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> Kakà Pallone D'oro 2007, Ennesimo riconoscimento al fuoriclasse brasiliano
2pac
messaggio 3 Dec 2007 - 11:30
Messaggio #1


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Grande, immenso, leader, e simbolo della nostra squadra.

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CITAZIONE
Il brasiliano del Milan Kaka', con 444 voti, ha vinto il pallone d'oro. Succede a Fabio Cannavaro. Il giocatore ha ricevuto il trofeo da Gerard Ernault, direttore della rivista che organizza il premio France Football.
Kaka' ha preceduto nella classifica stilata dai giornalisti europei Cristiano Ronaldo e Messi. Al quinto posto il primo italiano, compagno di squadra di Kaka' nel Milan, Andrea Pirlo, al decimo posto Francesco Totti.
''E' un'emozione grandissima, ringrazio tutti. E' un giorno speciale per me e per tutti i tifosi rossoneri'': lo ha detto il brasiliano Kaka'. L'attaccante rossonero ha ricevuto in diretta televisiva il Pallone d'oro. Il brasiliano del Milan e' accompagnato dalla moglie Caroline, dalla madre e dal fratello.
Nella votazione primo degli italiani e' stato Pirlo, quinto con 41 voti. Decimo Totti con 20 voti, 16° Inzaghi, 18° Maldini, 19° Buffon e 24° Cannavaro.


CITAZIONE
Milano, 2 dicembre - Milano-Parigi e ritorno. Il viaggio di Kaka` per ricevere il Pallone d’Oro non e` durato molto. Nel tardo pomeriggio il brasiliano e` rientrato infatti nella citta` meneghina, recandosi in Piazza del Duomo, dove si e` affacciato verso quasi duemila tifosi plaudenti da uno dei balconi dei palazzi che si affacciano sulla storica piazza.
Successivamente, ai microfoni di Italia 1, il fuoriclasse rossonero ha ribadito la propria volonta` di diventare la prossima bandiera del Milan: ”Voglio vincere ancora tanto e bissare tutto quello che ho vinto finora, dalla Champions al Pallone d`Oro. Questa e` la 5.a stagione qui. Ho avuto tante opportunita` di andar via, ma e` normale per un giocatore del Milan venire cercato. Voglio diventare capitano di questa squadra, una bandiera, il mio futuro sara` qua e io sono contento nel Milan”.
Kaka` ha parlato anche del suo rapporto con il club: Ho un rapporto molto bello con i compagni e con la societa`, non ho bisogno di cambiare squadra”.
In chiusura: ”Non mi piace criticare gli arbitri perche` anche loro possono sbagliare. So che devo subire marcature dure, ma non mi piacciono solo i falli cattivi”.



CITAZIONE
Milano, 2 dicembre - E’ arrivato dal Brasile nell’estate del 2003. Ma, quella sera ad Ancona, pareva giunto dal futuro. Secondo Fabio Caressa, telecronista di Sky, Ricardo Kaka` ha eliminato un tempo nel calcio, quello in cui si controlla il pallone e si pensa la giocata. L’avremmo dovuto capire gia` la sera del suo esordio. Non c’e` stato bisogno di attenderlo, c’e` stata solo sorpresa. Di colpo ha dimostrato di essere pronto per calcare palcoscenici importanti. E anche di saper recitare il ruolo di primo tenore alla ‘Scala del calcio’. Kaka` ha bruciato le tappe, o forse le abbiamo bruciate noi nell’avvicinarci a lui e alla sua modernita`. Che sia un giocatore d’avanguardia lo si capisce osservandolo giocare. Non e` un numero dieci classico, ma non e` nemmeno una seconda punta tradizionale. Non ha il gioco da fermo di Zinedine Zidane, eppure del francese condivide la fisicita`, tradotta da solidita` a esplosivita`. Senza che per questo si dica che al brasiliano manchi il fondo con il quale concludere una cavalcata. All’inizio, quando apparve sulla scena nostrana, il gioco al paragone illustre e` stato spontaneo. Per alcuni assomigliava a Michel Platini, perche` come il francese sa avviare e finalizzare un’azione. Per altri era il nuovo Johan Cruyff, per la capacita` di sconvolgere il mondo del calcio con un nuovo modo di giocare. Ma i paragoni si sono presto esauriti. Non appena si e` compreso davvero, o forse anche solo inconsciamente, che i termini con cui raffrontare la classe del brasiliano sono quasi del tutto inconsistenti. Occorrono semmai nuove parole per descriverne l’importanza e la capacita` innovativa. Se Platini era un numero dieci, Roberto Baggio un nove e mezzo e Cruyff un quattordici, Kaka`, allora, sara` sempre un ventidue, numero che porta sulla maglia. Sara` sempre e solo se stesso.

