Un po' di storia
Iniziamo col dire che "tigella" non è il termine corretto... infatti a rigore la "tigella" sarebbe dove viene cotta la crescentina (ecco il vero nome). Se girate per le colline del modenese potreste incontrare cartelli che recitano "crescentine e gnocco fritto": non è un altro piatto, è semplicemente un ristorante di puristi
(Apro una parentesi... se sentite chiamare "crescetina" il gnocco fritto, siete in presenza di un bolognese; non commento oltre il linguaggio di certi barbari. Altra nota: il vero modenese dice "il" gnocco, usare la dicitura "lo" gnocco vi bollerà subito come stranieri ).
Preziosismi linguistici a parte, le origini della tigella si perdono nella notte dei tempi... in origine era il piatto più povero che si potesse immaginare, un dischetto di pane azzimo cotto dentro due formine di argilla poste vicino al fuoco (ecco un esempio). Anticamente si mettevano due foglie di castagno tra la pastella e le formine, sia per prevenire l'abbrustolimento per il contatto diretto con l'argilla rovente, sia per dare un certo sapore e profumo alla tigella.
Al giorno d'oggi le tigelle vengono impastate col lievito, e si aggiunge latte e olio per avere un impasto più saporito e morbido. Vengono cotte in tigelliere da mettere sul fornelletto a gas o in tigelliere elettriche con pietra refrattaria.
Ingredienti
Per 7-8 persone (normali )
1 kg di farina per sfoglia
1 cubetto di lievito di birra fresco
1 tazza di latte
1 tazza scarsa di acqua frizzante (ben frizzante, mi raccomando)
1 cucchiaio da minestra di sale (scarso)
5 cucchiai da minestra di olio di semi (abbondanti)
Preparazione
Mettete la farina in un ampio recipiente e aggiungete il sale. Scaldate il latte fino a farlo diventare tiepido; nel frattempo sbriciolate il lievito in mezza tazza di acqua tiepida e mescolate fino a scioglierlo. Aggiungete tutti i liquidi alla farina e mescolate con un cucchiaio finchè non ottenete un impasto lavorabile con le mani. Il risultato finale deve essere un impasto morbido e non appicicoso (non così insomma). Se l'impasto è come in foto, aggiungete piano piano altra farina. Lavorate bene ed energicamente piegando e usando i usando i pugni. Usate olio di gomito, più lavorate l'impasto meglio è. Se siete bravi avrà una consistenza di questo tipo.
Per finire la lievitazione. Coprite bene l'impasto, o con un canovaccio asciutto e pulito o con la pellicola trasparente. Poi potete:
a) mettere il tutto in un luogo buoi o caldo (dentro un armadio in mezzo ai vestiti). Questa è la lievitazione naturale, serviranno 6 o 7 ore.
b) scaldate il forno a 180 gradi per 2 o 3 minuti e metteteci l'impasto. In questo modo lieviterà in 1 ora e mezza (noi usiamo quasi sempre questo metodo perchè siamo perennemente in ritardo ). Dopo circa 45 date un altra bottarella al forno per evitare che si raffreddi troppo. Dovrebbe uscire una roba di questo tipo
Ok adesso dopo la parte "software" viene la parte "hardware".
Mettete su un tavolo un tagliere e cospargetelo con un po' di farina (per prevenire appiccicamenti). Rovesciate l'impasto e lavoratelo ben bene, aggiungendo eventualmente altra farina se risulta appiccicoso, fino ad ottenere un impasto compatto, morbido, profumato, liscio (e basta ). Taglietene un pezzo, coprendo il resto per non farlo seccare e tiratelo con la macchinetta, regolandola per avere lo spessore maggiore (o col mattarello se siete veramente bravi). Qualche consiglio tecnico se usate la macchinetta: non metteteci pezzi troppo grandi o si strapperanno di continuo; infarinate leggermente per favorire lo scorrimento tra i rulli; tirate la pastella 2 o 3 volte per ottenerla bella liscia. Tagliate quindi dei dischetti usando un bicchiere, una tazza o un apposito stampino; mano a mano che li tagliate, metteteli a riposare coperti su un vassoio. Mano a mano che ne fate, potete anche fare i "piani" su uno stesso vassoio. Vi consiglio di fare al massimo 3 strati.
Dopo che le avete tirato tutta la pastella, lascite le tigelle a lievitare coperte per altri 10-15 min. Se avete ottenuto più vassoi (molto probabile, con 1 kg di farina escono 60-70 tigelle) iniziate a cuocere il primo vassoio che avete prodotto La cottura vera e propria richiede pochi minuti, togliete le tigelle quando la superficie è leggermente dorata. Ovviamente consiglio di usare la tigelliera che vedete in foto, elettrica e con doppia pietra refrattaria.
Per il gnocco fritto procedete così: tirate sempre l'impasto ma ad un atacca inferiore rispetto alle tigelle. Usate un coltello o una rotella per fare dei triangoli o dei quadrilateri irregolari. In una pentola a bordo alto, mettete abbondante olio di semi, fatelo scaldare e mettete a friggere il tutto. La pastella si gonfierà quasi subito; controllate che un lato sia ben dorato e poi girate per fare dorare l'altro. Non esagerato con la doratura altrimenti diventerà secco. Man mano che li tirate fuori, metteteli in una grossa scodella con della carta assorbente, in modo da togliere un po' d'olio (se invece vi piace "l'unto" magnateveli così )
Come si mangiano
Le tigelle si tagliano a metà e si farciscono con qualsiasi cosa, ad esempio:
Salume: di tutti i tipi (anche l'occhio vuole la sua porca parte)
Stracchino e rucola
Nutella
Gorgonzola (provate pure gorgonzola e miele)
Marmellata
Etc. etc. etc.
Condimento tipico è il "pesto". Prendete un po' di lardo e mettetelo in una scodellina; fate un trito di aglio e rosmarino e mescolate il tutto con il lardo ammorbidito. Un grande classico della tigella è battuto di lardo, grana grattugiato e prosciutto crudo.
Per il gnocco vale lo stesso discorso, solo che invece di tagliarlo in due, lo dovrete piegare a metà e imbottire di salume (col ardo diventa un po' pesantino...)
Da bere: preferibilmente vini corposi come il Lambrusco, ottimi per sgrassare il palato Se siete astemi ( :wacko: ) la classica cocacola farà al caso vostro.
Buon appetito