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Püzdj
messaggio 11 Oct 2006 - 18:11
Messaggio #1


il peso™
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inauguro questo topic, con la speranza che tutti postino un po' di tutto, per convincere tutti gli utenti ad assumere musica....

ho tanta carne al fuoco ma inizio con questi tre:




(IMG:http://image.guardian.co.uk/sys-images/Arts/Arts_/Pictures/2006/08/31/jaxx128.jpg)
Basement Jaxx Crazy Itch Radio
voto: 9

veramente un buon lavoro da parte del duo inglese: un album che si mantiene piuttosto simile ai precedenti (o comunque il loro tipo di suono si riconosce senza dubbio), a parte un'apertura molto molto interessante verso il klezmer e il folk, soprattutto in brani come "Hey You" e "Run 4 Cover", ma anche in "Take Me Back To Your House" (che tra l'altro ha un video a dir poco bellissimo). Il resto è Basement Jaxx allo stato puro, grande energia tra la disco e il funk, orientata a creare una sonorità unica e nuova; cosa molto ben riuscita soprattutto in questo loro ultimo lavoro.



(IMG:http://www.agoravox.fr/IMG/Cassius-15-again.jpg)
Cassius 15 Again
voto: 6/7

sono rimasto sinceramente sorpreso da questo ultimo album del duo francese: un lavoro qualitativamente molto buono, ma che si distacca parecchio dalle due precedenti produzioni: se 1999 è il punto di partenza, Au Reve rappresenta la svolta verso questo 15 Again, che si presenta molto più pop-sperimentale almeno nella prima metà dell'album, mentre nella seconda metà c'è l'anima più disco. Un approccio al ballo un po' retrò però (dimostra questo fatto un pezzo come "Jack Rock", che forse è proprio la dimostrazione di un tentato connubio tra la House più anni '80 e il rock di "Toop Toop"), assolutamente non banale ma sinceramente privo del french touch originario. Da segnalare il featuring di Pharrell Williams in "Eye Water", con un testo piuttosto impegnato verso la salvaguardia del nostro pianeta, e uno splendido poema come "La Notte". In sostanza, bisogna cambiare un po' idea riguardo ai vecchi Cassius e farsene una parzialmente nuova.



(IMG:http://www.prun.net/img/prunalexsmoke-paradolia02042006.jpeg)
Alex Smoke Paradolia
voto: 8

album molto bello per gli amanti dell'elettronica piuttosto minimale, ma con un piglio deciso e prettamente melodico. Alex Smoke alterna pezzi molto poetici ("Prima Materia" con archi che giocano un ruolo fondamentale, o "Left Drift" dove un'arpa sintetica accompagna frammenti di suono che giocano su una base ad andamento moderato) ad altri più dritti e sicuri (con "Meany" è impossibile rimanere fermi, e non lasciarsi trasportare dal finale con un synth decisamente ipnotico che si sovrappone al basso rotolante; oppure "Persona", con un andamento sicuro e un alternarsi di pad e bassi che trasportano verso un continuo crescendo). Un vero poeta dei frammenti, Alex Smoke fa trasparire in questo suo album una sottile vena di malinconia e nostalgia, che bene si sovrappone però al ritmo in 4/4 che inevitabilmente non permette di non ondeggiare la testa.

Messaggio modificato da Püzdj il 11 Oct 2006 - 18:17
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slash
messaggio 11 Oct 2006 - 19:28
Messaggio #2


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gran bel topic.
io posso consigliare ma nel recensire non sono in grado.mi mancano capacità e conoscenze!
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messaggio 11 Oct 2006 - 19:36
Messaggio #3


Sempre + Nezo
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ottimo topic...presto ne metterò a svalangate
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Yoshiki-Ayashi
messaggio 11 Oct 2006 - 20:04
Messaggio #4


Gnosso
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Io vorrei cominciare con quest'album non nuovissimo, ma molto meritevole...

(IMG:http://free-vz.htnet.hr/dbreski/img/flamesrerout.jpg)
In Flames Reroute to Remain

Incredibile ma vero! I death metaller per eccellenza decidono in questo album di cambiare leggermente registro...
Decidono infatti (e finalmente!) di passare ad una musica decisamente più tecnica e melodica, anche se i soliti urli non mancano...
Il cd si apre con l'esplosiva "Reroute to Remain" (Title track del cd), che presenta un'introduzione con una forte carica in partenza che esplode nella voce in Growl del cantante.
Il cd prosegue su questa linea per 6 canzoni, sfociando nella prima melodica del cd, "Dawn of a new day", che non manca di rallegrare l'udito per 3.40 minuti...Questo serve solo a prepararci ad una veloce "Egonomic", che quasi sembra una canzone Grind-Core rallentata di qualche battito... Il cd Prosegue alternando energia e calma per 14 canzoni.
Degna di nota è anche la canzone "Dark Signs", con una doppia gran cassa veloce e praticamente costante, la voce piena di carica come al solito, l'accompagnamento di chitarra sempre molto energico e un dimezzo intorno al secondo minuto sicuramente azzeccato!

