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> Architettura Filmica, Il nuovo ciclo del cineforum
Senbee Norimaki
messaggio 2 Nov 2007 - 16:58
Messaggio #1


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Dopo una settimana di pausa, l'8 Novembre riparte il Cineforum con un nuovo ciclo di proiezioni, questa volta organizzato da fra. Ecco la sua presentazione...

(IMG:http://www.tate.org.uk/liverpool/ima/rm2/images/metropolis_lg.jpg)

INTRODUZIONE

Un ciclo di proiezioni per analizzare - nello spazio consentito da una breve rassegna - le strette relazioni che intercorrono tra due materie che seppure distanti nella specificità dei mezzi, tendono a confondersi nella frequente sovrapposizione dei propri, incerti confini: architettura e cinema.
Superando le argomentazioni più evidenti - quali la presenza delle architetture nel cinema o l’influenza esercitata da certi film sull’architettura -, si vuole mostrare alcune delle significative analogie strutturali rintracciabili all’interno dei rispettivi processi formativi: dalla costruzione ambientale come spazio dotato di un proprio, autonomo carattere di luogo, alla definizione dell’immagine come composizione di corpi collocati in precisa relazione reciproca, sino alla successione delle immagini come esito di un progetto sequenziale.


Giovedì 8 Novembre, ore 21:15
IL VENTRE DELL’ARCHITETTO (1987) Peter Greenaway

(IMG:http://www.arsetfuror.com/img02/MTgreenaway.jpg)

E’ il quarto film di questo singolare cineasta, forse uno dei più semplici, ma il più crudo e fisico, e comunque sempre estremamente impegnativo.
E’ insieme un atto d'amore, di stampo decisamente autobiografico, verso la Roma città eterna e una ricostruzione della dinamica dell'ansia, dell'angoscia, della sofferenza, catturate nel momento in cui si abbattono sull'individuo, facendogli perdere ogni capacità.

Fate attenzione alle immagini di Roma (che così non si era mai vista), alle immagini delle cupole, delle rotondità architettoniche e dei ventri umani: troverete, osservando con cura, che ogni piccolo particolare ha un senso preciso. Assisterete allo svolgersi di una storia tragica, cruda e violenta, ed essa vi verrà proposta in una visione maniacale, scenografica fino all'inverosimile, a tratti grottesca. E tutto nelle due cornici di una roma magica e assolutamente impassibile, nella sua immortalità, alle vicende umane, e di una colonna sonora firmata da Wim Mertens e Glenn Branca.

TRAMA:

"L'architetto americano Stourley Kracklite (Brian Dennehy) arriva a Roma con la giovane moglie incinta, Louisa, per allestire una mostra di architettura dedicata ai progetti di Etienne-Louis Boullée. Durante il suo soggiorno scopre di soffrire di una forma terminale di cancro al pancreas. Cerca di cancellare dalla sua mente il dramma che lo ha colpito cercando con accanimento amore, sesso, denaro e ambizione professionale, ma gli unici sollievi alla sua disgrazia sono il pensiero del bambino che sta per nascere e la sensazione che le pietre della Città Eterna minimizzino l'importanza di ogni destino individuale. Nodi centrali del film divengono ben presto le riflessioni dell'architetto statunitense sui monumenti che lo circondano e che pongono in una prospettiva più acuta la sofferenza individuale: nel corso della storia l'uomo non ha mai avuto remora ad asportare ciò che gli faceva comodo dai monumenti antichi, e così i marmi del Foro Romano adornano dapprima il Colosseo, poi San Pietro; quelli del Palatino innalzano il Vittoriano e le pietre del Circo Massimo sono alla base dell'orgoglioso ergersi della Cinecittà di Benito Mussolini. Kracklite si circonda in modo maniacale di immagini riproducenti ventri di statue celebri. Mentre l'architetto è sempre più solo e inizia a perdere il lume della ragione e …….. "


Giovedì 15 Novembre, ore 21:15
IL DESERTO ROSSO (1964) Michelangelo Antonioni

(IMG:http://www.cinematographers.nl/GreatDoPh/Films/DesertoRosso.jpg)

Luogo di angoscia, fisica e metafisica, la Ravenna cementizzata dall’industrializzazione massiccia è il paesaggio dello stato d’animo di Giuliana, protagonista assoluta del film. Deserto rosso: ossimoro eponimo, dichiarazione dell’assoluta centralità del colore (per la prima volta usato da Antonioni nella sua cinematografia) nel filmico e nel profilmico.
L’opera è frutto di grande maestria registica. L’immagine è sapientemente studiata: numerosi sono i riferimenti al costruttivismo, sottolineati dalle frequenti pause. Il film viene considerato da parecchi studiosi di arti visive uno dei migliori esempi di quadro prospettico, inteso come sintesi derivante dall’aggregato di inquadrature e sequenze. La scena che ritrae l’adulterio di Giuliana in una stanza d’albergo diventa per esempio un piccolo capolavoro di prospettiva cinetica. La tendenza alla conquista tanto della centralità, quanto della simmetria, si fa estrema. La scenografia è calibrata in maniera quasi maniacale; la ripresa, sempre ad altezza umana, compie una rotazione totale attorno a quel centro tematico e prospettico che è il letto.

