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> La Vera Storia Dell'internazionale
Haran_Banjo
messaggio 16 Feb 2009 - 20:12
Messaggio #1


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Mi limito a postarla senza dire è vero, condivido, polemizzo ecc altrimenti nasce una rissa (IMG:style_emoticons/default/icon_smile.gif)
Fede se vuoi lasciarla qui o attaccarla a delirio qualcosa fai pure

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>>>>>>>>>>>>>> INTER ONESTA? MA PER PIACERE!!<<<<<<<<<<<<<<

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Non è del Facchetti grande giocatore che in questi giorni si parla, purtroppo.
Si parla poco di Facchetti mentre si fanno grandissimi slogan!
Quante azioni di gioco in bianco e nero vi hanno fatto vedere?
Quante galoppate e gol?
Direi un numero prossimo allo zero!
E quanti invece leccaculisti, quanti personaggi da bar-sport a ribadire nel giorno del lutto la "grandezza" delle proprie verità?
E Moratti quasi più nominato del compianto?

E i giornalisti?
Non mi dite che avete visto o sentito dei giornalisti?
No, avete solo sentito e visto dei replicanti di slogan.
E in questi giorni tornava utile riempirsi la bocca di "lealtà", "sportività", "signorilità", "onestà", "calcio pulito", ecc...

Allora facciamo un pò di conti sul "calcio pulito" nerazzurro!


ECCOVI UN BELL'ELENCO:


1910 (SPAREGGIO TRUCCATO)
Nel 1910 successe che la Federazione (casualmente...) scelse, in prima istanza, una data per la finale scudetto Pro Vercelli-Inter.
Guarda caso in quella data tutta la squadra titolare della Pro Vercelli era già impegnata con la Nazionale Militare.
La Pro Vercelli chiese quindi ovviamente lo spostamento della finale scudetto.
La Federazione rispose che a loro andava bene se anche l'Inter avesse accettato.
L'Inter, scandalosamente, RISPOSE DI NO e la Federazione non esitò a mantenere la data stabilita, del tutto inadeguata.
La Pro Vercelli, giustamente indignata per questo gesto vergognoso, mandò in campo la 4a squadra (i bambini di 11 anni!!!!).
L'Inter vinse la partita 10-3 (riuscendo però a prendere 3 gol dai bambini!!) e vinse in questo modo il suo primo scudetto.
Tra il primo e l'ultimo cambiano i metodi, non cambiano le furbate.

1922 (SALVEZZA A TAVOLINO)
Nel 1922 l'Inter arriva ultima, meno punti di tutti, meno gol fatti e più gol subiti.
A fine campionato si decide che invece di far salire le squadre che ne hanno diritto bisogna fare i play-out.
Non basta.
All'Inter viene data come avversario l'Alta Italia, squadra però già fallita da settimane, per cui vince gli scontri diretti a tavolino!

1961 SCARSA SPORTIVITA’
Nel 1961 l’Inter protesta perchè la partita Juve-Inter viene fatta ripetere anzichè essere assegnata all’Inter a tavolino per sfondamento delle recinzioni del pubblico che stava troppo stretto e si era portato a bordo campo.
Quando viene disputato il recupero della partita (ultima di quel campionato) l’Inter aveva già perso lo scudetto in quanto era a 3 punti dalla Juve capolista (una vittoria valeva 2 punti).
Allora molto sportivamente e con il solito seguito di lacrime manda in campo la squadra primavera e perde 9-1!

1960-1968 INIZIAMO CON IL PERIODO "HERRERA- MORATTI SENIOR"
Al tempo delle dichiarazioni di Ferruccio Mazzola Facchetti non era ancora morto.

PILLOLE NEL CAFFE'
Che Herrera dava ai giocatori.
Molti dei quali sono morti.
Un ex, Ferruccio Mazzola, racconta il doping della Grande Inter.
E chiama in aula tutti i campioni di allora.

Sono campioni che hanno fatto la storia del calcio italiano quelli che passeranno, uno dopo l'altro, in un'aula del tribunale di Roma a parlare di doping. Come Giacinto Facchetti, splendido terzino sinistro e oggi presidente dell'Inter; o come Sandro Mazzola, Mariolino Corso, Luis Suarez. E ancora: Tarcisio Burnich, Gianfranco Bedin, Angelo Domenghini, Aristide Guarneri. Tutti chiamati a testimoniare da un loro compagno di squadra di allora, Ferruccio Mazzola, fratello minore di Sandro, che vuole sentire dalla loro voce - e sotto giuramento - la verità su quella Grande Inter che negli anni '60 vinse in Italia e nel mondo. "Non l'ho cercato io, questo processo: mi ci hanno tirato dentro. Ma adesso deve venire fuori tutto", dice Ferruccio.

