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> Disdici Il Canone Rai, per la legalitā nelle istituzioni
Jolly_roger
messaggio 22 Apr 2009 - 11:45
Messaggio #1


Tanta Roba
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Gruppo: Moderatore
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Iscritto il: 23 June 2005
Da: Atollo di Onotoa
Utente Nr.: 185



STOP AL CANONE RAI


LA LEGGE E LA SUA STORIA - La legge che istituisce il cosiddetto canone Rai, il Regio decreto-legge 2 febbraio 1938 n. 246, fu emanata dal Governo di Benito Mussolini per finanziare la macchina propagandistica del regime. All'epoca il televisore era stato recentemente inventato, ma in Italia non si sarebbe diffuso fino agli anni '50, quando iniziarono le prime regolari trasmissioni in VHF.
Questa legge prevede ancora oggi il pagamento del canone a chiunque sia in possesso di apparecchi "atti o adattabili" alla ricezione delle radiotrasmissioni. Nel 1938 il canone era richiesto fondamentalmente per il possesso della radio, e dagli anni '50 del televisore. Ma da allora la tecnologia si e' evoluta oltre ogni immaginazione, contrariamente al canone Rai. Oltre al televisore, sono ormai moltissimi gli apparecchi elettronici che potrebbero rientrare nella indeterminata categoria degli "atti o adattabili" soggetti al canone: videoregistratore, registratore dvd, computer (con o senza scheda Tv e/o connessione Internet), videofonino, cellulari di nuova generazione, iPod e apparecchi mp3-mp4 provvisti di schermo, monitor a se' stante (senza computer annesso), monitor del citofono, modem, decoder, videocamera, macchina fotografica digitale, etc. Infatti, per alcuni di questi la Rai ha gia' cominciato ad esigere il canone.

LE NOSTRE INDAGINI - Per questo abbiamo svolto una prima indagine per capire quali apparecchi sono effettivamente soggetti al pagamento del canone. Quello che e' emerso e' la totale incertezza da parte delle autorita' preposte alla riscossione di questa tassa: dalla Rai all'Agenzia delle Entrate, dalla Guardia di Finanza al ministero dell'Economia e delle Finanze fino a quello delle Telecomunicazioni, nessuno ci ha saputo dare una risposta precisa, ma anzi tante risposte contraddittorie. E' del tutto evidente che la legge e' inadeguata al 21mo secolo. Da qui abbiamo svolto altre indagini da cui e' emersa la totale ed arbitraria inapplicabilita' di questa norma fascista:


LE INTERROGAZIONI PARLAMENTARI - A seguito delle nostre indagini, sono state depositate alla Camera e al Senato diverse interrogazioni parlamentari (1, 2, 3, 4, 5, 6) rivolte ai ministeri competenti affinche' chiariscano quegli aspetti della legge che oggi fanno di milioni di cittadini dei potenziali evasori fiscali o impongono il canone anche laddove non e' dovuto. Fino ad oggi queste interrogazioni sono state ignorate, cosi' come le nostre richieste di chiarimento.

ESPOSTO-DENUNCIA ALLA CORTE DEI CONTI -Da tempo la Rai lamenta una grave evasione del canone d'abbonamento, a cui ricollega anche la crisi finanziaria che ogni anno spinge gli amministratori a chiedere un aumento degli importi, ben oltre il tasso di inflazione, e la riscossione indiscriminata tramite bolletta dell'elettricita' al fine di sanare il deficit. Per questo, e' nei propositi della Rai combattere l'evasione fiscale del canone d'abbonamento, effettuando richieste e accertamenti porta a porta, tramite proprio e anche a mezzo di Guardia di Finanza nei confronti di tutti i nuclei familiari risultanti negli elenchi anagrafici di tutti i Comuni d'Italia ma non ancora abbonati (oltre il 25%).
Per contro, l'ente concessionario non fa altrettanto per i canoni speciali, dovuti per il possesso di tali apparecchi fuori dall'ambito familiare. Tali notizie trovano conferma nelle statistiche sulla densita' dei canoni speciali di abbonamento sul territorio italiano. A fronte di oltre 4 milioni di imprese dotate di connessione Internet (e quindi anche di computer), i canoni speciali di abbonamento nel 2006 risultano essere solo 171.554, poco piu' del 4% dei canoni dovuti dalle sole imprese. Se a queste si aggiungono i lavoratori indipendenti che non risultano come imprese (oltre due milioni), banche e ogni loro filiale, uffici postali, enti locali, enti pubblici e loro sedi distaccate, tribunali e procure con relative sedi distaccate e sedi regionali, associazioni, stazioni ferroviarie, ecc., presumibilmente quasi tutti dotati di un computer o monitor, e' evidente che l'evasione del canone speciale e' pressoche' totale, risultando un danno erariale di svariate centinaia di milioni di euro l'anno.
Infine, del tutto assente risulta l'accertamento e la riscossione del canone temporaneo ("Licenza Temporanea di Importazione" di apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni) ad opera dell'Ufficio Dogane dell'Agenzia delle Entrate.
Nel novembre 2007 abbiamo presentato per questo un esposto-denuncia a tutte le procure regionali e alla Procura Generale della Corte dei Conti, ipotizzando un ingente danno erariale risultante dal comportamento omissivo dei dirigenti Rai e dell'Agenzia delle Entrate.

