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> Questione Via Del Salice, Rifiuti, Asilo Nido, ecc.
Brasil
messaggio 24 Mar 2009 - 10:46
Messaggio #1


Pòch ad bòn
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LINK: Ferrara Blogolandia: Asilo Via Del Salice

Siete abitanti della Zona Est di Ferrara? Quella di Via Del Melo e del nuovissimo agglomerato urbano dove c'è anche il supermercato Cadoro? Leggete qui:

CITAZIONE
L’asilo è bellissimo. Ma per ora non aprirà. E i 120 bambini iscritti resteranno a casa. Era tutto pronto in via del Salice, dove a febbraio si sarebbe dovuta inaugurare una scuola per l’infanzia attesa da anni, pensata per dare risposte al bisogno di tante famiglie e realizzata mettendo a frutto l’esperienza maturata dal Comune dopo decenni di gestione: spazi ampi e luminosi, pavimenti morbidi, soffitti fonoassorbenti, ambienti climatizzati e accoglienti, assenza di barriere, elementi di arredo perfettamente calibrati sulle esigenze dei piccoli ospiti.
Cosa è successo? A gennaio, alla vigilia dell’inaugurazione, fra i tecnici del Comune e quelli dell’Asl si è aperta una pesante controversia. Oggetto del contendere sono i dati raccolti in anni di analisi e monitoraggi ambientali. Secondo i tecnici comunali le indagini comprovano che la terra che si calpesta e l’aria che si respira in via del Salice non hanno nulla di diverso rispetto a quelle di tante altre zone di Ferrara. I valori degli agenti inquinanti sono al di sotto dei valori di legge. La falda - quella sì – risulta inquinata. Molto inquinata. Ma a venti metri sotto la superficie. Risalendo, le tracce di cvm, benzene e altre sostanze tossiche si riducono drasticamente, fino a scomparire del tutto o a rientrare comunque entro parametri considerati tollerabili dalle vigenti normative. Tutta l’area sottostante via del Salice e le strade attigue, da via del Melo a via Caretti, è infatti protetta da una sorta di “tappo” di argilla, la cui caratteristica di impermeabilità isola gli inquinanti e li confina nel sottosuolo, impedendo che le esalazioni tossiche risalgano in superficie.
Queste considerazioni, svolte dagli esperti del servizio Ambiente del Comune, non sono mai state poste in discussione dalle autorità sanitarie, tant’è che Arpa regionale e Asl di Ferrara hanno sottoscritto tutte le autorizzazioni necessarie alla realizzazione dell’asilo.
Il 9 gennaio però i tecnici dell’Asl devono probabilmente aver cambiato idea, perché in una lettera indirizzata alla Regione ravvisano rischi per la salute e segnalano che le condizioni ambientali sono incompatibili con la presenza dei bambini nell’asilo.
La decisione del Comune di sospendere l’apertura della scuola di infanzia arriva di conseguenza. Però sorgono alcuni interrogativi. Perché si è attesa la vigilia dell’inaugurazione per segnalare il presunto pericolo? Le indagini in zona sono iniziate già nel 2002 da parte dei costruttori e dal 2004 per iniziativa pubblica…
E poi: se un rischio sussistesse, questo non sarebbe certo circoscrivibile all’area della scuola: nel quartiere abitano oltre duemila persone e fra loro molti bimbi… Ma l’Asl si concentra solo sull’asilo.
Si spiega, al riguardo, in una lettera successiva del dipartimento di Sanità pubblica dell’Azienda sanitaria: per i bambini non va considerata la concentrazione degli inquinanti riscontrati, è sufficiente la loro presenza per determinare il rischio e quindi l’incompatibilità. L’applicazione di un simile criterio però potrebbe avere effetti deflagranti: cosa si dovrebbe fare allora in tutti gli altri luoghi (scuole, biblioteche, bar, parchi gioco, semplici abitazioni…) frequentati da bambini in cui siano presenti tracce (sia pure al di sotto dei limiti consentiti) di sostanze tossiche? Il benzene, per esempio, ha effetti cancerogeni e si respira ovunque circolino automobili o in qualunque posto venga accesa una sigaretta, una candela profumata, scaldata una pastiglia di insetticida. Però, per determinare il reale pericolo, si valutano le percentuali, curando che risultino inferiori a quella che la legge, sulla base delle conoscenze scientifiche, ritiene la soglia di rischio. Ma se invece, come asserisce l’Asl, il problema non va stimato in base alla concentrazione bensì alla semplice presenza? E’ evidente che le città diventerebbero quasi tutte off-limits, vietate ai minori.
La razionalità induce a ritenere che il principio di precauzione (“non si sa mai”) valga in assenza di elementi di conoscenza. Ma quando si dispone delle informazioni e delle competenze per valutarle, non ci si può sottrarre alla responsabilità di esprimersi in maniera precisa e incontrovertibile, sulla base delle cognizioni scientifiche: esiste un rischio per la salute o, viceversa, non esiste alcun rischio per la salute.
La questione deve trovare al più presto una risposta chiara e rassicurante per tutti. Le famiglie dei bimbi iscritti all’asilo di via Salice, i residenti “del quadrante est”, i ferraresi hanno diritto di sapere con precisione come stanno le cose. Fallito un primo tentativo di composizione della controversia (tentato attraverso l’istituzione di una commissione tecnica regionale), il Comune ha autonomamente deciso di svolgere nuove indagini e di rivolgersi all’Istituto superiore della Sanità per avere un’ulteriore autorevolissima interpretazione di tutti i dati. A quel vincolante parere sarà legata la decisione finale sull’asilo.