Voto: 7 1/2

Messaggio modificato da Yoshiki-Ayashi il 11 Oct 2006 - 20:04
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Nethernik
messaggio 12 Oct 2006 - 10:34
Messaggio #5


Neso
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Grandissimo topic, mi inginocchio (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/23.gif)

CITAZIONE
I death metaller per eccellenza

dai non bestemmiare! (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/rofl.gif)



Sound Of Perseverance - Death

E qui è inevitabile che io vada un po' per le lunghe anche se le parole possono ben poco descirvere questo capolavoro (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif)
Il settimo ed ultimo album dei padri indiscutibili, inenarrabili, inafferrabili del Death Metal. E' ahimè il 1998 e questo è l'ultimo album di una delle band che ha scritto la storia del Metal. 3 anni più tardi infatti il genio indiscusso, frontman, creatore, cantante e lead guitarist e unico membro fisso Chuck Shuldiner avrebbe abbandonato questa vita, stroncato da una neoplasia al cervello in stadio avanzato.
La produzione di questo album è maniacale e curata in ogni dettaglio, con lo sfondo della filosofia di Nietzsche che aleggia all'interno dei testi.
Immagine Allegata
Molto più melodico e progressivo dei precedenti, the sound of perseverance ci regala 9 tracce una più bella dell'altra.

La prima canzone, Scavenger of Human Sorrow è un connubio di precisione e velocità da lasciare a bocca aperta nelle brevi pause, con parti di basso che farebbero venire invidia a qualsiasi musicista.

Segue Bite The Pain, un orgasmo progressivo, caratteristico soprattutto per la bellezza del testo, il quale invita a reagire al dolore sempre e comunque, in quanto inevitabile e incontrollabile (Looking not back but forward).

Ma è Spirit Crusher a demolire lo spirito di qualsiasi gruppetto death si affacci sulla scena negli anni, siano essi Dark Tranquillity, In Flames, At the Gates o Children of Bodom non potrebbero che inginocchiarsi di fronte all'intro basso-batteria seguita da alcuni riff di chitarra da restarci a bocca aperta. 2 minuti di ulteriore orgasmo progressivo riassumono tutto ciò che i comuni mortali stentano a creare in una intera carriera musicale. Ascoltare per credere. Questo non è Technical Melodic Death con tratti Thrash e Progressive, questa è MUSICA.
E i magistrali riff continuano a ripetersi, intervallati dalle barti basso+batteria che riemergono ogni tanto a deliziare le nostre orecchie. E poi c'è la voce, la voce di Chuck al suo apice artistico, uno Scream perfetto, unico e inconfondibile.

Con Story to Tell e le seguenti diventa inutile ripetere quanto tecniche e progressive siano le tracce, perchè dopo che le nostre orecchie hanno assaggiato il paradiso in Spirit Crusher ogni cosa impallidisce al confronto. Il testo di Story to tell è un invito all'apertura mentale "When you think of me in your multidimesional mind, try and wash the "evil" from your mind and open it.
Stupenda la parte in cui i riff di chitarra si fermano e riprendono a intervalli irregolari, dandoci molte volte l'impressione di un arresto improvviso della canzone che in realtà durerà altri 3 minuti, tecnica utilizzata anche in seguito da Shuldiner nel side project Control Denied.

Flesh and Power It Holds è la traccia seguente di oltre 8 minuti, che riassume tutte le caratteristiche tecniche dell'album in una complicatissima composizione di melodie da brivido, cambi improvvisi di tempo, parti ritmate, assolo di chitarra devastante di Chuck e parti completamente aritmiche. Il testo parla di come il corpo corrompa con forza la nostra anima fino a distruggerla.

Segue Voice of the Soul, una traccia solamente strumentale con la chitarra acustica composta per intero da Shuldiner. Egli ci mostra che la sua immensa arte va ben oltre al death. La melodia ci parla, ci fa sognare, proprio come se fosse la nostra anima a suggerirci le immagini che dobbiamo vedere. Da brivido.

Il titolo di To Forgive is To Suffer dice già di cosa parlerà il testo "Once or twice is kind, three or four is blind". Non c'è rimasto ormai molto da dire, bravura tecnica, ritmi progressivi etc..
Segue A Moment of Clarity, traccia che parla dei sogni dell'uomo, di ciò a cui ambisce nonostante non riesca nemmeno a vederli lontanamente.

