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> Il nostro senso della vita
Black Ice
messaggio 15 Dec 2006 - 00:40
Messaggio #1


Gnosso
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Abituati a gareggiare per tuo conto,
Abituati ad essere solo
Abituati a non credere
Abituati a valutare...
Ma spera finchè puoi
Che la vita non è una gara
Che non sei solo
Che puoi credere negli altri se loro credono in te.
Che puoi fidarti dell' istinto.

Quando si intraprende un lungo viaggio attraverso il deserto
bisogna assicurarsi che il nostro spirito sia saldo quanto la nostra anima
Siamo soli, ma il deserto non è sempre uguale a se stesso, si potrebbero incontrare delle oasi oppure no, dobbiamo essere pronti a tutto.
Ad ogni modo ciò che ci porterà oltre il deserto non sarà la speranza, ma solo la fermezza nel seguire la nostra direzione.

Nella prima massima ci spero, nella seconda ci credo.
L' unico punto è che non so dove porta il cammino che sto seguendo...comunque importa poco devo misurarmi con me stesso, non col deserto. (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif)
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Black Ice
messaggio 15 Dec 2006 - 09:51
Messaggio #2


Gnosso
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Ecco la spiegazione: per qanto riguarda la mia personalissima esperienza, ho potuto constatare che le persone tendono a deluderti(nella fattispecie ad usarti come possono e poi gettarti nella spazzatura) per quasto è meglio abituarsi ad essere soli e a contare davvero solo su se stessi, cercare di essere razionali e con i piedi perterra per evitare che la realtà ci prenda alla sprovvista, ma soprattutto coltivare quell' odiosa diffidenza che serve a blindare le nostre emozioni prima che qualcuno ce le porti via.
Percontro nutro la speranza di poter un giorno riuscire di nuovo a fidarmi degli altri, di poter contare su qualcuno diverso da me e di poter decidere una volta tanto col cuore e non perforza con la testa per evitare che qualcuno mi rubi i sentimenti, trovo che ci siano poche cose belle come la fiducia al mondo: è il dono più grande che allo stesso tempo possiamo dare e ricevere essere costretto a non fidermi mi infastidisce e mi inquieta.
Ad ogni modo sono convinto che la mancanza di risolutezza nell' agire possa portare solo ad amplificare i disagi che derivano dal dubbio di agire secondo sentimento o secondo ragione per questo penso che una volta deciso come comportarsi rispetto ad una situazione sia meglio mantanere con fermezza la strada che abbiamo intrapreso almeno per vedere dove ci porterà...del resto quando la via e la meta sono un' incognita per me è meglio puntare la bussola in una direzione e seguire quella.
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Vale
messaggio 15 Dec 2006 - 18:05
Messaggio #3


Multa paucis
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Cambio di titolo Black Ice! Cancello lo spam e vediamo se la discussione prende piede (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/00000002.gif)
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Black Ice
messaggio 15 Dec 2006 - 18:08
Messaggio #4


Gnosso
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Grazie mille, ma non penso sia un argomento di grande interesse, staremo a vedere.
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graograman
messaggio 15 Dec 2006 - 18:57
Messaggio #5


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l'esperienza è una severa insegnante, prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione

benvenuto a bordo

di una barca con un sol posto.

discorso lungo,

siamo navi nell'oceano, che incontrano altre navi di notte, vedi solo i fari, non chi c'è a bordo

la solitudine tende ad affilare la personalità

aprezzerai di più la giusta compagnia se ti manterrai coerente

potrei parlare per secoli

ma una persona e un'oggetto han detto già tutto

"nosce te ipsum"

e guarda dietro all'Auryn
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Ferrigno
messaggio 29 Dec 2006 - 01:16
Messaggio #6


Ciocapiàt
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Ci sono persone che per dare all'umanità un contributo fondamentale hanno scritto 3 libri di 33 canti ciascuno. Ci sono altri che in una frase sola hanno riassunto tutto il senso dell'esistenza dell'uomo: "Straza più braghetti cat po".
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Senbee Norimaki
messaggio 29 Dec 2006 - 03:55
Messaggio #7


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Lacrime agli occhi. Grazie Ferrigno.

