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> Medium Che Trova Carcassa Auto, Roba da matti
Vale
messaggio 13 Sep 2005 - 18:30
Messaggio #26


Multa paucis
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CITAZIONE (nikyrai @ 13 Sep 2005 - 19:24)
Tutto riconducibile a normali fenomeni fisici (sono venuto io di nascosto... (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif) )

Ah sì? pensa che non mi sono accorta di niente... (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_pig.gif)
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nikyrai
messaggio 13 Sep 2005 - 18:33
Messaggio #27


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CITAZIONE (Vale @ 13 Sep 2005 - 19:30)

:eek:
Non valgo tanto quanto credevo... (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_rolleyes.gif)
Però sono riuscito ad accendere la radio! (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/4.gif)

Per non andare completamente fuori tema, visto che dovrei mantenere l'ordine, posso però dire che sì, secondo me quasi tutti i fenomeni considerati paranormali hanno spiegazioni scientifiche.
Per qui fenomeni che nn hanno spiegazione, credo sia solo questione di tempo, e prima o poi la scienza spiegherà anch'essi.
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Vale
messaggio 13 Sep 2005 - 18:37
Messaggio #28


Multa paucis
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Sono perfettamente d'accordo! Ci sono ancora così tanti studi da appofondire che per tantissime cose sarà solo una questione di tempo. La cosa però che mi fa incavolare sono tutte quelle fetentissime maghette da Wanna Marchi in giù che si approfittano delle persone ignoranti e disperate per specularci sopra...dovrebbero metterli tutti in galera. E la cosa peggiore è che sono autorizzati a passare in tv!!!!!!!! (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/bbcmoi.gif)
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Mattatoio n.5
messaggio 14 Sep 2005 - 14:41
Messaggio #29


Puvrìn
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Per radio o televisori che si accendono da soli chidete dell' Ing Plenario.
Lui sicuramente saprà darvi una risposta esauriente.
Vero Rai
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Vale
messaggio 14 Sep 2005 - 19:05
Messaggio #30


Multa paucis
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Sarebbe Stefano? B)
Svelato l'arcano: avevano tolto e ridato la luce... (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_eek.gif)
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Nethernik
messaggio 14 Sep 2005 - 19:10
Messaggio #31


Neso
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valà che nessuno crede a ste boiate. una cosa è certa: una buona notizia per i telegiornali e affaroni per la "sensitiva"
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Elaine
messaggio 15 Sep 2005 - 17:45
Messaggio #32


Bambanon
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CITAZIONE (nikyrai @ 13 Sep 2005 - 14:30)
E' evidente che l'unica maniera per uscire da una situazione difficile, fosse questa. Cioè, l'unica, mi sembra una parola un pò grossa. Era forse quella più "strana", davanti alla quale si resta talmente basiti da nn saper neanche rispondere!

Fossi io nelle forze dell'ordine chiuderei quella ciarlatana in caserma e ce la terrei fino a quando non ammete di aver sentito informazioni da qualcuno.

E' pazzesco che, davanti a una rivelazione di questa importanza fatta da una "maga", tutti abbiano detto: "Beh, sì è ovvio, lei lo ha sentito". Roba da matti...

Sono completamente d'accordo con te, c'è una gran puzza di bruciato in questa storia...
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Barone
messaggio 15 Sep 2005 - 17:51
Messaggio #33


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..più che da bruciato..da morto..

(IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/ahsisi.gif) ...il corpo lo si può vendere ai cinesi!!
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Elaine
messaggio 15 Sep 2005 - 17:59
Messaggio #34


Bambanon
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CITAZIONE (Barone @ 15 Sep 2005 - 18:51)
..più che da bruciato..da morto..

(IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/ahsisi.gif) ...il corpo lo si può vendere ai cinesi!!

E' diventata una fissa per te adesso (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/4.gif)
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Barone
messaggio 16 Sep 2005 - 08:22
Messaggio #35


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...Non so'...mi beccava bene..cioè non i cinesini morti,ma la correlazione tra le due discussioni..

..bo..dovrò chiedere alla medium se sono pazzo!!!??
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Boris
messaggio 29 Oct 2005 - 14:30
Messaggio #36


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Come ha potuto Mariarosa Busi, presunta sensitiva 55enne, indicare il punto esatto del lago in cui si trovava Chiara Bariffi? Ha veramente il merito del ritrovamento? Analizziamo i fatti con ordine.

