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Versione completa: Scontro Napolitano-la Russa
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Roberta 80
La commemorazione del 65° anniversario della difesa di Roma
L'omaggio del Capo dello Stato e un fuori programma
Scontro Napolitano-La Russa
su Resistenza e Repubblica di Salò

Il ministro: "I militari combatterono credendo nella difesa della Patria"
Il presidente: "Chi rifiutò l'adesione alla Rsi simbolo della volontà di riscatto del Paese"

ROMA- Scontro sul ruolo e sul significato della Repubblica di Salò tra il presidente della Repubblica Napolitano e il ministro della Difesa Ignazio La Russa nel corso della commemorazione del 65° anniversario della Difesa di Roma.

Intervenendo prima di Napolitano, La Russa ha elogiato il ruolo dei militari della Repubblica di Salò sostenendo che, "dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della Patria". Netta la replica del Capo dello Stato: la Resistenza, ha sottolineato, "andrebbe forse ricordata nella sua interezza". "Per questo ho parlato di un duplice segno della Resistenza: quello della ribellione, della volontà di riscatto, della speranza di libertà e di giustizia che condussero tanti giovani a combattere nelle formazioni partigiane e quello del senso del dovere, della fedeltà e della dignità che animarono la partecipazione dei militari, compresa quella dei seicentomila deportati nei campi tedeschi, rifiutando l'adesione alla Repubblica di Salò".

Il discorso di Napolitano. "Vorrei incoraggiare tutti a rafforzare il comune impegno di memoria, di riflessione, di trasmissione alle nuove generazioni del prezioso retaggio della battaglia di Porta San Paolo, della difesa di Roma e della Resistenza", ha detto Napolitano.

"Tutte le componenti ideali, sociali, politiche, della società italiana, - ha aggiunto - si possono trovare nel sentire come propria la Costituzione, nel rispettarla, nel trarne ispirazione". Il presidente ha esortato tutte le forze politiche ad "animare un clima di condiviso patriottismo costituzionale".

Napolitano ha ricordato: "L'8 settembre 1943 sancì il crollo - nella sconfitta e nella resa, nonostante il sacrificio e l'eroismo dei nostri combattenti - di quel disegno di guerra, in alleanza con la Germania nazista, che aveva rappresentato lo sbocco fatale e l'epilogo del fascismo. Ma quell'8 settembre annunciò nello stesso tempo la nascita della Resistenza, nel duplice segno che la caratterizzò fino all'insurrezione vittoriosa e alla Liberazione del 25 aprile del'45".

Nel clima "di dissoluzione e pauroso sbandamento che seguì l'armistizio con le forze angloamericane, avrebbe davvero potuto essere travolta la patria : così non fu, così non sarebbe stato, perchè nacque in quello stesso giorno un decisivo moto di riscossa e di rinascita, che chiamammo ben presto Resistenza".

L'intervento di La Russa. "Farei un torto alla mia coscienza - ha invece detto il ministro La Russa - se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell'esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d'Italia".

Il ministro ha negato di aver avuto dissensi con il Capo dello Stato. "Nessun contrasto, neanche il più larvato, col presidente Giorgio Napolitano con il quale anzi mi sono intrattenuto fino alla fine in forma cordialissima" ha detto al termine della cerimonia. "A chi volesse cercare a tutti i costi polemiche pretestuose - ha aggiunto La Russa - invito a leggere tutto il mio intervento in cui il breve riferimento, non genericamente ai soldati della Rsi, ma ai militari caduti della Nembo è inserito in un ampio, costante, grato omaggio e riconoscimento a quanti si immolarono in quell'8 settembre per la libertà e la democrazia".

L'omaggio di Alemanno. Anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha reso omaggio agli italiani civili e militari che "per primi eroicamente cominciarono la lotta di liberazione della nostra patria", dopo l'armistizio di Cassibile.

