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Versione completa: Barack H. Obama
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HiroNakamura
Mi sembrava strano che non ci fosse un topic sul nuovo presidente del mon... ehm, Americano...

Per me è un segno di cambiamento forte (si, lo so, banalità esagerata, ma che altro dire)...

Ora vedremo se è davvero un cambiamento radicale o è solo un cambiamento di facciata...

Yes we can... Avdrem sarcastica.gif
Bobomerendone
l'elezione di Obama è stato un segno e simbolo di grande cambiamento di cui tutti sentono una gran svolta.

Adesso deve esserlo anche il suo operato e la nostra vita, altrimenti 'n cambierà 'na cippa.
Bedrosian Baol
L'altro giorno girando in centro ho sentito un discorso tra i vecchi del listone.
Quello chiaramente riconosciuto come "il saggio" del gruppo diceva: "Par mi l'è negar".

Detto questo io spero che possa essere un presidente bravo quanto bello.
bzbiz
E' un presidente Americano,

cioè farà i cazzi degli Americani...

Dobbiamo sperare che sta volta coincidano con i nostri, o quanto meno non collidano... sarcastica.gif
Faye
Nel caso qualcuno se lo fosse perso, ecco il testo del discorso fatto all'insediamento:

OGGI mi trovo di fronte a voi, umile per il compito che ci aspetta, grato per la fiducia che mi avete accordato, cosciente dei sacrifici compiuti dai nostri avi. Ringrazio il presidente Bush per il servizio reso alla nostra nazione, e per la generosità e la cooperazione che ha mostrato durante questa transizione.
Quarantaquattro americani hanno pronunciato il giuramento presidenziale. Queste parole sono risuonate in tempi di alte maree di prosperità e di calme acque di pace. Ma spesso il giuramento è stato pronunciato nel mezzo di nubi tempestose e di uragani violenti. In quei momenti, l’America è andata avanti non solo grazie alla bravura o alla capacità visionaria di coloro che ricoprivano gli incarichi più alti, ma grazie al fatto che Noi, il Popolo, siamo rimasti fedeli agli ideali dei nostri antenati e alle nostre carte fondamentali.
Così è stato finora. Così deve essere per questa generazione di americani.
E’ ormai ben chiaro che ci troviamo nel mezzo di una crisi. La nostra nazione è in guerra contro una rete di violenza e di odio che arriva lontano. La nostra economia si è fortemente indebolita, conseguenza della grettezza e dell’irresponsabilità di alcuni, ma anche della nostra collettiva incapacità di compiere scelte difficili e preparare la nostra nazione per una nuova era. C’è chi ha perso la casa. Sono stati cancellati posti di lavoro. Imprese sono sparite. Il nostro servizio sanitario è troppo costoso. Le nostre scuole perdono troppi giovani. E ogni giorno porta nuove prove del fatto che il modo in cui usiamo le risorse energetiche rafforza i nostri avversari e minaccia il nostro pianeta.
Questi sono gli indicatori della crisi, soggetti ad analisi statistiche e dati. Meno misurabile ma non meno profonda invece è la perdita di fiducia che attraversa la nostra terra - un timore fastidioso che il declino americano sia inevitabile e la prossima generazione debba avere aspettative più basse.
Oggi vi dico che le sfide che abbiamo di fronte sono reali. Sono serie e sono numerose. Affrontarle non sarà cosa facile né rapida. Ma America, sappilo: le affronteremo.
Oggi siamo riuniti qui perché abbiamo scelto la speranza rispetto alla paura, l’unità degli intenti rispetto al conflitto e alla discordia.
Oggi siamo qui per proclamare la fine delle recriminazioni meschine e delle false promesse, dei dogmi stanchi, che troppo a lungo hanno strangolato la nostra politica.
Siamo ancora una nazione giovane, ma - come dicono le Scritture - è arrivato il momento di mettere da parte gli infantilismi. E’ venuto il momento di riaffermare il nostro spirito tenace, di scegliere la nostra storia migliore, di portare avanti quel dono prezioso, l’idea nobile, passata di generazione in generazione: la promessa divina che tutti siamo uguali, tutti siamo liberi e tutti meritiamo una possibilità di perseguire la felicità in tutta la sua pienezza.
