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Versione completa: [società] I Pesi Morti Della Società
FerraraForum.it > Brainstorming > Costume e Società
Vale
Non studiano.
Non lavorano.
Non fanno sostanzialmente un cazzo dalla mattina alla sera.

E noi con le nostre tasse li manteniamo autoironia.gif

Come ovviare a questa "piaga sociale"?

Prima che saltino fuori i soliti commenti: "ah ma cazzaggiare è bellissimo, anch'io vorrei solo cazzeggiare". Ok cazzeggiare è una figata, ma prima o poi (leggisi ---> dopo i 18 anni o studi o lavori se sei una persona con una decenza) devi pur campare senza mamma e papà no? sarcastica.gif
*Casi*
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*°Lu°*
no beh ci sono anche i cazzoniTM che, pur non nuotando nell'oro, se ne sbattono finché i genitori non li sbattono fuori di casa o gli dicono di darsi una mossa.
Quanti sono iscritti all'università ma non studiano e non lavorano?
*Casi*
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Keszeg
CITAZIONE (Vale @ 26 Jul 2008 - 14:11) *
Come ovviare a questa "piaga sociale"?


Non é problemo. In Africa ed Asia c'e una massa di volere lavorare (e vivere per sempre) in Europa. autoironia.gif
*Casi*
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EllenAlliendj
CITAZIONE (*°Lu°* @ 27 Jul 2008 - 14:16) *
no beh ci sono anche i cazzoniTM che, pur non nuotando nell'oro, se ne sbattono finché i genitori non li sbattono fuori di casa o gli dicono di darsi una mossa.

ne parlavo oggi con una mia amica...
avranno i soldi
ma poi con l'andare del tempo mentre le altre persone attorno si costruiscono il loro futuro,loro si troveranno
one:senza arte ne parte(indi per cui ignoranti)
two:senza partner perchè diciamocelo chi desidera accanto a se un partner nullafacente?il nullafacente non pensa al proprio futuro di conseguenza non può pensare per due,no?
three:quando finiranno i soldi della propria stirpe,inizieranno a chiederli agli amici,gli amici non glieli daranno e si butteranno sui vizi e ciao carriera &vita finita nel W.C
simone19
CITAZIONE (Vale @ 26 Jul 2008 - 13:11) *
Come ovviare a questa "piaga sociale"?

eh bella domanda...e assai difficile risulta trovare una risposta che porti ad una soluzione concreta del problema.
daltronde questa speciale categiora di persone è sempre esistiti e temo esisterà sempre, un pò per merito loro e un pò per colpe anche nostre.
però la domanda, provocatoria che vorrei girare agli utenti è, ma se foste voi quelli pieni di soldi e che vivono la vita con espedienti, vi fregherebbe qualcosa di quelli che invece si spaccano la schiena tutto il giorno e poi alla fine, nonostanti un infinità di sacrifici, non ce la fanno?!
Barone
la risposta è no.
(sic)
ne conosco uno icon_rolleyes.gif
Vale
www.unita.it

La generazione 'né-né'. Niente studio, né lavoro. E se l'apatia fosse la loro risposta alla crisi?
di Mariagrazia Gerina