Si chiude questa infinita rassegna con la cover di Painkiller dei Judas Priest interpretata da Chuck Shuldiner con grande personalità, alternando scream death e cantato acuto tipico dell'Heavy Metal. Painkiller diventa una vera e propria canzone progr-death in quest'ottica.

Messaggio modificato da Nethernik il 12 Oct 2006 - 10:39
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daltanius84
messaggio 12 Oct 2006 - 12:02
Messaggio #6


Gago
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BOB DYLAN - MODERN TIMES
quando scendono in campo i fuoriclasse...
Mr tambourine man torna con un nuovo cd di inediti, mancava all'appello dal 2001 (love and theft), in questo album reso black come non mai dalla matura quanto roca ed inimitabile voce di bob, si segue la via anzi i dedali di una musica passata, si comincia con una intensa thunder on the mountain ed è facile chiudendo gli occhi per un attimo pensare di arrivare alle radici del blues, alle radici dell'anima....oh yeah
Le note strimpellate con la chitarra sono lente ma mai prevedibili, pensate, studiate con la creatività di uno che nella musica ci sta da quarant'anni ma puo' dire ancora molto. Dopo la danzereccia opening track si arriva alla posata the spirit on the water dove anche qui il ritmo blando è sempre e comunque sospeso in un limbo di stili :jazz,blues,sincopato...e sul finire della track si arriva ad uno dei cavalli di battaglia dell'artista...l'armonica a bocca!...da ascoltare e non da spiegare!passando per la non straordinaria rollin and tumblin...(comunque da sufficenza piena, uno dei pezzi meno coinvolti nell'operazione nostalgia che coinvolge il disco e piu' legato ai suoni attuali) si arriva ad un'altra ballad, when the deal goes down anche qui il copione oramai è piu' che consolidato:chitarra scarna e vibrante, sentimento e la voce del cantante che s'innalza al cielo...e si arriva a someday baby un lungo viaggio fra i deserti americani sulla strada per Las Vegas... se dovete compiere un lungo viaggio portate questa canzone con voi come la vostra ombra!Ma ora arriviamo a quella che è l'autentica perla (per quanto riguardo il mio giudizio almeno),
working man blues #2 ballatona con Dylan al piano che esce totalmente dai generi indicati poco fa esulando anche dallo stile di Dylan stesso e va a delineare un mondo nuovo ed inesplorato una sorta di blues dei giorni nostri dove cogli solo con un ascolto intenso e ponderato i fili che lo legano al blues originario, strumenti e voce si fondono...è la ninna nanna che tutti noi vorremmo sentire nei momenti di sconforto... nonostante questo sia un atto d'accusa alla società economica occidentale (Il potere d’acquisto del proletariato ha toccato il fondo/ il denaro sta diventando debole e privo di valore", "dicono che i salari bassi sono una realtà/ se vogliamo competere con l’estero") ! Si continua su questo intreccio di ritmi fino all'ultimo brano il latineggiante ain't talkin un viaggio di rassegnazione tra le rovine del mondo dove Dylan come una specie di Dante post moderno visita gli inferi dei nostri giorni che purtroppo sono piu' di una realtà e lancia la sua preghiera di speranza. Dylan con questo album dalle tematiche forti aggiunge un altro pollice alzato alla sua lunga carriera di successi riscrivendo anche le leggi di quella musica dall'anima nera che si va perdendo, aggiornandola a questi modern times. A.M.

Messaggio modificato da daltanius84 il 12 Oct 2006 - 17:45
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Nethernik
messaggio 13 Oct 2006 - 09:25
Messaggio #7


Neso
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BURZUM - HVIS LYSET TAR OSS