IL PROBLEMA NASCE DALLE VECCHIE DISCARICHE
Per comprendere la situazione di via del Salice e dell’area limitrofa bisogna fare un salto all’indietro nel tempo di quasi cinquant’anni. All’epoca era attiva una fornace (in quella che oggi è l’omonima via) che estraeva argilla per le proprie lavorazioni. Quando la fornace chiuse, complice la blanda legislazione di tutela in vigore allora e l’assenza di coscienza ambientale le cave del terreno, come avveniva di norma ovunque, furono progressivamente riempite di rifiuti di ogni tipo.
Nel corso dei decenni le sostanze si sono degradate e sono progressivamente penetrate nel terreno, sino a raggiungere e inquinare la falda che attualmente, a venti metri sotto la superficie, presenta spaventose concentrazioni di cvm.
A partire dai primi anni Settanta, ignari o incuranti dell’esistenza delle due vecchie discariche, in tutta la zona in cui ora sorgono le abitazioni di via Frutteti e via del Melo si è iniziato a costruire.
Ma è stato solo nel 2002, quando fu avviata l’edificazione di via Caretti, che si è scoperto l’inquinamento. Le indagini, affidate prima ai privati e successivamente svolte dal servizio Ambiente del Comune, attraverso centinaia di analisi hanno fornito un quadro complessivo della situazione, dimostrando che l’inquinamento è rimasto confinato in falda per la presenza di uno strato di argilla spesso otto metri che ha isolato il focolaio.
All’epoca della progettazione dell’asilo, che risale al 2005, si riteneva peraltro che l’area di via del Salice, piuttosto distante dal sedime della fornace, fosse fatta salva dall’inquinamento. Con il tempo si è invece scoperto che le sostanze tossiche presenti in falda, contrariamente alle previsioni, si erano negli anni spostate in profondità anche verso quella zona. Però centinaia di campioni raccolti (di terreno, di aria, di microrganismi) e le analisi sulla vegetazione e gli organismi viventi secondo la stima dei tecnici ambientali del Comune hanno comprovato che – a livello superficiale di ciò che tocchiamo e respiriamo – non c’è inquinamento e quindi non sussiste pericolo.
A questo punto, valutata l’assenza di rischio, si è deciso di procedere con l’edificazione dell’asilo, la cui apertura resta vincolata al parere delle autorità sanitarie. In ogni caso il Comune continuerà a svolgere ora e in futuro costanti monitoraggi e già sta valutando con la Regione le condizioni per realizzare un piano di complessiva bonifica ambientale di tutta l’area interessata.

