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> Sesso, Salute E Dintorni
Vale
messaggio 9 May 2007 - 09:56
Messaggio #1


Multa paucis
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Metodi naturali
Questo termine si riferisce a tutti quei metodi che mirano all'individuazione del momento dell'ovulazione e si basano sull'astensione dai rapporti per 3-4 giorni prima e dopo tale periodo. Infatti, sia gli ovociti che gli spermatozoi sopravvivono fino a 3-4 giorni. Questi metodi non hanno effetti collaterali o controindicazioni, ma un indice di Pearl piuttosto alto che arriva al 40%. La loro sicurezza potrebbe essere migliorata con un maggiore impegno e un autocontrollo costante da parte della coppia.

Un’importante componente del quadro anoressico è l’amenorrea, caratterizzata dalla mancanza del ciclio mestruale per almeno tre mesi consecutivi.

Coito interrotto: è forse il metodo più impiegato, ma non è da ritenersi un vero metodo contraccettivo. Ha una percentuale d'insuccessi del 25-30% in quanto si possono avere piccole perdite di sperma che precedono la vera eiaculazione o perché l'estrazione del pene può essere tardiva! Non ha controindicazioni, ma può interferire con il piacere sessuale.

Ogino Knaus: si basa sull'astensione dai rapporti per 3-4 giorni prima e dopo la data presunta dell'ovulazione che, mediamente, avviene intorno al 14° giorno per le donne che hanno cicli perfettamente regolari di 28 giorni. I calcoli si complicano per le donne che hanno cicli più lunghi o più corti. È altamente probabile, ma non sicuro, che l'ovulazione preceda di 14 giorni la mestruazione. In ogni caso non c'è mai una regola fissa, poiché per svariati motivi in un discreto numero di casi l'ovulazione può avvenire in tutt'altro momento, non facilmente prevedibile! Ha un indice di sicurezza del 70-80%.

Rilievo della temperatura basale: la temperatura corporea è relativamente bassa nella fase che precede l'ovulazione, poi s'innalza di 4-5 decimi e si mantiene -con piccole oscillazioni- vicino ai 37°C fino alla successiva mestruazione. Bisogna misurare la temperatura interna (rettale o vaginale), al mattino, a digiuno e prima di alzarsi dal letto e riportarla su un apposito grafico.
Si possono avere rapporti liberi solo dal 4° giorno dopo l'innalzamento della temperatura. Si tratta quindi di un metodo che può essere utilizzato soltanto dopo l'ovulazione.

Metodo Billings: si basa sulla determinazione del periodo fertile mediante l'osservazione delle modificazioni del muco cervicale che in prossimità dell'ovulazione diventa fluido, trasparente e può essere stirato in lunghi filamenti. La donna percepisce una sensazione di umidità che contrasta con la secchezza vaginale che precede o segue tale periodo
Regola 1: evitare rapporti e contatti intimi genitali nei giorni di flusso
Regola 2: avere rapporti solo alla sera, e non in sere consecutive
Regola 3: evitare rapporti nella fase bianca.
Presso i centri dove viene insegnato questo metodo, vengono fornite delle schede che aiutano a ottimizzare il suo impiego e vanno compilate con appositi simboli.

Metodo sinto-termico: la sicurezza contraccettiva dei metodi naturali può essere migliorata combinando i parametri dei tre metodi precedenti e alcuni sintomi caratteristici dell'ovulazione. I crampi addominali e la tensione mammaria, spesso presenti nel periodo precedente l'ovulazione, e il dolore acuto che può accompagnare lo scoppio del follicolo sono segni molto validi per alcune donne.

Rilievo del picco del LH: con metodologie più o meno sofisticate mira ad individuare, su un campione di urine, il picco di un ormone prodotto dall'ipofisi (LH), che ha un repentino innalzamento prima dell'ovulazione. Il metodo si basa sul cambiamento del colore del sistema rilevatore e indica così che l'ovulazione avverrà entro le 8-12 ore successive. L'intensità del colore è direttamente proporzionale alla quantità di ormone prodotto. La donna esegue il test da 2-3 giorni prima della data presunta dell'ovulazione fino al momento della positività. L'applicazione di questo metodo è simile a quello della temperatura basale. È anche disponibile un dispositivo più sofisticato (monitor elettronico) che mira ad individuare i livelli di due ormoni chiave: l'Estrone-3glucuronide (E3G), il cui aumento coincide con il cambiamento del muco cervicale, e l'ormone lutenizzante (LH), il cui innalzamento induce l'ovulazione e ne segnala quindi l'imminente arrivo. Questo metodo funziona monitorando i propri livelli ormonali in modo da segnalare - attraverso 2 spie luminose - quali sono i giorni a rischio di gravidanza. Per maggiori informazioni visitate il sito http://www.persona.farmades.it