A che cosa si riferisce, Mazzola?

"Sono stato in quell'Inter anch'io, anche se ho giocato poco come titolare. Ho vissuto in prima persona le pratiche a cui erano sottoposti i calciatori. Ho visto l'allenatore, Helenio Herrera, che dava le pasticche da mettere sotto la lingua. Le sperimentava sulle riserve (io ero spesso tra quelle) e poi le dava anche ai titolari. Qualcuno le prendeva, qualcuno le sputava di nascosto. Fu mio fratello Sandro a dirmi: se non vuoi mandarla giù, vai in bagno e buttala via. Così facevano in molti. Poi però un giorno Herrera si accorse che le sputavamo, allora si mise a scioglierle nel caffè.
Da quel giorno 'il caffè' di Herrera divenne una prassi all'Inter".

Cosa c'era in quelle pasticche?
"Con certezza non lo so, ma credo fossero anfetamine. Una volta dopo quel caffè, era un Como-Inter del 1967, sono stato tre giorni e tre notti in uno stato di allucinazione totale, come un epilettico. Oggi tutti negano, incredibilmente. Perfino Sandro...".

Suo fratello?
"Sì. Sandro e io, da quando ho deciso di tirare fuori questa storia, non ci parliamo più. Lui dice che i panni sporchi si lavano in famiglia. Io invece credo che sia giusto dirle queste cose, anche per i miei compagni di allora che si sono ammalati e magari ci hanno lasciato la pelle. Tanti, troppi...".

A chi si riferisce?
"Il primo è stato Armando Picchi, il capitano di quella squadra, morto a 36 anni di tumore alla colonna vertebrale. Poi è stato il turno di Marcello Giusti, che giocava nelle riserve, ucciso da un cancro al cervello alla fine degli anni '90. Carlo Tagnin, uno che le pasticche non le rifiutava mai perché non era un fuoriclasse e voleva allungarsi la carriera correndo come un ragazzino, è morto di osteosarcoma nel 2000. Mauro Bicicli se n'è andato nel 2001 per un tumore al fegato.
Ferdinando Miniussi, il portiere di riserva, è morto nel 2002 per una cirrosi epatica evoluta da epatite C.
Enea Masiero, all'Inter tra il '55 e il '64, sta facendo la chemioterapia. Pino Longoni, che è passato per le giovanili dell'Inter prima di andare alla Fiorentina, ha una vasculopatia ed è su una sedia a rotelle, senza speranze di guarigione...".

A parte Picchi e forse Tagnin, gli altri sono nomi meno noti rispetto ai grandi campioni.
"Perché le riserve ne prendevano di più, di quelle pasticchette bianche. Gliel'ho detto, noi panchinari facevamo da cavie. Ne ho parlato per la prima volta qualche mese fa nella mia autobiografia ('Il terzo incomodo', scritto con Fabrizio Càlzia, Bradipolibri 2004, ndr), che ha portato al processo di Roma".

Perché?
"Perché dopo la pubblicazione di quel libro mi è arrivata la querela per diffamazione firmata da Facchetti, nella sua qualità di presidente dell'Inter. Vogliono andare davanti al giudice? Benissimo: il 19 novembre ci sarà la seconda udienza e chiederemo che tutti i giocatori della squadra di allora, intendo dire quelli che sono ancora vivi, vengano in tribunale a testimoniare. Voglio vedere se sotto giuramento avranno il coraggio di non dire la verità".

Ma lei di Facchetti non era amico?
"Sì, ma lasciamo perdere Facchetti, non voglio dire niente su di lui. Sarebbero cose troppo pesanti".

Pensa che dal dibattimento uscirà un'immagine diversa dell'Inter vincente di quegli anni?
"Non lo so, non mi interessa. Se avessi voluto davvero fare del male all'Inter, in quel libro avrei scritto anche tante altre cose. Avrei parlato delle partite truccate e degli arbitri comprati, specie nelle coppe. Invece ho lasciato perdere...".