E' il 1994, Varg Vikernes sotto lo pseudonimo di Count Grishnackh si trova in prigione a scontare 21 anni (il massimo in Norvegia) per aver ucciso con 23 coltellate Øystein Aarseth (Euronymous, chitarrista dei Mayhem) oltre ad essere sospettato dei roghi di 3 chiese cristiane. L'album è stato composto tra il 92 e il 93 ma l'album esce solo 2 anni più tardi.
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Si tratta di 4 tracce di Black Metal puro e incontaminato.
La prima, Det Som Engang Var sono 14 minuti sofferenza, la tipica chitarra black dai riff velocissimi e ripetitivi si staglia nel silenzio, accompagnata dalla cupa melodia della tastiera e in seguito dalle urla agonizzanti del Conte. E' una dimensione, fredda, innaturale, spaventosa e sofferente, un vero inferno ghiacciato. Ma il suono non disturba, non è violento come nei Mayhem o nei Darkthrone, è melodico e piacevole.
In direzione opposta va invece la Title Track che abbandona la sofferenza per dedicarsi alla rabbia. Le chitarre, veloci e distorte, ci mostrano una violenza quasi inaspettata dopo i 14 minuti di semi-relax. La voce del Conte è un pianto rabbioso, trasmettendo un senso di alienazione. E' infatti molto facile sentirsi estraniati e distaccati da questa musica, sentirsi piccoli e annichiliti. Inn I Slottet Fra Droemmen, la traccia seguente è abbastanza omogenea con la title track, quasi un proseguimento. L'apertura è di 4 minuti con la batteria velocissima e parti aritmiche abbastanza fastidiose ed inascoltabili (ma questa è la consuetudine del black metal (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif) ) . Poi la canzone rallenta per un attimo e infine si riaccende nuovamente, ritornando rapida e veloce.
L'ultima traccia, Tomhet è composta unicamente alla tastiera. Si tratta di una traccia Black Ambient, posta a coinvolgere l'ascoltatore nel più totale relax della melodia vuota e lentissima, in cui esso possa finalmente riflettere.
Analizzando la composizione dell'album abbiamo quindi 14 minuti di Black piacevolissimo e stupendo, 15 delle due tracce molto più violente e infine altri 14 di traccia Ambient.
E' un album bellissimo e geniale in cui il capolavoro è senza alcun dubbio la traccia Det Som Engang Var.
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Püzdj
messaggio 13 Oct 2006 - 14:47
Messaggio #8


il peso™
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vi ricordo che può essere utile aggiungere il voto alle nostre recensioni, così più o meno uno si può fare un'idea diretta di quanto un album può essere gradito o meno. poi però, lo spazio è cmq libero, l'importante sono i contenuti! (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/ahsisi.gif)



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Trentemøller The Last Resort
voto: 10+


un autentico ca-po-la-vo-ro!!! dopo una lunga attesa finalmente Anders Trentemøller pubblica questo suo primo album su Poker Flat. Questo lavoro si discosta molto dai suoi singoli e da tutti i suoi remix (tra i quali ricordiamo il più famoso per "Do What U Do" di Yoshimoto, e i più recenti per "Rudebox" di Robbie Williams e il bellissimo lavoro fatto su "We Share Our Mothers Health" dei The Knife); l'atmosfera che il danese crea è semplicemente unica, onirica, un insieme di suoni elettronici e microcampioni perfetti e pulitissimi, uniti a un basso sintetico tipico di questo produttore, miscelato perfettamente a suoni più classici come i vari piano celeste, una "surf guitar" nel brano "The Very Last Resort", bassi distorti nell'oper track "Take Me Into Your Skin" e un assolo di scratch in "Always Something Better". Il mood dell'album è molto chillout, ma questo produttore, che in una recente intervista ha amesso tranquillamente di fumare marijuana per aiutarsi nella stesura dei suoi pezzi (e si sente!!!), con questo suo lavoro d'esordio può tranquillamente vestire i panni di compositore del futuro. Il packaging dell'album è accompagnato nella limited edition da un bonus cd contenente gran parte dei suoi singoli usciti per la stessa etichetta dell'album: si tratta quindi di un bonus cd molto più "classico", più dance oriented rispetto alle atmosfere altamente ovattate del main cd.
un acquisto necessario per gli amanti dell'elettronica, un album che secondo il mio modesto parere rimarrà nella storia.
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Nethernik
messaggio 14 Oct 2006 - 14:06
Messaggio #9


Neso
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OPETH - DAMNATION
Immagine Allegata
Genere: Progressive Rock
Recensire questo album non è affatto un compito semplice. Il motivo è che questo lavoro è abbastanza distaccato e diverso rispetto agli altri album degli Opeth per una serie di motivi:
-Åkerfeldt canta solamente con voce pulita
-Le chitarre non presentano la tipica accordatura distorta del death metal
-L'album è profondamente melodico
In tutto e per tutto ci troviamo di fronte a un album Progressive Rock. Se qualcuno per caso ha sentito gli Opeth e come unico lato negativo ha trovato l'utilizzo del Growl nelle canzoni passate e future...allora questo è il suo album, da qui deve ripartire ed apprezzare le dolci melodie dai ritmi ipercomplessi e progressivi.
Vengono però a mancare i tipici passaggi bruschi da growl a clean con cui Åkerfeldt riesce a impressionare per l'estensione vocale.
Anche la struttura è decisamente inconsueta: tracce brevissime per i loro standard, con 8 canzoni tra i 4 e i 7 minuti per un totale di 43 minuti di ascolto.
"Windowpane," "Death Whispered a Lullaby," "Hope Leaves" sono stupende e complicate, soggette a continui cambi di ritmo, melodie emozionanti e bei testi. Ma anche "In My Time of Need" e "To rid the disease" impressionano decisamente. In pratica questo è un album da ascoltare per intero, perchè ogni traccia merita ed emoziona.
Personalmente quest'album mi piace moltissimo, ma lo considero una piacevole parentesi rispetto al resto degli altri album. Se si vogliono sentire i classici Opeth allora questo non è l'album giusto, meglio ascoltarsi qualcosa come Blackwater Park. In caso contrario, specie per quelli a cui piace più il Rock, allora questo è l'album ideale!
Voto 9
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Nethernik
messaggio 18 Oct 2006 - 12:09
Messaggio #10


