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Versione completa: Viminale: Rapporto Sulla Criminalità In Italia
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Stefano79
Sono giorni che leggo post che affermano che i dati del Viminale sono in netto contrasto con quelli urlati dai media sulla criminalità nel nostro Paese. Allora mi sono ingegnato e sono andato a raccattarmi questi benedetti dati sennò si rischia di fare il solito dialogo del "Io ho sentito dire che..." da ambo le parti. Mi sembra di aver trovato una fonte attendibile e molto sintetica che si basa su dati reali estrapolati dal rapporto del Viminale, se avete qualcosa di migliore postatelo.

Si desume che non va tutto bene, non è tutto perfetto, ci sono ancora crimini orribili che vengono perpetrati e che devono essere puniti (mi riferisco alla certezza della pena), ma che perlomeno la tendenza è che i crimini come l'omicidio siano in costante calo.

A voi l'articolo, vi consiglio di scaricarvi il pdf con i grafici e i dati particolareggiati:

40 anni di crimini in Italia
Presentato al Viminale il Rapporto sulla criminalità in Italia. Aumentano i reati familiari, sulle donne e l’uso di droga. Calano gli omicidi.

di Barbara Laurenzi

Roma - Diminuiscono gli omicidi, aumentano furti e rapine. In crescita le “violenze familiari”, di pari passo con il consumo di cocaina. E’ la fotografia scattata dal “Rapporto sulla criminalità in Italia - Analisi, Prevenzione, Contrasto”, presentato mercoledì 20 giugno al Viminale dal ministro dell’Interno Giuliano Amato, affiancato dal viceministro Minniti.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche anche il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, il capo del Dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero, prefetto Gianni De Gennaro, e il comandante generale della Guardia di Finanza, Cosimo D’Arrigo.

Il Rapporto sulla criminalità 2006, condotto attraverso criteri scientifici, è stato realizzato con la collaborazione del gruppo di lavoro del professor Marzio Barbagli.

La sua particolarità risiede nell’estensione temporale. Ripercorrendo l’Italia dal 1968 fino al 2006, il Rapporto analizza l’andamento dei reati violenti e contro il patrimonio nell’arco di 40 anni, misurando i ‘trend’ attraverso uno sguardo di lungo periodo – quantificabile almeno in decenni - in considerazione della tendenziale lentezza con cui mutano i reati.

Importante, inoltre, il fattore dei reati “sommersi”. Lo studio, infatti, ha tenuto conto dei delitti commessi ma non denunciati, presentando le stime di questi ultimi unitamente ai dati dei crimini effettivi. “Il senso del documento – ha commentato Amato - è quello di analizzare i fenomeni legati alla criminalità in un contesto di lungo periodo, più idoneo per valutare se le variazioni registrate indicano o meno un diverso trend, e per interpretarle correttamente”.

Ecco che si scopre come il numero di omicidi sia notevolmente diminuito negli ultimi anni, fino a registrare il minimo storico nel 2005 (601 unità), per poi attestarsi a 621 nel 2006, un livello più basso del 2004 e di tutti gli anni precedenti. Ma, a fronte di andamento calante degli omicidi volontari dal ’90 ad oggi, emerge un preoccupante aumento dei reati “familiari”, a partire dal ’92. Un’emergenza sociale, tanto che si attesta una crescita esponenziale di tutti i tipi di violenza sulle donne, non solo sessuale. Il fenomeno riguarda anche lesioni e maltrattamenti, il 62% dei quali commessi dal partner.

In salita anche i reati ad opera della criminalità organizzata, nonostante la novità del caso Napoli. Dal Rapporto emerge che il 2006, diversamente dall’immagine passata sui media, è in realtà uno degli anni con i tassi più bassi in relazione a questo reato, con il 3,3% contro il 3,8% del 2005 e il 5,3% del 2004. Un altro luogo comune da sfatare, secondo lo studio, è il legame straniero – illegalità. Il tasso di criminalità ascrivibile all’immigrazione, infatti, si attesta alla stessa percentuale dei cittadini italiani. A un 5% di immigrati regolari in Italia corrisponde un 5% di reati, con un rapporto tra le percentuali pari a quello rilevabile per gli italiani.

