Suicidio, atto di coraggio o di codardia? |
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Suicidio, atto di coraggio o di codardia? |
16 Apr 2006 - 09:48
Messaggio
#1
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Super Member Gruppo: Utente Messaggi: 11096 Iscritto il: 23 June 2005 Utente Nr.: 184 |
In questo giorno pasquale, voglio aprire questa discussione leggera e poco impegnativa. (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/anne-sophie.gif)
Indubbiamente togliersi la vita è un gesto non facile da compiere, e affrontare "l'ignoto" che ne consegue richiede forse un bel coraggio. Ma altrettanto indubbiamente, col suicidio si fugge dai propri problemi, ci si libera di tutto seguendo una strada "facile e veloce", e prende quindi le connotazioni di un gesto codardo. Ora, a voi la parola, per parlare degli aspetti e delle implicazioni del suicidio; emotivamente, socialmente, razionalmente... Ah, si può anche parlare di eventuali personali esperienze, ovviamente. |
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18 Apr 2006 - 23:34
Messaggio
#2
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Super Member Gruppo: Utente Messaggi: 3788 Iscritto il: 28 May 2005 Da: autunno 2002 Utente Nr.: 134 |
Coraggio o codardia? Nessuno dei due secondo me, almeno da parte mia le poche volte che ho ventilato un pensiero del genere (sempre a livello di ipotesi assurde, tranquilli) l'ho sempre immaginato un atto di disinteresse e indifferenza totale, non connesso matematicamente a un dolore che inficia la voglia di vivere, ma più correlato a un malessere generalizzato che causa apatia verso tutto e tutti, soprattutto per le valutazioni filosofiche che una decisione del genere dovrebbe comportare. Insomma: voglio raggiungere l'indifferenza dai problemi "terreni" e l'indifferenza totale la posso raggiungere solo col suicidio. Avete presente quando sognate qualcosa e vi svegliate a metà del sogno? Vorreste tornare a sognare per vedere come andava a finire o per modificarlo... ma vi siete già svegliati... il suicidio per me è questo, una fuga dalla vita, non necessariamente a causa di problemi ma anche come gesto di ribellione verso il meccanismo stesso della vita, non voglio neanche sapere come va a finire: ho raggiunto un grado di indifferenza tale da non avere il minimo interesse. Fuga è un termine improprio visto che implica il concetto di codardia, che non è esatto: il suicidio secondo me non è una fuga, è un reset. Non sono mai esistito, non mi pongo domande: non voglio sapere se ciò che farò sara giusto o meno, tantomeno non voglio pensare a cosa andro in contro, voglio cancellare la mia esperienza di vita e basta. Certo, per molti questo è sinonimo di codardia e fuga ma nella mia visione personale non lo è, è solo disinteresse e indifferenza per me, sicuramente questa situazione ha un fattore scatenante (esempio classico depressione) ma lascia spazio ad ulteriori interpretazioni. E' un concetto che trovo difficile da spiegare agli altri, non ne sono mai stato capace. Mi viene in mente in mente una canzone dei Marlene Kuntz, odio citare le canzoni a scopo esemplifcativo ma stavolta mi concedo un'eccezione, perchè quel "leggero e impassibile" descrive perfettamente il mio pensiero. "Sono le volte che proprio no non ce la fai più; che vorresti volar per davvero nel blu dipinto di blu; per poterti sentire leggero come il cielo impassibile. Leggero e impassibile."
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