Ma era solo nell'Inter che ci si dopava in quegli anni?
"Certo che no. Io sono stato anche nella Fiorentina e nella Lazio, quindi posso parlare direttamente anche di quelle esperienze. A Firenze, il sabato mattina, passavano o il massaggiatore o il medico sociale e ci facevano fare delle flebo, le stesse di cui parlava Bruno Beatrice a sua moglie. Io ero in camera con Giancarlo De Sisti e le prendevamo insieme. Non che fossero obbligatorie, ma chi non le prendeva poi difficilmente giocava. Di quella squadra, ormai si sa, oltre a Bruno Beatrice sono morti Ugo Ferrante (arresto cardiaco nel 2003) e Nello Saltutti (carcinoma nel 2004). Altri hanno avuto malattie gravissime, come Mimmo Caso, Massimo Mattolini, lo stesso De Sisti...".

De Sisti smentisce di essersi dopato.
"'Picchio' in televisione dice una cosa, quando siamo fuori insieme a fumare una sigaretta ne dice un'altra...".

E alla Lazio?
"Lì ci davano il Villescon, un farmaco che non faceva sentire la fatica. Arrivava direttamente dalla farmacia. Roba che ti faceva andare come un treno".

Altre squadre?
"Quando Herrera passò alla Roma, portò gli stessi metodi che aveva usato all'Inter. Di che cosa pensa che sia morto il centravanti giallorosso Giuliano Taccola, a 26 anni, durante una trasferta a Cagliari, nel 1969?".

Ma secondo lei perché ancora adesso nessuno parlerebbe? Ormai sono - siete - tutti uomini di sessant'anni...
"Quelli che stanno ancora nel calcio non vogliono esporsi, hanno paura di rimanere tagliati fuori dal giro. Sono tutti legati a un sistema, non vogliono perdere i loro privilegi, andare in tv, e così via. Prenda mio fratello: è stato trattato malissimo dall'Inter, l'hanno cacciato via in una maniera orrenda e gli hanno perfino tolto la tessera onoraria per entrare a San Siro, ma lui ha lo stesso paura di inimicarsi i dirigenti nerazzurri e ne parla sempre benissimo in tv. Mariolino Corso, uno che pure ha avuto gravi problemi cardiaci proprio per quelle pasticchette, va in giro a dire che non mi conosce nemmeno. Anche Angelillo, che è stato malissimo al cuore, non vuole dire niente: sa, lui lavora ancora come osservatore per l'Inter. A parlare di quegli anni sono solo i parenti di chi se n'è andato, come Gabriella Beatrice o Alessio Saltutti, il figlio di Nello. È con loro che, grazie all'avvocato della signora Beatrice, Odo Lombardo, ora sta nascendo un'associazione di vittime del doping nel calcio".

Certo, se un grande campione come suo fratello fosse dalla vostra parte, la vostra battaglia avrebbe un testimonial straordinario...
"Per dirla chiaramente, Sandro non ha le palle per fare una cosa così".
E oggi secondo lei il doping c'è ancora?
"Sì, soprattutto nei campionati dilettanti, dove non esistono controlli: lì si bombano come bestie. Quello che più mi fa male però sono i ragazzini...".

I ragazzini?
"Ormai iniziano a dare pillole e beveroni a partire dai 14-15 anni. Io lavoro con la squadra della Borghesiana, a Roma, dove gioca anche mio figlio Michele, e dico sempre ai ragazzi di stare attenti anche al tè caldo, se non sanno cosa c'è dentro. Ho fatto anche una deposizione per il tribunale dei minori di Milano: stanno arrivando decine di denunce di padri e madri i cui figli prendono roba strana, magari corrono come dei matti in campo e poi si addormentano sul banco il giorno dopo, a scuola. Ecco, è per loro che io sto tirando fuori tutto".


SEMPRE PERIODO “HERRERA-MORATTI SENIOR”

Rino Tommasi racconta:
".... Chi ha buona memoria oppure una certa età ricorderà che negli anni sessanta l'Inter di Herrera rimase 99 PARTITE SENZA VEDERSI ASSEGNARE UN RIGORE CONTRO. Quella serie fu interrotta il 19 marzo 1967 all' Olimpico da Concetto Lo Bello che assegnò alla Roma un rigore che però il tedesco Jurgen Schultz sbagliò colpendo la traversa...
...Sempre nella stessa partita un episodio che mi era sfuggito dalla tribuna ma che lo stesso Lo Bello mi ha raccontato in una cena molti anni dopo. Ad un certo punto Armando Picchi colpì con un pugno Schultz. Lo Bello non se ne accorse ma il segnalinee attirò la sua attenzione. Lo Bello corse da lui e tornando al centro dell'area disse. "Armandino, mi sa che te ne devi "andare". D'accordo, gli rispose il giocatore, però s'esce in due". Fuori tutt'e due, Picchi e l'incolpevole tedesco. Questi era Concetto Lo Bello."