Miti e Pericoli: Alcune donne utilizzano, come metodo contraccettivo, accorgimenti che non sono assolutamente ritenuti sicuri. Ci riferiamo all'impiego di lavande vaginali eseguite subito dopo un rapporto. Esse risultano inefficaci in quanto alcuni spermatozoi possono raggiungere la cavità uterina anche in pochissimi minuti. Inoltre, le lavande possono ridurre l'efficacia contraccettiva di eventuali sostanze spermicide!
Alcune donne pensano che alzarsi in piedi immediatamente dopo il rapporto e urinare possa favorire la fuoriuscita dello sperma per gravità, riducendo così il rischio di concepimento. Questo non ha alcun significato contraccettivo!
Attenzione anche al cosiddetto petting, termine inglese (dal verbo 'to pet' - accarezzare) che indica l'insieme delle pratiche sessuali che escludono la penetrazione vaginale. E' praticato soprattutto dagli adolescenti che, pur volendo vivere un certo grado di intimità fisica, non sono ancora pronti ad affrontare il rapporto completo. Il petting non è privo di rischi. Infatti, durante l'orgasmo alcuni spermatozoi possono raggiungere la vagina, anche quando l'imene è ancora integro.
Ricordiamo infine che, contrariamente a quanto ritenuto da molti, anche l'allattamento al seno non dà alcuna sicurezza contraccettiva, anche nel caso di 6-8 poppate al giorno. In genere, anche per le donne che nutrono al seno il proprio bambino, l'ovulazione avviene in una piccola percentuale di casi 10-12 settimane dopo il parto, con conseguenze spesso inattese e indesiderate. Le donne che allattano possono usare il profilattico, la minipillola e la spirale.

Metodi di barriera
Si basano tutti sul fatto di creare un ostacolo, meccanico o chimico, alla risalita degli spermatozoi verso il collo dell'utero. Possono creare, seppure raramente, irritazioni del pene o della vagina e fenomeni d'intolleranza. Interferiscono con la spontaneità del rapporto e sono mal tollerati da molte coppie. Hanno un indice di insuccesso che varia dal 10 al 15 per cento.

Gli spermicidi: sono prodotti chimici che inattivano la vitalità degli spermatozoi. Vengono veicolati con creme, gel o ovuli che devono essere introdotti profondamente in vagina prima del rapporto. Possono essere usati anche in combinazione con gli altri metodi di questa categoria.

Il preservativo o profilattico (condom):sistema d'elezione per il periodo puerperale, soprattutto per le donne che allattano, è uno dei metodi contraccettivi più usato, utile anche per prevenire le malattie a trasmissione sessuale. È facile da usare, ma deve essere applicato sempre dall'inizio del rapporto e non solo nella fase precedente l'eiaculazione, deve essere rimosso immediatamente dopo e, soprattutto, si deve controllare la sua integrità! Se si adottano tutte queste precauzioni l'indice di insuccessi si aggira intorno al 10 per cento.

Il diaframma: si tratta di una piccola calotta di gomma che deve essere introdotta profondamente in vagina con l'ausilio di una crema lubrificante o spermicida. Il diaframma viene mantenuto in sede, davanti al collo dell'utero, da un cercine semirigido che si adatta alle pareti della vagina, creando una vera barriera alla risalita degli spermatozoi. Va introdotto prima del rapporto e rimosso almeno 8 ore dopo, tempo necessario all'inattivazione degli spermatozoi.
La misura deve essere stabilita dal ginecologo che fornisce alcune istruzioni alla donna per il suo impiego. Si tratta di un metodo più adatto a chi ha rapporti sporadici e non trova difficoltà alla sua applicazione e rimozione. Ciò può, infatti, creare in alcuni casi qualche problema.

Altri metodi di barriera: il cappuccio cervicale è un piccolo manicotto di lattice molto simile al diaframma, ha un diametro di circa 3 cm e si applica direttamente sul collo dell'utero dove può rimanere anche per 48 ed essere utilizzato per rapporti ripetuti. Il condom femminile è una sorta di profilattico che viene introdotto in vagina prima del rapporto e mantenuto in sede da un anello semirigido che lo fa aderire al collo dell'utero, mentre la parte opposta aperta fuoriesce dalla vagina. Poco diffuso, anche negli Stati Uniti, può essere utilizzato fino a 5 volte. La spugna contraccettiva ha una forma a ciambella; ha un'azione idrofila (cioè richiama i liquidi) e allo stesso tempo spermicida. Va inserita come un tampone prima del rapporto e va rimossa non prima di sei ore. Può procurare irritazione vaginale e in alcuni casi le donne hanno difficoltà a rimuoverla.

I mezzi intrauterini: la spirale (IUD)
Si tratta di un piccolo supporto in plastica (a forma di 'T' di '7' o di 'Y') attorno al quale è avvolto un filamento di rame, da cui il nome di spirale. Viene applicato nella cavità dell'utero durante il flusso mestruale con l'aiuto di una cannula flessibile, spinta delicatamente dal ginecologo nel collo dell'utero.

Meccanismo d'azione
Il meccanismo d'azione dello IUD (Intra Uterine Device - è questo l'altro nome della spirale) non è stato ancora del tutto chiarito. È probabile che sia legato alla reazione infiammatoria prodotta dallo stesso 'corpo estraneo' sulla cavità dell'utero. Ciò rende l'endometrio (la mucosa della cavità uterina) non idoneo all'impianto dell'ovulo. Vengono, inoltre, liberate alcune sostanze che danneggiano la cellula uovo e rallentano la risalita degli spermatozoi dal canale cervicale. La liberazione di ioni del rame potenzia la reazione infiammatoria e la capacità contraccettiva del mezzo.