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NILE - Annihilation of the Wicked


Ultimo capolavoro del Technical Death Metal americano del 2005 firmato dai Nile. Appena sentito per intero.
Immagine Allegata

Come si capisce dal nome della band la tematica dei testi e l'architettura dell'album è incentrata sulla mitologia egiziana. Troviamo così preludi e interludi con melodie orientaleggianti, per poi essere catapultati in una tempesta sonora senza precedenti.
Dopo la breve intro intitolata "Dusk Falls Upon the Temple of the Serpent on a Mount Sunsrise" ci ritroviamo con Cast Down the Eretic in mezzo a una complessa composizione di cambi di tempo, riff e solo devastanti e una batteria talmente veloce da far paura (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_eek.gif) . Ogni traccia è estrema, rapidissima e devastante, che si chiude con le lunghe Annihilation of the Wicked e Von Unaussprechlichen Kulten di 9 minuti ciascuna.
La voce è parecchio profonda e gutturale, abbastanza adatta al Brutal Death. Indubbiamente è un album che annichilisce *risata ebete* ogni dubbio sulla capacità tecnica della band.
L'eredità dei Nile proviene principalmente dal sound classico dei Morbid Angel e in misura molto minore dei Death. Sicuramente sono degni eredi dei Morbid Angel, e questo album ne è la prova.
Voto 9/10
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Axxel
messaggio 18 Oct 2006 - 12:13
Messaggio #11


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io a scrivere recensioni sonasega, ma forse a Nethernik potrebbe interessare il blog del caro vecchio Nekro
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slash
messaggio 18 Oct 2006 - 12:25
Messaggio #12


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CITAZIONE (Püzdj @ 13 Oct 2006 - 15:47) *
Trentemøller

tutti i suoi remix (tra i quali ricordiamo il più famoso per "Do What U Do" di Yoshimoto)

anche quello di what else is there è stupendo. (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/sisi.gif)
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Püzdj
messaggio 18 Oct 2006 - 21:12
Messaggio #13


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coraggio, citatemi un remix di Trentemøller non bello, avanti...! per me non ce ne sono.
cmq continuo con le recensioni:

(IMG:http://www.audioglobe.it/2006/03/5060065333944.jpg)
Nathan Fake Drowing In A Sea Of Love
voto: 7+


album d'esordio di questo geniale e coetaneo del più conosciuto James Holden, che pubblica proprio sull'etichetta di quest'ultimo, ovvero la Border Community.
un bell'album di elettronica intelligente, tendente a un mood molto chillout: le melodie sono semplici ma pure, la cassa praticamente non compare quasi mai, l'atmosfera è il più delle volte pacata, anche se in alcuni pezzi si trasforma quasi in uno sfogo, con synth piuttosto aspri e cattivi, che sfociano come un temporale estivo, più o meno il contrario della quiete dopo la tempesta ("Grandfathered", l'esemplare "You Are Here" e "Long Sunny"). Puro sfogo delle macchine in "The Sky Was Pink", che manifesta la maestria nell'alterare i suoni di questo artista, sotto una batteria fondamentalmente acustica, ma campionata elettronicamente. Atmosfere ovattate e mentali che sfociano in qualcosa di impulsivo ed energico, energico come il live di quest'artista, davvero incredibile nelle sue performance.
Un bel album d'esordio (proprio per questo il voto 7+ di incoraggiamento), ideale per rilassarsi, ma di gradevole ascolto anche in situazioni diverse dal relax.
[è disponibile anche un vinile contentente i remix di alcuni pezzi dell'album, sempre su etichetta Border Community, in cui prevalgono "Charlie's House" remixata da Apparat (geniale il trattamento dei singoli suoni e campioni, tipico di questo produttore\remixer), e di "You Are Here" remixato da Fortdax, lavoro che ricorda vagamente danze medioevali]
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Nethernik
messaggio 22 Oct 2006 - 11:31
Messaggio #14


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CANNIBAL CORPSE - KILL (2006)

