitava a Cassano d’Adda) perché amava vivere nel verde dove ritrovava l’equilibrio. Padre ferroviere, madre casalinga, un fratello e tre sorelle: ambiente sereno e pulito, il massimo per crescere una speranza. Il grande amore con l’Inter nasce però da uno “sgarbo”. Facchetti venne raccomandato a 16 anni da Meazza per un provino all’Inter, ma venne scartato dai soloni della società. Lui si rivolse all’Atalanta, firmò, ma un factotum della società milanese lo convinse a rimanere inattivo fino a novembre e quindi passare all’Inter. Era il 1958, l’inizio della leggenda. Lo spilungone di Treviglio strappato all’atletica, lavora sodo: mattina a scuola, panini al volo, poi di corsa alla stazione (accompagnato in bici dal papà), treno, tram, allenamenti e ritorno.
LA GLORIA Herrera lo vede e intuisce la stoffa del campione, fino a farlo debuttare il 21 maggio 1961 in Roma-Inter 0-2. La settimana dopo ancora in campo e partita sbloccata con un gol in Inter-Napoli 3-0. Facchetti cresce, supera le critiche di San Siro per una stagione opaca e nel 1963 si laurea campione d’Italia per la prima volta. E’ l’anno della conferma perché il 27 marzo debutta con l’Italia ad Instanbul con la Turchia (0-1). Non si sfilerà più la maglia azzurra: 94 presenze, 70 da capitano e 3 gol con il trionfo dell’Europeo 1968 e il titolo di vice-campioni del mondo nel 1970. Il Mago Herrera lo trasforma nel primo terzino-bomber della storia, il primo terzino fluidificante che attacca sulla fascia, il punto di riferimento di sua maestà Beckenbauer. Nel 1964 perde lo spareggio scudetto con il Bologna, ma si rifà con la Coppa Campioni e Intercontinentale. Il bis nel 1965 in Europa, nel Mondo e anche in Italia con il secondo scudetto. Il 1966 porta ancora tricolore e la prima fascia di capitano con l’Italia: a Milano il 1° novembre nel successo sull’Urss dopo la disfatta mondiale con la Corea del Nord (il ricordo più doloroso della carriera).
LA FAMIGLIA Le vittorie si accoppiano con lo stile, l’eleganza e la serietà. Il matrimonio con il nerazzurro è felice e nel 1967 si “affianca” a quello di vita con l’amata Giovanna, conosciuta in una balera di Rivolta d’Adda. Viaggio di nozze ad Orvieto: lui in caserma per servizio militare, lei in una pensioncina. Quattro figli coroneranno il sogno d’amore: Barbara, Vera, Gianfelice e Luca (attaccante con carriera in serie C e D). Sul campo Giacinto gioca e vince: il quarto scudetto arriva nel 1971 e l’ultimo successo è la Coppa Italia del 1978, quando la carriera è al termine. Saluta il campo a 36 anni, il 7 maggio ’78 in Inter-Foggia 2-1 con un autogol: quasi una beffa del destino per il terzino goleador che aveva collezionato 475 partite in serie A con 59 gol (634 in totale con 75 gol), tutto con la maglia nerazzurra.
IL PRESIDENTE Dopo una brevissima parentesi di 9 mesi da vicepresidente dell’Atalanta nel 1980 (sempre il nerazzurro…), Giacinto rientrò in orbita Inter come dirigente nel 1985 con Pellegrini. Dieci anni dopo arriva Massimo Moratti: il simbolo è sempre al suo fianco, nel novembre 2001 diventa vicepresidente, soffre per il 5 maggio e dal gennaio 2004 è la bandiera del club. Miglior persona non si poteva trovare come 19° presidente dell’Inter, miglior carriera nerazzurra non poteva capitare al “Cipe”, come lo chiamava il Mago Herrera dopo che Buffon gli aveva storpiato il cognome in “Cipelletti” nel ’60.
L’UOMO Lascia un uomo tutto di un pezzo: venne definito “terzino e gentiluomo”. Troppo poco per un giocatore che chiuse la carriera con la Nazionale come capitano non giocatore nel 1978. Poteva ribellarsi ad un ruolo non suo: invece zero polemiche, aiutò sempre Bearzot nel Mondiale argentino e trovò la “gloria letteraria” nell’eroe di “Azzurro tenebra”, il romanzo di Giovanni Arpino, suo grande amico e padrino di Gianfelice. Il gigante che da piccolo sognava di fare il muratore, perché era felice quando dal primo piano di una casa in costruzione poteva tuffarsi su un mucchio di sabbia, chiudeva una carriera esemplare (un solo rosso per un applauso ironico all’arbitro Vannucchi nel 1975 con San Siro) tra i dolci ricordi e la consapevolezza di essere un simbolo del calcio italiano. Sempre a testa alta, in campo e fuori, amato dagli interisti e non solo. Ci mancherà, sembra retorica, ma non lo è.