Nel riaffermare la grandezza della nostra nazione, ci rendiamo conto che la grandezza non è mai scontata. Bisogna guadagnarsela. Il nostro viaggio non è mai stato fatto di scorciatoie, non ci siamo mai accontentati. Non è mai stato un sentiero per incerti, per quelli che preferiscono il divertimento al lavoro, o che cercano solo i piaceri dei ricchi e la fama.
Sono stati invece coloro che hanno saputo osare, che hanno agito, coloro che hanno creato cose - alcuni celebrati, ma più spesso uomini e donne rimasti oscuri nel loro lavoro, che hanno portato avanti il lungo, accidentato cammino verso la prosperità e la libertà.
Per noi, hanno messo in valigia quel poco che possedevano e hanno attraversato gli oceani in cerca di una nuova vita.
Per noi, hanno faticato in aziende che li sfruttavano e si sono stabiliti nell’Ovest. Hanno sopportato la frusta e arato la terra dura.Per noi, hanno combattuto e sono morti, in posti come Concord e Gettysburg; in Normandia e a Khe Sahn.Questi uomini e donne hanno lottato e si sono sacrificati e hanno lavorato finché le loro mani sono diventate ruvide per permettere a noi di vivere una vita migliore. Hanno visto nell’America qualcosa di più grande che una somma delle nostre ambizioni individuali; più grande di tutte le differenze di nascita, censo o fazione.
Questo è il viaggio che continuiamo oggi. Rimaniamo la nazione più prospera, più potente della Terra. I nostri lavoratori non sono meno produttivi rispetto a quando è cominciata la crisi. Le nostre menti non sono meno inventive, i nostri beni e servizi non meno necessari di quanto lo fossero la settimana scorsa, o il mese scorso o l’anno scorso. Le nostre capacità rimangono inalterate. Ma è di certo passato il tempo dell’immobilismo, della protezione di interessi ristretti e del rinvio di decisioni spiacevoli. A partire da oggi, dobbiamo rialzarci, toglierci di dosso la polvere, e ricominciare il lavoro della ricostruzione dell’America.
Perché ovunque volgiamo lo sguardo, c’è lavoro da fare. Lo stato dell’economia richiede un’azione, forte e rapida, e noi agiremo - non solo per creare nuovi posti di lavoro, ma per gettare le nuova fondamenta della crescita.
Costruiremo le strade e i ponti, le reti elettriche e le linee digitali che alimentano i nostri commerci e ci legano gli uni agli altri. Restituiremo alla scienza il suo giusto posto e maneggeremo le meraviglie della tecnologia in modo da risollevare la qualità dell’assistenza sanitaria e abbassarne i costi.
Imbriglieremo il sole e i venti e il suolo per alimentare le nostre auto e mandare avanti le nostre fabbriche.E trasformeremo le nostre scuole, i college e le università per venire incontro alle esigenze dei tempi nuovi. Possiamo farcela. E lo faremo.
Ora, ci sono alcuni che contestano le dimensioni delle nostre ambizioni - pensando che il nostro sistema non può tollerare troppi grandi progetti. Costoro hanno corta memoria. Perché dimenticano quel che questo paese ha già fatto. Quel che uomini e donne possono ottenere quando l’immaginazione si unisce alla volontà comune, e la necessità al coraggio.
Quel che i cinici non riescono a capire è che il terreno gli è scivolato sotto i piedi. Gli argomenti politici stantii che ci hanno consumato tanto a lungo non sono più applicabili. La domanda che formuliamo oggi non è se il nostro governo sia troppo grande o troppo piccolo, ma se funzioni o meno - se aiuti le famiglie a trovare un lavoro decentemente pagato, cure accessibili, una pensione degna. Laddove la risposta sia positiva, noi intendiamo andare avanti. Dove sia negativa, metteremo fine a quelle politiche. E coloro che gestiscono i soldi della collettività saranno chiamati a risponderne, affinché spendano in modo saggio, riformino le cattive abitudini, e facciano i loro affari alla luce del sole - perché solo allora potremo restaurare la vitale fiducia tra il popolo e il suo governo.