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L'ultimo album di una delle band più brutal sul panorama death mondiale. La cosa che più fa storcere il naso ai puristi della band è innanzitutto il cantante: Fisher non è neanche lontanamente vicino alla profondità del growl del vecchio Chris Barnes.
Ma tornando all'album presente: violenza e velocità sono come al solito le parole chiave di questo disco. Più tecnico e preciso rispetto a precedenti lavori dei Cannibal ma che sicuramente non ha lo stesso mordente che poteva avere 14 anni fa quando uscivano con Tomb of The Mutilated (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/23.gif) .
Troviamo tracce abbastanza brevi (massimo 4 minuti) e con qualche influenza thrash in più. Il batterista Mazurkiewicz ci propone devastanti blast beats, che uniti ai riff precisi dei chitarristi creano un piacevole muro di suoni tipico del genere.
tra le tracce spiccano Make them suffer, sicuramente la canzone più thrash dell'album, The Discipline of Revenge con un'interessante intro di basso che è un'ottima idea, ma che però poteva essere ripetuta maggiormente, se non altro come novità rispetto al solito sound.
Alla fine dei conti se si cerca un album veloce, brutale e devastante, questo è assolutamente perfetto, se si cerca la novità rispetto al solito sound dei Cannibal invece non è il caso, molto meglio certi lavori passati.
Voto 8/10
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Jolly_roger
messaggio 24 Oct 2006 - 15:20
Messaggio #15


Tanta Roba
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Ascolti metal per caso..?
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Püzdj
messaggio 25 Oct 2006 - 19:04
Messaggio #16


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(IMG:http://www.ilikemusic.com/images/article_images/full/xpress2_makeshiftfeel_f.jpg)
X-Press 2 Makeshift Feelgood
voto: 6


finito proprio ora l'ascolto di questo nuovo secondo lavoro discografico di questo trio di djs\produttori: sinceramente non ne sono troppo soddisfatto. Tutto il disco si presenta lontano da quello che gli X-Press propongono nei loro straordinari djset: le atmosfere sono molto più distese, c'è una netta prevalenza ai brani cantati (quasi tutti hanno featuring anche di un certo spessore, tranne "Fellow Cutie", unico brano strumentale), quindi più orientati ad abbracciare un pubblico più pop e radiofonico anziche da club... Si salvano il pezzo d'apertura che è vera e propria poesia ("Give It" featuring Kurt Wagner), c'è poi l'energica "Kill 100" cantata da Rob Harvey, di cui consiglio anche il potentissimo remix di Carl Craig; molto carina è piuttosto rimbalzante è "Light My Soul" featuring Kissing The Pink, di stampo un po' retrò ma di sicuro vi farà muovere la testolina a tempo e vi farà stare bene. Per non dilungarmi, paragonando questo nuovo album al primo Muzikizum, la prevalenza è quella per canzoni sullo stampo di "Lazy"; dimentichiamoci completamente pezzi energici come "Muzikizum" e\o "Smoke Machine", tranne la title track, la strumentale "Fellow Cutie" e "Kill 100".
per concludere, troppo miele e poco sale in questo album, difficile da digerire dopo averci abituato all'acidità del precedente lavoro.
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Il Conte
messaggio 3 Nov 2006 - 13:26
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appena appena adesso ho ordinato da v pressure questo cd magnifico (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif)

(IMG:http://www.v-pressure.com/v-pressure_com/contents/allegati/masterseries9(rivera).jpg)

Sandy Rivera The Masters Series *8* - (Renaissance)[size=3]

Disc 1
1. Sandy Rivera - Intro
2. Joi Cardwell - What It Feels Like (Quinton Harris Mix)
3. Jamie Lewis & Michael Watford - It's Over (Jamie Lewis Main Mix)
4. Druw & Perez Feat. Don-E - Bonafide (Original)
5. Moloko - Forever More / DJ Gregory - Elle
6. D-Pulse - Strong
7. Klement Bonelli Feat. DragonFly - Nocturnal (Nocturne 2)
8. LDOE - Crimes (Original Mix)
9. Red Eleven Feat. Sandy Rivera - I Wanna
10. Playfordian - With Out A Trace
11. Troydon - Close Your Eyes
12. Timmy Vegas & Andy Daniell - Disco Shit
13. Rowan Blades & Chris Lake - Malteser Geezer
Disc 2
1. Sandy Rivera - Intro
2. Buick Project - Luminaire
3. Seamus Haji - Angels of Love (Mark Knight's Jaunty SK Mix)
4. AlexKid - Don't Hide It
5. Âme - Rej
6. Tigerskin - Neontrance
7. Sandy Rivera Meets Robert Owens - Just Won't Do (Italy Remix)
8. Rodamaal Feat. Claudio Franco - Insomnia (Âme Remix)
9. Klement Bonelli featuring DragonFly - Nocturnal (Nocturne 2) (DragonFly Acappella)
10. The Drill - The Drill
11. Kings Of Tomorrow - 6PM (Mark Knight Remix)
12. Mano Calda All Star - Limit
13. NDRU - A Pony Called Clipklop
14. Hadar - Three Days (Sandy Rivera's Blackwiz Remix)



