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E' morto Ugo Pirro, sceneggiatore di Lizzani e Petri

E' morto Ugo Pirro, uno dei più grandi sceneggiatori cinematografici italiani. L'annuncio della scomparsa è stato dato in diretta dal regista Carlo Lizzani, con cui Pirro ha avuto una lunga collaborazione, nel corso della trasmissione di Rai Radiouno 'Nudo e crudo'.

Salernitano, 87 anni, il cui vero cognome era Mattone, era da tempo malato. Domani, si terrà la camera ardente ed una commemorazione presso la casa del Cinema a Villa Borghese.

Due sceneggiature per film che hanno vinto l'Oscar (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e Il Giardino dei Finzi-Contini di Vittorio De Sica), Pirro ha al suo attivo una lunga carriera iniziata negli anni Cinquanta con il regista Carlo Lizzani per Achtung, banditi! e continuata con Il gobbo (1960), Il processo di Verona (1963), Svegliati e uccidi (1966), L'amante di Gramigna (1969), tutte opere caratterizzate da una particolare attenzione all'impegno civile ed alle tematiche sociali.

Con il regista Elio Petri, Pirro stabilisce - a partire dal 1967, con A ciascuno il suo - un fertile sodalizio destinato a produrre titoli quali Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970), La classe operaia va in paradiso (1971) e La proprietà non è più un furto (1973). Eclettico e prolifico, Pirro lavora con Maurizio Bolognini (Metello nel 1970, Imputazione di omicidio per uno studente due anni più tardi) e con Gillo Pontecorvo (Ogro, nel '79), con Gianfranco Mingozzi (Sequestro di persona, 1968) e con Pasquale Squitieri (I guappi nel 1974, Il prefetto di ferro nel '77), oltre che in due film di produzione jugoslava, La battaglia della Neretva (1969) di Veliko Bulajic e La quinta offensiva (1973) di Stipe Delic.

Ugo Pirro è stato anche scrittore. Tra le sue opere narrative, vanno segnalate 'Le soldatesse', 'Mio figlio non sa leggere', 'Osteria dei pittori' ed il fortunato 'Celluloide' (1983), rievocazione della genesi d’un capolavoro del cinema neorealista, Roma città aperta di Roberto Rossellini, poi elaborato dall'autore per lo schermo in favore dell'omonimo film diretto da Lizzani nel 1995.