Controindicazioni
La spirale è sconsigliata per le donne che hanno cicli molto abbondanti (menorragia), dolori mestruali marcati (dismenorrea) o predisposizione alle infezioni genitali. In passato molti medici non applicavano la spirale alle donne che non avevano ancora avuto bambini. Attualmente questo retaggio è stato superato grazie all'impiego di spirali di piccole dimensioni.

Effetti collaterali
Gli effetti collaterali sono poco frequenti e solo il 10 percento di coloro che usano lo IUD presenta un leggero aumento del flusso mestruale, crampi uterini o piccole perdite di sangue (spotting) nel corso del mese. In meno dell'uno percento dei casi questi disturbi diventano talmente significativi da rendere necessaria la rimozione anticipata. In qualche caso la spirale può essere espulsa spontaneamente. La temutissima perforazione dell'utero è un evento davvero rarissimo, impossibile se l'applicazione viene eseguita da un medico esperto.

Spirale al progesterone
Già in passato erano state utilizzati, e poi abbandonati, dispositivi che consentivano un lento rilascio di ormoni. Recentemente è stata commercializzata una spirale che libera gradualmente, attraverso una speciale membrana di un piccolo serbatoio contenuto nello stelo verticale, un progestinico di nuova generazione. Il progesterone modifica l'endometrio, rendendolo meno idoneo all'impianto dell'ovulo, e altera la composizione del muco cervicale potenziando così la sicurezza contraccettiva. Questo tipo di spirale è soprattutto adatto per quelle donne che presentano i disturbi sopra descritti, in quanto il progesterone detremina modificazioni che fanno diminuire la quantità del flusso e i dolori mestruali, grazie all'attenuazione delle contrazioni dell'utero. Anche se nei primi mesi dopo l'applicazione dei dispositivi medicati si possono avere piccole perdite di sangue, dovute all'adattamento, dopo un anno circa il flusso si riduce drasticamente con notevole sollievo per quelle donne che da sempre hanno avuto cicli emorragici e di conseguenza anemia. In una piccola percentuale di casi si può addirittura avere amenorrea, cioè completa assenza delle mestruazioni. Ciò non rappresenta un grosso problema; sarà la donna insieme al proprio medico, dopo le opportune verifiche, a decidere se rimuovere la spirale per ripristinare il ciclo mestruale.

Come si applica
La spirale può essere applicata dal ginecologo in qualunque momento, anche se si preferisce inserirla durante il flusso mestruale, quando il collo dell'utero è più dilatato. Inoltre, la presenza della mestruazione garantisce che non vi sia una gravidanza in corso!
Nella maggior parte dei casi non si avverte nessun disturbo; alcune donne riferiscono durante l'applicazione un fastidio simile a quello del pap-test. Il dolore può essere attenuato se si consiglia un'inspirazione profonda e un colpo di tosse nel momento decisivo.

Controlli e durata dello IUD
Generalmente lo IUD può essere utilizzato da due a cinque anni, in base al modello e alla presenza o meno di effetti collaterali. La spirale può essere rimossa anticipatamente in qualsiasi momento. È opportuno fare una visita di controllo dopo 30-40 giorni dall'applicazione e poi ogni sei mesi. Il medico può controllare con l'ecografia (vedi foto) l'esatta posizione nella cavità uterina.
È sconsigliato l'autocontrollo dei fili da parte della donna, poiché genera frequentemente falsi allarmismi.

Indice di sicurezza
L'indice di sicurezza è molto elevato e si aggira intorno al 98 percento; le gravidanze indesiderate sono meno dell'uno per cento con i dispostivi dell'ultima generazione. L'inserimento della spirale entro 3 giorni da un rapporto a rischio (la cosiddetta contraccezione d'emergenza) ha un'efficacia di circa il 99 per cento.

La pillola e gli altri metodi ormonali
Come funziona
La pillola contiene due tipi di ormoni sessuali femminili: un estrogeno e un progestinico. In commercio vi sono numerosi tipi di pillola che differiscono tra di loro per il tipo di molecole utilizzate e per la loro quantità. Il meccanismo d'azione si basa sul blocco dell'ovulazione. Questo viene principalmente ottenuto per un effetto di diminuzione della produzione di FSH e LH. Questi ormoni sono entrambi prodotti dall'ipofisi, una ghiandola sita alla base del cervello. Il primo stimola la formazione del follicolo e la maturazione dell'ovulo, il secondo favorisce lo scoppio del follicolo e determina il vero fenomeno dell'ovulazione. Inoltre la pillola agisce anche indirettamente sull'endometrio, bloccando le modificazioni utili per l'impianto dell'ovulo fecondato e sul collo dell'utero, rendendo il muco più impenetrabile alla risalita degli spermatozoi.

