Copio e incollo quello che ho scritto su Ferraracinema dopo aver visto Match Point:
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Bellissimo, ma ho ancora l'angoscia addosso.
Io ho un problema con Woody Allen: è il mio alter ego. L'ho sempre adorato da quando ero piccolissimo, conosco a memoria i suoi libri, le sceneggiature, i film eccetera, tanto che bene o male un po' della mia personalità si è formata su di lui. Solo che, specialmente negli ultimi tempi, i suoi film sono pura autoanalisi: si può dire tranquillamente che Woody Allen invece di parlare all'analista, usi il cinema per risparmiare i soldi e la scocciatura delle sedute di psicanalisi
Bene o male quindi, spesso i suoi film mi schizzano nel cervello come sedute di psicanalisi, e questo film è forse il suo più angosciante.
Diciamo subito che la prima parte è sicuramente stata scritta molto tempo fa, probabilmente ai tempi di Io e Annie, o forse ai tempi di "Commedia sexy...". All'inizio probabilmente doveva essere una "sophisticated comedy", imperniata su quella strana sensazione che si ha quando tutti pensano che le cose ti vadano bene e invece tu sai che non è così. Forse, Allen lasciò a metà il soggetto per dedicarsi ad altro, e poi l'ha ripescato ultimamente perché gli è venuto in mente che quella strana sensazione aveva prodotto nella sua vita paure terribili, molto più pese di quelle che succedono nella prima parte di "Match Point" (ossia, addirittura l'innamoramento nei confronti della propria figliastra). A questo punto Allen ha con ogni probabilità continuato a scrivere il soggetto inserendovi tutte le angosce che aveva, e poi ha diretto il film dando un taglio più angosciante alla prima parte di quanto il soggetto originariamente prevedeva, per raccordarlo alla seconda parte. Dico: non so se è andata veramente così, ma ci scommetto una cena che è andata così, perché ormai Woody lo conosco troppo bene ^_^
Invece, non ho capito bene se la seconda parte del film è un'allegoria delle sue angosce o è un un più semplice "cosa avrei fatto e cosa sarebbe successo se avessi continuato a nascondere la relazione con Soon-Yi". Propendo più per la prima ipotesi, anche alla luce della recente intervista rilasciata in Italia, in cui Allen dice chiaramente che il senso della vita non esiste, che il vero senso della vita è trovare il modo ogni mattina per non suicidarsi, essendo così evidente che la vita non ha alcun senso. Alla luce di questa visione, si capiscono meglio molti dialoghi di questo film, ma soprattutto l'inquadratura finale.
Voto: 8