Da La Repubblica

Questo il Commento di Giorgio Bocca:

Senza pudore

GIORNALI e televisioni si occupano di una questione storica inventata, forse a scopi elettorali, dal sindaco di Roma Alemanno: se il fascismo sia condannabile in toto o da dividere in due tempi. Quello del regime modernizzatore del paese, entrato nel novero delle potenze coloniali con il consenso della maggioranza degli italiani. E quello del crepuscolo che per allinearsi con il nazismo hitleriano promulga le leggi razziali e resta fedele all'alleanza con Hitler fino alla disfatta. Diciamo una distinzione incomprensibile da parte del suo autore, il sindaco di Roma Alemanno, e del suo stretto parente Rauti, che hanno militato proprio in quel neofascismo che raccoglieva l'eredità del Mussolini filonazista, del Mussolini del male assoluto.

È vero, come dice Alemanno, che il fascismo nel corso della sua storia breve ma intensa è stato anche altro dalla politica razziale, anzi, spesso il suo contrario, dallo schieramento militare contro l'occupazione nazista dell'Austria, alla protezione che l'esercito italiano assicurò ai perseguitati ebrei in tutti i territori occupati, come ben sanno i piemontesi che dopo l'armistizio videro arrivare dalla Francia migliaia di ebrei al seguito della IV armata. La storia è già di per sé un via vai confuso che si presta alle più varie revisioni e confutazioni, ma non rendiamola più complicata di quanto già sia.

Dividere il fascismo tra imperialismo normale, accettabile storicamente, e regime del male assoluto da rifiutare in toto, andando in visita con lo zucchetto ebraico in testa al sacrario di Gerusalemme, è un'operazione politica anguillesca, che solo dei politici di normale cinismo possono praticare. Non sappiamo che cosa si riprometta di ricavarne il sindaco neofascista di Roma. Forse di far credere ai suoi elettori l'impossibile, cioè di separare il fascismo dal suo Duce. Ma si tratta di un'operazione, non solo storicamente infondata, ma politicamente rischiosa, si tratta di far passare a un tempo la tesi di un Mussolini antisemita favorevole alla Soluzione Finale, ma di mascherare la cosa certamente peggiore del suo opportunismo, del fatto cioè che era disposto ad avallare la strage degli innocenti per stare dalla parte del più forte. Un opportunismo confermato dai documenti storici che non giova certo al neofascismo.

La testimonianza del ministro degli esteri e parente di Mussolini Galeazzo Ciano è chiarissima: "Egli (Mussolini) ritiene ormai stabilita l'egemonia prussiana in Europa. È di avviso che una coalizione di tutte le altre potenze, noi compresi, potrebbe frenare l'espansione germanica, ma non respingerla, non fermarla". E aggiunge: "La sua non è una valutazione scientifica delle forze in campo, non considera un intervento anglo-francese-sovietico, che potrebbe in poche ore schiacciare la Germania rinata dalle ceneri di Compiègne. La sua è una convinzione politica e mitica, che affascina anche coloro che per scienza e professione dovrebbero conoscere i veri rapporti di forze".

Siamo all'irruzione dell'irrazionale nella storia. Ma è proprio questo modo irrazionale, contradditorio di fare la storia il lato oscuro dei movimenti autoritari, del neofascismo come del neocomunismo, questo mettere d'accordo i contrari che fu tipico di Mussolini e per cui gli Alemanno e i Fini possono fare gli elogi dei caduti della Resistenza come dei "ragazzi di Salò", che impiccavano e fucilavano i partigiani, dei soldati che difesero Roma dalle truppe naziste, come di quelli della Repubblica Sociale di cui il ministro della difesa La Russa ha detto: "Dal loro punto di vista combatterono credendo nella difesa della patria".

Con questo relativismo senza limiti e senza pudori si può discutere a non finire di potere, ma lasciando in pace la comune ragione e la sua evidenza. Quella ricordata per l'occasione da alcuni familiari delle vittime dell'Olocausto: "Non sappiamo se il fascismo fu il male assoluto. Ci basta sapere che con il fascismo alleato di Hitler i nostri parenti finirono nelle camere a gas".
bzbiz
Io metterei in evidenza il passaggio di Ciano, che fu fatto fucilare da Mussolini infatti.