Come si assume
Bisogna assumere un confetto al giorno, dal primo giorno del flusso per 21 giorni, possibilmente alla stessa ora. Poi si fa una pausa di sette giorni, durante la quale arrivano le mestruazioni, generalmente dopo due o tre giorni dall'ultimo confetto. Dopo la settimana di pausa si ricomincia una nuova confezione, anche se non è terminato il ciclo. Per esemplificare diciamo che la pillola si assume solo la prima volta dal primo giorno del ciclo, si prende per tre settimane si e una no. Si comincia la nuova scatola sempre dallo stesso giorno della settimana dal quale si è iniziato la prima volta.
Per completezza riportiamo che vi sono però alcune eccezioni. Esiste infatti un prodotto che va assunto per 22 giorni si e 6 no e un altro, più recente e a dosaggio più basso, che va assunto per 28 giorni senza pausa, anche se realmente contiene 24 confetti 'medicati' e 4 placebo (cioè senza principi ormonali).

Attenzione: la pillola non va assunta se non arrivano le mestruazioni o se si hanno solo piccole perdite di sangue. In questi casi è opportuno eseguire un test di gravidanza e consultare il proprio ginecologo che con la visita, l'ecografia e gli esami ormonali stabilirà se l'amenorrea è dovuta ad altre cause.

Controindicazioni
Numerose sono le controindicazioni che riguardano malattie molto importanti del cuore, dei reni o del metabolismo, come ad esempio il diabete. È assolutamente vietata alle persone che hanno marcate varici e tendenza all'eccessiva coagulazione del sangue.
Per questo è molto importante che il medico faccia un'accurata anamnesi e prescriva alcuni esami del sangue (obbligatori quelli della coagulazione) prima di assumerla. Sono necessari controlli clinici e della pressione ogni sei mesi, gli esami del sangue e il pap-test una volta all'anno.

Effetti collaterali e terapeutici
Con il passare degli anni sono stati progressivamente ridotti i dosaggi degli ormoni contenuti nella pillola e sono state sintetizzate molecole che presentano anche alcuni effetti benefici e curativi, soprattutto sulle disfunzioni delle ovaie e della pelle. Questo ha contribuito alla progressiva riduzione degli effetti collaterali sia in termini di percentuale di presenza che di gravità. Comunque, a tutt'oggi, una piccola parte delle donne presenta i classici disturbi legati all'assunzione di questo contraccettivo. Ricordiamo qui i più importanti: aumento di peso, ritenzione idrica, gonfiori addominali, tensione o dolore al seno, facile irritabilità, cefalea, diminuzione del desiderio sessuale, variazione delle caratteristiche del flusso mestruale, accentuazione dei capillari cutanei, comparsa di macchie cutanee, nausea e vomito. Paradossalmente alcuni di questi sintomi migliorano nel tempo con l'impiego della pillola. Oltre all'azione contraccettiva la pillola ha anche effetti terapeutici e può essere impiegata per regolarizzare il ciclo, ridurre le cisti funzionali e le microcisti dell'ovaio, migliorare l'acne, ridurre il dolore mestruale, l'anemia conseguente a flussi abbondanti e la possibilità delle malattie infiammatorie della pelvi. Alcuni lavori scientifici riportano inoltre una potenziale riduzione del rischio di cancro dell'ovaio, dell'artrite reumatoide e dell'osteoporosi tra le donne che utilizzano questo metodo contraccettivo.

Quando consultare il medico
È meglio consultare al più presto il proprio medico in presenza di uno o più di questi disturbi durante l'assunzione della pillola:

amenorrea (assenza di mestruazione)
cefalea o emicrania
crampi alle gambe
gonfiori o dolori alle gambe
forti disturbi visivi
dolori addominali
dolori toracici
difficoltà respiratorie
presenza di sangue nell'espettorato
Per quanto tempo si può prendere
Vi sono pareri molto discordanti sulla assunzione della pillola nel tempo e sui periodi di sospensione. Naturalmente tutto dipende dal singolo caso. Potrebbe essere una buona regola fare due o tre mesi d'intervallo ogni due anni oppure proseguire per un periodo più lungo se non vi sono effetti collaterali e variazioni significative degli esami ematochimici.

Per quanto tempo si può prendere

La pillola estro-progestinica è il metodo contraccettivo con il più alto indice di sicurezza, prossimo al 100 per cento. Infatti, solo lo 0,1 per cento delle donne che utilizza questo metodo va incontro a gravidanze indesiderate, prevalentemente per problemi legati ad errori di assunzione o difficoltà di assorbimento a livello intestinale. Tra questi ricordiamo il vomito entro tre ore dall'ingestione, la contemporanea assunzione di alcuni farmaci, l'aumentato transito intestinale con numerosi episodi di diarrea. Suggeriamo di segnalare sempre al medico di base e agli specialisti che si sta assumendo la pillola, poiché alcuni farmaci possono diminuire la sicurezza contraccettiva. Potete trovare su un altra pagina del sito un elenco di quelli che più spesso interferiscono con la pillola e altri consigli utili: La contraccezione: le tabelle della salute

La minipillola
Spesso confusa con la pillola estro-progestinica a basso dosaggio, in realtà la minipillola contiene solo un progestinico (75 microgrammi di desogestrel) e va assunta continuativamente, senza alcuna pausa. È indicata per le donne che non possono assumere gli estrogeni e, soprattutto, per quelle che stanno allattando al seno il proprio bambino. L'effetto contraccettivo è dovuto principalmente all'inibizione dell'ovulazione; inoltre la minipillola determina un aumento della densità del muco cervicale che rende più difficile la risalita degli spermatozoi. L'indice di sicurezza è circa del 99%.