A volte fin troppo. E viene da pensarlo quando si ricorda cio` che Jorge Valdano ha scritto di Zidane, definendolo il numero dieci che racchiudeva la storia del calcio nelle sue giocate. Se il francese fu grande, anzi unico, per la capacita` di ricordare il passato e declinarlo in modo diverso ad ogni allacciata di scarpe, il brasiliano lo e` esattamente per il motivo opposto. La parabola di Kaka`, di quello che di questo venticinquenne abbiamo sinora visto, racconta il progressivo avvicinarsi al passato di un talento nato all’avanguardia. Il primo Kaka` italiano non conosceva il gioco, ma lo capiva all’istante, intuendo subito quale fosse il ‘Tallone d’Achille’ avversario, facendo proprio il momento pregnante dell’incontro. Poi e` iniziato il lavoro, lo studio e la strutturazione del campione. Ma, per fare questo, Carlo Ancelotti e il suo staff hanno dovuto dare lezioni di storia calcistica al brasiliano. Che, ora, dimostra di aver imparato non solo a decidere un incontro, ma anche a posizionarsi in un ruolo, quello di seconda punta, recitando un copione. Non vivendo, in buona sostanza, di sole improvvisazioni.

L’oro di Kaka` sta qui. Nella capacita` di sapere non solo sconvolgere come tutte le avanguardie fanno. Ma di saper anche rientrare nei ranghi, e vestirsi regolarmente di abiti normali. Il ventidue del Milan e` questo. Un giocatore che ha fatto esaurire in poco tempo i termini di paragone ai critici, che pure di paragoni vivono (chiedere a Zlatan Ibrahimovic). Basta osservarlo, capirlo. Kaka` ha reinventato il ruolo della mezz’ala. Il gioco da fermo non e` il suo punto forte, contrariamente alla tradizione, nonostante il controllo palla sia perfetto. Ha bisogno di spazi in cui sprigionare la propria energia e le proprie giocate essenziali. Kaka` non ha il lancio dei Platini o degli Zidane. Kaka` gioca con colpi da biliardo che arrivano dove devono arrivare, accontentandosi di ‘scaricare’ il pallone al compagno di reparto che, il piu` delle volte, deve solo centrare lo specchio e segnare. Stupisce non per la giocata classica, quanto per il cambio di passo, per il saper rimettere subito rilanciare la manovra. Kaka` impressiona addirittura, perche` quasi mai da` l’impressione di aver pensato un passaggio, non avendo avuto il tempo materiale per farlo, ma sempre riesce nella soluzione piu` razionale, piu` intelligente. Kaka` non pensa, agisce. Kaka` alza, non ammorbidisce i ritmi. E non e` un caso che quando il resto della compagnia milanista si adagia su ritmi da dopolavoro, il brasiliano preferisca lasciare il palcoscenico ad altri.