Senbee
Barone
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Vale
messaggio 8 Jan 2008 - 21:59
Messaggio #8


Multa paucis
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UP!
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FLO'
messaggio 17 Jan 2008 - 22:47
Messaggio #9


Ciocapiàt
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Mmm...discorso complicato quanto semplice...
A mio parere, la vita non ha un gran senso, cioè, è quasi palese che è fine a se stessa, la vita del singolo è collegata alle vite dei suoi conoscenti che xò non sono vincolati quindi è fine a se stessa. Un senso dovremmo trovarlo noi, ma probabilmente la continua ricerca del senso è il primo fattore che spinge la vita a continuare, è un po come la forza di soppravvivenza, vi è una sottile linea. Quindi, la continua ricerca porta al progredire della vita, la realizzazione finale etc etc, portano alla conoscenza del senso della vita e alla successiva morte, ovvero, quando uno arriva alla conoscenza del senso della vita arriva praticamente al termine della stessa...(salvo morti premature)... probabilmente è una gran cazzata, ma mi piace pensarla cosi...
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the brockton blo...
messaggio 18 Jan 2008 - 00:30
Messaggio #10


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Da: Walhalla
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io la penso cosi:
secondo me non esiste il senso della vita, ma proprio per questo l'uomo vive, per cercarlo nonostante non esista; poichè anche se dovesse esistere una volta trovato non avrebbe più senso vivere, il senso della vita è solo l'alibi che l'uomo cerca per non rendere vani i suoi momenti di sconforto e sofferenza, invece,nei momenti felici non conta più niente il senso della vita, conta solo l'attimo che si sta vivendo

Messaggio modificato da the brockton blockbuster il 18 Jan 2008 - 00:33
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Edoardo83
messaggio 4 Feb 2008 - 19:16
Messaggio #11


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Ah il tempo! è come un' invisibile raffica di appuntite gocce di minuti che lentamente ma allo stesso tempo inesorabilmente graffia ed indebolisce il nostro essere.. Quale fugace illusione di eternità è la giovinezza! Tanto ingannevole quanto più felice!
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Thyo85
messaggio 4 Feb 2008 - 23:06
Messaggio #12


Gago
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Da: Sant'agostino
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E' un pò tutto così strano.
L'adolescenza è il momento della vita in cui ci si forma: si diventa la base della persona che sarai, è come farne un calco: non sarà perfetto e si ritoccherà qua e là ma la forma è quella.
L'adolescenza è il momento in cui tutto sembra importante (mentre spesso non lo è davvero) e c'è chi ha paura, chi è incosciente, chi si mantiene nel mezzo.
Chi vive tutto e subito, chi non vive niente e basta.
Però da tutto questo si esce, prima o poi.
Può succede a 19anni, a 25, a qualcuno anche a 40 o 50, per quelle persone che si mantengono aggrappate coi denti e le unghie agli scampoli di giovinezza perchè hanno paura di scomparire, diventano bianchi,invisibili.
Credo che ci sia un momento per questo stacco.
Per me è stato il primo anno dell'università, me ne rendo conto molto tempo dopo.
Intorno a febbraio, anzi no, marzo.
Quel giorno ho avuto paura ma mi sono lanciato, ho camminato di fronte a lei, mi sono presentato, le ho detto che volevo conoscerla e uscire insieme a lei.
Lei ha detto, va bene perchè no.
Io ho sorriso dentro di me, senza sapere che per uscirci veramente sarebbero passati tre anni o poco più.
Quel giorno abbiamo chiaccherato un pò e poi sono andato via. Mezzora dopo ero di nuovo lì, con il sorriso per chiederle il numero che ancora non avevo pensato potesse servire (ingenuo).
Il suo sì mi ha dato forza. Mi sono sentito forte. Sentito di svoltare l'angolo: qualcosa di bello succedeva, forse potevo interessare a qualcuno. O almeno non fargli schifo.
Si,certo, molti fanno questa cosa a 15 anni, per me è stato molto più tardi.
Ho ritrovato i mucchi di parole e di cose dette a voce che tenevo nascoste tra pagine e lettere scritte in sere annoiate e smorte.
Una volta ho lasciato un foglio sul mio banco apposta,nei primi mesi di università.
Non conoscevo ancora nessuno e ho scritto alle uniche persone che salutavo "ehi,scusatemi perchè sono così".
Mi guardo dietro e mi guardo ora, nei riflessi argentati di un Alessio che non vedo più da nessuna parte.
Dove è finito quel timido ragazzo? C'è ancora? Si, si, c'è c'è.
Vive orgoglioso nei momenti migliori, di solitudine o di bellezza, quando sono con persone belle e lascio scorrere quello che sono,puramente, con sempre meno paura.
In altri invece c'è uno che non conoscevo: desideroso di essere protagonista, desideroso di stupire, di esserci, quello che una volta voleva nascondersi ora cerca di mostrarsi, nei giusti limiti di quello che c'è sotto, della pelle invisibile di un calco stampato anni fa.
Dopo quel giorno in università ho vissuto il piacere di essermi conquistato l'amicizia di una bellissima persona e di potermene prendere tutto il merito, ho cercato in lei l'amore, ho trovato amicizia ma è comunque speciale.
E ho iniziato a camminare senza più paure, giorno dopo giorno.
Quando vedo gli errori commessi nel passato, mi odio: poteva davvero essere tutto diverso, potevo essere più felice se solo lo avessi voluto.
Questa è la mia più grande lezione: bisogna voler essere felici per poterlo essere.
E bisogna essersi sentiti davvero tristi per poter desiderare la felicità.
Toccare il fondo è solo il modo per risalire.
Le lacrime danno molta più speranza: le lacrime sono la rabbia, l'insoddisfazione, il malessere.
Il segno del cambiamento.
Ci sono persone che vogliono far vedere al mondo che non felici e che non hanno paura: sono quelle che stanno peggio.
Dopo quel giorno ho iniziato ad avere stima di me.
E piano piano ne ho trovata in altri.
Ho riabilitato rapporti, resi importanti altri, cercato di smettere di essere una pallina usata all'occorrenza (cercato,per fortuna sento molto più lontana la sensazione).
E questi mesi mi hanno regalato diverse cose belle, una in particolare, anche se le altre non sono certo da meno.
E tutto parte da quel giorno, dove una volta tanto non ho rinunciato tristemente ma mi sono gettato.
Non sapevo che avrei sofferto anche quella volta, non sapevo quanto sarei cambiato, non sapevo che sarei arrivato a scrivere quello che sto scrivendo.
Ma, caro mondo, dammi solo un pò di appoggio, un pò di affetto e una buona strada da seguire: la voglio attraversare con passi pesanti, sorrisi smaglianti, volermi bene e volere bene.
Essere voluto bene (che bella sensazione quando succede).
E scrivere tanti altri post, sulle note di un bel disco, Peter Bjorn and John, consigliato da una persona stupenda, perchè dopo tanta solitudine la vita mi ha regalato anche la bellezza di qualcuno che mi consiglia bei dischi, io, che mi sentivo voce unica, coro di dissociati, puntino bianco tra mille neri.
E sono sereno, tranquillo, con la mia risposta che cercavo.
La risposta a tutti i problemi è che devi volerli risolvere, e allora, piano piano, può succedere, almeno a volte.
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Edoardo83
messaggio 4 Feb 2008 - 23:26
Messaggio #13