Li hanno chiamati, e bollati, in tanti modi: bamboccioni, generazione «X», generazione «mille-euro». Giovani, svogliati, disillusi. Un oggetto sfuggente, a tutte le latitudini, non solo in Italia. Dalla Spagna – dove “il 54% dei giovani tra i 18 e i 34 anni riconosce di non avere un progetto su cui riversare il proprio interesse o le proprie illusioni", come riporta oggi in prima pagina El Paìs – arriva la proposta di chiamarli: “Generacion ni-ni”, “generazione né-né”. Né studio né lavoro. Negazione radicale dell'aut-aut paterno.
O studi o lavori, si diceva una volta. Adesso non funziona più. Non per la generazione “né, né”, a cui oggi El Paìs dedica un'inchiesta di due pagine. Ritratto di una generazione di apatici, indolenti, conservatori. Soddisfatti della vita presente, senza illusioni né semplicemente progetti sulla loro vita futura. Il lavoro no: sanno che non lo troveranno, perché non c'è. Lo studio nemmeno: perché sanno che non aprirà le porte del futuro. La generazione “né-né” si definisce tutta in questo spazio a misura di trappola.
Sono cresciuti nella bambagia. O quanto meno in famiglie in cui livello di vita è andato sempre migliorando. Ma il futuro che li aspetta è fatto precarietà, sottoccupazione, lavoro a mille euro, nessuna valorizzazione della formazione. “Tanto preparati e soddisfatti della loro vita, tanto vulnerabili e perduti, i nostri giovani si sentono facile preda di una devastazione lavorativa”, riassume Josè Luis Barberìa su El Paìs. Magari finiscono anche per dedicarsi allo studio. È il caso dei giovani “altamente qualificati”. Ma anche in quel caso loro formazione assomiglia a una peregrinazione infinita, a una eterna digressione piuttosto che un percorso finalizzato alla ricerca di lavoro. “Appena si rendono conto di cosa li aspetta, continuano a formarsi, viaggiano, lavorano, magari come camerieri per pagarsi un master”. E intanto “approfittano dell'opportunità di restare in casa con mamma e papà almeno fino ai 35 anni”. Qualificati sì ma ugualmente senza prospettive.
Sono loro, la generazione "né-né" lo specchio della crisi che sta travolgendo la classe media. Ma secondo il professor Edoardo Bericat, docente di Sociologia all'università di Siviglia, sono anche qualcosa di più. L'assenza di illusioni che li caratterizza infatti non andrebbe letta tanto come l'effetto meccanico della crisi economica quanto come una sorta di cambiamento culturale che in loro si è prodotto in anticipo.
L'apatia, la mancanza di illusioni sarebbero la risposta della generazione né-né al rischio di essere scartati, comunque. Ovvero, la reazione alla fine di un modello di vocazione professionale sostanzialmente basato sul merito e che implicava un progetto di vita, al quale applicarsi con la certezza che gli sforzi prima o poi sarebbero stati ricompensati in termini lavorativi o sociali. Ora quella certezza semplicemente non c'è più. E i giovani reagiscono rinunciando in partenza alle illusioni e a tutto il resto.
La fine del modello formazione-lavoro-status però segna un'empasse epocale. E se la reazione della generazione “né-né” per ora è l'apatia non è detto che prima o poi la polveriera non esploda. “Anche se siamo davanti a una generazione pragmatica che non ha sognato di cambiare il mondo, molti studiosi – sintetizza El Paìs - credono che la gioventù non permetterà senza lotta la sparizione della classe media”.
Insomma, qualcosa si muove nelle viscere della generazione senza illusioni. “Sono alternative che, isolatamente, possono risultare peregrine, ma, tutte insieme, marcano la ricerca di un nuovo modello di società”, assicura il professor Bericat, che consegna, non solo al pubblico spagnolo, una domanda: “È possibile che questa gioventù supposta accomandate e refrattaria all'utopia avverta la chiamata ad aprire nuovi cammini?”.
*Casi*
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Vale
Secondo me più che la tetta o il culo (a parte determinati ambiti) il "problema" sta nel fatto che noi, altamente qualificati (laurea+specialistia+master/dottorato), viviamo in un precariato dilagante e, quando ci va bene, siamo pagati una canta, in confronto a persone che non hanno proseguito gli studi e guadagnano più che bene (idraulici, elettricisti e compagnia). Non ce l'ho assolutamente con gli idraulici e gli elettricisti, dico semplicemente che è un'assurdità quello che succede a noi, non a loro.
A saperlo prima, 10 anni fa mi costruivo una batana e andavo a pescare vongole a Gorino.
*Casi*
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Notredame
E' anche vero che in Italia ci sono troppi laureati ora come ora!
E corsi con lauree per"Come pronunciare in modo ottimale la parola CULO!!!"
Troppe cose inutili!!!!

Non dico che non facciano bene anzi,io sono sempre il primo che spinge le persone a me vicine dicendo loro di non mollare.

Tanto per fare un esempio il 90% delle persona laureate che conosco,praticano Giurisprudenza e ovviamente come ho detto prima,fanno bene se è la loro passione.
Ma se devono studiare tanto per avere il beneamato foglietto,allora consiglio loro di andare a lavorare,perchè tanto vale fare direttamente a 20 anni l'impiegato.
La maggior parte di quelli che conosco ,ottenuta la benedetta laurea,sono diventati "praticanti e poi via con l'esame di stato che però è stabilito da una percentuale.
Se si passa bene,altrimenti molti ovviamente ci riprovano tempo dopo.
Se si passa bene,altrimenti molti ovviamente ci riprovano tempo dopo.
Se si passa bene,altrimenti molti ovviamente ci riprovano tempo dopo.