La criminalità collegata ai cittadini stranieri si concentra nel mondo degli irregolari, sia per i reati in violazione della normativa sull’immigrazione, che per i rati predatori, particolarmente frequenti nel Nord Est italiano, per la notevole presenza di flussi migratori clandestini “mordi e fuggi” dall’Est dell’Europa, attirati dalla concentrazione di ricchezza. Nel settentrione cresce la percezione di una scarsa sicurezza, dovuta all’incidenza di questi crimini, ed è maggiore il rischio che si diffonda l’equazione 'straniero uguale criminale'.

In realtà, sono solamente tre le nazionalità straniere - rumena, albanese e marocchina - che si macchiano di reati gravi, ma vengono contrastate sempre più spesso dalle espulsioni, in leggero aumento, 20 nel 2006 a fronte delle 15 nel 2005. La lotta agli irregolari continua sulla strada della collaborazione internazionale, intrapresa finora solo con la Romania. L’impiego di squadre investigative miste italo-rumene ha portato a centinaia di arresti, grazie alla maggior conoscenza da parte dei poliziotti rumeni della loro realtà territoriale, come nella recente operazione “Icaro”.

Infine, il responsabile del Viminale ha fornito ulteriori dati a proposito del consumo di droga, in netto aumento stando ai quantitativi sequestrati, nei quali cresce, con quasi 5 tonnellate all’anno, la prevalenza della cocaina sull’eroina. In ripresa, invece, i reati legati ai furti, in particolare di auto e motorini, e rapine, soprattutto nel Centro Nord e in Campania. La criminalità urbana è uno dei capitoli affrontati recentemente con i Patti per la sicurezza, stipulati a Roma, Milano, Torino, Bologna e in via di attuazione anche nelle altre maggiori metropoli, grazie ai quali sono stati messi a disposizione oltre 1.800 uomini.

Il Rapporto è stato redatto sulla base di due fonti ufficiali. La statistica prodotta dagli uffici giudiziari, riferita ai reati per i quali l’Autorità Giudiziaria ha iniziato l’azione penale, e la statistica costituita dai reati denunciati alla Magistratura dalle Forze di polizia, tenendo presente che il vecchio sistema di trasmissione all’Istat dei dati relativi alle denunce sul modello 165 è stato sostituito, nel 2004, con il nuovo sistema di rilevazione SDI, acronimo di Sistema di Indagine.

link: http://www.previewonline.info/index.php?do...d_articolo=1003
pdf con i dati/grafici: http://www.previewonline.info/scarica_alle...d_articolo=1003
Senbee Norimaki
Sì, l'avevamo linkato nell'altro thread. Ma lo conoscevo da tempo. Anzi è su questo che baso le mie opinioni. Hai fatto benissimo ad aprire un thread apposta, imho.

Vorrei sottolineare due dati che finora non sono stati molto commentati:

- la stragrande maggioranza dei crimini gravi si fa in famiglia
- la percentuale di criminalità fra immigrati non è maggiore che fra italiani (compiono delitti il 5% degli immigrati e il 5% degli italiani).

Sulla seconda, ho detto e stradetto al mia opinione.

Sulla prima, mi preme sottolineare che ogni volta che c'è un crimine si inneggia alla maggiore severità nei confronti dell'immigrazione e di pari passo si fanno family day e si incita alla famiglia tradizionale. Che è un comportamento del tutto in contrasto con i dati appena esposti.
Lou
Senbee, ti prego smetti di far finta di non capire. Un delitto famigliare genera un allarme sociale molto inferiore ai crimini predatori: scippi, rapine, aggressioni. Non posso fare una legge che impedisca ai mariti di vivere con le mogli, ma posso fare una legge per cui chi non ha un reddito certo, di qualsiasi tipo, non può stare in Italia.
In ultimo ti do un consiglio: leggi meno i rapporti del viminale e vai di piu in strada a parlare con i cittadini ferraresi delle zone a rischio.
Senbee Norimaki
Io lo faccio. Sei tu che non lo fai: non ti ho mai visto agli incontri tra cittadini incazzati e polizia.

E poi contro gli omicidi famigliari si può fare molto, invece. Anche solo non obbligare la gente a rimanere sposata per avere sgravi fiscali sarebbe un buon inizio.

Sull'altro problema, quello della crescente preoccupazione dovuta all'aumento di microcriminalità (conseguente all'inevitabile sviluppo economico e inurbazione) i piani di lotta sono stati esposti più volte e stanno per entrare in azione.
Lou
CITAZIONE (Senbee Norimaki @ 5 Nov 2007 - 22:52) *
Io lo faccio. Sei tu che non lo fai: non ti ho mai visto agli incontri tra cittadini incazzati e polizia.