INDAGINI AMBIENTALI SVOLTE NEL QUADRANTE EST
Analisi effettuate prima del 2004 a cura di imprenditori privati, su indicazione del Comune e di ARPA:
· 20 sondaggi del terreno
· 13 piezometri per le acque di falda
· Oltre 70 campioni di terreno analizzati
· Oltre 20 campioni d’acqua analizzati

Analisi effettuate dopo il 2004 direttamente dal Comune:
· 25 soil gas survey e relative analisi dei gas interstiziali del suolo
· 12 prelievi mediante Geoprobe in falda superficiale
· 12 prelievi mediante Geoprobe in falda intermedia
· Oltre 50 campioni d’acqua analizzati

…e in collaborazione con la Regione:
· 19 punti di Soil Gas Survey (per un totale di 44 complessivi) e relative analisi sui gas interstiziali del suolo
· 12 prelievi Geoprobe in falda superficiale
· 12 prelievi Geoprobe in falda intermedia
· Oltre 1500 metri di profili di resistività e caricabilità acquisiti per tomografia elettrica
· Decine di campionature di organismi viventi (pedofauna, invertebrati, artropodi) su 4 diversi siti dell’area indicatori per il biomonitoraggio
· Oltre 20 tra sondaggi stratigrafici e penetrometrie
· 7 ulteriori piezometri in falda intermedia e profonda
· Oltre 50 campioni d’acqua analizzati
· 17 campioni prelevati per analisi isotopiche
· 11 punti di campionamento dell’aria (ambiente all’interno di abitazioni private)
· Diverse campagne piezometrichei: attualmente è disponibile una rete di 4 piezometri in falda superficiale (fino a 8 metri di profondità) e una rete di 6 piezometri in falda intermedia (da 13 a 26 metri circa) oltre a 1 piezometro che capta l’acquifero più profondo da 34 a 52 metri.

INCONTRI INFORMATIVI EFFETTUATI
· Circa dieci incontri con la circoscrizione Est di cui almeno la metà con i residenti.
· Quattro assemblee pubbliche ampiamente pubblicizzate presso “Il Melo”: maggio 2005,
maggio 2006, ottobre 2008, febbraio 2009
· Quattro conferenze di servizi con Asl, Arpa, Provincia dal 2004 ad oggi
· Sedici conferenze di servizi con Asl, Arpa, Provincia e Regione prima del 2004
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Galen
messaggio 24 Mar 2009 - 12:11
Messaggio #2


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Premesso che abito lì, sono d'accordo con l'articolo.

La vicenda è stata sfruttata politicamente e ora si è rovinato un progetto che avrebbe aiutato la comunità, sfruttando la paura irrazionale su "chi ci pensa ai bambini".
La zona inquinata è vicina (anche se non esattamente quella dove sorge l'asilo), ed è vero che la falda vicina è inquinata... ma il timore quale sarebbe? che i bambini dell'asilo scavino un pozzo di venti metri per bere l'acqua di falda?? Assurdo, e ora un asilo di cui c'è bisogno (e sorge in una delle zone migliori è più verdi della città) rimane chiuso e anche quando aprirà sarà diffamato e danneggiato da queste voci.

Il problema invece è un altro ed esiste: lì ci sono gli orti concessi dal comune agli anziani... e lì si che si usa l'acqua di falda per innaffiare gli ortaggi (almeno mi pare).
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Brasil
messaggio 24 Mar 2009 - 12:23
Messaggio #3


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Galen, forse il problema non è solamente limitato all'inquinamento delle falde acquifere, e in quel caso, come dici tu, non esisterebbe rischio, dal momento che basterebbe non attingere acqua dal terreno circostante. E' che potrebbe anche esistere il rischio che le esalazioni (è la parola giusta?) che salgono dal terreno possano essere fortemente nocive, per la presenza dei rifiuti di sotto. In tal caso chiunque viva in quella zona è in pericolo, ancor più i bambini.