L'INTERPELLO - Abbiamo invitato tutti i cittadini sprovvisti di televisore, ma in possesso di altri apparecchi multimediali (computer, decoder, etc.) per i quali hanno ricevuto una richiesta di pagamento da parte della Rai a proporre un interpello all'Agenzia delle Entrate. Contrariamente ad altre forme di richiesta, se l'interpello non riceve risposta, il contribuente puo' far valere la sua interpretazione della legge, senza incorrere in future sanzioni. In altre parole, se l'Agenzia delle Entrate continua a non rispondere, si potra' tranquillamente non pagare il canone/tassa per computer e altri apparecchi multimediali senza rischi di incorrere in sanzioni.
Abbiamo anche formalmente chiesto una consulenza giuridica alla Direzione centrale del ministero delle Finanze in quanto associazione rappresentativa di interessi diffusi. Come gia' la Rai in precedenza, anche l'Agenzia delle Entrata ha passato la patata bollente ad altri (vedi la risposta all'interpello). Nello specifico al ministero delle Comunicazioni, lo stesso che rifiuta di rispondere a quattro interrogazioni parlamentari da oltre un anno.

QUANTO PRENDONO I COLLABORATORI RAI - Da anni ormai, la Rai non ottempera a un obbligo di legge sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione, pubblicando sul proprio sito web i nomi e relativi importi percepiti dai consulenti e professionisti esterni. Per legge, la mancata pubblicazione degli estremi dei contratti di consulenza comporta l'illegittimita' dei relativi pagamenti: "Nessun atto comportante spesa ai sensi dei precedenti periodi puo' ricevere attuazione, se non sia stato previamente reso noto, con l'indicazione nominativa dei destinatari e dell'ammontare del compenso, attraverso la pubblicazione sul sito web dell'amministrazione o del soggetto interessato, nonche' comunicato al Governo e al Parlamento" (art. 3, comma 44 della legge 244/2007). Sempre secondo la legge, in caso di violazione, la Rai e gli stessi consulenti sono tenuti al rimborso, a titolo di danno erariale, di una somma pari a dieci volte l'ammontare della somma illegittimamente erogata. Per questo, abbiamo inviato un esposto-denuncia alla Procura della Corte dei Conti e abbiamo presentato l'ennesima interrogazione parlamentare a cui, manco a dirlo, non e' giunta risposta alcuna.


LA PETIZIONE PER L'ABOLIZIONE - E' una necessita' civica che si perde nel tempo, da quando nel nostro etere, negli anni '70 del secolo scorso, non siamo piu' stati costretti a vedere e ascoltare la radio e la tv di un solo gestore. Quando l'etere comincio' a liberarsi, chi non e' stato coinvolto in quello spirito che aleggiava nella canzone di Eugenio Finardi "se una radio e' libera, ma libera veramente, io l'amo ancor di piu' perche' libera la mente..."? Ma era una sensazione d'animo che ha dovuto confrontarsi con un mastodonte: la Rai. Proprio perche' non piu' unica fonte di informazione, spettacolo, sport e cultura via etere, essa e' diventata sempre piu' terra di conquista di chi ci ha governato, un potente strumento attraverso il quale condizionare la vita civica, economica, politica e culturale di intere generazioni.
Ma non ci rassegniamo, e soprattutto non vogliamo continuare a finanziare questa Rai. Ci piacerebbe un servizio pubblico privatizzato, assegnato a diverse emittenti tramite gare d'appalto, una per settore tematico. Ma siamo consapevoli che questo non accadra' per molto, molto tempo. Per ora ci accontenteremmo di non dover essere costretti a pagare per una tv che fa concorrenza sleale ad altri soggetti privati, la cui unica fonte di reddito e' la pubblicita'.
Per questo proviamo a far sentire la nostra voce attraverso questa petizione, gia' sottoscritta da oltre 200mila persone, li' dove -in Parlamento- le cose potrebbero e dovrebbero cambiare. Diamoci una mano!

