Aiuto - Cerca - Utenti - Calendario
Versione completa: Città Per I Morti...
FerraraForum.it > Community > Attualità
FLO'
Dopo la questione saltata fuori nel caso "Reload", e dopo alcune discussioni da bar o sentite anche in consiglio comunale, mi chiedo: Ma questi cimiteri sono poi così importanti? Non voglio star qui a fare i mille discorsi sul culto o quant'altro, sto parlando del significato dei cimiteri e a sua volta di quello che conservano.
Sentendo i discorsi di molte persone, non si può fare una manifestazione vicino ad un cimitero perché si disturbano i morti e non è di buon gusto. Per lo stesso motivo allora mi vien da pensare che davanti ad un cimitero non dovremmo far passare strade, superstrade e autostrade. Dovremmo vietare il transito con sirene accese dei veicoli tipo polizia, vigili del fuoco etc. Dovremmo coprire i cimiteri con delle cupole di vetro e renderli insonorizzati perché all'ultimo dell'anno i fuochi d'artificio e i botti disturbano... Cioé, io sto ragionando per estremi, però alla fin fine il punto è quello.
Poi un'altra questione mi ha sempre interessato, ovvero, i cimiteri con all'interno i nostri cari hanno un senso nel momento in cui ci siamo noi a ricordare i nostri cari, però, c'è sempre qualcuno che ricorda qualcun'altro, ma ragionando in questa maniera se tutti fossimo "importanti" dovremmo tenere le tombe in eterno, e per questo motivo l'ampliamento dei cimiteri andrebbe di pari passo con quello delle città. Solo che per una città di vivi dovrebbe corrisponderne una di morti...mmm...Inoltre, ci sono leggi nazionali che regolamentano il tutto o sono nazionali ma che dettano le linee base e poi ogni comune può fare quello che vuole?
bzbiz
Lo sai vero cosa succede se disturbi i morti, soprattutto se si tratta di un cimitero indiano... ahsisi.gif

Secondo me basterebbe un po' di buon senso...

Dettato da semplici linee guida:

esempio:

evitare attività "disturbanti" quando il cimitero è aperto alle visite. Qui ci sono dei vivi che vanno ad omaggiare i morti, non mi sembra bello che durante il raccoglimento ci sia in sottofondo un festival musicale.

Il Reload invece viene fatto di notte e comunque non è affianco all'entrata, bensì dietro imbucato in un posto che si potrebbe scoprire solo con un sorvolo aereo.

Poi non capisco perché i morti debbano sempre essere visti come "entità" che hanno voglia/bisogno di riposo, silenzio, tristezza tutt'intorno. Come se continuassero l'oltrevita allo stesso modo degli ultimi istanti della vita... Anche perché ricordiamo che secondo la tradizione "giudaico-cristiana" l'anima dei defunti va da qualche altra parte.

Ammesso e non concesso che ci sia qualcosa dopo il triplice fischio...
simone19
beh rispetto per i morti ci deve essere ma questo non deve condizionare troppo la vita di chi è in vita!
il fatto di costruirli lontani dalle città o lontano da strade lo trovo veramente impossibile da concretizzare anche perchè mi domando come farebbero poi i parenti dei defunti ad andare a trovare i propri cari ?!
Stefano79
Il discorso è che il cimitero è (dovrebbe essere) un luogo in cui ci si va in raccoglimento per sentirsi più vicini ad un tuo caro e per qualcuno è anche un luogo sacro.