Iniezione intramuscolare di progesterone
Anche se è un metodo poco utilizzato, l'iniezione intramuscolare di medrossiprogesterone acetato ogni 3 mesi, a partire dal primo giorno delle mestruazioni, ha lo stesso meccanismo d'azione della minipillola. Può determinare irregolarità del ciclo mestruale e in alcuni casi amenorrea.

Impianto sottocutaneo di progesterone
Non è ancora disponibile in Italia e probabilmente arriverà nei primi mesi del 2002. Si tratta di un piccolo filamento (dello spessore di 2 mm e lungo 4 cm) che viene impiantato sotto la pelle. Si inserisce durante il flusso mestruale con un piccolo intervento che dura meno di due minuti, praticando una incisione sulla faccia interna dell'avambraccio. Da questo deposito viene rilasciata continuativamente una piccola quantità di un progestinico (etonogestrel) che, passando nel sangue, è in grado di prevenire l'ovulazione per circa 3 anni. L'efficacia è pressoché immediata e il ripristino della fertilità si ha dopo circa tre settimane dalla rimozione. Ha un indice di sicurezza prossimo al 100%.

Il cerotto contraccettivo
La Food and Drug Administration (FDA) americana ha approvato nel 2001 un cerotto contraccettivo, negli ultimi anni, disponibile anche in Italia, che contiene gli stessi principi attivi della pillola orale e che può essere applicato sulle braccia, sull'addome o sui glutei una volta alla settimana per tre settimane al mese. Gli ormoni vengono assorbiti dalla pelle con lo stesso meccanismo e indice di sicurezza dell'impianto sottocutaneo. Si presume che la somministrazione transdermica possa fare diminuire l'incidenza di disturbi tipicamente digestivi, come la nausea e il vomito.

La sterilizzazione
Per completare l'argomento dei metodi contraccettivi, vogliamo fare solo un breve accenno al metodo della sterilizzazione che prevede un vero e proprio intervento chirurgico sulle tube per la donna o i dotti deferenti per l'uomo, con conseguente sterilità permanente. Nonostante i progressi delle tecniche, infatti, ancora oggi è un metodo contraccettivo irreversibile la cui scelta deve essere, pertanto, attentamente valutata e meditata dalla coppia. Anche se la legge sull'aborto (legge n.194 del 22 maggio 1978) ha cancellato di fatto il divieto alla sterilizzazione, è alquanto difficile per il medico avallare richieste d'intervento di questo tipo, in quanto accade spesso che le persone, dopo qualche anno, richiedano il ripristino della fertilità.

Sterilizzazione femminile
L'intervento consiste nella chiusura delle tube, ottenuta con varie metodiche. La tecnica più attuale è eseguita in laparoscopia e in regime di day hospital, ma necessita comunque dell'anestesia generale. Con l'aiuto di un sistema di visione a fibre ottiche e di un tubo introdotto nell'addome attraverso un piccolo forellino praticato sull'ombelico, si applica una clip su ognuna delle tube. Viene così reso impossibile l'incontro tra l'ovulo e lo spermatozoo. La chiusura delle tube non ha effetti collaterali, né influenza il ciclo mestruale e la sessualità. Può, in alcuni casi, creare risvolti psicologici negativi.

Sterilizzazione maschile
La vasectomia, questo è il nome della tecnica di sterilizzazione maschile, consiste nell'interruzione dei dotti deferenti, i canalini che portano gli spermatozoi all'esterno. l'eiaculazione avviene normalmente, ma il liquido seminale non contiene spermatozoi. La vasectomia può essere effettuata ambulatoriamente, in anestesia locale; l'intervento dura circa 15-20 minuti. L'interruzione dei deferenti, che nell'apparato genitale maschile rappresentano soltanto una via di transito per gli spermatozoi, non ha alcuna ripercussione sulle normali funzioni sessuali (erezione, eiaculazione) che sono regolate da strutture nervose completamente indipendenti. Anche in questo caso, forse in modo più evidente che per la donna, sono possibili risvolti psicologici negativi.

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La pillola del giorno dopo
Per "pillola del giorno dopo" s'intende una metodo contraccettivo che viene messo in atto dopo un rapporto a rischio di concepimento (rapporti non programmati, impiego non corretto di altri metodi contraccettivi, rottura o ritenzione accidentale in vagina del profilattico e nei casi -non rari- di violenza sessuale). Per raggiungere un buon risultato si deve somministrare un certo quantitativo di ormoni (estrogeni e progestinici o molecole con azioni simili) entro un tempo massimo di 72 ore dal rapporto. Fino a poco tempo fa in Italia non esisteva un prodotto specifico, ma venivano impiegate le stesse pillole contraccettive. Il meccanismo d'azione della contraccezione ormonale d'emergenza si basa sul fatto di impedire che l'ovulo fecondato si impianti nell'utero e dia avvio ad una gravidanza. Ecco lo schema di somministrazione:

assumere 2 confetti di una pillola contenete un dosaggio di 100 µg di etinilestradiolo + 500 µg di levonorgestrel

sono necessarie 2 somministrazioni a distanza di 12 ore per un totale di 4 confetti