ANCORA PERIODO “HERRERA-MORATTI SENIOR”

La truffa al Bologna
Da un'intervista a Bulgarelli.
Bulgarelli, sono passati più di quarant’anni ma sembra che nel mondo del calcio non sia cambiato niente. Che cosa ricorda di quei giorni del 1964?

“Alla vigilia dell’incontro di San Siro contro il Milan Fulvio Bernardini, il nostro allenatore, ci disse che se avessimo vinto sarebbe successo qualcosa di grave. Noi non capimmo a che cosa si riferisse e scoppiammo a ridere. Vincemmo 2-1, ma pochi giorni dopo Pavinato, Fogli, Tumburus, Perani e Pascutti furono trovati positivi al controllo antidoping relativo alla partita contro il Torino, che battemmo per 4-1. Una cosa ridicola, eravamo puliti, e le controanalisi lo dimostrarono. In tutti i campi d’Italia, però, ci chiamavano drogati. Se avessimo davvero assunto sostanze proibite, avremmo rischiato pesanti conseguenze dal punto di vista fisico”.

Poi le manifestazioni di piazza in vostro favore, la riabilitazione e lo spareggio contro l’Inter. Quanto contribuì la reazione della città in vostro favore?

“L’affetto della gente fu straordinario e ci diede una grande forza d’animo per andare avanti. L’atmosfera del giorno dello spareggio fu unica: non c’era la diretta televisiva, molti bolognesi si ritrovarono sui colli e la città era avvolta da uno strano silenzio. La paura era destinata a passare: vincemmo, e portammo a casa un meritatissimo scudetto. Fu molto importante anche l’appoggio della stampa (Il Resto del Carlino e Stadio, all’epoca stampato proprio a Bologna, si mobilitarono per una campagna in favore dei giocatori rossoblù, ndr): senza l’apporto di tanti bravi giornalisti forse il nostro caso non avrebbe avuto la stessa risonanza”.

ENNESIMAMENTE PERIODO “HERRERA-MORATTI SENIOR”

Nel campionato 1960/61, l'Inter stabilisce il record di avere 2 rigori a favore (entrambi ovviamente regalati) nel giro di due minuti. Si tratta dell'incontro Fiorentina-Inter. I viola sono in vantaggio per 1-0,
quando l'arbitro Concetto Lo Bello, servo di Angelo Moratti, si inventa un rigore per l'Inter, che viene sbagliato. Comprensibilmente infastidito per il furto subito, un giocatore viola, a gioco fermo (!!!) ironizza con Lo Bello, e in un momento di pausa del gioco dà una tiratina di maglia ironica a un interista dicendo
a Lo Bello: "Ma se era rigore quello, allora è rigore anche questo!!", e Lo Bello risponde: "Esatto, è rigore!!" e regala il secondo rigore (stavolta realizzato) all'Inter, neanche due minuti dopo il primo, scatenando la ovvia furia del Comunale di Firenze. La partita finisce 1-1 e Lo Bello deve lasciare lo stadio scortato dalla polizia.

1966 ANGELO MORATTI IMBROGLIONE
(tratto dal Times del 02/09/2006 – di Emilio Marrese da Repubblica.it)

Angelo Moratti era un imbroglione e l'unica cosa buona che si possa dire di suo figlio Massimo è che s'è messo alle spalle le malefatte del padre. Questo è quanto incredibilmente sostenuto sabato dal londinese Times che ha ripreso - nella rubrica di Brian Glanville titolata sulla "storia gloriosa ma macchiata" dell'Inter - la confessione dell'arbitro ungherese Gyorgi Vadas su un tentativo di corruzione da parte di Moratti senior prima della semifinale di Coppa Campioni col Real Madrid del 20 aprile '66: denaro, orologi d'oro ed elettrodomestici in cambio di rigori.
Il quotidiano scrive che "le vittorie dell'Inter degli anni '60 furono frutto di corruzione e imbrogli nei quali Angelo Moratti giocò un ruolo cruciale in un sistema messo in piedi da due uomini ora deceduti: Deszo Holti, faccendiere ungherese, e Italo Allodi", definito "serpentine".
L'Inter, si sostiene, fece offerte per tre anni consecutivi agli arbitri delle semifinali e le prime due volte, nel '64 e '65, la cosa funzionò, ai danni di Borussia e Liverpool.
La terza no, perché Vadas (le cui rivelazioni furono pubblicate nel libro di un giornalista ungherese), rifiutò una somma con cui avrebbe potuto comprarsi 5 Mercedes: 10 per un rigore all'ultimo minuto, addirittura 25 per un rigore ai supplementari.
Il giorno della partita Vadas fu ospite di Moratti nella sua villa e ricevette un orologio d'oro.
Moratti promise anche televisori ed elettrodomestici.
Ma Vadas non aiutò i nerazzurri a rimontare lo 0-1 dell'andata, la gara finì 1-1 e fu la sua ultima apparizione internazionale.
L'articolista del Times si chiede infine il perché di questo strano debole degli italiani per i "condottieri" alla Moratti. Una bella palata di fango su vivi e morti.