A parte questo, è chiaro che a 20 anni dopo essere nato e cresciuto dentro ad un regimo e fin troppo facile non capire (o non voler capire) da che parte si sta.

Ma a distanza di 60 anni mi pare palese che fecero una vaccata a stare con la RSI.

Giusto onorare i morti, ma lasciamo le cose al loro posto.

Prima che salti fuori il solito discorso "ah ma anche i partigiani non erano tutti eroi", vero, ed infatti trovo brutto che non si parli dei crimini compiuti durante la guerra civile così come che si tenti di "girare" la frittata.

Perché se anche uno ha le idee confuse, credo che dopo 2 giorni di arruolamento fosse palese che i Repubblichini erano i fantocci degli invasori Nazisti (e questo va contro ogni discorso di amore della patria secondo me, ti allei con i tedeschi contro degli Italiani, piuttosto stai per i cavoli tuoi e salva dalla rovina il paese...cribbio!)
Galen
Sono d'accordo.
Aggiungo però che per quanti crimini (molto inferiori ai pregi comunque) possa essersi macchiata la Resistenza, per me anche questi sono imputabili al regime che l'ha resa necessaria.
Roberta 80
Ghandi non sarebbe d'accordo icon_mrgreen.gif

Sono d'accordo con voi e ho riportato l'intervento di Bocca per sottolineare
come sia diventata consuetudine scrivere e parlare di Fascismo e della Guerra
prendendo in considerazione solo certi aspetti dell'uno e dell'altra senza
guardare alla sua totalità. Lo si fa ormai anche per giustificare alcune vaccate
politiche attuali, alcuni comportamenti sociali...senza considerare quanto possa
essere pericoloso separare le cose.
bzbiz
Io mi riferisco più che altro a tutte le vendette private e regolamenti di conti che non rientrano nelle violenze di guerra che sono ahimè purtroppo normali in questi casi.

Ci sono stati anche dei banditi, dei regolamenti di conti con avversari politici, degli omicidi per motivi economici, sono sia ben chiaro episodi limitati, ma proprio per questo andrebbero raccontati con chiarezza e serenità, proprio per non "sporcare" l'opera della Resistenza.

Sono passati 60 anni, sarebbe ora che anche noi come le altre nazioni Europee affrontassimo con maturità questa triste pagina della nostra storia.

Ma visto l'andazzo credo non sarà possibile nell'immediato...
cj@cc.gatech.edu
CITAZIONE (Galen @ 9 Sep 2008 - 12:06) *
Aggiungo però che per quanti crimini (molto inferiori ai pregi comunque) possa essersi macchiata la Resistenza, per me anche questi sono imputabili al regime che l'ha resa necessaria.

Se vuoi portarla su un piano geopolitico allora dovresti fare anche un'analisi dei decenni che hanno preceduto il Regime e scoprire i motivi che hanno portato alla sua nascita. Secondo questa logica allora anche le colpe del Regime non sono imputabili al Regime in sè ma agli eventi che lo hanno fatto nascere ed evolvere.

E stesso discorso per il nazismo. Ma nessuno imputa a Uk ed US le colpe dei crimini di guerra tedeschi per la loro politica anti sovietica che ha preceduto la nascita del regime.

Ognuno si prenda le sue colpe.
Galen
Beh, non è che i regolamenti di conti non avessero niente a che fare con la guerra...
E comunque almeno i banditi dei regolamenti di conti sono stati perseguitati dalla legge, mentre molti ex gerarchi amnistiati.

EDIT
Rispondevo sopra...
Quello che dici non è del tutto vero: che la salita al potere di Hitler sia stata favorita dalle inique condizioni imposte alla Germania dopo la prima guerra mondiale, è noto a chiunque, tanto per fare un esempio.
Ognuno si prende le sue colpe, ma questo non evita l'analisi che auspichi tu. Fatto sta che io nei regolamenti di conti vedo un rapporto diretto con la guerra, molto più diretto che andare a spulciarsi i decenni prima.
Roberta 80
CITAZIONE (bzbiz @ 9 Sep 2008 - 12:17) *
Ma visto l'andazzo credo non sarà possibile nell'immediato...