La questione di fronte a noi non è se il mercato sia una forza del bene o del male. Il suo potere di generare benessere ed espandere la libertà è rimasto intatto. Ma la crisi ci ricorda che senza un occhio rigoroso, il mercato può andare fuori controllo e la nazione non può prosperare a lungo quando il mercato favorisce solo i già ricchi. Il successo della nostra economia è sempre dipeso non solo dalle dimensioni del nostro Pil, ma dall’ampiezza della nostra prosperità, dalla nostra capacità di estendere le opportunità per tutti coloro che abbiano volontà - non per fare beneficenza ma perché è la strada più sicura per il nostro bene comune.
Quanto alla nostra difesa comune, noi respingiamo come falsa la scelta tra sicurezza e ideali. I nostri Padri Fondatori, messi di fronte a pericoli che noi a mala pena riusciamo a immaginare, hanno stilato una carta che garantisca l’autorità della legge e i diritti dell’individuo, una carta che si è espansa con il sangue delle generazioni. Quegli ideali illuminano ancora il mondo, e noi non vi rinunceremo in nome di qualche espediente. E così, per tutti i popoli e i governi che ci guardano oggi, dalle più grandi capitali al piccolo villaggio dove è nato mio padre: sappiate che l’America è amica di ogni nazione e di ogni uomo, donna e bambino che sia alla ricerca di un futuro di pace e dignità, e che noi siamo pronti ad aprire la strada ancora una volta.
Ricordiamoci che le precedenti generazioni hanno sgominato il fascismo e il comunismo non solo con i missili e i carriarmati, ma con alleanze solide e convinzioni tenaci. Hanno capito che il nostro potere da solo non può proteggerci, né ci autorizza a fare come più ci aggrada. Al contrario, sapevano che il nostro potere cresce quanto più lo si usa con prudenza. La nostra sicurezza emana dalla giustezza della nostra causa, dalla forza del nostro esempio, dalle qualità dell’umiltà e del ritegno.
Noi siamo i custodi di questa eredità. Guidati ancora una volta dai principi, possiamo affrontare le nuove minacce che richiederanno sforzi ancora maggiori - una cooperazione e comprensione ancora maggiori tra le nazioni. Cominceremo a lasciare responsabilmente l’Iraq alla sua gente, e a forgiare una pace duramente guadagnata in Afghanistan. Con i vecchi amici e i vecchi nemici, lavoreremo senza sosta per diminuire la minaccia nucleare, e respingere lo spettro di un pianeta che si surriscalda. Non chiederemo scusa per il nostro stile di vita, né ci batteremo in sua difesa. E a coloro che cercano di raggiungere i propri obiettivi creando terrore e massacrando gli innocenti, noi diciamo adesso che il nostro spirito è più forte e non può essere infranto. Voi non ci sopravviverete, e noi vi sconfiggeremo.
Perché noi sappiamo che il nostro retaggio “a patchwork” è una forza e non una debolezza. Noi siamo una nazione di cristiani e musulmani, ebrei e induisti e non credenti. Noi siamo formati da ciascun linguaggio e cultura disegnata in ogni angolo di questa Terra; e poiché abbiamo assaggiato l’amaro sapore della Guerra civile e della segregazione razziale e siamo emersi da quell’oscuro capitolo più forti e più uniti, noi non possiamo far altro che credere che i vecchi odi prima o poi passeranno, che le linee tribali saranno presto dissolte, che se il mondo si è rimpicciolito, la nostra comune umanità dovrà riscoprire se stessa; e che l’America deve giocare il suo ruolo nel far entrare il mondo in una nuova era di pace.
Per il mondo musulmano noi indichiamo una nuova strada, basata sul reciproco interesse e sul mutuo rispetto. A quei leader in giro per il mondo che cercano di fomentare conflitti o scaricano sull’Occidente i mali delle loro società - sappiate che i vostri popoli vi giudicheranno su quello che sapete costruire, non su quello che distruggete. A quelli che arrivano al potere attraverso la corruzione e la disonestà e mettendo a tacere il dissenso, sappiate che siete dalla parte sbagliata della Storia; ma che vi tenderemo la mano se sarete pronti ad aprire il vostro pugno.
Alla gente delle nazioni povere, noi promettiamo di lavorare insieme per far fiorire le vostre campagne e per pulire i vostri corsi d’acqua; per nutrire i corpi e le menti affamate. E a quelle nazioni, come la nostra. che godono di una relativa ricchezza, noi diciamo che non si può più sopportare l’indifferenza verso chi soffre fuori dai nostri confini; né noi possiamo continuare a consumare le risorse del mondo senza considerare gli effetti. Perché il mondo è cambiato e noi dobbiamo cambiare con esso.
