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> Dog Bite Dog, Giovedì 6 al Cineforum
Senbee Norimaki
messaggio 4 Mar 2008 - 12:02
Messaggio #1


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Comincia questo giovedì la rassegna sui migliori film dello scorso Far East Film Festival. Un' occasione per scoprire il più bel festival cinematografico che abbiamo in Italia, il ritorno al cinema del maestro di Wong Kar Wai e tre giovani registi già considerati dalla critica tra i migliori al mondo ma purtroppo mai distribuiti nei cinema del nostro Paese.

Questa settimana è il turno di Soi Cheang, giovane autore del film più sconvolgente di questa rassegna: una sorta di versione estrema del duello fra i due protagonisti di "NON E' UN PAESE PER VECCHI" dei fratelli Coen.

Giovedì 6 Marzo ore 21,15 presso Area Giovani (via Labriola 11, trasversale di viale Krasnodar dalle parti della Conad) verrà proiettato:
DOG BITE DOG (Hong Kong 2006).


(IMG:http://digilander.libero.it/livingineurope/new_1117_14693.jpg)


IL TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=w2h7eSo0uTg


LA TRAMA:

"Hong Kong, un giovane e poco ortodosso poliziotto (Sam Lee) è sulle tracce di un ferocissimo assassino (Edison Chen), immigrato cambogiano cresciuto come una bestia, forgiato sin dalla tenera età da combattimenti clandestini all'ultimo sangue."

(IMG:http://digilander.libero.it/livingineurope/dbd22.jpg)
(IMG:http://digilander.libero.it/livingineurope/dbd2.jpg)

LA CRITICA:

"Le indubbie, elevate capacità tecniche di Soi Cheang erano da tempo risapute. In "Dog Bite Dog", però, la sua regia riesce a trovare una nuova ed ancor più elevata dimensione. La perfezione di ogni inquadratura ha dello sconvolgente.[...]Una costola di cinema hongkonghese degli anni 80 sparata a tutta velocità in un 2006 che non ha più paura dell'handover ma solo un grande coraggio e tanta voglia di fare (vero) cinema." http://www.asianfeast.org

"Non bisogna stupirsi se durante i primi dieci minuti del film accade di tutto perché continuerà ad accadere di tutto durante tutta la durata, le gabbie sono aperte e tutte le frustrazioni passate e future dei protagonisti diventeranno gli artigli per una lotta senza fine, un' autodistruzione e una presa di coscienza che mette in gioco tutto e tutti. Il regista prende letteralmente a pugni la platea e ci riesce in pieno attraverso dolore, sacrificio e sangue, tutto trascinato da una volontà bestiale ma perfettamente riconducibile all'uomo." Cangaceiro Cinema

"Con "Dog bite dog", Soi Cheang si conferma uno tra i più dotati, se non il migliore in assoluto, della nuova generazione di registi di Hong Kong, sempre pronto a sparigliare le carte in tavola e ad individuare soluzioni originali e poco frequentate, inusuali anche per un cinema dinamico e costantemente in movimento come quello dell'ex colonia britannica." http://www.cinemalia.it

DOVE:

Il Cineforum si trova presso Areagiovani (ex Rodari), via Labriola 11 a Ferrara (una trasversale di via Krasnodar, vicino alla Conad). L'ingresso è a offerta libera facoltativa ed è aperto a tutti.
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Dani80
messaggio 7 Mar 2008 - 09:53
Messaggio #2


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Film molto crudo con alcune scene veramente ripugnanti
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Senbee Norimaki
messaggio 7 Mar 2008 - 10:11
Messaggio #3


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È tutto quello che ti ha trasmesso? (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_eek.gif)

Film molto crudo in un mondo terribile, in cui si fanno strada atomi di poesia, in un crescendo dove l'umanità prevale infine, sempre, sulla disumanità di un mondo di bestie. "Una creatura vive a costo di un'altra creatura". Appunto: dog bite dog, cane morde cane.
Dov'è il bene? Dov'è il male? Nulla è definito, tranne che l'unica cosa pura e vera: l'amore e la nascita.
Grandissimo film, grande poesia, nonostante (anzi grazie a) le scene disumane e l'ambientazione di squallore apocalittico e miserabile. Il bene, la poesia, esistono solo in quanto contrapposizione al male. Se il male, come in questo film, è assoluto, il bene che ne stilla dev'essere altrettanto assoluto e puro. Da qui la scelta di contrapporre due generi apparentemente inconciliabili: l'horror sociale violento e il melodramma. La morale è: Soi Cheang è un genio.

Ritengo questo film molto simbolico di un modo di fare cinema che era tipico di Hong Kong, ed è uno dei motivi per cui amo quel cinema e per cui amo Hong Kong.
Il concetto è uello di esagerazione. Da noi l'esagerazione c'è solo quando si fa exploitation o quando si strizza l'occhio al pubblico, mentre a Hong Kong si esagera perché il regista voleva fare così, punto. Fottendosene del pubblico. Soi Cheang voleva fare un melò vietato ai minori (!!!) e l'ha fatto. Convincendo pienamente (previo calarsi un attimo nella cultura orientale).