Su questo ti ho già risposto nell'altra discussione. Non ho bisogno di andarli a cercare i cittadini incazzati io, ci sono in mezzo.
Aggiungo una polemica politica: è singolare come Rifondazione Comunista si preoccupi più delle garanzie dei delinquenti piuttosto che della sicurezza degli operai e delle classi popolari, che dicono di rappresentare, e che notoriamente abitano le zone di maggiore degrado.
Senbee Norimaki
Beh, su questo siamo d'accordo, non c'è dubbio.

Tieni conto che sul lato del permissivismo anche nel centrodestra c'è tutta l'ala cattolica dell'accoglienza sempre e comunque. In questo le due fazioni non sono per nulla diverse.
Lou
Pur non avendo simpatia per il cdx, penso che onestamente non si possa arrivare a dire questo. Le posizioni del cattolico Casini non mi paiono proprio simili a quelle del comunista Ferrero.
Senbee Norimaki
A parte che giusto ieri Casini è andato in un campo nomadi a Roma e ha detto le stesse cose di Rifondazione (a parte ovviamente qualche frecciata all'amministrazione di Veltroni), quello che conta è la base dei due partiti, o meglio la base locale, gli attivisti. Che in ambi i casi è costituito da molti volontari e "buonisti" che lavorano alle mense Caritas da una parte o nelle comunità di accoglienza dall'altra, che mai si sognerebbero di votare a livello locale un'espulsione, per esempio, in massa dei rumeni.
La differenza sta solo a chi fa la voce più grossa (ed è ovvio che la voce ce l'ha più grossa la destra, tra Borghezio e Storace), ma alla prova dei fatti, in 5 anni di governo Berlusconi non è stato fatto assolutamente nulla di diverso da quello che ha fatto il csx finora. Anzi, con la Bossi-Fini la situazione è stata ulteriormente aggravata perché ha fatto aumentare la percentuale di immigrazione non qualificata all'interno dell'immigrazione generale.
L'istituzione della polizia di prossimità era già stata fatta col governo precedente, e comunque mai applicata se non in questi mesi grazie alle varie amministrazioni locali.
A questo punto vediamo come e se verranno applicate le nuove norme anti criminalità.
slash
CITAZIONE (Senbee Norimaki @ 5 Nov 2007 - 22:43) *
- la stragrande maggioranza dei crimini gravi si fa in famiglia
- la percentuale di criminalità fra immigrati non è maggiore che fra italiani (compiono delitti il 5% degli immigrati e il 5% degli italiani).

c'è un rumeno nel cassetto di ognuno di noi.
Leite
Immaginate di avere una figlia , che prende il treno tutti i giorni e si ferma in una stazione un pò appartata. Deve percorrere 500 metri per tornare a casa e di fianco la ferrovia è sorta una baraccopoli di rom. Questi "individui" escono ogni tanto , tirano qualche sasso contro le auto , seguono le persone. Questo si può definire reato minore ? O non forse una situazione che porta prima o poi ad un raid notturno come già successo a Roma ? Io direi la seconda.
Purtroppo alcuni comuni ( in primis Milano e Torino ) è un anno che ripetono al governo che questa politica di accoglienza non va bene , o che comunque urgono provvedimenti forti e duri per espulsioni e incarcerazioni veloci con pene certe. Dopo un anno , quando sta per scoppiare il bubbone , qualcosa è stato fatto. Però , come dicono i dati del viminale , ci sono stati cittadini vittime di questa incuria ... ma perchè , per una volta , non tocca a qualche politico una rapina , un agguato , un pestaggio ? Solo così potrebbero capire cosa significa vivere senza la scorta e la villa blindata.
Se non capitava a Roma , non so se Veltroni si muoveva. Nel Veneto era capitato un fatto analogo , ma evidentemente qualcuno vuole solo il gettito fiscale e poi dimentica il resto ( questo lo ha detto nientepopodimeno che Cacciari ... ) .
Peve
Certo che è un reato minore, e se porta ad un raid sono gli italiani che sbagliano a reagire così.

Ti quoto per il resto, certezza della pena in primo luogo e anche una bella riforma del sistema giudiziario ci vorrebbe di certo, ma i raid non sono certo una soluzione e non hanno alcuna scusante, tanto più che, come si è visto, vanno a prendere della gente che con gli atti criminali c'entra ben poco.
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