Mariarosa Busi aveva già fatto parlare di sé nel novembre del 2003, quando si era recata sul luogo del ritrovamento di Roberto Moreni di Castenedolo (BS), morto suicida nelle acque del Lago d'Iseo, annunciando di aver "percepito" che anche la moglie Giovanna Mazzardi si trovava là sotto. Ma il quel momento erano già stati individuati il corpo del marito, l'automobile, e la borsetta con i documenti e il telefono della signora Mazzardi. In più esisteva una audiocassetta in cui la moglie dichiarava la volontà di suicidarsi, quindi non occorreva certo un veggente per supporre che anche il suo corpo sarebbe stato rinvenuto in quel punto. A questo proposito, le parole dei volontari del Gruppo Soccorso Sebino di Pisogne (BS), che hanno lavorato al recupero, sono chiare: "in quella occasione Mariarosa Busi è arrivata solo dopo, quando tutto era già stato fatto".

I giornali avevano parlato di Mariarosa Busi anche nel 2004, quando aveva convinto il sindaco di Toscolano Maderno, sul lago di Garda, ad eseguire scavi nel giardino del Vittoriale per cercare il famoso "Oro di Dongo", il tesoro di Mussolini che potrebbe includere anche carteggi segreti fra lo stesso Mussolini e Churchill. La Busi si è detta convinta che il tesoro si trovasse nel Vittoriale perché, come ha dichiarato, era stato lo stesso Duce a rivelarle il segreto per via medianica. Il risultato dell'operazione? Qualche buco nel parco, ma nessun tesoro. Perché, dice la veggente, "non si è cercato abbastanza".

Ma veniamo ai fatti recenti. Nella notte fra il 30 novembre ed il 1 dicembre 2002, Chiara Bariffi di 30 anni scompare mentre percorre il tratto di strada di quattro chilometri da Dervio a Bellano, sul Lago di Como (a nord di Lecco). Quella notte sul lago infuriava una tempesta, così intensa da provocare rovinose frane sulle alture circostanti.

Ritenendo possibile un incidente, sia le autorità che alcuni sommozzatori volontari avevano effettuato ricerche nel lago. Il punto più probabile in cui la ragazza avrebbe potuto essere caduta in acqua con la sua automobile è una curva all'imbocco della prima galleria che si incontra procedendo verso sud, cioè verso Bellano. La curva è cintata da un muretto, al di là del quale la parete precipita a picco nel lago, che in quella zona raggiunge la profondità di quasi 200 metri. Le persone del luogo sanno che là sotto si trovano diversi mezzi vittime di incidenti, più altri ancora che vi sono stati gettati volontariamente, pare a seguito di atti malavitosi. Inoltre i Carabinieri sospettano che vi si possa trovare il corpo di almeno un'altra persona, scomparsa da dieci anni e non ancora ritrovata. A ulteriore testimonianza della pericolosità del luogo, nella zona si possono vedere tre lapidi.


La curva pericolosa

Il breve tratto di strada prima della galleria è l'unico, nel percorso fra Dervio e Bellano, in cui vi è una elevata probabilità che possa accadere un simile incidente. Il muretto non è un impedimento alla caduta in acqua perché non è molto alto; inoltre un residente ricorda che in quel punto erano ammassati detriti di cantiere, che potevano fungere da trampolino verso l'abisso. In più il veicolo di Chiara Bariffi era un fuoristrada, quindi con il baricentro alto.

Nella primavera di quest'anno, una giornalista che conosceva la signora Busi l'ha presentata alla famiglia Bariffi. Il lunedì di Pasqua il padre Francesco, convinto che Chiara fosse caduta nel lago, ha accompagnato la veggente sul probabile teatro dell'incidente. Dopo la visita la Busi ha dichiarato di aver "percepito" Chiara che la chiamava dal fondo del lago, proprio al di sotto della curva pericolosa. Perciò quest'estate alcuni subacquei avevano effettuato ricerche in quel punto, portando una telecamera fino alla profondità di 80 metri, ma senza alcun risultato.

Al tempo del ritrovamento nel Lago d'Iseo dei coniugi Moreni, Mariarosa Busi aveva conosciuto i volontari del Gruppo Soccorso Sebino ed il suo presidente Remo Bonetti, che ha all'attivo il ritrovamento di circa 120 scomparsi, quasi tutti trovati cadaveri. Bonetti, che ha rinvenuto il primo cadavere all'età di 11 anni, confida nelle facoltà paranormali dei veggenti e ritiene che alcuni di essi gli abbiano già fornito indizi per la soluzione di una trentina di casi. Il gruppo di Pisogne è anche tra le poche organizzazioni a disporre di un efficace mezzo di esplorazione subacquea, il robot filoguidato "Mercurio" in grado di raggiungere la ragguardevole profondità di 500 metri. Date queste credenziali, il padre di Chiara ha contattato i soccorritori.