IL PERCHE' DELLE NOSTRE INIZIATIVE - Da sempre ci battiamo per l'abolizione del canone Rai, e questo vorremmo. Ma fino a quando esiste questa legge, non e' tollerabile che venga applicata in maniera arbitraria e cialtrona, forse perche' si ha il timore che applicandola fino in fondo emerga ancor piu' la sua inadeguatezza e sproporzione. In uno stato di diritto quando una legge e' insensata non la si ignora, la si cambia.
Inoltre, con l'evolversi della tecnologia, e' evidente che il canone Rai potrebbe essere richiesto per un crescente numero di tipologie di apparecchi, anche quando acquistati ed utilizzati per funzioni completamente estranee alla tv. Affidarsi al buon cuore della Rai nel riscuotere "ragionevolmente" il canone -disapplicando qua e la' la legge- e' una follia, oltre che poco lungimirante. Da una parte significa accettare quella diffusa cultura di illegalita' di cui lo Stato rimane il primo promotore; dall'altra significa esporsi al libero arbitrio della Rai a seconda delle sue esigenze finanziarie.
Per questo ci auguriamo che queste nostre iniziative possano spingere il Parlamento a rivedere, se non ad abolire del tutto una legge dimostrabilmente inapplicabile e inapplicata.


LINK PETIZIONE: http://www.aduc.it/dyn/rai/petizione.html


Fonte: ADUC TLC - Portale sui Diritti degli Utenti di Tv, Internet e telefonia
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HiroNakamura
messaggio 22 Apr 2009 - 12:30
Messaggio #2


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Da: un po' di qua e un po' di la'... ma sempre con un velo blue...
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io qualche anno fa per un'anno non pagato (un centinaio d'euro) per un disguido alla fine (mio nonno era in casa con noi e aveva pagato, quindi pensavamo di non dover pagare anche noi) ho dovuto pagare 700 euro... E la Rai non la guardo praticamente mai perchč non mi offre mai niente che altri canali offrono...

E' come pagare la Kinder quando mangi le pastine del Mulino Bianco...
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Roby-oppā
messaggio 22 Apr 2009 - 14:36
Messaggio #3


Veudo
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CITAZIONE (HiroNakamura @ 22 Apr 2009 - 13:30) *
la Rai non la guardo praticamente mai
Chiamarlo canone RAI porta a fare proprio questa confusione: č in realtā una tassa sul possesso di un televisore (una volta c'erano anche le autoradio ora non so come stiano le cose).
Quindi non ha nessuna importanza se uno guarda o non guarda la RAI: non č un canone per le reti rai e i canali rai radiofonici come molti (fra cui la RAI stessa) erroneamente dicono.
Mi pare che ci sia una tassa pure sui CB (le radio amatoriali conosciute anche come "baracchino"): per quella tassa nessuna protesta?
Per il bollo sul passaporto? Ce lo abbiamo quasi solo noi Italiani (e molti evadono pure quello)...
Per le accise sulla benzina con nomi che richiamano alle spedizioni militari coloniali, ai terremoti di 50 anni fa, ecc.?

Sentivo in uno studio presentato in una conferenza (non ho modo di citare la fonte) che fra le imprese e le attivitā commerciali c'č un'evasione di questa tassa vicina all'80%.

Sono d'accordo anche io sul fatto che la questione vada riformata: ad esempio trovando un modo che impedisca l'evasione (ad esempio l'accorpamento in bolletta elettrica) e con i maggiori introiti che si otterrebbero arrivare ad un vantaggio per il consumatore come ad esempio l'abbattimento della pubblicitā o la riduzione dell'importo della tassa.

Messaggio modificato da Roby-oppā il 22 Apr 2009 - 14:37
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