1971-72 LA LATTINA DEL BORUSSIA

Nel 1971 l’Inter ruba una qualificazione in Coppa Campioni grazie alla famosa finta lattina di Moenchengladbach.
L'Inter, sconfitta sul campo 7-1, consegnò una lattina tirata fuori dal nulla all'arbitro e disse che aveva colpito Boninsegna.
In sede di giudizio, il potere politico dell'Inter, nettamente superiore a quello del provinciale Borussia Moenchengladbach, spinse i parrucconi Uefa a disporre l'incredibile ripetizione dell'incontro.
Anni più tardi gli stessi interisti protagonisti della vicenda ammisero di aver truccato le carte.

1983 LA PARTITA TRUCCATA
Nel 1983 Bagni dichiarò che la partita Genoa-Inter 2-3 era stata truccata (denuncia insabbiata)

1991 LA COPPA COMPRATA
Tratto da "Indagine sul calcio" di O.Beha e A. De Caro

L’8 maggio del 1991 a San Siro si gioca l’andata della finale della coppa Uefa Inter-Roma. Partita strana: normale per tutto il primo tempo, in bianco; nel secondo l’arbitro russo con il cognome da medicinale, SPIRIN, decide di animare la partita e dà un rigore all’apparenza inventato che Matthaus realizza. Finirà due a zero.
Negli spogliatoi il tecnico della Roma, Bianchi, e alcuni giocatori, a partire da Giannini, contestano la giustezza del rigore. Ma appunto, succede.
Succede anche, però, che ormai 15 anni dopo, il figlio di Viola, Ettore, allora punto di riferimento per il club ad interim presieduto da sua madre, ci racconti una storia veramente interessante.
«La finale con l’Inter? L’ho persa io. Mi proposero di comprare l’arbitro. Fu una mediatrice russa che lavorava in Italia e frequentava anche l’ambiente del calcio ad avvicinarmi per dirmi che Spirin era accomodabile: con 150.000 dollari si vinceva la partita. Io dissi no per due ragioni. La prima era legata all’illecito ovviamente, la seconda è che la Roma era già di fatto passata di mano. Avevamo concluso il passaggio di proprietà a Ciarrapico e francamente di rischiare io per regalare a lui la gioia di una coppa proprio non mi andava… Quello che non potevo immaginare e che invece poi mi è apparso chiaro è che qualcun altro accettò la proposta della mediatrice… Alla fine della partita ero nervosissimo. La squadra aveva giocato bene ma era stata punita da decisioni molto discutibili. Negli spogliatoi del Meazza incrociai proprio la mediatrice, bastò uno sguardo. Lei mi vide allargò leggermente spalle e braccia senza dire una parola. Un modo come un altro per farmi capire che qualcun altro aveva detto sì… e questo era il risultato.
Hai visto, potevi farlo tu… lessi nel suo sguardo. E così la Roma perse quella Coppa Uefa»

Ps: nei sedicesimi di finale di quell’anno l’Inter aveva perso con l’Aston Villa la partita di andata per 0-2. Nel ritorno di San Siro riuscì clamorosamente a ribaltare il risultato vincendo 3-0. Sapete chi era l’arbitro di quell’incontro: un certo SPIRIN.
PS
Coppa Uefa 1992/93 Torino - IK Norkkoping 3-0, arbitro SPIRIN, c'erano e ci sono molte chiacchere in giro, alcune da autorevoli personaggi del panorama calcistico, che parlano di una proposta di mediazione da parte della FC Internazionale tra l'abitro Spirin e la Torino Calcio (ormai l’Inter e Spirin erano diventati una cosa sola).

