Da un articolo di Repubblica.it
ROMA - Non succede solo al cinema né affligge esclusivamente i divi hollywoodiani: la dipendenza dal sesso è una realtà anche italiana. Con il 5% degli uomini e il 3% delle donne che soffrirebbero di questo disturbo piscologico. Lo certificano i primi dati sul fenomeno, finora mai studiato da noi, che saranno presentati domani a Palermo, nel convegno sulle nuove dipendenze organizzato dalla Scuola di specializzazione in Psichiatria diretta da Daniele La Barbera. Il profilo di chi ha una vera e propria attitudine bulimica nei confronti del sesso è di una persona sui 40 anni, soprattutto maschio, spesso libero professionista che ha, per il resto, una vita sociale del tutto normale.
"I primi casi sono stati individuati circa due anni fa", ha detto il responsabile della prima ricerca italiana in questo campo, lo psichiatra Tonino Cantelmi, presidente dell'Associazione Italiana per le Ricerca in Psicoterapia Cognitivo-interpresonale. "In quest'epoca in cui si parla tanto di impotenza e difficoltà a raggiungere l'orgasmo - ha aggiunto - ci sono anche forme di sessualità compulsiva, si va in cerca del sesso estremo".
C'è, ad esempio, il caso di un professionista di successo che proprio in occasione di riunioni importantissime organizzava incontri sessuali che lo costringevano ad assentarsi improvvisamente e a mettersi in una posizione decisamente rischiosa. A chiarire ulteriormente la ricerca disperata del sesso estremo c'è anche il caso di un uomo che offriva alle prostitute cifre doppie o triple per avere rapporti non protetti con il deliberato proposito di rischiare un contagio da Aids.
"La dipendenza sessuale - ha osservato Cantelmi - è una relazione malata con il sesso, attraverso la quale la persona allevia lo stress, fugge da sentimenti negativi o dolorosi, dalle relazioni intime che non è capace di gestire". La relazione sessuale, ha aggiunto, "diventa il bisogno fondamentale rispetto al quale tutto il resto viene sacrificato, comprese le persone che vengono considerate solamente come oggetti da usare". I dipendenti sessuali hanno perso totalmente il controllo sulla loro capacità di dire no e di scegliere. "Il loro comportamento sessuale - ha aggiunto - è parte di un ciclo di pensieri, sentimenti ed azioni che non sono più in grado di controllare".
Moltissimi dei "sessodipendenti" soffrono di altre forme di dipendenza, come quella dalla droga (42%), lavoro compulsivo (28%), shopping compulsivo (26%), gioco d'azzardo (5%). Alcuni soffrono di disturbi dell'alimentazione (32-38%) o di disturbi psichiatrici come i disturbi dell'umore (62%), depressione (15-62%), disturbi d'ansia 5-46%, fobia sociale 47%.
Una parte di loro pratica anche compulsivamente il cosiddetto "cyber sesso". Ma si tratta di una minoranza (tra il 6% e l'8%) tra coloro che usano Internet: hanno dai 33 ai 50 anni e sono soprattutto uomini (il 79%, contro il 21% di donne), in genere eterosessuali (63%, contro una minoranza del 16% di bisessuali e del 21% di bisessuali).
Per più della metà (53-63,6%) si tratta di sposati, il 47% single e una minoranza (14,5%) divorziati. "I dipendenti dal cybersex - rileva Cantelmi - utilizzano il computer ai fini della ricerca di materiale sessuale per un numero di ore superiore alle 11 per settimana, spendendo comunque un totale di ore connessi tra le 35 e le 45". L'80% di donne e il 33,3% di uomini affermano che la loro attività online li ha condotti a incontri sessuali reali.
Sebbene la maggior parte del materiale pornografica venga scaricato dalla rete nelle ore di lavoro, i dipendenti dal sesso online si collegano soprattutto la notte, con la conseguente perdita di ore di sonno e un progressivo calo del rendimento sul lavoro. Le conseguenze negative si fanno sentire presto anche in famiglia, con il partner che si sente rifiutato e incapace di competere con l'immagine virtuale della donna o dell'uomo che il partner conosce online. Le conseguenze sono pesanti anche per i figli, che ricevono sempre meno attenzioni dai genitori e assistono a frequenti litigi.