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Che bel racconto.. sai.. l'ho letto più volte e davvero mi è piaciuto.. i ricordi che hai di quel momento da come li racconti sono molto freschi.. e il modo in cui li hai raccontati è davvero interessante.

Messaggio modificato da Vale il 5 Feb 2008 - 12:47
Motivo della modifica: quote inutile
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gaTuz
messaggio 5 Feb 2008 - 09:52
Messaggio #14


Gnosso
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Bellissimo racconto Thyo!! scrivi davvero molto bene e riesci ad appassionare il lettore (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/sisi.gif)

Il mio senso della vita credo di poterlo riassumere così:

Vivere intensamente la proprio esistenza, in equilibrio fra razionalità e istintività!

riuscire a colmare sia il lato intellettuale che il lato sentimentale in equa misura!

Non pensare mai di aver la soluzione a tutto, rimettersi continuamente in gioco ma con il sorriso, riuscire a ridere di se stessi è il modo giusto per rialzarsi dai momenti di sconforto!

Sono le esperienze negative che ci fanno maturare .. e non si smette mai di maturare perchè non si smetterà mai di imparare!
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EpIcMetal
messaggio 5 Feb 2008 - 12:12
Messaggio #15


Puvrìn
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Io spero di finire quella scuola di merda in fretta e andare a lavorare.Trovare un ragazzo gentile,buono,con un animo dolce..Non mi interessa sia bello,mi basta che mi capisca.


E mentre dico questo sto ascoltando una canzone che a me piace davvero moltissimo..Last Night on Earth.Stratovarius.



Valentina
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graograman
messaggio 5 Feb 2008 - 12:30
Messaggio #16


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tu lo sai che letto questo vieni automaticamente classificata come "megattera"?
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EpIcMetal
messaggio 5 Feb 2008 - 12:40
Messaggio #17


Puvrìn
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Scusa non capisco proprio!!Cosa sarebbe? (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_confused.gif)
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lop88
messaggio 11 Mar 2008 - 14:14
Messaggio #18