2000 GLI ELETTROSTIMOLATORI NERAZZURRI

E’ l’anno dei “famosi” Rolex giallorossi regalati da Sensi agli arbitri. Platealmente scoperti questi sono costretti a restituire il gentile cadeau. Ma un arbitro più solerte degli altri restituisce anche un elettrostimolatore regalato dalla dirigenza interista, dichiarando di averlo ricevuto insieme a molti altri arbitri professionisti.

2003 LO SPOGLIATOIO IN PILLOLE

Georgatos, ex giocatore dell'Inter, ad aprile 2006, a proposito dei vecchi compagni dell’Inter, dichiara:
"c'era chi prendeva pillole e si faceva iniezioni... gruppi di persone rifornivano i giocatori...ho capito cosa stava accadendo..."

2005 ESTATE D’AFFARI

Vendita fasulla dei diritti di sfruttamento del marchio Inter in modo da consentirle di truccare i bilanci per 158 milioni di Euro;
si ricorda che non avrebbe potuto partecipare al campionato 2005-06 (quello dello scudetto fittizio); ma Guido Rossi (toh, guarda chi c'è, sempre questo ex dirigente nerazzurro che assegna gli scudetti!) della COVISOC riammette l'Inter ed addirittura concede uno sconto (ricapitalizzazione di soli 40 milioni e non di 158, con decurtazione del 75% del malloppo)

2006 UN BEL SOSPETTO

lo Spezia un anno fa apparteneva a Moratti; è stata venduta ad una società che appartiene ad una Fiduciaria parmense; nessuno conosce (chissà perché) il proprietario attuale di tale Fiduciaria parmense; se si tratta di Moratti o di un suo parente fino al quarto grado, è illecito (punibile con la revoca dello scudetto revocato ad altri e retrocessione)

2006 LO SCUDETTO DELL’ONESTA’

Stankovic, sconfitto sul campo per 2-1 dalla Juventus, chiude a chiave gli spogliatoi di San Siro per nascondere l'inverosimile agli occhi dell'arbitro e degli atterriti assistenti (Dejan, nunsepoffà..., perchè lo fa solo Moggi) SEQUESTRO DI PERSONA?



Terminiamo con una LISTA DI ALTRI ILLECITI che ormai sono di dominio pubblico (le trovi facilmente su Internet), ma che, purtroppo, non scandalizza nessuno e nemmeno ha mai scandalizzato Verdelli, Palumbo e la Gazzetta:

• Passaporto falso di Recoba per passare da comunitario e superare i limiti al numero degli extra

• Patente di Recoba risultata rubata in un ufficio pubblico (ricettazione)

• Kallon fermato per nandrolone (l’Inter dichiara che lo usava per i brufoli)

• Intercettazioni Telecom (la più grande e legalmente riconosciuta associazione a delinquere mai messa in piedi in Italia: da Moratti e Tronchetti Provera e solo al telefono di Moggi - roba da matti)

• Martins fermato dalla società stessa per ematocrito alto prima di Cagliari-Inter

• Pagamento fideiussione fuori tempo 3 anni fa, ma poi, di nascosto, fatta risultare “regolare” tramite atto doloso
(l’Inter sarebbe stata cancellata dal campionato ed oggi non esisterebbe più)

• Peruzzi, il 5 maggio 2002, fa fare a Vieri il gol più finto della storia (il 4 maggio gli avevano telefonato dalla sede dell’Inter – per cosa?)

• Inter da tre mesi sotto inchiesta dalla procura di Milano per plusvalenze, inchiesta ancora in corso

• Inter nel 2001 sotto inchiesta dalla procura di Roma per plusvalenze, di questa non si hanno notizie

• Mancini, il moralizzatore, che accetta (a Firenze) il patentino preso illecitamente grazie al sistema di cui parla male

• Materazzi che, il 5 maggio 2002, chiede all'avversario in partita (la Lazio) di farli vincere (e dire che i laziali – a parte Poborsky - ci hanno pure provato...)

• Il presidente della squadra moralizzatrice “Pirlatti” non prende mai un provvedimento contro i comportamenti, recidivi e da codice penale, del tesserato Materazzi, meglio conosciuto come “Macellazzi”

• Incontri, mai negati, di Facchetti con Nucini – l’arbitro dichiara di essere molto amico di Facchetti e di aver pranzato spesso con lui, per questo i vertici AIA lo boicottavano (complimenti, proprio un arbitro super partes)

• Nucini dichiara di aver raccolto, in un cd rom, tutti i comportamenti antiinteristi dei suoi colleghi (complimenti al novello Mata-Hari, ma non era un arbitro?)