€ 24,20

Messaggio modificato da Il Conte il 3 Nov 2006 - 13:27
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Il Conte
messaggio 3 Nov 2006 - 15:08
Messaggio #18


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puz,sai se NICK & DANNY CHATELAIN hanno fatto un cd loro?
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Püzdj
messaggio 3 Nov 2006 - 19:57
Messaggio #19


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bellissima la tua recensione Conte, ehe ehe!!! (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_smile.gif)
nn sono al corrente se sti due han già pubblicato un album, ma può darsi..
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Il Conte
messaggio 4 Nov 2006 - 13:48
Messaggio #20


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CITAZIONE (Püzdj @ 3 Nov 2006 - 19:57) *
bellissima la tua recensione Conte, ehe ehe!!! (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_smile.gif)


deve ancora arrivarmi puz (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif)
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Paci
messaggio 8 Nov 2006 - 17:17
Messaggio #21


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ed ecco il più bel album che io abbia mai sentito... chi lo conosce credo non servano presentazioni o recensioni... semplicemente il BOSS!! Un doppio cd live, il primo bello carico, il secondo melodico... un CAPOLAVORO!!! (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/23.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/23.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/23.gif) (IMG:http://www.sonymusicstore.com/coverimages/SME_0101_C2K_085490.70Q_200x200_72dpi_RGB.jpg)
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Püzdj
messaggio 13 Nov 2006 - 20:17
Messaggio #22


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(IMG:http://i12.photobucket.com/albums/a219/nellucciasonica/myspace/motel.jpg)

Motel Connection Do I Have A Life?
voto: 7


ritornano i Motel Connection (Samuel, cantante dei Subsonica, Pisti dj, e Pierfunk ex bassista dei Subsonica), con questo nuovo album. Già dalla open track ("Pa Pa Pa"), questo lavoro si presenta molto dance oriented, a fronte delle esperienze che Samuel e Pisti hanno maturato nella direzione delle serate Krakatoa al Beach di Torino e in giro per l'Italia. Le tracce scorrono bene una dopo l'altra, la voce di Samuel accompagna e riempie molto bene le sonorità in 4\4, a volte pacate (ad esempio in "Nothing More"), a volte più acide (come in "My Dark Side" singolo uscito già qualche anno fa); non mancano poi pezzi strumentali molto electro ("Predominant" o "Kiribiri"), pezzi più "rotolanti" come "Car By Car" o "Boy And Girl", e un brano piuttosto poetico ovvero "When The Night".
un lavoro abbastanza buono, ma tenendo conto dei precedenti lavori (l'album "Give Me A Good Reason To Wake Up" e le colonne sonore per "A\R Andata + Ritorno" e "Santa Maradona"), sinceramente qualcosina in più me lo sarei aspettato...
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Püzdj
messaggio 17 Nov 2006 - 00:38
Messaggio #23


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(IMG:http://images-eu.amazon.com/images/P/B000E6UZDM.02.MZZZZZZZ.jpg)

James Holden At The Controls & The Idiots Are Winning
voto: 10, 9


ero partito con l'idea di recensire soltanto l'ultimo album di James Holden, ma poi non mi posso sottrarre dal recensire una delle più belle compilation di musica elettronica uscite negli ultimi periodi. Nonostante il secondo capitolo di At The Controls sia già stato firmato dal duo tedesco M.A.N.D.Y., quello del ventiquattrenne Holden rimane incredibilmente unico: un connubio di poesia e innovazione, il perfetto bilanciamento tra ritmi lenti e più sostenuti, atmosfere sintetiche e ovattate, semplicemente un viaggione! troviamo pezzi di Apparat (una splendida "Wooden" in apertura del cd 1), di Plastikman, Massive Attack vs Mad Professor, Death In Vegas, Paul Kalkbrenner, Kalabrese, Blackstrobe, Aphex Twin (anche sotto lo pseudonimo di AFX) la bomba elettronica di questo momento ossia "Some Polyphony" di Petter, e nuovi brani dello stesso James Holden. Un mix ipnotico di generi mai banali ed inaspettati, che fila liscio come l'olio, mixato dal vivo con "solo" due laptop con Traktor e Ableton Live, e una tastiera Casio Sa-65 (chissà a cosa razzo gli è servita?), un'esplosione di puro talento e genialità.