La causa, e il motivo di ulteriori smussamenti futuri, sta anche nel semplice fatto che per ‘gestire’ un match serve sapersi muovere nelle zone centrali del campo, li` dove si controlla la mole maggiore del possesso palla. E li`, questo e` sinora l’unico cruccio del brasiliano, l’asso milanista dimostra spesso di andare in difficolta`. Non e` un caso, forse, che Kaka` sia esploso con un Milan ad ‘albero di Natale’, in cui poteva muoversi liberamente dietro una punta unica, svariando e cercando spazio vitale sulle fasce, dove la sua fisicita` diviene devastante. Da trequartista puro, in zona centrale, dove gli spazi si fanno angusti, Kaka` soffre, dimostrando di non avere ancora la memoria del numero dieci antico. E, da avanguardista qual e`, finisce spesso per scontrarsi con il passato che spesso gli si ripresenta sotto forma di restaurazione della marcatura a uomo d’antico regime, che quasi sempre lo ha soffocato e ancor piu` spesso lo ha innervosito. Un nome? Christian Poulsen, e abbiamo davvero detto tutto. Ma se di mediani cosi` se ne incontra uno ogni tanto, piu` spesso il brasiliano si deve confrontare con avversari che ricorrono al fallo tattico, sinora unico vero modo per fermarlo. E’ molto difficile, infatti, che Kaka` subisca i falli che vessano un giocatore come Ibrahimovic, o arginavano una volta Diego Armando Maradona. Il brasiliano non cerca la giocata, la fa. E per farla ha bisogno di spazio. Il difensore avveduto lo sa e, per questo, lo ferma ancor prima che prenda il passo, anche solo con un falletto innocuo. Per questo, Kaka` chiude la gara-tipo con un numero impressionante di falli subiti, il piu` delle volte nemmeno sanzionati con un semplice cartellino giallo. I limiti della miniera d’oro dell’asso brasiliano sono questi. Il grosso del metallo e` gia` stato scoperto, eppure si ha la sensazione che qualche pepita debba essere ancora ritrovata. Stara` a Carlo Ancelotti scovarla.


CITAZIONE
Milano, 2 dicembre -PALLONE D'ORO:TRADIZIONE ROSSONERA

La storia del Milan e` legata a doppio filo con quella dei suoi Palloni d’oro. Per una squadra da sempre a vocazione internazionale (da ben prima dell’arrivo di Silvio Berlusconi e a dispetto del nome dei ‘cugini’) non poteva che essere cosi`. I campioni che hanno scritto il loro nome nell’albo d’oro del premio vestendo la maglia rossonera sono infatti quelli che hanno scandito le epoche di successi del Milan. Basta elencarli per evocare la storia della societa` di via Turati degli ultimi quarant’anni: Rivera, Ruud Gullit, Marco Van Basten, George Weah, Andriy Shevchenko e adesso Kaka`. L’elezione del brasiliano a miglior giocatore del mondo regala al Milan un altro record. Finora era infatti la Juventus la squadra ad aver vinto il maggior numero di Palloni d’oro, ma con il successo di Kaka` i rossoneri raggiungono la Juve a quota otto. Per i bianconeri i nomi sono altrettanto prestigiosi: Omar Sivori, Paolo Rossi, Michel Platini (tre volte), Roberto Baggio, Zinedine Zidane, Pavel Nedved.

Il primo e finora unico italiano del Milan (primo italiano in assoluto) ad aver vinto il prestigioso premio, nel 1969, fu Gianni Rivera. Classe, eleganza e un talento straordinario sono le caratteristiche di quello che da molti e` ancora considerato il miglior calciatore italiano di sempre. Vesti` la maglia del Milan dal 1960 al 1979, collezionando anche 60 presenze e 14 gol in Nazionale, con la quale disputo` ben quattro mondiali e vinse gli Europei ‘68.

Dagli anni sessanta si passa al Milan di Arrigo Sacchi dell’era berlusconiana: una squadra capace di vincere tutto, grazie al trio delle meraviglie olandesi Gullit, Van Basten e Rijkaard. Ruud Gullit vince il premio nel 1987, quando e` al Milan da soli tre mesi, in virtu` dei suoi successi con la maglia del Psv Eindhoven, ma avra` modo negli anni a seguire di trascinare i rossoneri al successo in Italia e in Europa, con la sua potenza fisica abbinata a doti tecniche e carismatiche non comuni. L’anno successivo e` la volta di Marco Van Basten, che si ripetera` anche nel 1989 e nel 1992, prima di ritirarsi anzitempo dai campi di calcio per un grave infortunio, a soli 29 anni, privando il calcio di uno dei migliori centravanti di sempre.

Tramontata l’era degli olandesi, il Milan continua la serie dei successi grazie a talenti stranieri come Savicevic, Boban e Weah. Proprio il liberiano vince il Pallone d’Oro nel 1995. Non un grande realizzatore (molto altruista sotto porta) l’attaccante restera` nella storia del calcio anche per un gol segnato in un Milan-Verona del settembre ’96, dopo aver attraversato tutto il campo seminando sette avversari in dribbling.