Nell'immediato credo sia il caso di stare "accorti" icon_mrgreen.gif

Non vedi?! Tutti contenti che tolgono l'ICI poi ti giri un
attimo e ti trovi una cosa nuova con un nome diverso...
ma abbastanza simile icon_mrgreen.gif

Ti volti un secondo e ti rifilano una riforma scolastica
da Fahrenheit 415...icon_mrgreen.gif

Insomma ti volti un attimo...sisi.gif
bzbiz
451... ahsisi.gif

Comunque senza impelagarsi a spulciare la Storia (cosa che a me piace tantissimo fare, ma si finisce alla creazione in questo modo), che i Nazisti erano i cattivi è chiaro per tutti vero?
Jolly_roger
Dici così solo perchè alle medie avevi 6 in condotta secondo me.... rotolol.gif
Roberta 80
CITAZIONE (bzbiz @ 9 Sep 2008 - 12:29) *
451... ahsisi.gif


sisi.gif Sei cambiato sisi.gif
cj@cc.gatech.edu
CITAZIONE (Galen @ 9 Sep 2008 - 12:22) *
EDIT
Rispondevo sopra...
Quello che dici non è del tutto vero: che la salita al potere di Hitler sia stata favorita dalle inique condizioni imposte alla Germania dopo la prima guerra mondiale, è noto a chiunque, tanto per fare un esempio.

Quello che intendevo dirti è che era palese a tutti cosa stesse accadendo in Germania dopo la prima guerra mondiale. Ma in quel momento non era ritenuto un pericolo. Non tanto quanto lo era quello sovietico.

I Paesi hanno lasciato che la Germania diventasse un pericolo per i Sovietici e non sono intervenuti per far rispettare gli accordi di non riarmo. Non per questo sono responsabili per aver reso possibile quello che è accaduto.

Se iniziamo a incolpare chi ha reso possibile quanto accaduto andiamo a ritroso fino all'uomo delle caverne.
Galen
Sulla Germania, non sono responsabili per quello che è accaduto, ma di avere contribuito a favorirne il clima in cui si è formato si... Non si tratta di andare a cercare colpe dirette, ma errori ne sono stati fatti e molti se ne rendevano conto anche allora, credo.
Poi certo, così si può andare indietro all'infinito... ma ammetterai che ci sono collegamenti molto più stretti e diretti di altri. In particolare io mi focalizzavo sui "banditi" post-bellici.
Redfires
CITAZIONE (bzbiz @ 9 Sep 2008 - 12:01) *
Io metterei in evidenza il passaggio di Ciano, che fu fatto fucilare da Mussolini infatti.


Un atto dovuto a Hitler ? Un atto spregievole !

CITAZIONE
Giusto onorare i morti, ma lasciamo le cose al loro posto.


Concordo e poi dato il basso tasso di alfabetizzazione io giustificherei alcuni miltari della repubblica sociale che non riuscivano a comprendere a pieno la situazione post 8 settembre, ma ciò non va confuso con la resistenza.

CITAZIONE
Prima che salti fuori il solito discorso "ah ma anche i partigiani non erano tutti eroi", vero, ed infatti trovo brutto che non si parli dei crimini compiuti durante la guerra civile così come che si tenti di "girare" la frittata.