Remo Bonetti


Nel weekend del 20-21 agosto Bonetti si è recato sul posto con Francesco Bariffi per prendere visione della situazione. Il weekend successivo (27-28 agosto) sono iniziate le operazioni per delimitare la zona delle ricerche, un rettangolo lungo 300 metri nella direzione della costa e profondo 400 metri verso il centro del lago. A causa di un guasto al robot Mercurio non è stato però possibile procedere nelle esplorazioni subacquee oltre la profondità di 114 metri. Riparato il mezzo, il weekend successivo (3-4 settembre) il gruppo era impegnato in una simulazione con la protezione civile, perciò le prospezioni sono state rimandate alla domenica seguente (11 settembre). Quel giorno, dopo meno di un'ora di perlustrazioni, le telecamere del robot hanno filmato l'automobile adagiata a 122 metri di profondità, in un punto a circa 100 metri dalla costa. All'interno del veicolo si trovava il corpo della giovane ancora intatto, una circostanza normale per i cadaveri che giacciono sul fondo dei laghi.


Il robot filoguidato Mercurio


Avvertite le autorità, il gruppo speciale dei Carabinieri di Genova ha poi proceduto al recupero del corpo e dell'automobile.

A seguito del ritrovamento di Chiara Bariffi, Mariarosa Busi si è guadagnata un'ampia notorietà grazie ad articoli su quotidiani, settimanali e servizi televisivi. Altri parenti di persone scomparse hanno già richiesto il suo intervento, fra cui la madre della piccola Denise Pipitone, scomparsa da Mazara Del Vallo nel settembre 2004.

Nonostante il successo personale, non risulta che la veggente abbia mostrato riconoscenza nei confronti dei volontari bresciani, sebbene questi abbiano avuto una parte determinante nella vicenda. La circostanza è stata evidenziata con comprensibile disappunto dal responsabile Remo Bonetti: "su tante interviste, non ho letto nessuna parola di ringraziamento per il nostro gruppo". Tuttavia lo stesso Bonetti, convinto delle facoltà dei veggenti e visto l'apparente successo della Busi, ne ha richiesto l'aiuto per un ulteriore caso, attualmente non risolto e finora mai reso pubblico.

Sarà un'occasione per dimostrare l'efficacia delle intuizioni della veggente? Nessuno può dirlo, ma se ci saranno nuovi sviluppi il CICAP non mancherà di seguire il caso.


Marco Morocutti




















Tiene banco in questi giorni sui giornali la notizia secondo cui una sensitiva bresciana, Maria Rosa Busi, di 55 anni, avrebbe aiutato le autorità a ritrovare il corpo di Chiara Bariffi, una ragazza scomparsa nella notte tra il 30 novembre e il primo dicembre 2002.

Stando ai resoconti, la mattina dell’11 settembre scorso, la Busi avrebbe guidato un corteo di subacquei sulla riva del lago di Como dicendo: “E’ qui”. Un robot con telecamera è stato poi fatto inabissare e sul fondo del lago, a oltre 100 metri di profondità, ha trovato l’auto: la targa era quella, non c’erano più dubbi.
***
La domanda che ora ci si deve porre è: come ha fatto la signora Busi a trovarla? Lei sostiene che sarebbe stata la ragazza morta a dirglielo: “Voleva essere trovata”. La madre della ragazza, la signora Luciana, ha detto al quotidiano Repubblica: “Io e mio marito ci siamo rivolti a varie trasmissioni, abbiamo verificato di persona le varie segnalazioni, chi diceva che nostra figlia fosse a Venezia, chi fosse andata via con qualcuno... Una giornalista ci ha suggerito di sentire la signora Busi, perché ne era rimasta impressionata. E ci abbiamo provato. L'abbiamo sentita, le abbiamo mandato una fotografia di nostra figlia e lei ci ha chiesto se il lunedì di Pasqua poteva venire qui. "E' nel lago", ha detto, e siamo andati dai carabinieri”.


La medium Maria Rosa Busi
A leggerla così la notizia sembra davvero non avere spiegazioni. Una ragazza scompare una notte e potrebbe essere andata ovunque, “a Venezia o sparita con qualcuno” dice la mamma. Una veggente ha una visione e si dice sicura, la giovane è morta ed è finita nel lago di Como: qualcuno le da ascolto e la sua visione si rivela corretta. Davvero solo l’ipotesi paranormale potrebbe spiegare questa straordinaria coincidenza?