Passano nove anni, ed e` la volta di Andriy Shevchenko, che si aggiudica il premio nel 2004. L’ucraino e` la vera stella del Milan pre-Kaka`. In rossonero resta dal 1999 al 2006, collezionando 296 presenze e 172 gol e vincendo praticamente tutto: campionato, Coppa Italia, Champions League, Supercoppa italiana ed europea. Per due stagioni e` stato anche capocannoniere del campionato (1999/00 e 2003/04).

Successi e grandi campioni che hanno scritto la storia rossonera, ma resta un rammarico. Mancano infatti all’appello i due italiani che hanno costruito le fondamenta del Milan vincente degli ultimi 20 anni: Franco Baresi e Paolo Maldini. Per Baresi non sono bastate tre Coppe dei Campioni, altrettante Supercoppe e due Intercontinentali, oltre a una finale dei Mondiali persa ai rigori nel 1994, per arrivare all’ambito riconoscimento. L’altro grande escluso e` Maldini, che al palmares di Baresi aggiunge al suo attivo due Champions League e due Supercoppe in piu` dell’ex compagno di reparto: neanche lui ha mai ritirato il Pallone d’oro.

I milanisti vincitori del Pallone d’oro:

1969 Gianni Rivera
1987 Ruud Gullit
1988 Marco Van Basten
1989 Marco Van Basten
1992 Marco Van Basten
1995 George Weah
2004 Andriy Shevchenko
2007 Kaka`



CITAZIONE
Milano, 2 dicembre - Al momento della consegna del Pallone d`Oro a Parigi, Kaka` ha espresso tutta la sua gioia. `E` stato un anno eccezionale, il Pallone d`Oro corona un anno straordinario. Voglio ringraziare Dio che mi ha permesso di essere qui oggi`.

I ringraziamenti del brasiliano proseguono: `Ringrazio mia moglie, i miei genitori e poi il Milan, squadra che mi ha permesso di vincere, cosi` come i miei compagni di squadra, del Milan e del Brasile e tutti i tifosi`.

Precedentemente ai microfoni di Sky, Kaka` aveva parlato del suo rapporto con il Milan: `Ho sempre detto che voglio diventare una bandiera, voglio diventare il capitano di questa squadra e penso che la persona migliore da cui imparare questa cosa sia Paolo Maldini, che ha giocato tutta la vita nella stessa squadra e ha vinto tantissimo. Io ho appena cominciato la mia carriera, sto vincendo e lui puo` essere il punto di riferimento piu` vicino a noi, che siamo dei giocatori vincenti`.

Il campione continua parlando di se stesso come calciatore: `Sono piu` maturo, ho piu` esperienza, ho imparato tante cose e quindi riesco a mettere in campo la mia esperienza, la mia maturita` e per questo riesco a segnare di piu`, riesco a giocare con piu` costanza e questo verra` col tempo<`.

E infine il suo prossimo obiettivo: `Il Mondiale in Giappone, e` quello che mi manca adesso. Questo e` il campionato piu` importante per un sudamericano perche` se vinci la Coppa Libertadores puoi andare a giocare il Mondiale per Club, quindi io sono cresciuto sapendo che quello e` il campionato piu` importante. Adesso ho l’opportunita` di vincerlo, l’ho perso nel 2003 e adesso voglio vincerlo`.
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Morpheus
messaggio 10 Dec 2007 - 10:30
Messaggio #2


Neso
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riconoscimento più che dovuto, anche se credo che quest'anno stia disputando la sua peggior stagione nel milan...forse è solo stanco,o manca un pò di dinamismo in attacco da parte dei suoi compagni di reparto...

comunque avere dei cali di forma ci sta, in fin dei conti sono uomini, mica macchine.
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Deus Piger
messaggio 10 Dec 2007 - 11:03
Messaggio #3


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CITAZIONE (Morpheus @ 10 Dec 2007 - 10:30) *
riconoscimento più che dovuto, anche se credo che quest'anno stia disputando la sua peggior stagione nel milan...forse è solo stanco,o manca un pò di dinamismo in attacco da parte dei suoi compagni di reparto...


O magari si è rotto il cazzo a giocare in mezzo a un reparto offensivo composto da scimmie (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_smile.gif)
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