• Cene, mai negate, Facchetti-Bergamo a casa Bergamo, quando l’Inter andava a giocare in Toscana (addirittura, nella trasmissione di Mentana “Matrix”, Bergamo dichiara che Facchetti si fermava anche a dormire a casa sua)

• Telefonate, innegabili, Facchetti-Pairetto

• Telefonate, mai negate, Moratti-Fazi

• Telefonate Inter-Bergamo, nella trasmissione di Antenna3 del 11/09/2006 Bergamo dichiara di aver ricevuto telefonate dai dirigenti di tutte le squadre di A e si stupisce di come risultino intercettate solo le telefonate di Moggi

• Fidejussioni false firmate da Facchetti per la Reggina


FRODI VINTAGE :

• Carta di identità di Bernazzani falsificata (abbassata l'età) scoperta durante mondiale Fifa per giovanili

• Carta d'identità falsata con nome e cognome di altra persona causa limite minimo di età superato del giovane giocatore Massimo Pellegrini


Questi sono invece i famosi
COMPORTAMENTI DA INTERISTI
(vengono ad imitarli da ogni dove):
Qui siamo nel “FAMOSO STILE INTER”


QUESTA E’ VERA ETICA COMPORTAMENTALE


• DECRETO SPALMADEBITI UTILIZZATO DA TUTTE LE SQUADRE (INTER IN PRIMIS) MENO CHE DALLA JUVENTUS (permette di pagare ratealmente senza interessi – le famose 2000 rate a interessi zero)

• Dirigenti interisti, nell’estate 2006 dichiarano di AVER FATTO PEDINARE DE SANTIS DA UN INVESTIGATORE PRIVATO, cosa hanno trovato? Lo hanno trovato che annullava un gol regolare di Trezeguet nella finale della Supercoppa Italiana

• CRISI EPILETTICHE DI RONALDO A PARIGI (ma erano stati quelli del Brasile a doparlo, gli interisti quelle cose mica le fanno)

• AMICIZIE DI RONALDO E JULIO CESAR CON TUTTI GLI SPACCIATORI BRASILIANI (ma semplicemente ne stavano tentando il recupero sociale)

• DICHIARAZIONI DI WOME SULLE SOSTANZE ASSUNTE IN CASA INTER (dopo ritrattate perchè sicuramente false – garantisce Bellicapelli Mancini)

• MOTORINI GETTATI DAL 2° ANELLO DI SAN SIRO ( ma solo perchè al 1° anello facevano la raccolta differenziata ed avrebbero recuperato la materia prima). Ed ora pedalare che il motorino non ce l’abbiamo più.

• FUMOGENI GETTATI SULLA TESTA DI DIDA (ma era solo per fargli un pò di festa, avevano già perso la partita in casa 2-0 e stavano perdendo anche quella in trasferta, quindi....)

• INSULTI RAZZISTI AL POVERO ZORO (ma no che non erano razzisti, era solo per fargli capire quanto invidiassero il colore della sua pelle)

• RANDELLATE DI MATERAZZI (diventato lo zimbello d’Europa per la sua idiozia tanto da essere squalificato per 2 giornate per “AVER DATO UNA PETTATA SULLA FRONTE DI ZIDANE”)

• RANDELLATE DEI TIFOSI NERAZZURRI (Nazzareno Filippini è morto a seguito di calci e bastonate alla testa ricevuti dopo un Ascoli-Inter del 9/10/1988 ma gli ultrà interisti sono stati assolti per insufficienza di prove – erano in troppi a menare e non c’erano prigioni)

• RANDELLATE DI UN TIFOSO NERAZZURRO CHE UCCIDE UN TIFOSO JUVENTINO IN UNA LITE PER CALCIOPOLI NELLA BASSA PADANA (inneggiava a Moggi)

• BICCHIERATE DI UN TIFOSO NERAZZURRO SULLA TESTA DEL FIGLIO DI GALLIANI A PORTOFINO (motivate dal fatto che gli girassero le paraboliche)

• MANCINI, nel 2005/2006, E’ L’ALLENATORE PUNITO CON PIU’ GIORNATE DI SQUALIFICA (ma il “grande moralizzatore” dice di non aver commesso il fatto - perseguitato?)

