C'è qualcosa nell'aria. Qualcosa di impalpabile e indefinito. Un respiro e si spegne l'istinto di sopravvivenza dell'uomo. In città, sui marciapiedi, nei parchi, sulle strade, la gente si toglie la vita: precipitando da un'impalcatura, sparando un colpo di pistola, pugnalandosi con un fermaglio, lanciandosi sotto un'automobile. Elliot Moore, insegnante di scienze in un liceo di Philadelphia, è deciso ad allontanarsi dalla città per trovare rifugio nella campagna della Pennsylvania insieme a una coppia di amici e alla moglie Alma, una giovane donna in piena crisi esistenziale. Ma nessun luogo appare sicuro e i fuggiaschi restano vulnerabili davanti alla minaccia della natura. Com'è iniziato tutto questo e quando finirà?
Mah, l'idea di base mi ha stuzzicato e ispirato molto, ma il film in sé devo ammettere non mi è piaciuto gran che: mi è parsa solo un'altra variante della moltitudine di film catastrofici che sono stati girati. Il messaggio che gli uomini sono una minaccia per la Terra e che ci stiamo autodistruggendo per carità è giustissimo ma ormai al cinema è stato proposto e riproposto troppe volte e a meno che non si trovi un modo nuovo per esprimerlo (e questo non è il caso) non fa più molta presa. Il finale è abbastanza scontanto, il tipico finale visto milioni di volte in film di questo genere e neppure la scelta del cast mi ha convinto molto, daltronde però non l'ho guardato in lingua originale quindi non voglio sbilanciarmi più di tanto su questo aspetto.