Per quanto riguarda poi la questione del cimitero che si espande entropicamente all'infinito nello spazio... ci sono delle leggi specifiche sui cimiteri che definiscono il periodo di tempo in cui una salma può rimanere in un loculo pubblico del cimitero senza che nessuno paghi più l'affitto al comune, dopo questo periodo viene rimosso quello che resta del cadavere per liberare lo spazio ad una new entry (non ricordo quali siano le possibilità di smaltimento del vecchio cadavere, se incenerimento o fossa comune, etc.). Se si tratta di tombe private bisogna vedere se il luogo dove sono costruite è di proprietà degli eredi del defunto o se era stato preso in affitto... e anche lì normalmente per far posto al nuovo si sposta il vecchio mettendolo in una cassettina più piccola se possibile, sennò si aspetta che si incenerisca per qualche altro anno mettendo il nuovo in un loculo del comune. Per questo i cimiteri si ampliano ma non fino a ricoprire tutto l'orbe terracqueo.
FLO'
Anche perché poi, chi lo dice che i morti vogliono silenzio e quiete? Dove stà scritto? Magari loro son la che dicono "festeggiate il più possibile che noi quà ce la spassiamo e ridiamo alla grande"... piero.gif
Stefano79
Infatti non sono i morti ma i vivi che vanno a trovarli che vorrebbero stare in un posto tranquillo per raccogliersi davanti alla tomba di un loro caro... non credo che i morti dicano qualcosa serio.gif
bzbiz
Ma quello è giusto.

Per quello non capisco perché lamentarsi se DI NOTTE c'è qualcuno che suona (o il Reload non è mica l'Heineken Jammin Festival)
Stefano79
ahnnnnnn! allora il discorso cambia, di notte anche secondo me si può fare il concerto, etc.... scusate ma non sapevo niente di questo "reload" immagino sia una sorta di concerto, ho cercato in google ma non ho capito bene... icon_mrgreen.gif

EDIT: ho letto adesso la questione in "Vivere Ferrara", adesso ho capito a cosa vi riferite, pensavo che il discorso fosse in generale e esteso anche alle ore di frequentazione normale del cimitero... sorry...
Black Ice
Majal, i morti sono sotto terra o nei loro loculi, dormono sicuro meglio di me che sto su via comacchio, però nessuno fa manifestazioni o lamentele e roba simile, come se i morti fossero più importanti dei vivi.
A ferrara non si fa nulla perchè è popolata da morti, quello è il problema, qualunque cosa disturba i morti a ferrara.
Quando crepo voglio che il mio cadavere venga gettato in mare con una pietra legata ai piedi con al collo una una targa con scritto: "Se siete venuti fin qui per vedermi vuol dire che ci tenete veramente, se no mi accontento del ricordo"
Brasil
Quoto Black Ice, "qualunque cosa disturba i morti, a Ferrara". Sembra che siano più importanti i morti dei vivi, a volte mi assale il dubbio di vivere in una città di morti (o morta, vabbè...).

In Messico, per esempio, o anche in tanti altri paesi dell'America Latina, il giorno dei morti è una gran festa!

Beccatevi questo:
CITAZIONE
Messico, il rito della “Santa morte”
Nota dell’autore: già tanto tempo fa mi occupai delle pratiche funerarie in Messico, ma l’articolo pubblicato in questi giorni sul sito di www.Repubblica.it è fonte per me di nuove riflessioni. Così ho riesumato dal mio polveroso archivio intere pagine di appunti per offrirVi questo piccolo rèportage.

Più di 500 anni fa, i Conquistadores spagnoli, quando approdarono sulle assolate coste di quell’immenso territorio che, oggi, chiamiamo Messico, incontrarono le popolazioni indigene mentre si esercitavano in un rituale così pittoresco e bizzarro da sembrare, addirittura, un teatrale sberleffo per deridere la morte. Si trattava di un cerimoniale che la gente indigena praticava con intensità da almeno 3.000 anni, in onore delle anime dei loro cari scomparsi. Gli spagnoli, imponendo un’evangelizzazione forzata delle popolazioni locali, cercarono di sradicare questi costumi e retaggi millenari, senza però, ottenere significativi successi. I riti in onore dei defunti sono ancora diffusi in tutto il Messico, ma anche in alcuni territori degli stati Uniti, dove più forti sono i contatti con la cultura ed il mondo ispanico. Queste suggestive cerimonie, infatti, seppur in diverse forme vengono officiata anche ai nostri giorni e sono conosciute come le feste per celebrare il giorno dei morti. Ogni anno sontuose liturgie si tengono nelle grandi località di Mesa, Chandler e Guadalupe, città nota anche per il famoso santuario cui, ogni anno, si recano, in pellegrinaggio, intere folle di fedeli, provenienti da tutta l’America Latina. Secoli di dominazione spagnola hanno contribuito ad una profonda commistione tra arcaiche credenze tribali, mai sopite, e diversi elementi della teologia cattolica, magari facilmente assimilabili, proprio per il loro spiccato impatto emotivo.