E si ritrovano a dopo 5 anni a lamentarsi davanti una birra che la vita è crudelee a lamentarsi del mio amico carrozziere che si cucca un botto di soldi senza la laurea!
Mo va a lavurer! sisi.gif
simone19
CITAZIONE (Vale @ 23 Jun 2009 - 10:21) *
Secondo me più che la tetta o il culo (a parte determinati ambiti) il "problema" sta nel fatto che noi, altamente qualificati (laurea+specialistia+master/dottorato), viviamo in un precariato dilagante e, quando ci va bene, siamo pagati una canta, in confronto a persone che non hanno proseguito gli studi e guadagnano più che bene (idraulici, elettricisti e compagnia). Non ce l'ho assolutamente con gli idraulici e gli elettricisti, dico semplicemente che è un'assurdità quello che succede a noi, non a loro.
A saperlo prima, 10 anni fa mi costruivo una batana e andavo a pescare vongole a Gorino.

a parte l'ultima frase quoto praticamente tutto il discorso !!!!
DinDon
Concordo con Notre, oggi come oggi fa poca differenza essere laureati o meno!
E questo è un male....un grande male sisi.gif

Perchè, come dice la Vale, la laurea+specialistica e/o master equivale ad alta qualificazione.....ma molti se ne fregano icon_rolleyes.gif
Non vale più di un diploma oramai, a meno che non si seguono strade come medicina o ingegneria, dove è doveroso avere una specifica competenza.

Oggi come oggi si laureano cani e porci, e non mi riferisco ai corsi di laurea, ma proprio alle persone che li seguono....ho visto gente laurearsi con medie scarsissime in corsi di laurea inutilissimi (non per difficoltà ma per voglia di studiare pari a zero), lauree che comunque li inserivano nel mondo dei "dottori"....tanto c'è il papà che paga, quindi cosa frega a loro di stare lì a cercare un lavoretto?
Bevono, fanno feste su feste, non studiano, passano gli esami per il rotto della cuffia, dormono fino all'ora di pranzo.....gente inutile, insomma....io la penso così!

Dall'altra parte c'è, invece, chi si fa il c..o, e, giustamente, si esaurisce pure anne-sophie.gif
E solitamente sono queste le persone che non vengono riconosciute come valide, forse perchè tengono talmente tanto a ciò che fanno, che vengono considerati dei "secchioni" senza il "giusto carisma".....mah icon_rolleyes.gif
Redfires
CITAZIONE (Vale @ 23 Jun 2009 - 10:21) *
in confronto a persone che non hanno proseguito gli studi e guadagnano più che bene (idraulici, elettricisti e compagnia). Non ce l'ho assolutamente con gli idraulici e gli elettricisti, dico semplicemente che è un'assurdità quello che succede a noi, non a loro.


Io vorrei sfatare sto mito de il perchè uno che non studia guadagna di più, non perchè le considerazioni della vale non sono giuste, ma per una chiarezza di informazione.

Nell'immaginario collettivo un'idraulico è una persona che la si chiama perchè perde il rubinetto, per la legge Italiana il discorso è diverso.
Con il D.M. 37/08 ex L. 46/90 vengono riconosciute e classificate 7 tipologie di impianti tecnologici, fra cui elettricista, idraulico ecc, e vengono indicate le modalità di acquisizione dei requisiti.


Requisiti per diventare idraulico (termotecnico) - elettricista ecc ecc. (DM 37/08)

- Laurea in Ingegneria ( basta l'abilitazione e un ingegnere di qualsiasi specializzazione può fare l'idraulico o l'elettricista)
- Maturità Tecnica + 2 anni di lavoro come operaio specializzato nel settore impiantistico
- Maturità professionale + 3 anni di lavoro come operaio specializzato nel settore impiantistico
- Senza titolo di studio + 5 anni di lavoro come operaio specializzato nel settore impiantistico ( prima di diventare operaio specializzato l'operaio deve raggiungere gli scatti di anzianità, quindi prima che un idraulico o un elettricista possa definirsi tale devono passare almeno 10 anni)

Non sempre un termotecnico è uno che non ha studiato.

La legge sembra equiparare la Laurea in ingegneria con 5 anni di pratica nel settore, ma a conti fatti un'operaio specializzato è in grado di eseguire un lavoro progettato da un ingegnere, mentre l'ingegnere non è in grado di eseguire un lavoro progettato da se stesso in quanto non ha la pratica.