Motivi per dubitare

Se si va a guardare meglio, in realtà, si scopre che le cose stanno in maniera un po’ diversa. Innanzitutto, non è vero che le ipotesi su dove fosse scomparsa fossero così vaghe e generiche: all’epoca, infatti, i carabinieri ipotizzarono: 1) che la donna e la sua auto fossero finite nel lago; 2) che ci fossero cadute perché probabilmente la ragazza si voleva suicidare e 3) che l’auto fosse scivolata proprio nella stessa area in seguito indicata anche dalla veggente.

La sera del 30 novembre 2002, Chiara Bariffi era uscita con alcuni amici. Verso le 2,30 ha manifestato l'intenzione di tornare a casa. Un amico l'ha accompagnata alla sua auto. Dopo un saluto, alle 3 si è allontanata, scomparendo senza più lasciare tracce. Avrebbe dovuto percorrere solo quattro chilometri di lungolago per arrivare da Dervio a Bellano (Lecco).

All’epoca, la stessa madre, parlando con i giornalisti di Chi l’ha visto?, aveva pensato al peggio: "Ho cominciato a fare un'ipotesi tragica perché ho pensato che fosse sparita nel lago, dove l'acqua è molto alta”. A 25 anni Chiara era andata a Londra per imparare l'inglese. Dopo tre anni era tornata, delusa da quell'esperienza. A proposito del suo rientro da Londra il padre ha raccontato: "All'inizio sembravano tutte rose e fiori. Poi deve aver fatto delle esperienze tutt'altro che buone. Si sentiva perseguitata da alcune persone che aveva conosciuto là. Era convinta che ci fosse un inglese che l'aveva seguita qui, ma con intenzioni cattive". Era seguito un periodo di disagio, dal quale stava uscendo anche con l'aiuto di alcuni amici.

A suo tempo, gli inquirenti avevano ristretto a quattro i punti dove Chiara avrebbe potuto decidere di lanciare l’auto nelle acque per farla finita senza lasciare tracce. Sono altrettanti scivoli per l’alaggio delle barche. In effetti, il luogo del ritrovamento è risultato essere un punto noto per la sua pericolosità, dove già in passato avevano trovato la morte alcuni automobilisti e dove era stato anche ritrovato il cadavere di un rapito.

Risulta evidente a questo punto che la notizia appare meno clamorosa di quanto sembrava all’inizio: che Chiara fosse finita nel lago di Como, e non a Venezia o chissà dove, lo si sapeva già: era infatti l’ipotesi più probabile, quella seguita subito dalle forze dell’ordine e immaginata anche dai genitori. Inoltre, la zona ristretta della scomparsa (meno di 4 chilometri) ridimensiona anche la


Chiara Bariffi
precisione delle indicazioni della sensitiva.



Forse la signora Busi, nel tentativo di rendersi utile, si è informata sul caso (le informazioni che abbiamo indicato erano tutte disponibili su Internet, in particolare sul sito di Chi l’ha visto? e poi ha provato a fare un’ipotesi plausibile, che si è rivelata corretta. D’altro canto, la sensitiva aveva dato le sue indicazioni diversi mesi fa e, in tutto questo tempo, i sub hanno continuato a perlustrare il lago: dunque, se ci sono voluti dei mesi, non doveva essere poi così precisa la “visione” della veggente.

D’altra parte, potrebbe anche darsi che la signora Busi abbia davvero il dono della “chiaroudienza”, come dice lei, che sentirebbe cioè le voci dei morti. Un piccolo controllo sui suoi precedenti, però, non sembra confermare questa dote: quando, per esempio, aveva guidato una squadra di operai nel giardino del Vittoriale, alla ricerca del misterioso “Oro di Dongo” (casse di oro, gioielli e documenti che Mussolini avrebbe avuto con sé durante la fuga) che lei “sentiva” essere là, la spedizione si risolse in un fallimento. Stesso risultato quando si trattò di trovare altre persone scomparse.

Un caso simile

Il caso di Como ricorda molte altre vicende di “veggenti detective”, sensitivi cioè che si dice avrebbero aiutato la polizia a ritrovare persone scomparse o a scoprire colpevoli di delitti. In realtà, ogni volta che è stato possibile condurre delle verifiche queste notizie si sono sempre rivelate gonfiate e approssimative.

Di un caso molto simile, per esempio, mi ero occupato personalmente alcuni anni fa. Il 14 febbraio 1991 il settimanale Visto, pubblicava un articolo intitolato: “Sentiva che Luca era lì, in fon1o al mare”. La storia era quella di un ragazzo livornese, Luca del Gamba, che era andato a pescare col cognato Paolo Falleni su una scogliera poco fuori Livorno. Era il 5 gennaio, una giornata fredda ventosa e, forse anche per colpa del vento, il ragazzo aveva perso l’equilibrio ed era scivolato in mare scomparendo tra le onde. Immediatamente vigili del fuoco e sommozzatori si erano dati da fare per cercare il corpo ma senza successo.