Attenzione: è consigliabile assumere un prodotto antinausea un'ora prima delle pillole, poiché tassi così elevati di ormoni possono indurre nausea e vomito nel 15-20% dei casi e ridurre, di conseguenza, la sicurezza contraccettiva. In genere dopo 3 o 4 giorni arrivano le mestruazioni e spesso sono molto abbondanti. In altri casi le mestruazioni arrivano al momento giusto. Studi clinici controllati indicano che l'efficacia della pillola del giorno dopo supera il 95 per cento se assunta in modo corretto. Ha le stesse controindicazioni della pillola estroprogestinica e va utilizzata solo occasionalmente e non come metodo contraccettivo abituale.
Da ottobre 2000 sono stati messi in commercio anche nel nostro Paese alcuni prodotti specifici autorizzati dal Ministero della Sanità con l'indicazione "Contraccezione d'emergenza". Contengono solo un progestinico (750 mg di levonorgestrel) e vanno presi così:

la prima compressa appena possibile e non oltre le 72 ore successive al rapporto non protetto
la seconda compressa da 12 a 24 ore dopo la prima
Con questo metodo viene riportato un indice di gravidanze indesiderate del 1,1%

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Malattie veneree

Nozioni generali
Le malattie trasmesse sessualmente (MST, STD in inglese) fanno parte delle malattie infettive. Si tratta di oltre venti malattie causate da batteri, virus, funghi o parassiti. In genere si trasmettono tutte per via sessuale, ma si differenziano per la contagiosità, il decorso della malattia e le possibilità di cura e prevenzione.

Le malattie veneree «classiche» (per es. la sifilide e la gonorrea) non incutono più tanta paura da quando sono comparsi gli antibiotici. Contro l’epatite B, una grave malattia trasmessa anch’essa sessualmente, esiste da tempo un vaccino. La MST più temibile è oggi certamente l’Aids poiché non è stato ancora messo a punto un farmaco in grado di vincere la malattia e non esiste ancora un vaccino.
Ogni anno in tutto il mondo 330 milioni di persone contraggono una malattia a trasmissione sessuale. La più diffusa è la tricmoniasi (120 milioni di casi), seguono le infezioni da clamidia (50 milioni) e la gonorrea (25 milioni). Il numero dei sieropositivi è stimato attualmente a 35,9–44,3 milioni.
Il contagio avviene generalmente durante i rapporti sessuali attraverso il contatto diretto di liquidi organici infetti (sperma e secreti vaginali) con le mucose. Gran parte delle malattie veneree, in particolare le infezioni da herpes, sono trasmissibili anche tramite rapporti orali, baci e petting (contatto diretto con i liquidi organici infetti). Il contagio può anche prodursi tra una madre sieropositiva e il feto o il neonato. Alcune malattie veneree (epatite B/C, Aids e sifilide) possono essere trasmesse tramite le conserve di sangue e i prodotti ematici o lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti. Alcune infezioni si contraggono tramite l’uso in comune di asciugamani, articoli da toeletta e altro, ma si tratta di casi estremamente rari. Un contagio con goccioline (tosse, starnuti) è escluso. Nei comuni contatti sociali (lavori di casa, ufficio, mezzi pubblici, viaggi e simili) è impossibile infettarsi a condizione che si rispettino le comuni norme igieniche.
La maggior parte delle MST (ad eccezione soprattutto dell’epatite B e dell’Aids) si manifesta inizialmente nelle zone del corpo in cui è avvenuto il contatto, quindi sul pene, nella vagina e sulle labbra della vulva. Possono essere colpiti anche l’ano e la cavità orale. Alcune di queste malattie sono semplicemente fastidiose, altre invece molto pericolose: se non curate possono estendersi a tutto il corpo e causare danni in parte gravi e irreparabili, come sterilità, lesioni cerebrali o cecità. L’infezione HIV è attualmente la MST più pericolosa. In base alle attuali conoscenze l’Aids, che costituisce lo stadio finale dell’infezione, si manifesta in media 12 anni dopo il contagio e può portare alla morte.

Le principali malattie veneree
Sifilide
La sifilide è causata da un batterio, la spirocheta pallida (Treponema pallidum). Nel decorso della malattia si distinguono quattro stadi. Nello stadio primario la sifilide si manifesta, dopo un periodo di incubazione di tre settimane circa, con la formazione di un nodulo indolore (ulcera dura o sifiloma) nel punto di inoculazione (solitamente sul pene o nella vagina). Le ghiandole linfatiche più vicine si ingrossano. Solitamente il sifiloma scompare anche se non è curato. Ma se non si cura dopo circa sei settimane la malattia entra nello stadio secondario: i batteri invadono tutto l’organismo provocando eruzioni cutanee, febbre e tumefazione dei linfonodi. Queste manifestazioni cutanee scompaiono dopo 1–2 settimane ma recidivano nel corso degli anni. Senza cure appropriate dopo vari anni si manifesteranno lesioni a carico degli organi interni, specialmente del sistema nervoso: nello stadio terziario sarà colpito il midollo spinale (disturbi motori) e nell’ultimo stadio il cervello (demenza).
La diagnosi si basa sull’ esame microscopico e sul test sierologico per la sifilide, test che dà risultati affidabili a 3 settimane dal contagio. Una cura di antibiotici (p.es. penicillina) nello stadio precoce porta alla completa guarigione. In seguito si potranno eliminare i batteri con gli antibiotici, ma i danni organici prodottisi negli stadi III e IV saranno irreversibili. Durante la gravidanza la sifilide può causare danni gravissimi al feto.