TRAMA:

"Un incidente d'auto provoca in Giuliana uno choc che, aggravato dall'ambiente particolare in cui la professione del marito (ingegnere elettronico) la costringe a vivere, si tramuta in uno stato di continua nevrosi depressiva. Corrado, un amico del marito, si sente attratto verso la donna e tenta di aiutarla ad uscire dalla sua solitudine piena di incubi, intrecciando con lei una fuggevole ed amara relazione. Tale esperienza non fa che aggravare lo stato depressivo della donna che si vede inconsapevolmente ingannata anche dal suo figlioletto, il quale finge d'essere colpito da una grave malattia. Fallito il tentativo di porre fine violentemente alla propria esistenza senza scopo, Giuliana continuerà la sua vita in precario equilibrio tra rassegnazione e pazzia……………………………………………………….. "


Giovedì 22 Novembre, ore 21:15
METROPOLIS (1927) Fritz Lang

(IMG:http://img117.imageshack.us/img117/2836/metropolisposterfh3.jpg)

Metropolis è un film visionario, un tripudio di modernità e di innovazione; non a caso è considerato uno dei più importanti film della Storia del Cinema, apogeo dell’Espressionismo Cinematografico e modello ancora oggi per molti film di fantascienza. Le immagini della città del futuro e delle tecnologie immaginate nel 1927 stupiscono per la loro modernità, e la realtà immaginata da Lang non è poi così distante da quella attuale: robot, strade piene di automobili, grattacieli ecc. sono solo alcune delle cose “profetizzate” dal film e che oggi sono comuni e normali.

TRAMA:

"Nel 2026 in una megalopoli a due livelli gli operai che lavorano come schiavi nei sotterranei sono incitati alla rivolta da un robot femmineo che riproduce le fattezze di una di loro, la mite e pia Maria. L'ha costruito uno scienziato al servizio dei padroni che vuole vendicarsi del potente John Fredersen, dominatore della città. La rivolta provoca un'inondazione che … "


Giovedì 29 Novembre, ore 21:15
LA FONTE MERAVIGLIOSA (1949) King Vidor

(IMG:http://www.giannidivenanzo.it/cineforum/storia%20del%20cineforum_files/1998.jpg)

King Vidor riporta sullo schermo l'omonimo romanzo di Ayn Rand che vede protagonista Howard Roark. La scrittrice per il suo personaggio si ispirò dichiaratamente a Frank L. Wright (architetto statunitense e figura centrale dell' architettura organica). La casa di produzione in un primo momento si rivolse allo stesso Wright per tradurre sullo schermo le architetture pensate da Ayn Rand, ma l'alto compenso richiesto dall'architetto bloccò ogni collaborazione. Toccò così al giovane Edward Carrere disegnare gli edifici del film. Naturalmente il riferimento di Carrere è l'architettura di Wright, quella del periodo '30 e '40. L'architettura de La fonte meravigliosa risulta un reinvenzione dell'architettura di Frank L. Wright. Nel film si avverte una forte urbanità, la lotta dell'individuo contro la società per affermare le proprie idee, il tutto all'interno di un melodramma ben costruito. La smaccata finzione delle architetture proposte nel film hanno una forza e un impatto tale che non si rimpiange l'assenza della mano di Wright. Questo perché la rielaborazione dell'architettura di Wright rientra nella struttura melodrammatica di King Vidor, nella sua grande capacità di cogliere lo spazio urbano.

TRAMA:

"Howard Roark è un architetto dalle idee avveniristiche ma tanto alieno ai compromessi da non riuscire a ottenere commesse da parte di clienti che vorrebbero affidargli lavori tradizionali. Per campare deve perciò adattarsi a un lavoro manuale. Un prestanome gli permette di tornare all'architettura, ma si verifica un nuovo e più violento scontro con gli imprenditori che hanno imposto modifiche non coerenti con le sue idee. Solo alla fine Roark riesce a far prevalere le sue convinzioni e ……………………………………………………………… "



Tutte le proiezioni si terranno presso Area Giovani, ex centro Rodari, in via Labriola 11, quartiere Krasnodar (vicino alla Conad). INGRESSO A OFFERTA LIBERA.

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P.S. by Senbee: grazie a Fra e a mNeMoNiA.
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Dandy Rotten
messaggio 2 Nov 2007 - 20:27
Messaggio #2


Al Mèi!
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Direi imperdibile...
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Senbee Norimaki
messaggio 3 Nov 2007 - 00:12
Messaggio #3


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Assolutamente imperdibili! Probabilmente il miglior ciclo del cineforum. Sono film fondamentali e l'accostamento è geniale.
Fra == MITO ^_^
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Roberta 80
messaggio 5 Nov 2007 - 15:31
Messaggio #4


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Da: Cabot Cove
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Spettacolare! I miei complimenti all'organizzatore/trice!
Il Deserto Rosso e La Fonte Meravigliosa mi mancano, li
verrò a vedere senza dubbio! Bellissima iniziativa, davvero! (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/yuppi2.gif)
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