Se consideriamo la strada che si apre davanti a noi, noi dobbiamo ricordare con umile gratitudine quegli americani coraggiosi che, proprio in queste ore, controllano lontani deserti e montagne. Essi hanno qualcosa da dirci oggi, proprio come gli eroi caduti che giacciono ad Arlington mormorano attraverso il tempo. Noi li onoriamo non solo perché sono i guardiani della nostra libertà, ma perché essi incarnano lo spirito di servizio: una volontà di trovare significato in qualcosa più grande di loro. In questo momento - un momento che definirà una generazione - è precisamente questo lo spirito che deve abitare in tutti noi.
Per tanto che un governo possa e debba fare, alla fine è sulla fede e la determinazione del popolo americano che questa nazione si fonda. E’ la gentilezza nell’accogliere uno straniero quando gli argini si rompono, la generosità dei lavoratori che preferiscono tagliare il proprio orario di lavoro piuttosto che vedere un amico perdere il posto, che ci hanno guidato nei nostri momenti più oscuri. E’ il coraggio dei vigili del fuoco nel precipitarsi in una scala invasa dal fumo, ma anche la volontà di un genitore di nutrire il proprio figlio, che alla fine decidono del nostro destino.
Forse le nostre sfide sono nuove. Gli strumenti con cui le affrontiamo forse sono nuovi. Ma i valori da cui dipende il nostro successo - lavoro duro e onestà, coraggio e fair play, tolleranza e curiosità, lealtà e patriottismo - tutto questo è vecchio. Sono cose vere. Sono state la forza tranquilla del progresso nel corso di tutta la nostra storia. Quel che è necessario ora è un ritorno a queste verità. Quel che ci viene chiesto è una nuova era di responsabilità - il riconoscimento, da parte di ogni americano, che abbiamo un dovere verso noi stessi, la nostra nazione, il mondo, doveri che non dobbiamo accettare mugugnando ma abbracciare con gioia, fermi nella consapevolezza che non c’è nulla di più soddisfacente per lo spirito, così importante per la definizione del carattere, che darsi completamente per una causa difficile.
Questo è il prezzo e la promessa della cittadinanza.
Questa è la fonte della nostra fiducia - la consapevolezza che Dio ci ha chiamato a forgiare un destino incerto.
Questo è il significato della nostra libertà e del nostro credo - perché uomini, donne e bambini di ogni razza e di ogni fede possono unirsi nella festa in questo Mall magnifico, e perché un uomo il cui padre meno di sessanta anni fa non avrebbe neanche potuto essere servito in un ristorante ora può trovarsi di fronte a voi per pronunciare il giuramento più sacro di tutti.
Perciò diamo a questa giornata il segno della memoria, di chi siamo e di quanta strada abbiamo fatto. Nell’anno in cui l’America è nata, nel più freddo dei mesi, una piccola banda di patrioti rannicchiati intorno a falò morenti sulle rive di un fiume ghiacciato. La capitale era stata abbandonata. Il nemico avanzava. La neve era macchiata di sangue. Nel momento in cui l’esito della nostra rivoluzione era in dubbio come non mai, il padre della nostra nazione ordinò che si leggessero queste parole al popolo:
“Che si dica al futuro del mondo… che nel profondo dell’inverno, quando possono sopravvivere solo la speranza e la virtù… Che la città e la campagna, allarmate da un pericolo comune, si sono unite per affrontarlo”.
America. Di fronte ai nostri pericoli comuni, in questo inverno dei nostri stenti, ricordiamo queste parole senza tempo. Con speranza e virtù, affrontiamo con coraggio le correnti ghiacciate, e sopportiamo quel che le tempeste ci porteranno. Facciamo sì che i figli dei nostri figli dicano che quando siamo stati messi alla prova non abbiamo permesso che questo viaggio finisse, che non abbiamo voltato le spalle e non siamo caduti. E con gli occhi fissi sull’orizzonte e la grazia di Dio su di noi, abbiamo portato avanti il grande dono della libertà e l’abbiamo consegnato intatto alle generazioni future.