Secondo i giornali locali, “i Vigili del fuoco avevano scandagliato e setacciato ogni tratto di mare. Nessun risultato lungo costa e al largo, nella sabbia e tra gli scogli. È allora che il padre dell’annegato decide di chiedere l’aiuto di una sensitiva di Como, Amalia Agostena. La donna si concentra su una fotografia del ragazzo e disegna il profilo della costa indicando il punto in cui il corpo si sarebbe impigliato a 300 metri dalla riva… Amalia Agostena ha indicato il punto esatto dove si trovava il cadavere in un tratto di mare già scandagliato senza risultato” e Visto confermava che era stata la donna a indicare “esattamente ai sommozzatori dove recuperare l’annegato”.

Insieme al padre del ragazzo la medium saliva su una motovedetta dei Vigili del fuoco. “Vigili e sommozzatori sembravano scettici”, raccontava nell’intervista di Visto la signora Agostena, “tuttavia mi dissero di indicare io la direzione da prendere. Io l’indicai. Durante il percorso riconobbi la roccia dalla quale i due cognati erano caduti (l’avevo “vista” mentre mi concentravo) e aggiunsi che quel tratto di mare nascondeva ancora i corpi di due persone, un uomo e un ragazzo annegati e non ancora ritrovati. Era tutto esatto, e questo lasciò stupefatti i vigili. A un certo punto sentii che c’eravamo. Dissi che Luca aveva avuto un colpo alla testa e altri al torace (infatti quando fu ritrovato aveva alcune costole rotte e una ferita al capo)... Luca era lì, ne ero sicura”. Poco distante il corpo veniva a galla ed era recuperato dai Vigili. Un nuovo successo si aggiungeva alla lista della sensitiva di Como.

Per verificare i fatti, avevo semplicemente chiesto conferma di quanto scritto al Comandante dei Vigili del Fuoco di Livorno, il dr. Fabrizio Ceccherini, che mi aveva spiegato come la zona del ritrovamento non era stata affatto scandagliata in precedenza: “L’area prospiciente il luogo del sinistro era stata divisa in settori e scandagliata a scacchiera con successive immersioni effettuate secondo direttrici “a pettine””.

“Il preordinato programma di lavoro”, continuava Ceccherini, “prevedeva, il giorno del ritrovamento del cadavere, l’estensione delle ricerche alla zona in questione”. Era evidente che la zona del ritrovamento non era stata esplorata dietro precisa indicazione dalla sensitiva ma rientrava nel piano di ricerca dei Vigili. Il Comandante aveva aggiunto: “l’ipotesi dell’affioramento spontaneo del cadavere era stata comunque valutata e ritenuta probabile in relazione al periodo trascorso rapportato alla temperatutra dell’acqua che poteva aver influito nei processi di decomposizione organica”.

In conclusione, quale era stato il ruolo della sensitiva nel ritrovamento del corpo del ragazzo? Per il Comandante Ceccherini “la signora Agostena è stata ammessa a bordo dell’unità nautica soltanto in qualità di ospite dei familiari del defunto ed esclusivamente per ragioni umanitarie e di rispetto del dolore dei parenti, senza nessun ruolo operativo”.

Un invito ai sensitivi

Dunque, in quel caso l’utilità della sensitiva era stata nulla: ciò nonostante, la signora Agostena era stata brava a capitalizzare sul fatto di essere presente al momento del ritrovamento per aggiudicarsene il merito.

Ci auguriamo che in questo caso non sia successo qualcosa del genere, e speriamo che gli approfondimenti di indagine che abbiamo in programma per i prossimi giorni ce lo possano confermare.

Tuttavia, ricordiamo che, a tutt’oggi, nessun veggente o sensitivo è mai riuscito a dimostrare la veridicità di tali facoltà paranormali in condizioni di controllo, in condizioni dove cioè sia possibile escludere il caso o la frode. E’ sempre in palio un premio da un milione di dollari per la prima persona che ci riuscirà e non potremmo che essere felici se la signora Busi volesse tentare di portarselo a casa (anche solo per donarlo in beneficienza).

Massimo Polidoro
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simone19
messaggio 29 Oct 2005 - 15:02
Messaggio #37


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Da: Caserma Bevilacqua - Ferrara
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queste cose sono e resteranno solo delle cavolate..ha avuto solo fortuna nel ritrovamente..le loro risposte sono affidate al caso e alla credulità della gente!!
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