Mi sembra che i partigiani siano stati considerati come gruppo terroristico militare ( cosa da verificare ), ma sta di fatto che solo dalle viscere del CNL sia nato il sentimento della libertà nazionale, la costituzione si basa sui principi addotti dalla resitenza.
neil
ma La Russa non era venuto anche a mirabello la scorsa settimana?almeno cosi ho sentito,ma qualcuno ci è stato?
comunque,ho letto un po oggi sul giornale sta storia,mah,sicuramente il fascismo era in super declino in quel periodo,l'apice è un po di anni prima..li era mooolto alle strette ormai,la situazione era iper incasinata in quel periodo e nessuno ci capiva una mazza sarcastica.gif

CITAZIONE (Redfires @ 9 Sep 2008 - 14:11) *
Mi sembra che i partigiani siano stati considerati come gruppo terroristico militare

esatto b-rabbit.gif
Dani80
E' indubbio che i ragazzi di Salò combatterono dalla parte sbagliata per i motivi storici a tutti noti. Sono convinto però che i caduti della Repubblica Sociale Italiana devono essere ricordati e onorati in quanto si tratta sempre di italiani che si sono sacrificati per la propria patria, convinti di dover salvare l'onore dell'Italia dal presunto "tradimento" del'8 settembre 1943.
carlotta
incredibile.. sono d'accordo con Dani80! icon_mrgreen.gif
Peve
Questa volta anch'io... è davvero incredibile...
Maifermo
CITAZIONE
Sono d'accordo.
Aggiungo però che per quanti crimini (molto inferiori ai pregi comunque) possa essersi macchiata la Resistenza, per me anche questi sono imputabili al regime che l'ha resa necessaria.

Secondo me non è così o almeno lo è in parte.
In un certo senso sul fatto che l'odio chiami altro odio non v'è ombra di dubbio, da un altro lato però penso che le cose vadano considerate nella loro totalità.
Parlare di Resistenza in generale è una cosa che secondo me è molto molto ampia. Ci fu quella che davvero combatteva i nazisti e i fascisti per dare all'Italia la possibilità di rinascere dalle proprie ceneri e quella che invece approfittò per attuare piani politici futuri con una lucida crudeltà.
Purtroppo (anche per colpa dello stesso PCI) ricadono nel calderone della parola "Resistenza" tutti questi fenomeni che andrebbero distinti.
Il fatto che spesso gli omicidi furono commissionati dal partito per eliminare gli ostacoli alla rivoluzione che si intendeva fare in Italia, è cosa documentata.
Quindi io mi sento di comprendere (ma non di giustificare) la violenza che rispondeva a violenza, quella ordinata a tavolino, invece, non aveva nulla a che vedere con l'eroismo di chi rischiò la vita, nelle formazioni partigiane, per liberare il paese.
Aggiungo che mi sento davvero indignato quando spesso anche la violenza (ripeto comprensibile) venga idolatrata. Per fare un esempio scemo al paese dei miei nonni c'è una via intitolata a "Sergio il Russo" partigiano che fra le altre cose uccise a calci una ragazza incinta. Allora, io comprendo l'odio fomentato in anni di silenzio e olio di ricino però reputo criminale chi tuttora non distingue gli assassini dai liberatori.


CITAZIONE
Prima che salti fuori il solito discorso "ah ma anche i partigiani non erano tutti eroi", vero, ed infatti trovo brutto che non si parli dei crimini compiuti durante la guerra civile così come che si tenti di "girare" la frittata.


Invece mi sembra che il discorso sulle responsabilità di tutte le parti in una guerra sia fondamentale se effettivamente si vuole affrontare in maniera ampia le tematiche portate dalla ricorrenza dell' 8 settembre.
Mi sembra quindi basilare, per la conoscenza dei fatti, ricordare che l'8 settembre fu la data che sconvolse la vita degli italiani e li condannò a due (o più) anni di odio e violenza fratricida.
Sarebbe interessante, invece, ipotizzare cosa sarebbe potuto succedere se Badoglio avesse tentato di negoziare con Mussolini una fine non più dignitosa ma unitaria del nostro Paese, senza lasciare Roma in balìa dei nazisti.
Edoardo83
d'accordo con Dani80 e Carlotta!
bzbiz
CITAZIONE (Maifermo @ 9 Sep 2008 - 20:50) *
Invece mi sembra che il discorso sulle responsabilità di tutte le parti in una guerra sia fondamentale se effettivamente si vuole affrontare in maniera ampia le tematiche portate dalla ricorrenza dell' 8 settembre.
Mi sembra quindi basilare, per la conoscenza dei fatti, ricordare che l'8 settembre fu la data che sconvolse la vita degli italiani e li condannò a due (o più) anni di odio e violenza fratricida.
Sarebbe interessante, invece, ipotizzare cosa sarebbe potuto succedere se Badoglio avesse tentato di negoziare con Mussolini una fine non più dignitosa ma unitaria del nostro Paese, senza lasciare Roma in balìa dei nazisti.