Gonorrea (blenorragia)
Anche la gonorrea è provocata da un batterio (Neisseria gonorrhoeae). A due – sette giorni dal contagio la malattia si manifesta con minzione dolorosa e con un secreto giallo verdastro mucopurulento dal pene e dalla vagina. Talvolta non si osservano questi sintomi nella donna. Se la malattia non viene curata possono insorgere nell’uomo complicanze come infezioni della prostata e del condotto spermatico, nonché epididimiti. Nella donna l’utero, le tube e le ovaie possono subire lesioni tali da causare sterilità. In uno stadio tardivo della malattia i batteri si diffondono in tutto l’organismo, colpendo specialmente le articolazioni e la regione epatica (periepatite acuta). La diagnosi della gonorrea si effettua mediante esame microscopico o colturale della secrezione. La gonorrea è guaribile con gli antibiotici.
Un grosso problema è la diffusione del turismo a scopo sessuale in Estremo Oriente. Poiché le prostitute fanno spesso ricorso agli antibiotici per la profilassi delle malattie veneree si sviluppano sempre più ceppi batterici resistenti.

Ulcera molle
È causata da un bacillo (Haemophilus ducreyi). Abbastanza rara nell’Europa centrale l’ulcera molle è invece piuttosto diffusa nei Paesi tropicali in via di sviluppo. A due – sei giorni dall’infezione compaiono nel punto di contagio ulcerazioni molli, dolorose e irregolari. I nodi linfatici nella regione inguinale possono ingrossarsi considerevolmente. La diagnosi si effettua mediante l’esame microscopico con cui si accerta la presenza dell’agente patogeno. La malattia è guaribile con gli antibiotici.

Linfogranuloma inguinale

Il linfogranuloma inguinale o venereo è causato da particolari ceppi di Chlamydia trachomatis ed è piuttosto raro nell’Europa centrale. Nella regione genitale compaiono dei noduli soggetti a ulcerazione, ma non prima di 14 giorni dal contagio. Questi noduli poco dolorosi regrediscono spontaneamente dopo 10–14 giorni per cui vengono spesso trascurati. Il paziente si sottopone a visita medica soltanto in seguito al notevole ingrossamento dei linfonodi nella regione inguinale. Particolari complicanze possono insorgere se i linfonodi si aprono verso l’esterno (fistole) o se sono colpiti i linfonodi interni. La diagnosi si effettua accertando la presenza degli agenti patogeni direttamente nel focolaio d’infezione oppure con l’analisi del sangue. Nella fase iniziale la malattia può essere guarita con gli antibiotici.

Infezioni da clamidia
Le infezioni da clamidia sono assai diffuse in Europa e vengono causate dal batterio Chlamydia trachomatis. Esse sono causa di fastidiose infezioni genitourinarie che comportano forte prurito e bruciori durante la minzione. Nell'uomo possono essere colpite la prostata e l'epididimo, nella donna la vagina, l'utero, le tube e le ovaie, con conseguente possibile sterilità o gravidanza tubarica. L'infezione decorre spesso senza disturbi e può essere facilmente curata con gli antibiotici. Il contagio neonatale è frequente e può causare congiuntiviti e polmoniti.

Aids
L’Aids (acquired immune deficiency syndrome = sindrome da immunodeficienza acquisita) è lo stadio finale di un’infezione causata dall’HIV (human immunodeficiency virus = virus dell’immunodeficienza umana). A tutt’oggi sono noti due tipi di virus (HIV-1 e HIV-2) con numerosi sottogruppi. Tra il momento del contagio e l’insorgere della malattia vera e propria (Aids conclamato) trascorrono in media 12 anni. In questo periodo le persone contagiate possono trasmettere il virus ad altri senza rendersene conto. In presenza di altre malattie sessuali «classiche» (specialmente la sifilide e l’ulcera molle) si è maggiormente esposti al rischio di contagio con il virus dell’Aids. La diagnosi dell’infezione HIV avviene mediante l’analisi del sangue (test degli anticorpi HIV). A tutt’oggi la malattia è inguaribile e può portare alla morte. Un accertamento precoce dell’infezione e l’adozione di appropriate misure terapeutiche permettono di ritardare l’insorgere della malattia e di migliorare la qualità della vita del paziente. In un prossimo futuro non sarà disponibile alcun vaccino.