Comunque le voci sono come sempre contrastanti. Ci sono gli allarmisti e quelli che minimizzano, e vai a sapere chi è che ha ragione. Non ho fonti per questa notizia, ma corre voce che quella sia una zona dove la gente si ammala più spesso rispetto ad altre... Probabilmente non esistono ancora studi epidemiologici certi, dato che il quartiere è stato costruito pochissimi anni fa.

Messaggio modificato da Brasil il 24 Mar 2009 - 12:28
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Galen
messaggio 24 Mar 2009 - 12:38
Messaggio #4


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Da quello che so questo rischio è stato escluso... se ci sono nuovi dati li dicano. Io comunque quella voce non l'ho mai sentita, ma tieni conto che la zona inquinata è un'altra: vicina, certo, ma eventuali esalazioni dovrebbero riguardare caso mai quella zona.
Ma finora la cosa non era un problema pur avendo le stesse informazioni: si è aspettato che l'asilo venisse costruito e completato e solo allora, senza avere dati nuovi, sono stati fatti esplodere questi dubbi. Permetterai che questo comportamento puzzi parecchio di manovra elettorale, più che di interesse per la salute.

Messaggio modificato da Galen il 24 Mar 2009 - 12:39
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angelostorari
messaggio 25 Mar 2009 - 21:43
Messaggio #5


Imbambì
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CITAZIONE (Galen @ 24 Mar 2009 - 12:38) *
Da quello che so questo rischio è stato escluso... se ci sono nuovi dati li dicano. Io comunque quella voce non l'ho mai sentita, ma tieni conto che la zona inquinata è un'altra: vicina, certo, ma eventuali esalazioni dovrebbero riguardare caso mai quella zona.
Ma finora la cosa non era un problema pur avendo le stesse informazioni: si è aspettato che l'asilo venisse costruito e completato e solo allora, senza avere dati nuovi, sono stati fatti esplodere questi dubbi. Permetterai che questo comportamento puzzi parecchio di manovra elettorale, più che di interesse per la salute.

A giorni divulgheremo i dati sui cluster nella zona.
Il CVM (cloruro vinile monomero) sostanza altamente cancerogena, raggiunge in falda valori migliaia di volte superiori a quelli tollerati dalla normativa.
Compreso nella falda sotto l'asilo.
Il CVM come tutti i clorurati passa a contatto con l'aria, facilmente dalla forma liquida alla gassosa. Nel 2005 i tecnico del comune raccomandavano agli abitanti della zona di "non soggiornare a lungo nelle cantine e scantinati, e aerare lungamente i locali ". Poi hanno deciso di costruirci l'asilo.
In ogni modo, usualmente in questi casi si adotta il "principio di precauzione" cosa che l'ASL ha fatto.
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Bedrosian Baol
messaggio 25 Mar 2009 - 21:56
Messaggio #6


Neso
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CITAZIONE
A giorni divulgheremo i dati sui cluster nella zona.


Divulgheremo chi??
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Brasil
messaggio 30 Mar 2009 - 13:59
Messaggio #7


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Probabilmente Grilli Estensi, o Progetto Per Ferrara, o Legambiente, o Medicina Democratica...

Sempre a proposito di CVM, da estense.com (LINK):

CITAZIONE
Legambiente denuncia l'inquinamento nel Borgo Marconi
Cvm, il timore di un'altra Via del Salice

Il timore è di trovarsi di fronte a un'altra fetta della città completamente da bonificare. E anche in questo caso, come per il quadrante est, sopra l’area da risanare ci sono già delle case. È la scoperta che ha fatto il circolo ferrarese di Legambiente, che ha sovrapposto una foto area degli anni ’80 che inquadra il perimetro tra via del Lavoro, via Gulinelli e il canale Boicelli, con la cartina dei campionamenti di terreno svolti a metà giugno del 2007 dai tecnici comunali.