Lo schema è semplice: si fanno un paio di marchette (su commissione cioè) in cui si mette a disposizione la propria professionalità per film di sicuro effetto al botteghino, e col ricavato ci si autoproduce il film che si aveva in mente. Poco importa se piacerà solo a Ghezzi e a Senbee. E inaspettatamente questi film hanno forte presa sul pubblico hongkonghese, che apprezza davvero questo ritorno alle proprie radici, al proprio vivere in una città ricchissima e rutilante che convive con la cultura della sopravvivenza e delle radici contadine. Perché Hong Kong è un assurdo mix tra Hollywood e il quartiere Scampia di Napoli, tra Miami Beach e il quartiere Ballarò di Palermo. Solo da lì possono venire fuori questi film, in cui l'anima melodrammatica da sceneggiata napoletana si sposa con l'incubo metropolitano di un poliziesco diretto a livelli straordinari e prodotto con tutti i crismi del blockbuster.

Se apprezzate questo tipo di cinema, questo cinema senza se e senza ma, penso che probabilmente adorerete i film che presenterò al ciclo di giugno (film che sto ultimando di tradurre in questi giorni).

Messaggio modificato da Senbee Norimaki il 7 Mar 2008 - 12:49
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Faye
messaggio 7 Mar 2008 - 12:08
Messaggio #4


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Un capolavoro, ogni volta che lo rivedo non riesco a non trovarlo un film PERFETTO.
Nessuna sbavatura, nessuna scena di troppo, fotografia perfetta, regia perfetta, sceneggiatura impeccabile.
Un film che lacera l'anima (se un'anima ce l'hai, of course), un film sul dualismo stesso tra bene e male, sovvertito fino all'estremo, in cui la luce proviene dall'eccesso di buio e, viceversa, il desiderio di troppa luce forse rende ciechi.

@ Dani: cvd, pensierini delle elementari. E non aggiungo altro che sennò mi bannano. (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_rolleyes.gif)

Messaggio modificato da Faye il 7 Mar 2008 - 12:08
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Senbee Norimaki
messaggio 7 Mar 2008 - 12:39
Messaggio #5


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È proprio questa contrapposizione continua fra elementi del tutto contrastanti che dà la cifra del cinema di Hong Kong, della cultura di Hong Kong e di questo film. L'armonia degli opposti: è Taoismo.

Un esempio: il film ti ha appena piombato nel punto più basso e orribile, con tanto di violenza carnale e incesto e omicidio brutale in una catapecchia in mezzo a un'abominevole e nauseante discarica, il protagonista che non parla la lingua locale disegna una barca alla vittima dello stupro (anche lei non parla la lingua locale) per farle capire che vuole informazioni per scappare, e lei gli restituisce il biglietto con sopra aggiunti sulla barca un omino e una donnina stilizzati, a significare "voglio fuggire con te"...
È il primo atomo di tenerezza e di poesia, che si fa strada piano piano e sfocia nel finale che è un inno alla vita, contro tutto e contro tutti.

È questa contrapposizione tra elementi base, quasi fra archetipi antropologici, tra violenza assoluta e amore basilare e ancestrale, che genera la sostanza del film, il non detto, il non rappresentato, la materia "in absentia" che costituisce il cuore pulsante della narrazione.

È come parlare di un soggetto rappresentandone solo gli estremi dal cui scontro nasce. È come rappresentare la Terra partendo solo dal ghiaccio e dal fuoco, è come rappresentare l'Amore partendo solo dalla Morte e dalla Vita.
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Dani80
messaggio 7 Mar 2008 - 13:53
Messaggio #6


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L'unici aspetti di "umanità" è l'amore del protagonista verso la sua ragazza e suo figlio. Per il resto i rapporti tra gli uomini vengono rappresentati con una barbarie tale che sembrano animali, quasi un branco di cani. Mi ha fatto piacere vedere tale film in quanto ha uno stile originale ed insolito.
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Senbee Norimaki
messaggio 7 Mar 2008 - 14:08
Messaggio #7


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CITAZIONE (Dani80 @ 7 Mar 2008 - 13:53) *
L'unici aspetti di "umanità" è l'amore del protagonista verso la sua ragazza e suo figlio.


Eh, hai detto niente!

Questi rapporti che noi consideriamo normali e ci rendono indifferenti, inseriti in quel contesto assurgono a una potenza enorme e universale, vengono spogliati cioè di tutte le sovrastrutture e ricondotti alla loro natura di sentimenti assoluti, elementari, ancestrali.

CITAZIONE
Per il resto i rapporti tra gli uomini vengono rappresentati con una barbarie tale che sembrano animali, quasi un branco di cani.


È qui il punto. Non sembrano animali: sono animali. Noi siamo animali, abbiamo gli istinti proprio come tutti gli altri animali, nel nostro DNA c'è la sopravvivenza, c'è il vivere a scapito di altri simili. Denudando l'uomo delle sue sovrastrutture, calandolo in una situazione in cui sono solo gli istinti primordiali a contare, Soi Cheang riesce nel meraviglioso intento di raccontare la natura purissima e universale dell'amore. Che è poi il senso del melodramma. E per farlo usa un espediente molto metacinematografico: lo scontro tra due generi cinematografici opposti (melo e poliziesco brutale).

Che è poi il tema di un classico del cinema: "Badlands" ("La rabbia giovane") di Terrence Malick.
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