• I GRANDI PUTTANIERI NERAZZURRI. Il giorno dopo l’irruzione della polizia in un bordello milanese, dove vengono scoperti e messi a verbale i nomi di 6 giocatori nerazzurri, l'Inter emette un menzognero comunicato in cui nega il fatto; inchiodata da pubblici verbali l'allenatore due giorni dopo non può che ammettere che i sei puttanieri sono giocatori dell'Inter

• I GRANDI CONSIGLIERI E LA LORO FEDINA PENALE: la squadra moralizzatrice si circonda di consiglieri che hanno patteggiato il carcere o sono stati agli arresti domiciliari (puliti dentro, belli fuori).

• 800 MILIONI DI EURO SPESI DA MORATTI (IN 15 ANNI) PER NON VINCERE UN CAZZO (fatta eccezione per quanto vinto dal suo tesserato Guido Rossi – Commissario sub-morattiano super partes). Con tutti quei soldi avremmo salvato milioni di bambini dell’Africa centro occidentale

• IL NUMERO DI GIOCATORI E ALLENATORI MESSI SOTTO CONTRATTO FINO ALL’ESTATE 2006 (non dimentichiamo che Moratti sarà un PIRLA ma i soldi che tira fuori poi vengono scalati da quelli che l’azienda di famiglia dovrà pagare al fisco italiano, e cioè siamo noi poveri sfigati che abbiamo pagato i sotto elencati 161 giocatori e i 9 allenatori)

PORTIERI (14)

Ballotta
Bindi
Carini
Cordaz
Ferron
Fontana
Frey
Frezzolini
Julio Cesar
Mazzantini
Orlandoni
Pagliuca
Peruzzi
Toldo

DIFENSORI (57)

Adani
Andreolli
Angloma
Bergomi
Bia
Blanc
Brechet
Burdisso
Camara
F.Cannavaro
Centofanti
Cirillo
Coco
Colonnese
Conte M.
Cordoba
Domoraud
Favalli
Ferrari
Festa
Fresi
Galante
Gamarra
Georgatos
Gilberto
Gresko
Grosso
Helveg
Macellari
Maicon
Materazzi
Maxwell
Mezzano
Mihajlovic
Milanese
Padalino
Paganin A.
Paganin M.
Panucci
Pasquale
Pedroni
Pistone
Rivas
Roberto Carlos
Samuel
Sartor
Serena M.
Silvestre
Simic
Sorondo
Tarantino
Tramezzani
Vivas
West
Wome
J.Zanetti
Ze Maria

CENTROCAMPISTI (56)

Almeyda
Beati
Berti
Bianchi
Brocchi
Cambiasso
Carbone
Cauet
Cinetti
Dacourt
Dalmat
D’Autilia
Davids
Dell’Anno
Di Biagio
Djorkaeff
Emre
Fadiga
Farinos
Figo
Gonzalez
Guglielminpietro
Ince
Jonk
Jugovic
Karagounis
Kily Gonzales
Lamouchi
Luciano
Manicone
Morfeo
Moriero
Nichetti
Okan
Orlandini
Orlando
Paolo Sousa
Peralta
Pirlo
Pizarro
Seedorf
Seno
Sergio Conceiçao
Sforza
Shalimov
Simeone
Solari
Stankovic
Vampeta
Van Der Meyde
Veron
Vieira
Winter
Zanchetta
Zanetti C.
Ze Elias

ATTACCANTI (34)

Adriano
Baggio
Batistuta
Bergkamp
Branca
Caio
Choutos
Colombo
Corradi
Crespo
Cruz
Delvecchio
Di Napoli
Ferrante
Fontolan
Ganz
Ibrahimovic
Kallon
Kanu
Keane Roy
Martins
Mutu
Pacheco
Panchev
Rambert
Recoba
Ronaldo
Russo
Sinigaglia
Sukur
Ventola
Veronese
Vieri
Zamorano

ALLENATORI (9)

Castellini
Cuper
Hodgson
Lippi
Lucescu
Mancini
Simoni
Verdelli
Zaccheroni


Il "signor Moratti" (ma signore solo di portafoglio) poteva risparmiarsi di usare l'addio a Facchetti in maniera ipocrita, distribuendo gratuitamente slogan "simpatici" sulla lealtà dell'Inter, gli onesti, i puliti.

Caro Moratti,
"Signori si nasce" e lei non lo è mai nato.

Intervento di:
Andrea Pirlo #21 Inviato il: 29/12/2007, 16:37
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