Il risultato lascia di stucco. Sopra un punto dove è stata riscontrata una concentrazione di 300 microgrammi per litro di cvm (la soglia prevista per legge è 0,5) si alza una palazzina già abitata. Non solo, buona parte dell’area, come rilevano le analisi, vede diversi punti con concentrazioni di inquinanti sopra la media.

Non c’è voluto molto a capire che quello doveva essere l’obiettivo della campagna “Mal’Aria industriale” di Legambiente. Così, ieri mattina, i volontari dell’associazione ambientalista hanno tappezzato di lenzuola antismog l’intera area.

La zona in questione è il Borgo Marconi, all’interno della quale è attivo il cantiere della ditta Edilbasso. Negli anni ’80 era un’area industriale e ora vede sorgere diversi appartamenti. Tutto risale al 10 ottobre 2002, quando la commissione edilizia del Comune prende in considerazione il progetto della ditta Dalex, che chiede di costruirvi 20 alloggi con autorimesse. Il parere favorevole viene dato il 21 novembre dello stesso anno.

Intanto, siamo nel 2005, con una delibera della giunta provinciale si autorizza il piano di caratterizzazione del comparto via Marconi-via Gulinelli, approvato il 24 agosto ’05. In esso è previsto anche un progetto preliminare di bonifica. “Quindi avevano già il sospetto – si interroga Marzia Marchi, presidente di Legambiente di Ferrara - che l’area fosse inquinata. Strano quindi che nel 2002, tre anni primi, si autorizzi la costruzione di alloggi”.

Sempre nel 2005, il 1 agosto, la giunta regionale, con la delibera 1307 (“Completamento delle indagini preliminari del quadrante Est” per il quale stanziava 145mila euro) dispone delle indagini preliminari in via del Lavoro e in via Gulinelli con lo stanziamento apposito di fondi per impostare un sistema di gestione dei dati ambientali derivanti dalle attività di caratterizzazione, in modo da capire i livelli di rischio ambientale nell’area. Tutti piani finanziati con fondi dedicati del Piano di aziona ambientale della Regione (2004/06) e tutti co-finanziati con fondi comunali.

“Eppure nello “status bonificaruma” del 2009 – rileva Marzia Marchi - risulta che è in corso il piano di caratterizzazione (fatto per decidere dove piantare i piezometri, operazione propedeutica alla bonifica, ndr) della zona in questione. Però dal 2005 ad oggi non c’è traccia del piano di bonifica previsto dalla delibera. In compenso ci hanno costruito sopra. Non vengano tra qualche anno a raccontarci che ci troviamo di fronte a una nuova Via del Salice. È legittimo che ci sia un inquinamento in una ex zona industriale, ma non si capisce perché ci debba essere del cvm; cvm scoperto nel 2005, quando era già stata autorizzata l’edificazione urbanistica prima ancora di eseguire un piano di caratterizzazione della zona e la successiva bonifica”.

Ma non è finita qui. Dall’altra parte del canale Boicelli c’è l’area Cerestar, una superficie di 61.700 mq, a proposito della quale vediamo che il 30 gennaio 2008 un atto della giunta comunale prevede l’accordo con la società Alceste per un ambito urbanistico di riqualificazione mista residenziale/terziario/commerciale. Nel documento si dice che il rilascio dei permessi di costruzione è subordinato all’accertamento dell’esistenza nell’area interessata di “eventuali” fattori di inquinamento, tali da richiedere la bonifica dell’area”.

“Questo la giunta lo chiede nel 2008 – fa notare la presidente di Legambiente Ferrara -, quando abbiamo visto che già nel 2007 sapeva che l’area era inquinata: perché scrive quell’“eventuali”?”.

