Bad Boys, Processo Sospeso, Per il conflitto di competenza atti alla Corte Costituzionale. |
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Bad Boys, Processo Sospeso, Per il conflitto di competenza atti alla Corte Costituzionale. |
16 Feb 2008 - 10:11
Messaggio
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Gago Gruppo: Utente Messaggi: 1607 Iscritto il: 3 September 2007 Utente Nr.: 2779 |
Mattia Carrà ha sollevato un'eccezione di incompatibilità ambientale
Il caso dei due 'bad boys' alla Corte Costituzionale Finirà alla Corte Costituzionale il caso giuridico di Mattia Carrà. È l’unica novità dell’udienza che ha visto alla sbarra gli ultimi due imputati dell’operazione “Bad boys”, Carrà, 24 anni, e Stefano Zanrosso, 22 anni, difeso dall’avvocato Carlo Bergamasco. I due avevano scelto il rito abbreviato, a differenza degli altri sette coinvolti nell’inchiesta (oltre a due minorenni la cui posizione è stata stralciata dal processo) che avevano già patteggiato pene da 1 a 4 anni. “Bad Boys” è il nome dell’inchiesta della squadra mobile che coinvolse l’estate scorsa alcuni ragazzi della “Ferrara bene” in un giro di spaccio di droga leggera. L’inchiesta, per fatti che risalgono agli anni dal 2003 al 2006, prese vita dalle dichiarazioni di un minore che all’inizio dell’anno scorso venne trovato dalla madre con circa 23mila euro in contanti nascosti dentro lo zainetto. Da qui partirono le indagini che presto si intrecciarono, anche se in maniera del tutto casuale, con la vicenda Aldrovandi. Tra i Bad Boys figura infatti anche Luca Pagliarini, 20 anni, che passò alcuni attimi con Federico Aldrovandi al Link, locale bolognese, la notte in cui il 18enne morì. Pagliarini venne arrestato ad aprile in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare. Prima di lui finirono in manette Giacomo Gardellin, 24 anni, originario di Monselice (in provincia di Padova) - secondo l’accusa colui che teneva le redini del traffico - e Diego Nasci, ferrarese di 27 anni. Nella rete dell’inchiesta finì anche lo studente universitario di 24 anni Mattia Carrà che, secondo l’accusa, da consumatore si sarebbe adoperato anche come spacciatore saltuario. Carrà è il figlio della pm Mariaemanuela Guerra, il magistrato che condusse i primi mesi di indagine sulla morte di Aldrovandi, salvo poi lasciare per “motivi personali e familiari”, come si espresse la pm in quell’occasione. Ieri mattina, nell’udienza camerale davanti al gip, rappresentato dal giudice Caruso, Carrà – tramite il suo legale, l’avvocato Giovanni Flora del foro di Firenze – ha sollevato un’eccezione di incompatibilità ambientale del magistrato a giudicare sul suo caso. Tecnicamente è stato chiesto di applicare la legge sulle guarentigie dei magistrati in quanto parente prossimo di un pm della procura del luogo dove si svolge il processo. La legge prevede questa garanzia di libertà di giudizio solo per la persona fisica, il pm; ma secondo l’avvocato Flora la normativa potrebbe essere estesa ai parenti prossimi. Caruso ha accettato l’eccezione dell’imputato, sottoponendo l’interpretazione della norma al giudizio della Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi in merito e decidere se accettare la richiesta: in questo caso il processo passerebbe all’ufficio giudiziario competente più vicino, ovvero Ancona. In attesa del pronunciamento il processo, per entrambi gli imputati, è stato sospeso e si dovrà attendere circa un anno prima che possa riprendere. http://www.estense.com/?module=displaystor...amp;format=html |
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