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CITAZIONE (the brockton blockbuster @ 18 Jan 2008 - 00:30) *
io la penso cosi:
secondo me non esiste il senso della vita, ma proprio per questo l'uomo vive, per cercarlo nonostante non esista; poichè anche se dovesse esistere una volta trovato non avrebbe più senso vivere, il senso della vita è solo l'alibi che l'uomo cerca per non rendere vani i suoi momenti di sconforto e sofferenza, invece,nei momenti felici non conta più niente il senso della vita, conta solo l'attimo che si sta vivendo


che vocabolario hai letto??? (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/dont.u.get.it.4.gif)

per rimanere in tema...
Non confonda la scelta personale di San Francesco con ciò di cui parla il Papa, che riguarda un problema di ciascuno e di tutti, e riguarda il senso della vita, avere uno stile di vita umana o sprecare sterilmente la propria vita.. Che cosa è il senso della vita? Distingua il fatto di esistere o stare al mondo, dal modo con cui sta al mondo. Oggi Occidente esistere e stare al mondo vuol dire: avere cura della salute, lavorare e guadagnare più che si può, consumare più che si può, in nome della libertà che ciascuno ha di disporre di sè stesso come vuole. Ma basta fare quel che si vuole perchè la propria esistenza individuale e sociale abbia un senso umano, sia sensata per sé e per gli altri con cui si vive? Vivendo in Occidente tra guadagni e consumi sempre più elevati e facendo privatamente quel che si vuole, la convivenza sociale a livello nazionale, europeo, mondiale, ne guadagna o ne perde in termini di giustizia e di amore del prossimo o fraternita? ha un senso umano valido per ciascuno e per tutti? Ammetetrà che un primo avviso ci viene dal fatto che non ci sono risorse per estendere a tutti gli uomini i livelli di consumo altissimi di Europa e USA rispetto ad es. all'Africa. Che livelli alti di consumo hanno controeffetti negativi ad es. automobili e inquinamento.
Ma veniamo allo stile di vita umano.
Nella mia vita ho lavorato all'educazione di giovani studenti universitari. La prima cosa che dicevo loro è che l'infanzia e l'adolescenza era finita, perchè prima vivevano giorno per giorno seguiti e assititi dai loro genitori, frequentando la scuola dell'obbligo; venendo all'università dovevano imparare ad autogestire la propria vita; vivendo all'università decidevano nel tempo presente della loro vita personale e sociale futura. Li invitavo a chiedersi qual'era il risultato alla lunga delle scelte di ogni giorno. Si poteva dormire una mattina e non andare a lezione perchè la scuola d'obbligo era finita ma se si dormiva ogni mattina alla fine dell'anno si diventava quel che mai era stato pensato o deciso, un fannullone, uno strano tipo d'uomo che aveva vissuto senza stile e senza senso e aveva sperperato un anno della sua vita, dormendo e consumando molto senza frutto.
Il senso della vita o il modo di vivere umanao riguarda quella domanda che riguarda la vita intera di un uomo: facendo x o y che uomo alla fine sei diventato? Uomo sì o uomo no? Inauguri uno stile di vita che vale per te e rende possibile una vita umana sociale giusta e pacifica o no? Questione di stile o di non dimenticare che le decisioni di ogni giorno possono avere alla lunga risultati indipendenti da quelle decisioni, come il dormire invece che andare a lezione; basta non pensare a ciò che si diventa alla lunga con le decisioni che si prendono giorno dopo giorno...
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the brockton blo...
messaggio 11 Mar 2008 - 15:18
Messaggio #19


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CITAZIONE (graograman @ 5 Feb 2008 - 12:30) *
tu lo sai che letto questo vieni automaticamente classificata come "megattera"?


megattera (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/rofl.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/rofl.gif)

@lop: (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/medio.gif) riesco ancora a mettere due parole in fila...da dove l'hai preso il discorso?cita almeno le fonti (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_smile.gif)
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FLO'
messaggio 11 Mar 2008 - 23:07
Messaggio #20


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CITAZIONE (lop88 @ 11 Mar 2008 - 14:14) *
Il senso della vita o il modo di vivere umanao riguarda quella domanda che riguarda la vita intera di un uomo: facendo x o y che uomo alla fine sei diventato? Uomo sì o uomo no? Inauguri uno stile di vita che vale per te e rende possibile una vita umana sociale giusta e pacifica o no? Questione di stile o di non dimenticare che le decisioni di ogni giorno possono avere alla lunga risultati indipendenti da quelle decisioni, come il dormire invece che andare a lezione; basta non pensare a ciò che si diventa alla lunga con le decisioni che si prendono giorno dopo giorno...


Ma secondo me qui sbagli...stiamo parlando del senso della vita, nn di "cosa sarebbe successo se" e delle vite parallele...

Messaggio modificato da FLO' il 11 Mar 2008 - 23:07
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