Continuano, infatti, a sopravvivere, soprattutto nelle liturgie più teatrali di una religiosità popolare così diffusa, diverse formule o gesti magici, riconducibili al remoto passato atzteco, come, ad esempio, l’uso di teschi umani in funzione oggetti rituali.

Anche oggi la gente indossa mascherine, chiamate calacas, modellate a forma di teschio, magari fortunosamente ricavate da un pezzo di legno oppure con una sapiente lavorazione della carta.

Così paludati, con una testa di morto che copre il viso, i fedeli danzano in memoria dei propri defunti

Modellini di crani umani sono spesso disposti con eccentriche geometrie su altari appositamente allestiti per il suffragio dei morti.

Per l’occasione le pasticcerie di ogni paese creano piccoli teschi con la pasta di zucchero, sui quali verrà impresso il nome del defunto da ricordare.

Spetterà poi a parenti oppure amici più stretti consumare questo dolce, in segno di comunione con le anime dei propri cari scomparsi.

Diversi studiosi hanno ravvisato una vaga similitudine con il Sacramento dell’Eucaristia che gli europei diffusero nel nuovo mondo.

Anche in questo atto, solo apparentemente cannibalico, si celano complesse simmetrie: ancora una volta il consumare assieme un pasto, anche se in maniera idealizzata, come accade nella Santa Cena eucaristica, diventa presenza di una forza vivificante, perché il nutrimento materiale si trasforma nel simbolo stesso di una vita immortale che travalica i confini dell’esperienza fisica, legando vivi e morti con dolci catene d’affetti oltremondani.

Altri studiosi, invece, individuano in questa esposizione ostentata di ossame e vessilli mortiferi un riflesso delle remote credenze pagane.

Presso le civiltà precolombiane era, infatti, abitudine diffusa conservare i crani, magari come un sinistro trofeo di guerra. I macabri reperti venivano mostrati con fierezza durante riti e cerimonie collettive perché rappresentavano i moti naturali di nascita e distruzione della materia nei cicli perpetui dell’universo.

Le culture precolombiane dedicavano un intero mese alla commemorazione dei defunti: secondo la tradizione in quei giorni particolari le anime dei defunti, liberate dalle ombre dell’oltremondo, sarebbero ritornate nel mondo dei vivi, a recar visita ai famigliari nella loro casa.

Precedentemente, questa festività pagana cadeva nel nono mese del calendario solare di Aztec, approssimativamente all’inizio del nostro mese di agosto, riti propiziatori, esorcismi e preghiere per i morti si articolavano sull’intero mese.

Patrona di questo sacro periodo era la dea Mictecacihuatl, la divinità dell’oltretomba conosciuta come “la signora dei morti,” si credeva, infatti, fosse morta non appena nata per divenire signora degli inferi.
Oggi, il giorno dei morti è celebrato nel Messico ed in determinate zone degli Stati Uniti e dell’america centrale.

Diversamente dal pensiero giudaico cristiano, dove la morte è sentita come traumatica conclusione di vita a causa del peccato, gli Atzechi la concepivano come naturale continuazione di vita in altre forme viventi.

Invece di temere la fine dell’esperienza terrena la abbracciavano quale divino decreto della sapienza eterna che governa il mondo.

Le popolazioni precolombiane dimostravano un rapporto più di ingenuo e solare idillio con la natura ed i suoi tempi: la vita, in fondo,, rimaneva una strana illusione e soltanto nella morte ci si sarebbe potuti destare da questo sogno.

I popoli precolombiani credevano fermamente in un sovrannaturale equilibrio tra gli opposti capace di reggere l’intero universo.

Questi processi di continuo divenire si traducevano in un vorticoso dinamismo dove ogni differenza si stemperava nell’unità dell’infinito.