...go Barack, go!! sisi.gif
Bedrosian Baol
Nessuno si è accorto che ha sbagliato il giuramento?
Faye
Mh...no. In che punto? Premetto che non l'ho visto integralmente. sisi.gif
simone19
CITAZIONE (Bedrosian Baol @ 21 Jan 2009 - 10:27) *
Nessuno si è accorto che ha sbagliato il giuramento?

più che sbagliato ha dimenticato le parole e ha chiesto aiuto con lo sguardo al giudice della corte suprema....
Bedrosian Baol
I do solemnly swear that I will faithfully execute the Office of President of the United States, and will to the best of my Ability, preserve, protect and defend the Constitution of the United States.

Ha invertito la posizione della parola "faithfully" e si è fatto ripetere due volte il pezzo prima di sbagliarlo.
Gli si perdona questo ed altro, l'emozione gioca brutti scherzi...
Barone
CITAZIONE (Bedrosian Baol @ 21 Jan 2009 - 10:07) *
L'altro giorno girando in centro ho sentito un discorso tra i vecchi del listone.
Quello chiaramente riconosciuto come "il saggio" del gruppo diceva: "Par mi l'è negar".


beh , sul fatto che sia nero siam tutti daccordo.
Bedrosian Baol
La cosa divertente è proprio quella: par mi l'è negar, vuol dire che probabilmente non era una cosa data per certa...
Barone
rofl.gif
bzbiz
Magari erano "vecchi Bomber"™ che ascoltano le notizie al radiogiornale... rofl.gif
HiroNakamura
CITAZIONE (Bedrosian Baol @ 21 Jan 2009 - 10:27) *
Nessuno si è accorto che ha sbagliato il giuramento?


Si si... ogni frase ripetuta due volte... sarcastica.gif
Almeno imparare a memoria 39 parole... a sen mis ben... rofl.gif

Ho comunque il sentore che non durerà molto ahimè... certi personaggi (sempre se si comporta davvero come dice) non durano molto...
simone19
questa eventualità non credo sia così remota...comunque vedremo...in fondo oggi è solo il primo giorno!!
A.L.G.
quello che non riesco a capire è come mai Veltroni e co. abbiano fasto pfesta per la vittoria di Obama. Dai è un americano, e se gli rompono le palle le bombe li tira pure lui.
Bobomerendone
avran festeggiato perchè Mc Cain probabilmente era già amici di "SolonoILoVotIamO", mentre Barack probabilmente parte da idee diverse.

Io francamente le mie aspettative ce le ho, ma non son così fantasmagoriche...anzi, vorrei un presidente che ri-diffonda la "normalità"..."sobrietà", come preferite..
A.L.G.
ma certo!! sono più che convinto anche io che Obama rappresenti "il sogno Americano" e l'arai di cambiamento che si respira è immensa. Però sono altrettanto convinto che non si comporti in modo diverso da un qualsiasi altro presidente americano (in politica estera). Si scoperà la bandiera pure lui, e se gli rompono le palle le bombe le tirerà anche lui, è nel DNA degli americani. La vera innovazione, se mai ci sarà, sarà nell' ambito della politica interna, e a noi di questo ce ne fregherà poco e niente
bzbiz
L'unica è che qualcuno dei nostri vada là a studiarsi il "fenomeno Obama", tra diciamo un anno per vedere cosa avrà combinato di serio, e torni in Italia con delle idee nuove.

In più se gli USA si ribeccano economicamente a noi male non fa, farà meno bene che in passato, ma non male.