In conclusione, un laureato potrebbe fare l'idraulico se ritiene che questa professione sia renumerativa, ma non credo siano queste le sue ambizioni.
L'operaio che parte dalla gavetta senza titolo di studio,con ambizioni medie raggiunge l'esperienza necessaria a guadagnare.......ma nessuno regala niente !
Blizzard
iostobeneiostomaleiononsocosafare,
nonstudiononlavorononguardolatvnonvadoalcinemanonfacciosport.

(cit.)
simone19
vorrei precisare anche un altra cosa: ossia che molto spesso nelle inserzioni riguardanti posti di lavoro, si cercano giovani/e laureati/e con un età max di 27-28 anni ma che devono aver gia fatto tipo 3 anni di esperienza.
allora io dico, ma come cavolo fai a laurearti e poi ad avere anche fatto tutti quegli anni di esperienza???
alla luce anche di una specialistica o di un master????
senza contare che delle volte cercano giovani max 30 anni con 5 anni di esperienza....
Vale
CITAZIONE (Redfires @ 23 Jun 2009 - 12:49) *
In conclusione, un laureato potrebbe fare l'idraulico se ritiene che questa professione sia renumerativa, ma non credo siano queste le sue ambizioni.
L'operaio che parte dalla gavetta senza titolo di studio,con ambizioni medie raggiunge l'esperienza necessaria a guadagnare.......ma nessuno regala niente !

Ma hai perfettamente ragione Red!
Io infatti dicevo un'ltra cosa:
CITAZIONE (Vale @ 23 Jun 2009 - 09:21) *
Non ce l'ho assolutamente con gli idraulici e gli elettricisti, dico semplicemente che è un'assurdità quello che succede a noi, non a loro.

Non sto dicendo: "Guarda lì, non hanno fatto l'università/master/dottorato e guadagnano x-mila euro al mese, VERGOGNA!" No. va benissimo che guadagnino quel che devono guadagnare, nel momento in cui sono bravi e specializzati nel loro settore. La domanda che mi faccio è: perchè non si fa lo stesso ragionamento con chi si è fatto un mazzo tanto per studiare? Siamo troppi? Non ci forniscono un'adeguata preparazione pratica durante gli studi?
Non ne ho la più pallida idea, fatto sta che la situazione è sotto gli occhi di tutti.

CITAZIONE (simone19 @ 23 Jun 2009 - 13:21) *
vorrei precisare anche un altra cosa: ossia che molto spesso nelle inserzioni riguardanti posti di lavoro, si cercano giovani/e laureati/e con un età max di 27-28 anni ma che devono aver gia fatto tipo 3 anni di esperienza.
allora io dico, ma come cavolo fai a laurearti e poi ad avere anche fatto tutti quegli anni di esperienza???
alla luce anche di una specialistica o di un master????
senza contare che delle volte cercano giovani max 30 anni con 5 anni di esperienza....

Se consideri che l'università (specialistica compresa) dovresti finirla a 24-25 anni non fa una piega.
Voglio però vedere quanti appena finita l'università trovano lavoro immediatamente ahsisi.gif
simone19
ma infatti....
e poi dai sono comunque pochi quelli che riescono a finire tutto nei tempi giusti, triennale più specialistica (complimenti e stima a chi ci riesce ovviamente )....
Barone
troppa offerta di laureati e proporzionalmente pochi posti disponibili ; posti in cui un esperienza lavorativa viene presa maggiormente in considerazione di un titolo di studio...infatti molti posti di lavoro da impiegato generico non necessitano di personale laureato...

in un mercato che per assurdo richiede 100 operai 50 diplomati e 10 laureati vengono sbattute risorse umane in quote perfettamente opposte.

secondo me.
Redfires
CITAZIONE (Vale @ 23 Jun 2009 - 14:27) *
Non sto dicendo: "Guarda lì, non hanno fatto l'università/master/dottorato e guadagnano x-mila euro al mese, VERGOGNA!" No. va benissimo che guadagnino quel che devono guadagnare, nel momento in cui sono bravi e specializzati nel loro settore. La domanda che mi faccio è: perchè non si fa lo stesso ragionamento con chi si è fatto un mazzo tanto per studiare? Siamo troppi? Non ci forniscono un'adeguata preparazione pratica durante gli studi?
Non ne ho la più pallida idea, fatto sta che la situazione è sotto gli occhi di tutti.


Io ho solo voluto precisare, avevo capito che il tuo discorso era indirizzato sulla situazione dei laureati più che sui lavoratori.
Potrei fare il tuo stesso discorso comparando un elettricista con un muratore, il secondo spesso prende di più e non c'è nessun documento che certifichi la sua reale preparazione tecnica.