Queste culture, dunque, non ebbero mai bisogno di scindere la morte da dolore, ricchezza da povertà come hanno fatto nelle colture occidentali.”

Tuttavia, gli Spagnoli, spesso mossi da ignoranza, o fanatismo religioso, considerarono queste pratiche, del tutto innocenti, come sacrileghe e blasfeme manifestazioni di una barbara idolatria primitiva.

Nei loro ripetuti tentativi di conversione di massa al cattolicesimo romano i nuovi signori dell’America Latina cercarono, con ogni mezzo, di sopprimere il culto per i morti, anche ricorrendo a quella violenza assassina che lo stesso Evangelo condanna con estrema durezza.

Ma, come accadde anche per altri riti ancestrali dell’ormai scomparso mondo Atzeco, la festa dei defunti non fu mai completamente estirpata dal sentimento religioso di quelle lontane terre d’America

Per rendere il rituale più cristiano e meno traumatico il passaggio alla nuova Fede gli spagnoli indissero la festività dei defunti per il giorno Due di Novembre, così da farlo coincidere con la data che la chiesa ha stabilito per onorare tutti i defunti.

Negli USA e nelle grandi metropoli del Messico la gente devota al culto dei morti alleste piccoli altari nelle loro case, tali are così rudimentali sono dedicate ai defunti delle diverse famiglie.

I fedeli circondano gli altari con ghirlande floreali, succulente vivande e malinconiche fotografie dei propri morti.

Accendono poi candele e le collocano vicino a questi simulacri.

Se qualcuno chiede il motivo di tanto sfarzo macabro la risposta è sempre dei messicani pronta ed arguta: “Onoriamo i nostri cari scomparsi trasformando le nostre case in un piccolo, accogliente tempio.

Tributiamo loro il dovuto rispetto offrendo incenso e boccioli, suoniamo la loro musica preferita e cuciniamo quei piatti prediletti che essi amarono da vivi.

Nel rito della “Santa Morte” la folla porta con sé una statua della nera signora dal ghigno ossuto, protagonista di ogni nostro più lugubre incubo, per farla benedire dopo la recitazione di un rosario. I fedeli di questo cerimoniale pagano così antico si inginocchiano di fronte alla morte e chiedono protezione.

Il rito è stato più volte condannato dalla chiesa cattolica, ma sembra convivere, nella coscienza popolare, senza troppi problemi con la liturgia ufficiale, in fondo fu San Francesco d’Assisi, e non un eretico, a parlare in termini di “sorella morte”.

Capite? A parte le solite considerazioni sull'ingerenza che ha avuto la Chiesa Cattolica nel trasformare questa festa pagana in un "atto di dolore", in Messico la ricorrenza dei morti viene vissuta come una festa chiassosa! Però onestamente non so cosa possa interessare loro del silenzio nei pressi dei cimiteri. 00000018.gif
Roberta 80
A questo proposito ricordo anche che la questione Festa dei Morti viene
affrontata in una divertente puntata della Signora In Giallo icon_mrgreen.gif

A parte gli scherzi non capisco le proteste...il festival inizia alle 21.30 di
sera...a quell'ora il cimitero è chiuso. Come ha detto Biz la protesta
sarebbe legittima se si schitarrasse alle 15 di pomeriggio disturbando chi
ci va ma non è questo il caso...
Brasil
Ma infatti quando ho letto che gli "oppositori" del Reload avevano come "asso" il "disturbo arrecato ai morti", ho sentito molto distintamente un rumore di unghie che grattano... icon_mrgreen.gif

Proprio così: icon_climb2.gif
Jolly_roger
CITAZIONE (bzbiz @ 25 Jul 2008 - 08:59) *
Ammesso e non concesso che ci sia qualcosa dopo il triplice fischio...

Si! I tempi supplementari! ahahahah icon_mrgreen.gif
Questa è la versione 'lo-fi' del forum. Per visualizzare la versione completa con molte più informazioni, formattazione ed immagini, per favore clicca qui.
Invision Power Board © 2001-2024 Invision Power Services, Inc.