Per il resto Yes They Can, We Sucks, As Usual...
A.L.G.
tanto è vero che la Fiat si è cuccata una bella fetta della Crysler sarcastica.gif
Barone
si , per far in modo che la ditta amercana usufruisse degli aiuti di stato.. almeno così ho sentito al tg..
Bedrosian Baol
CITAZIONE
L'unica è che qualcuno dei nostri vada là a studiarsi il "fenomeno Obama", tra diciamo un anno per vedere cosa avrà combinato di serio, e torni in Italia con delle idee nuove.


Idee nuove per vincere le elezioni. In questo è stato maestro..
HiroNakamura
Ricordiamoci che BObama ci adora...












finchè non gli rompiamo le balle... sarcastica.gif
bzbiz
CITAZIONE (Bedrosian Baol @ 21 Jan 2009 - 17:49) *
Idee nuove per vincere le elezioni. In questo è stato maestro..


Beh li dipende, abbiamo una parte politica che è già abile nel farlo e un'altra che non ne ha un'idea... sarcastica.gif

Io infatti questo "viaggio di studio" lo farei tra un anno, meglio due, quando sarà chiaro se quanto promesso da Obama è in fase di realizzazione o no.

Per quanto riguarda il farlo fuori.

Dai ragazzi siate realisti, ormai sono 40 anni che non è più necessario ammazzare un presidente per renderlo innocuo...
DaTef
par mi cambiarà un caz...
e mi fan stra ridere i sinistrati super contenti della vittoria di Oby... come se fosse il nostro presidente, e come se ci fosse tanta differenza tra i due schieramenti americani. Non sono come la destra e la sinistra italiane arcurdeval ben...
Se po al taca a metar i feet in cò al multinazional... tac ONE SHOT ONE sKrILL!
Bedrosian Baol
Ha sbagliato il giuramento e glielo hanno fatto rifare da capo.
Poco fiscali...
HiroNakamura
Io più che fiscali direi rompicoglioni... sarcastica.gif

simone19
iniziano le grane per obama....

BEIRUT - Hamas ritiene che il nuovo presidente americano Barack Obama non rappresenta nessun cambiamento rispetto al suo predecessore George W.Bush e che la sua politica mediorientale sia votata al fallimento. "Obama insiste che non vi sarà alcun cambiamento. Sta tentando di percorrere lo stesso cammino che hanno seguito gli altri presidenti americani", ha detto in nottata ad Al Jazira il rappresentante in Libano del partito integralista islamico palestinese, Osama Hamdan. "Sembra che Obama stia tentando di ripetere gli stessi errori che ha fatto George Bush, senza tener conto del fatto che l'esperienza di Bush ha provocato un'esplosione nella regione (mediorientale) invece di portarle pace e stabilità ", ha aggiunto Hamdan. Obama ha detto ieri che un "cessate il fuoco duraturo", dopo la cruenta offensiva di tre settimane lanciata da Israele contro la Striscia di Gaza, implica che Hamas cessi di sparare razzi e che lo Stato ebraico completi il ritiro delle sue truppe dalla Striscia. "Penso che questo sia un inizio disgraziato per il presidente Obama nella regione e per la questione mediorientale. E pare probabile che i prossimi quattro anni, se continueranno con gli stessi toni, saranno un fallimento totale", ha detto ancora l'esponente di Hamas.

fonte: ansa.it
bzbiz
Beh se lo dice Hamas...

Bush ha fatto errori in MO, che è una scacchiera non si possono muovere in pezzi con il bobcat.

Ma anche Hamas non è messa così bene come vuol far credere.

Gli Americani dovrebbero smettere di pensare che un Arabo vale l'altro, o che gli Iraniani siano Arabi, allora forse qualcosa ci cavano...
Fossi79
Non c'è cosa peggiore che dare dell'arabo a un iraniano, si incazza come un biscia. Loro sono persiani!
Galen
Messaggi cestinati, riprendiamo da qui.

Rimane valido il concetto
CITAZIONE (Galen)
Evitiamo battute antipatiche e pregiudizi, per favore, e riportiamo in topic il discorso in maniera costruttiva. Grazie.
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