Senza dubbio un'analisi completa degli avvenimenti è fondamentale.

Il problema a mio avviso è questo, l'analisi è stata fin ora sbilanciata a favore di chi ha vinto, come da sempre accade (a partire dai romani che parlano dei cartaginesi e via così) solo che quello che si tenta spesso di fare è quello di "ampliare" il discorso da una parte come pretesto per minimizzare dall'altra. Capisci cosa intendo? Il fatto che ci furono violenze non giustificabili dal clima di guerra da parte di partigiani (o criminali dichiaratisi tali per convenienza) NON DEVE sminuire le colpe CRIMINALI di chi si alleò con gli invasori Nazisti!

Si parli di tutto senza voler per forza usare la coperta corta.

In quel periodo furono, per me, in molti a giocare male le loro carte, o meglio a fare giocate che costarono molto agli italiani, da Mussolini a Badoglio passando per il Re.

Per il resto quoto la tua prima parte.
Galen
CITAZIONE (Maifermo @ 9 Sep 2008 - 20:50) *
Secondo me non è così o almeno lo è in parte.
In un certo senso sul fatto che l'odio chiami altro odio non v'è ombra di dubbio, da un altro lato però penso che le cose vadano considerate nella loro totalità.
Parlare di Resistenza in generale è una cosa che secondo me è molto molto ampia. Ci fu quella che davvero combatteva i nazisti e i fascisti per dare all'Italia la possibilità di rinascere dalle proprie ceneri e quella che invece approfittò per attuare piani politici futuri con una lucida crudeltà.
Purtroppo (anche per colpa dello stesso PCI) ricadono nel calderone della parola "Resistenza" tutti questi fenomeni che andrebbero distinti.

Benissimo, non ho nulla in contrario a fare distinzioni documentate. Che è tutto il contrario dei patetici tentativi di mettere sullo stesso piano le varie parti in gioco, come vogliono tendere certe affermazioni di personaggi pubblici che cercano palesemente di propagandare il "tutti colpevoli, nessun colpevole".
Fossi79
Da affariitaliani.it ho trovato questo interessante editorale, mi trova molto d'accordo.

Avanza il Fascioleghista... vero pericolo per Berlusconi
Venerdí 12.09.2008 09:41

Di Fausto Lupetti - www.faustolupettieditore.it

Eccoci qua, ancora a parlare di fascismo, dei ragazzi di Salò che, in buona fede si intende, se ti prendevano partigiano ti scuoiavano vivo come prolungamento di una infanzia innocente passata farlo con le lucertole, ma che in fondo non erano cattivi perché i comunisti lo erano di più. La denuncia dei difetti dell'altro ti migliora questo è il concetto filosofico neo evoliano di La Russa e Alemanno.

Un dibattito vecchio sul fascismo ripreso in un noiosissimo articolo-saggio di Ezio Mauro su La Repubblica che offusca e non fa vedere invece il vero nuovo che avanza: cioè il Fascioleghista, quel personaggio in camicia nera e fazzolettone verde apparso per la prima volta a Milano la settimana scorsa in occasione dell'apertura di un circolo neonazista vicino al Monumentale la cui visione è stata causa e pretesto degli scontri tra la polizia e gli autonomi del centro sociale Torchiera.

Il Fascioleghista è un'idea politica geniale. Qui si tratta di capire se l'invenzione e la paternità è di Fini o di Bossi. E' il vero pericolo per Berlusconi, l'unico nuovo soggetto politico, questo Obelix del Centrodestra figlio di una sintesi hegeliana fra gli opposti, che può fare maggioranza e mettere al margine il Cavaliere. Il Fascioleghista può saldare l'Italia degli interessi diversi, federale e balcanizzata, in un pensiero unico.