Epatite virale
Esistono diversi virus dell’epatite. Si trasmettono sessualmente soprattutto il virus dell’epatite B (HBV) e, in misura minore, il virus dell’epatite C (HCV). Il decorso della malattia varia notevolmente: l’infezione può risolversi senza disturbi o causare un’infiammazione acuta del fegato con possibile esito letale. Spesso l’infiammazione può cronicizzarsi ed evolvere nella cirrosi epatica o nel cancro del fegato.
Un problema è costituito dal fatto che alcune persone sono portatrici del virus dell’epatite B e C per tutta la vita: non si ammaleranno necessariamente, ma potranno contagiare altre persone. Il virus del l’epatite B e C può trasmettersi, oltre che per via sessuale, anche tramite trasfusioni di sangue, scambio di siringhe tra tossicodipendenti e talvolta perfino tramite il contatto diretto o indiretto con liquidi organici in caso di scarsa igiene.
Nei paesi del Terzo Mondo l’epatite B è assai diffusa, mentre in Europa ne sono colpiti soprattutto i tossicodipendenti che assumono droga per via endovenosa e il personale sanitario. L’epatite B è l’unica MST contro cui ci si può vaccinare.

Herpes genitalis
L’Herpes genitalis è un’infezione virale largamente diffusa ed è simile all’herpes labialis (vescicole sulle labbra). A tre – sette giorni dall’infezione compaiono nella zona genitale piccole vescicole molto pruriginose e dolorose contenenti un liquido contagioso. Inoltre possono manifestarsi altre patologie come l’ingrossamento dei nodi linfatici e stati febbrili. La diagnosi si effettua esaminando direttamente il liquido delle vescicole oppure tramite l’esame del sangue. L’herpes si cura con farmaci antivirali (per es. l’aciclovir), ma il virus può sopravvivere e annidarsi nel tessuto nervoso restando a lungo inattivo. Dopo anni può riattivarsi e causare una recidiva: in questi casi il quadro clinico è però generalmente meno virulento. Le gestanti affette da herpes genitale possono contagiare il neonato al momento del parto e causargli gravi malattie (per es. l’encefalite).

Condilomi acuminati
Sono formazioni cutanee verrucose che insorgono nella regione genitale e perianale. Sono causate dal virus HPV (= virus del papilloma umano). Si manifestano circa 4 settimane dopo il contagio e si eliminano con la criochirurgia, l’elettrocauterizzazione, la chirurgia laser o il bisturi. I papillomavirus possono essere trasmessi al neonato al momento del parto. Alcuni di questi virus potrebbero essere all’origine del cancro della cervice (collo dell’utero).

Tricomoniasi
Si tratta di un’infezione della vagina o dell’uretra largamente diffusa e causata dai protozoi Trichomonas. L’infezione si manifesta con perdite sierose e prurito. La diagnosi è stabilita con l’esame microscopico con cui si può accertare la presenza dell’agente patogeno. È una malattia infettiva diffusa in tutto il mondo ma non pericolosa. È curata con farmaci specifici (p.es. metronidazolo).

Infezioni fungine
Il miceto della specie Candida albicans è assai diffuso ed è il principale agente patogeno delle infezioni fungine trasmesse sessualmente. Questa infezione, di per sé innocua (infiammazione della vagina o del glande), può comportare sintomi fastidiosi come intenso prurito o vivo bruciore. Nella donna determina inoltre l’emissione di secrezioni dalla vagina. Queste infezioni si curano con speciali farmaci (antimicotici) e un’adeguata igiene.

Piattole (pediculosi)
Le piattole sono piccoli insetti che si insediano tra i peli del pube. A occhio nudo sono visibili sia gli insetti che le uova (lendini) fissate ai peli. L’infestazione causa soprattutto un forte prurito. La pediculosi è una malattia innocua e si cura con una speciale emulsione.

Scabbia
La scabbia è un'affezione cutanea causata da un acaro, il Sarcopetes scabiei. Si trasmette durante i rapporti sessuali o tramite l'uso in comune di oggetti. I parassiti scavano dei cunicoli nella cute. Le regioni più colpite sono gli spazi interdigitali, i polsi, le ascelle, i genitali, la regione sottomammaria e l'ombelico. Le papule e vescicole provocano un intenso prurito (soprattutto di notte) e eczemi persistenti. Spesso i cunicoli degli acari si scorgono a occhio nudo. Tutte le persone che vivono sotto lo stesso tetto devono sottoporsi alla cura contemporaneamente.

Messaggio modificato da Vale il 9 May 2007 - 09:57
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Barone
messaggio 9 May 2007 - 10:11
Messaggio #2


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manca lo scolo e le creste di gallo...
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Lara
messaggio 9 May 2007 - 10:11
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sarebbero?
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Vale
messaggio 9 May 2007 - 10:15
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Ahiahiaahi Barone... (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/61.gif)
Gonorrea=scolo
Condilomi=greste di gallo
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Barone
messaggio 9 May 2007 - 11:03
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e che cazzo...son mica n'dottore...
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Evil_Soul
messaggio 9 May 2007 - 14:32
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Non posso non complimentarmi con Vale... ottimo topic. Spero che metta sale in zucca a un po' di gente.
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Doc Doom
messaggio 9 May 2007 - 19:02
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eh eh brava vale! un ripassino generale ogni tanto non fa mai male... assolutamente da leggere e ricordare
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dpben
messaggio 10 May 2007 - 13:31
Messaggio #8


Bambanon
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Bella questa..
spero non ci siano malattie ad autotrasmissione autosessuale..
I'm so lonely...
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MoneFromFrara
messaggio 10 May 2007 - 16:22
Messaggio #9


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