...e sono proprio gli idioti ad uscirne vincitori, all'ascolto di questo ultimo suo lavoro personale. ritmiche e suoni piuttosto basilari si alternano in marcette elettroniche portate all'estremo (come in "Idiot Clapsolo"); altri sono atmosferici sipari ("Flute") tra i brani più strutturati ed isterici (la open track "Lump", ripresa poi in "Lumpette"); c'è poi la bellissima "10101", vera espressione del talento di questo giovane compositore\produttore\dj, e una traccia come "Intentionally Left Blank", ossia 2 minuti e 5 secondi di puro silenzio arrivati al solco numero 8 di questo incredibile album. insomma, in pochi anni questo genio è riuscito ad affermarsi stabilmente nel panorama elettronico, prima studiando violino e pianoforte, poi pubblicando una traccia utilizzando un solo software freeware, poi fondando la sua etichetta Border Community, e scoprendo nuovi talenti come i già citati Petter e Nathan Fake, oppure pubblicando il tormentone "Gazebo" di Fairmont, fumandosi liberamente le sue sigarette con aggiunta di ganja, e girando il mondo in ogni dove con i suoi incredibili live e djsets... e festeggierà il nuovo anno proprio a Ferrara al Madame Butterfly...
io terrei molto in considerazione questa cosa.

Messaggio modificato da Püzdj il 17 Nov 2006 - 00:41
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messaggio 31 Mar 2007 - 19:30
Messaggio #24


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oggi pomeriggio ho comprato "MY GIRLFRIEND IS OUT OF TOWN 3",mixed by jamie lewis

lo sto ascoltando,domani vi dico..
(IMG:http://www.purplemusic.ch/Newsletter/Tilllate_HTML/MGT03_CD.png)
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Püzdj
messaggio 10 Apr 2007 - 19:27
Messaggio #25


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un album che dovrà ancora uscire... un po' di anteprima:

(IMG:http://www.the-raft.com/assets/mailshot/stationery/chemical/chem_logo.gif)

THE CHEMICAL BROTHERS
NEW ALBUM – WE ARE THE NIGHT
RELEASED 18th JUNE ON FREESTYLE DUST/VIRGIN RECORDS

Following their fourth consecutive number 1 album, the double Grammy winning “Push The Button”, The Chemical Brothers return with their sixth long player, set for release on 18th June 2007. “We Are The Night” is The Chemical Brothers finest record yet, twelve tracks of psychedelic warehouse party acid music, euphorically melodic and as uncompromising as their retina scorching live shows.

Recorded undercover of darkness in a bomb proof bunker in South London, “We Are The Night” is a route map through modern psychedelia; a derailed rollercoaster that barrels the listener onto a journey that moves seamlessly from frenetic percussion workout that threatens to splash out of the speakers to metronomic pulses that sound like the kind of music that gets played out at some kind of future disco populated entirely by robots; from the wheezing groans of modular synthesizers that sound like they’ve been left out in the rain to die to hallucinogenic public service announcements about salt water fish. All the while, disembodied robo-voices boom out mind control commandments as guest vocals weave in and out of tracks like previously undiscovered instruments…

Effortlessly evoking the dancefloors of Manchester and Minneapolis in the early 80s and London of 2007, “We Are The Night” is The Chemical Brothers at their very best. Infectious from the ominous opening through to the gorgeous dying embers, the record features some of their most mind-blowing music to date, a massive step up for the duo in terms of both production and sound. The album builds on the band's immense back catalogue and reaffirms them as true pioneers of electronic music, a band who are consistently hugely successful both critically and commercially.

“We Are The Night” follows on from 2005’s “Push The Button”, which featured the huge single “Galvanize”, the most played record on Radio One of that year. As is often the way with Chemical Brothers records, it achieved a life of it’s own, soundtracking everything from South American raves to the Notting Hill Carnival and all points in between. The duo recently sneaked out an album preview (the anonymously released ultra limited “Electronic Battle Weapon” 8 & 9). Much of the record has been tested out on dancefloors across the world during the past twelve months.

“We Are The Night” - the soundtrack to the summer just arrived...

Look out for ’Do It Again’, the first single to be taken from the album. Featuring Ali Love, its out 4th June.

Tracklisting:

1. No Path To Follow
2. We Are The Night
3. All Rights Reserved Ft. The Klaxons
4. Saturate
5. Do It Again Ft. Ali Love
6. Das Spiegel
7. The Salmon Dance Ft. Fatlip
8. Burst Generator
9. A Modern Midnight Conversation
10. Battle Scars. Ft Willy Mason
11. Harpoons
12. The Pills Won’t Help You Now Ft. Midlake.
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