Non basta. Nel Poc (piano operativo comunale collegato al Psc, datato 30 gennaio 2008) si dice che sono previste nuove indagini di approfondimento delle caratteristiche dei terreni e che è previsto un nuovo collegamento della ferrovia che porta al petrolchimico. In sostanza, per costruire in quella zona devono spostare la ferrovia. Ma in quella zona passa anche il metanodotto.

“Un metanodotto, un terreno friabile (insiste sul paleo alveo del Po), una ferrovia da spostare, l’inquinamento da cvm, il tutto in una zona sismica come quella ferrarese – sbotta Marzia Marchi -: ma era proprio necessario costruire lì? Sentiamo odore di Mal’aria industriale”.
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tabacon
messaggio 30 Mar 2009 - 17:18
Messaggio #8


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ferrara zona sismica????? (IMG:style_emoticons/default/oo.gif)
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Bedrosian Baol
messaggio 30 Mar 2009 - 18:17
Messaggio #9


Neso
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Ferrara è stata distrutta da un terremoto nel 1570.
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zoe
messaggio 31 Mar 2009 - 09:01
Messaggio #10


Figazz
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CITAZIONE (Bedrosian Baol @ 25 Mar 2009 - 22:56) *
Divulgheremo chi??

ma questi dati sono stati resi noti?

Messaggio modificato da zoe il 31 Mar 2009 - 09:01
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Barone
messaggio 31 Mar 2009 - 09:22
Messaggio #11


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beh un terremoto ogni 500 anni mi pare pochino per classificarci in zona sismica.. comunque già ci siamo..
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Bedrosian Baol
messaggio 31 Mar 2009 - 10:17
Messaggio #12


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No, infatti, era solo per dire a quando risale l'ultimo terremoto considerevole a Ferrara.
Non sono un esperto ma mi pare di aver capito che la scossa dovrebbe essere molto forte per poter danneggiare seriamente la città perchè il terreno sabbioso al di sotto attutisce molto le vibrazioni.
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tabacon
messaggio 31 Mar 2009 - 11:18
Messaggio #13


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tutta l'italia è considerata zona sismica, l'ultima legge del 2003, (come dire sto dalla banda dal furmanton) che andava a rivedere la legge del 1994 (se ricordo bene sti dati)
il citato terremoto di ferrara, mi pare con magnitudo tra 5,5 e 6,0, non ricordo se Richter o Mercalli

giustamente anche tu parli di terreno sabbioso.... ma qui ci sono tutti i dettagli....:

http://templatecms.regione.emilia-romagna....logia/index.htm
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Galen
messaggio 31 Mar 2009 - 11:27
Messaggio #14


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Si, infatti mi pare più che altro una questione di terminologia. A sto punto mi sa che tutto il pianeta è "zona sismica" ( (IMG:style_emoticons/default/ahsisi.gif) ) , ma considerare la nostra zona come particolarmente a rischio mi pare difficile (siamo praticamente sull'acqua...)
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bzbiz
messaggio 31 Mar 2009 - 12:14
Messaggio #15


Garantito al limone
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Mia madre afferma da anni che camera mia ed in particolare la scrivania siano zone terremotate.

Devo preoccuparmi?
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simone19
messaggio 31 Mar 2009 - 12:17
Messaggio #16


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chiedi lo stato di calamità a Berlusconi.... (IMG:style_emoticons/default/rofl.gif) (IMG:style_emoticons/default/rofl.gif)
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tabacon
messaggio 31 Mar 2009 - 14:58
Messaggio #17


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CITAZIONE (bzbiz @ 31 Mar 2009 - 13:14) *
Mia madre afferma da anni che camera mia ed in particolare la scrivania siano zone terremotate.

Devo preoccuparmi?

nn devi assolutamente preoccuparti..... ora quelle sono solo zone "baraccate" (IMG:style_emoticons/default/sisi.gif)


ho espresso la mia meraviglia su quanto affermato da quella Marzia Marchi..... inutile allarmismo (maledetta propaganda elettorale.... questo è il vero discorso)..... ma che nn sia parente della tal Wanna? (IMG:style_emoticons/default/anne-sophie.gif)
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