Il vero problema di questo nuovo soggetto politico non è tanto ideologico, che si può risolvere con il revisionismo e la fantasia, è la vita quotidiana del personaggio che richiede una mutazione antropologica: il Fascioleghista trascorrerà le vacanze a Sabaudia o a Ponte di Legno; nell'alimentazione sceglierà la dieta mediterranea o la dieta padana, polenta o i saltimbocca alla romana; allo stadio per la partita Atalanta-Roma si piazza nella curva nord o sud; se dovesse diventare gay al lato fascio o a quello leghista colloca la femminilità. Sono questi conflitti dilanianti della personalità. Possiamo dire che in una cosa il suo doppio può conciliarsi e dialogare quando saluta qualcuno perché con il braccio destro tende la mano nel saluto romano e con l'altra alza il dito medio.

Dani80
Berlusconi ha fatto bene a elogiare il ferrarese italo Balbo. Molti lo disprezzano in quanto gerarca fascista senza tenere conto delle imprese mastodontiche che lo hanno reso famoso tutto il mondo durante il ventennio.
Redfires
Italo Balbo credo fosse un fascista di razza e spesso si trovò in disaccordo con il duce, non accettava ne le leggi raziali ne l'alleanza con la germania ne l'entrata in guerra, un pò come galeazzo ciano, quindi ammirabile da questo punto di vista.
Unica macchia le spedizione punitive in terra emiliano-romagnola nelle terre fra ferrara e modena....
Galen
Esaltare politicamente il numero 2 del regime come ha fatto Berlusconi, fa parte del solito revisionismo rivoltante.

Ricordarlo dal punto di vista delle imprese aeronautiche è doveroso (anche se non posso perdonare il trattamento riservato a Nobile, uno dei miei miti).
Maifermo
Balbo ha avuto meriti che non hanno nulla a che fare con la sua posizione nel partito fascista.
E senza dubbio bisogna dargli atto di questo.
Per me (che sono probabilmente prevenuto), queste imprese non possono portare ad un giudizio positivo su un uomo che si è macchiato di certi crimini.



Sul discorso precedente mi trovo d'accordo con Bz e Galen, il discorso che molti politici tentano di fare è però, a mio parere un altro.
Non si parla di "tutti colpevoli, nessun colpevole" ma ci sono state colpevolezze da ambo le parti. Per anni, i vincitori hanno nascosto (ma soprattutto lasciato impunito) molte delle nefandezze di cui si sono macchiati. Ora nel ricordare chi morì per la libertà, ricordo anche che quella stessa libertà è costata cara a tutti gli italiani fossero repubblichini o no. Quindi posso celebrare questi eroi, ma non posso celebrare la Resistenza nella sua totalità, proprio perchè il termine rievoca situazioni non degne di lustro.
Leite
CITAZIONE (Fossi79 @ 12 Sep 2008 - 11:41) *
Da affariitaliani.it ho trovato questo interessante editorale, mi trova molto d'accordo.

Avanza il Fascioleghista... vero pericolo per Berlusconi
Venerdí 12.09.2008 09:41

Di Fausto Lupetti - www.faustolupettieditore.it

Eccoci qua, ancora a parlare di fascismo, dei ragazzi di Salò che, in buona fede si intende, se ti prendevano partigiano ti scuoiavano vivo come prolungamento di una infanzia innocente passata farlo con le lucertole, ma che in fondo non erano cattivi perché i comunisti lo erano di più. La denuncia dei difetti dell'altro ti migliora questo è il concetto filosofico neo evoliano di La Russa e Alemanno.

Un dibattito vecchio sul fascismo ripreso in un noiosissimo articolo-saggio di Ezio Mauro su La Repubblica che offusca e non fa vedere invece il vero nuovo che avanza: cioè il Fascioleghista, quel personaggio in camicia nera e fazzolettone verde apparso per la prima volta a Milano la settimana scorsa in occasione dell'apertura di un circolo neonazista vicino al Monumentale la cui visione è stata causa e pretesto degli scontri tra la polizia e gli autonomi del centro sociale Torchiera.