Il problema secondo me è che ancora oggi il lavoro manuale impieghi più manodopera del lavoro intellettuale, i posti di lavoro a livello di management sono sicuramente inferiori a quelli di produzione, 100 operai, 10 capi produzione, 1 manager e la piramide è fatta.
In un territorio dove i posti ad alta specializzazione sono pochi l'alternativa è uscire dal territorio oppure accontentarsi.

Ma può un laureato che si è fatto il mazzo accontentarsi ? Io credo di no, ma credo anche che un laureato abbia anche la flessibilità mentale per adattarsi in attesa di tempi migliori.

Cmq volevo aggiungere che studiare, laurearsi non è mai una perdita di tempo.
Credo che un laureato abbia un valore aggiunto non indifferente, egli non è una macchina da lavoro più preparata, ma una mente in grado di trovare soluzioni non solo di carattere lavorativo.
bzbiz
Per ogni "laureato" che poi non sa nemmeno scrivere in italiano, un altro preparato lo prenderà nel bussolotto di grasso.

C'è anche questo da tenere in considerazione.

Perché se devo assumere 5 laureati in economia (facoltà a caso sia chiaro) per sperare che almeno uno sappia fare le proporzioni mi conviene prendere il ragioniere che fa quel lavoro da 20 anni, tanto la mia azienda fa profilati in PVC e vende tra Denore e Fossalta... icon_mrgreen.gif
Bedrosian Baol
CITAZIONE
in un mercato che per assurdo richiede 100 operai 50 diplomati e 10 laureati vengono sbattute risorse umane in quote perfettamente opposte.



Direi che il Barone ha centrato il problema. Ho sentito politici parlare di voler un paese con il 90% di laureati. Il fatto è che questi non sono necessari.
Lo dirò fino allo sfinimento. Sarebbe fondamentale per il nostro paese, avere delle scuole professionali con i contro-cazzi, in modo da formare giovani pronti a lavorare fin da subito.

CITAZIONE
sta nel fatto che noi, altamente qualificati (laurea+specialistia+master/dottorato), viviamo in un precariato dilagante e, quando ci va bene, siamo pagati una canta, in confronto a persone che non hanno proseguito gli studi e guadagnano più che bene (idraulici, elettricisti e compagnia).


Su questo non sono d'accordo: io mi sto laureando in giurisprudenza, miro al massimo del punteggio, parlo tre lingue ho esperienze lavorative all'estero e probabilmente farò un master. Sono stato fortunato perchè i miei genitori mi hanno consentito e mi consentiranno di fare questo percorso però, ho già ricevuto offerte di lavoro molto ben remunerate, senza dubbio di più di un elettricista. Le ho rifiutate per potermi mettere in una situazione di scelta: finito il mio "iter" sarò io a scegliere per chi lavorare e quanto prendere...
Gli altamente qualificati se possiamo definirli così, saranno sempre necessari, magari non nell'azienda che vende a Monastirolo ma questa del precariato dilagante è una cosa che non condivido.
bzbiz
CITAZIONE (Bedrosian Baol @ 3 Jul 2009 - 11:19) *
Direi che il Barone ha centrato il problema. Ho sentito politici parlare di voler un paese con il 90% di laureati. Il fatto è che questi non sono necessari.
Lo dirò fino allo sfinimento. Sarebbe fondamentale per il nostro paese, avere delle scuole professionali con i contro-cazzi, in modo da formare giovani pronti a lavorare fin da subito.


Da qualche parte in questo topic mi pare di averlo scritto anche io.

Non si può mettere un Ingegnere a fare il lavoro di un Perito.

Basta guardare anche a Ferrara quanti si iscrivono alle scuole tecniche/professionali e quanti ai licei per poi andare all'università (obbligatoriamente, visto che in mano si ritrovano il nulla)

Tra 20 anni dovremmo importare i ragionieri i geometri e i periti dall'estero... Oppure avere un esercito di laureati impiegati in lavori al di sotto delle loro aspettative.
Barone
il diploma da geometra è un titolo di studio che non penso esista fuori dal bel paese.
O almeno così mi ricordo.

Quindi importarli dall'estero è difficile , infatti se la memoria di alcolizzato non mi inganna istituirono un corso farsa triennale all'università e (mi pare dal 2006) dovrebbero esserci anche i cosidetti "geometri laureati" per "europeizzare la qualifica professionale".



...dare una laurea a un geometra è come mettere la cravatta al porco...
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