Fonte: Gazzetta.it
max21
nooooooooooooooooooooooooo povero presidente era malato da tempo grande persona di sport icon_frown.gif
potemkin
R.I.P
Deus Piger
Mio dio... Mi dispiace un sacco, questa é veramente una gran perdita per il calcio. icon_frown.gif
Buglio
E'un grande dispiacere, la morte del presidente. icon_frown.gif
taddia
come diceva nikyrai, sembrava in buona salute.

pace all'anima sua
2pac
Riporto le parole del sito del Milan, associandomi in pieno nei concetti e nella tristezza che ha provocato questa notizia.Onore all'uomo ed allo sportivo simbolo unico di un calcio che non esiste più.
R.I.P.

Giacinto Facchetti era e resterà per sempre uno dei simboli più veri e autentici del patrimonio di una Milano calcistica irripetibile e indimenticabile. Sportivo vero, appassionato di calcio nel senso più partecipe del termine, ha fatto del comportamento e dello stile una bandiera sia in campo che fuori. Tutti gli sportivi milanesi e gli sportivi di tutta Italia erano in ansia per lui ormai da mesi. Oggi, la notizia. Tutti i tifosi del Milan, e tutte le persone che vivono e lavorano nel Milan, l'hanno accolta costernati. Per questo rivolgono vere e sentite condoglianze ai congiunti di Giacinto Facchetti e a tutti i suoi amici, i suoi collaboratori che hanno lavorato e condiviso emozioni con lui in tanti anni dedicati all'Inter.
obelix
Mi dispiace molto! icon_frown.gif
Povero brindellone!
Claudiopol
addio giacinto
BennyNUF
spero che gente tipo giraudo e company abbiano la compiacenza di tenersi lontani dal funerale....ipocriti di merda!

Ciao Giacinto, uomo leale di un calcio che non cè più!
r.i.p.
Il Conte
CITAZIONE (BennyNUF @ 4 Sep 2006 - 16:42) *
spero che gente tipo giraudo e company abbiano la compiacenza di tenersi lontani dal funerale....ipocriti di merda!


e invece dovrebbero andarci.
il calcio è il calcio, la vita o la morte di una persona è un altra cosa.

cmq r.i.p.
BennyNUF
vai tranquillo che non saranno ben accetti al funerale certi personaggi infami icon_wink.gif

il calcio è il calcio, e siamo d'accordo!
certe merde potevano esprimere il loro rispetto per l'uomo quando stava in vita, invece di non perdere occasione per buttar merda...cmq non è il caso di fare polemica oggi.

Ancora addio Giacinto! ti ricordo in mille episodi come quando ci volesti offrire da bere di ritorno da una trasferta...non ti dimenticheremo mai!salutaci Peppino!
taddia
ecco, cerchiamo di non scendere nelle volgarità e flame in questo topic eh?
Hartigan
E' una notizia veramente inaspettata, infatti sembrava in ottima salute...

se ne va un gran giocatore ma specialmente un grand uomo...





(p.s. grazie nik per avermi dirottato qui)
nikyrai
Dovere vecchione andromaque.gif
Haran_Banjo
A quanto pare era malato da mesi ma era riuscito a tenerlo nascosto ai media. Mi dispiace moltissimo, in questi momenti, come la morte di Prisco, le rivalità calcistiche vengono meno a favore di un pensiero di soliderietà nei confronti di un uomo che ha dato tanto al calcio.
2pac
Il dolore per la perdita di una persona che ha fatto la storia del calcio italiano e specialmente milanese non ha colori ne fede ne rivalità.
BennyNUF
Riporto il commento di un amico che condivido in pieno:

CITAZIONE
Luci a San Siro non ne accenderanno piu' cantava il buon Vecchioni probabilmente pensando ai suoi problemi, ai legami della sua vita. Luci a San Siro per me non saranno piu accese per un altro motivo... perche' è il calcio ad essere miserabilmente spento, morto e sepolto. Eccomi qui..mi trovo a tifare Taranto da quando sono nato e sono orgoglioso di assaggiare ogni anno il vero sapore degli ultimi rimasugli di calcio... quello vero fatto di botte e pallone... quello da serie c (per intenderci) dove l' erba ha ancora un colore verde acceso e un profumo indimenticabile. Ma il calcio, quello antico che ci ha fatto sognare è esistito per davvero...era fatto di collegamenti a colori sbiaditi di 90 minuto...era quello sentito alla radio con le voci storiche. Il calcio era la partita di pallone la domenica...quando si portavano i pasticcini a casa dei parenti... il calcio era una sala piena di fumo e di gente che seguiva insieme il posticipo serale... il calcio era la mattina dopo al bar davanti alla gazzetta di un rosa ahimè diverso! E quando sai che qualcosa è persa per sempre cominci a commuoverti osservando come possa perdere pezzi...uno dopo l' altro...e tu li' impotente a ricordare il passato! Giacinto Facchetti per me è questo... è una delle ultime briciole del nostro pranzo domenicale...e da ultras ammetto con dolce commozione che si è persa l' ultima bandiera da poter sbattere in faccia al calcio moderno...alle pay tv! E quando morirà un Totti, un Del Piero, un Vieri e via dicendo...li ricorderemo come grandi calciatori..ma i loro nomi si intrecceranno inevitabilmente con quelli di veline, e le loro giocate con le loro acconciature...con le bravate...i macchinoni...e le serate in discoteca! Tutto è finito...ed oggi mi commuovo nel ricordare un altro uomo di quel mondo onesto...dove prima di essere calciatori si era padri di famiglia, uomini prima che atleti!
potemkin
CITAZIONE (2pac @ 4 Sep 2006 - 21:16) *
Il dolore per la perdita di una persona che ha fatto la storia del calcio italiano e specialmente milanese non ha colori ne fede ne rivalità.

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Deus Piger
Un appunto.
Giacinto Facchetti non è l'ULTIMA vera bandiera interista.
Il Conte
ma non è certo paragonabile coi "campioni" dell'inter di oggi
direi che era 10 gradini piu in alto di tutta la rosa dell'inter di adesso
Deus Piger
Non vuol dire niente. Lo Zio Bergomi è una vera bandier interista ed è ancora in vita. Giusto per fare un esempio.
Il Conte
mh si hai ragione icon_mrgreen.gif
2pac
Certo Bergomi non ha fatto per l'inter quanto Facchetti.

Esempio lampante è che il secondoera presidente, lo zio invece se ne sta con Caressa a commentare le partite.

Due mondi vicini ma totalmente diversi, dal mio punto di vista.
nikyrai
Ha comunque ragione Deus, anche Bergomi è stata una bandiera importante.
Errore mio che ho aperto male il topic.
SimoFe
ADDIO giacinto ti ricorderemo sempre come avversario leale e corretto....
Deus Piger
CITAZIONE (nikyrai @ 6 Sep 2006 - 14:05) *
Ha comunque ragione Deus, anche Bergomi è stata una bandiera importante.
Errore mio che ho aperto male il topic.


Si ma vai tranqui Nik, mica era un rimprovero il mio! 6.gif
BennyNUF




CITAZIONE
Chiedo a tutti, e alla sua famiglia in particolare, di scusare
se l'ho INVOLONTARIAMENTE coinvolto in storie in cui Giacinto non meritava di essere coinvolto.
Sono scuse sincere: sapevo, all'epoca che non era in buone condizioni di salute, ma non sapevo
assolutamente che la situazione fosse così grave. Spero di essere perdonato dalla signora Giovanna e dai suoi figli.
E porgo le condoglianze più sentite a Massimo Moratti e all'Inter tutta".


ORA SECODNO ME LE SCUSE IL PERDONO SONO COSE SOGGETTIVE DOVE OGNUNO SI FA L'IDEA CHE CREDE..

IO LA MIA CE L'HO'...MOGGI uOMO DI MERDA
Il Conte
si...ma qui non centra nulla.
rimaniano in topic per favore
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