Il Fascioleghista è un'idea politica geniale. Qui si tratta di capire se l'invenzione e la paternità è di Fini o di Bossi. E' il vero pericolo per Berlusconi, l'unico nuovo soggetto politico, questo Obelix del Centrodestra figlio di una sintesi hegeliana fra gli opposti, che può fare maggioranza e mettere al margine il Cavaliere. Il Fascioleghista può saldare l'Italia degli interessi diversi, federale e balcanizzata, in un pensiero unico.

Il vero problema di questo nuovo soggetto politico non è tanto ideologico, che si può risolvere con il revisionismo e la fantasia, è la vita quotidiana del personaggio che richiede una mutazione antropologica: il Fascioleghista trascorrerà le vacanze a Sabaudia o a Ponte di Legno; nell'alimentazione sceglierà la dieta mediterranea o la dieta padana, polenta o i saltimbocca alla romana; allo stadio per la partita Atalanta-Roma si piazza nella curva nord o sud; se dovesse diventare gay al lato fascio o a quello leghista colloca la femminilità. Sono questi conflitti dilanianti della personalità. Possiamo dire che in una cosa il suo doppio può conciliarsi e dialogare quando saluta qualcuno perché con il braccio destro tende la mano nel saluto romano e con l'altra alza il dito medio.



Non conosco questo giornale , ma le cose scritte sono sbagliate . Non esiste quella figura , non sono compatibili . An è un partito del centro-sud .
Secondo me non è un giornale edito al Nord , se no non parlerebbe in modo stereotipato.
Tra l'altro , è sbagliato il luogo : non è avvenuto vicino al Monumentale , che è il cimitero degli sciuri. E' avvenuto vicino al Maggiore , in tutt'altra zona.
Galen
CITAZIONE (Leite @ 13 Sep 2008 - 12:24) *
Secondo me non è un giornale edito al Nord

Boh, però è registrato al tribunale di Milano...
Redfires
Affaritaliani.it è un quotidiano italiano online con sede a Milano. La proprietà del giornale è della Uomini e Affari srl, il cui socio di maggioranza è Angelo Maria Perrino, fondatore e responsabile della pubblicazione. (wikipedia)

Leite, ma puttana della gran miseria ingrasciata ma come fai a dire certe cose ? sarcastica.gif

Rassegnati anche le testate del nord parlano in modo stereotipato rofl.gif
Leite
Ma si trova in edicola o ha solo edizioni online ?

Lo chiedo perchè non l'ho mai visto icon_smile.gif

Caro Red , lo sai che ogni tanto devo passare di qua come presidio icon_mrgreen.gif


Galen
CITAZIONE (Maifermo @ 13 Sep 2008 - 01:17) *
Ora nel ricordare chi morì per la libertà, ricordo anche che quella stessa libertà è costata cara a tutti gli italiani fossero repubblichini o no. Quindi posso celebrare questi eroi, ma non posso celebrare la Resistenza nella sua totalità, proprio perchè il termine rievoca situazioni non degne di lustro.

Dubito che ci siano fenomeni umani che si possano celebrare nella loro totalità... quale idea non è mai stata corrotta da alcune persone? (parlo di idee eh, i colpevoli vanno distinti dal resto).
Ma al di là del fatto che in questo caso le corruzioni credo siano minoritarie e che poco avevano a che fare col movimento,
io della Resistenza celebro i valori (peraltro fondamento della Repubblica, visto che qualche politico sembra dimenticarlo) e credo che questo sia moltissimo.
Dani80
La resistenza non è stata un movimento unitario, era divisa in numerosi gruppi che combattevano contro i tedeschi con ideologie molto diverse tra loro, a volte opposte: c'erano partigiani comunisti, monarchici ecc. L'univo "valore"comune era l'obiettivo di cacciare i tedeschi dall'Italia.
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