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> [società] Slackers, fannulloni
Vale
messaggio 3 Mar 2009 - 14:43
Messaggio #1


Multa paucis
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Vi riporto un articolo da psicolinea.it

SLACKERS

di Giuliana Proietti

Gli slackers hanno ormai loro bibbia: il libro si chiama Bonjour Paresse (“Buon giorno pigrizia. L’arte o la necessità di fare il meno possibile in un’azienda) e l’ha scritto Corinne Maier, economista part time all’Enel francese e dottoranda in psicoanalisi. Evidentemente la Maier affronta un tema di interesse generale, visto che in Francia il libro è stato un best seller nel 2004 ed ora sta per essere tradotto in moltissime lingue.

Il fenomeno è stato individuato già da tempo nei paesi anglofoni ed è chiamato “slacking”, che significa, dal verbo ‘to slack, ‘perdere tempo’.
Gli ‘slackers’ dunque non sono altro che gli scansafatiche, quelli che ‘battono la fiacca’,ma con una particolarità: questi fannulloni lo fanno di nascosto e soprattutto lo fanno sul posto di lavoro.

Cosa fanno? Niente, o meglio, tutto. Tutto fuorché lavorare. Questi lavoratori dell’ozio passano infatti il tempo ad ‘imboscarsi’, specie nelle ore pomeridiane, per dedicarsi ai propri passatempi, facendo finta di lavorare. Il fenomeno è visto con crescente preoccupazione dalle aziende, in quanto procura loro notevolissimi costi, sia come calo della produttività, sia come rallentamento della crescita economica.

L’autrice di Bonjour Paresse, attaccata in Francia sia dalla destra che dalla sinistra, sostiene che questo fenomeno sia, nei tempi moderni, una forma di resistenza nei confronti di Società che pretendono motivazione e lealtà dai dipendenti, ma che in cambio non offrono loro la sicurezza del lavoro, né riconoscimenti di merito. La risposta a questa ipocrisia, sostiene la Maier, è quella di distaccarsi dal lavoro, con tutto il cinismo possibile, ossia essere pagati per fare i propri comodi, mentre tutti pensano che si stia lavorando.

Ma chi sono questi slackers? Si tratta di impiegati dai 20 ai 50 anni, uomini o donne, che occupano in genere delle posizioni privilegiate, dal momento che per imboscarsi occorre svolgere lavori in autonomia, con la possibilità di isolarsi attraverso porte, veneziane e separé. Sono persone annoiate e demotivate, alla continua ricerca di nuovi stimoli che li aiutino, sul posto di lavoro, a superare la noia e l’ostilità.

Chi decide di compiere una fuga virtuale dall’ufficio si rifugia nella rete, soprattutto per chattare. La Chat serve per chiacchierare senza scopi particolari, se non quello di ingannare il tempo, fare nuove amicizie, parlare di tutto e di tutti, senza paura di essere censurati o criticati, dal momento che non ci si conosce personalmente. Gli uomini che navigano in ufficio sono grandi frequentatori di siti porno, ma anche i siti che presentano belle immagini di vacanza e di relax sono molto frequentati, sia da uomini che da donne, quasi a cercare una compensazione alla quotidiana routine, ai colleghi insopportabili, alle angherie del capo in odore di carriera.

La ribellione dello slacker è privata: se sente il bisogno di confrontarsi con qualcuno lo fa attraverso le e-mails o le chat, mai con i colleghi. Spesso lo slacker usa il tempo del lavoro non tanto per distrarsi, ma per lavorare per sé stesso: i siti che si occupano di finanza sembrano ad esempio molto frequentati ed una ricerca inglese ha calcolato che un impiegato possa passare anche un’ora e mezzo al giorno dedicandosi ai propri affari. I più creativi trascorrono il tempo a scrivere poesie o novelle. Chi ama navigare in Internet può farlo anche per venti ore alla settimana sul posto di lavoro, senza che nessuno se ne accorga.

C’è di più : vista l’ampiezza del fenomeno, stanno nascendo sempre nuovi siti specializzati per fare slacking, che offrono consigli su giochi da fare di nascosto, rassegne di barzellette, differenziate a seconda delle professioni, consigli e tecniche per ingannare il capo, fra cui provvidenziali screen savers, che simulano fogli di calcolo, da applicare in caso di pericolo. Uno di questi siti di intrattenimento per lavoratori annoiati si chiama ad esempio www.shouldbeworking.com, traducibile con l’eloquente ‘dovreilavorare’.

Sembra che gli italiani fannulloni siano in testa ai colleghi di Gran Bretagna e Germania, con oltre il 50% di slackers abituali. Non stupisce dunque che le aziende stiano cercando di correre ai ripari, attraverso programmi-filtro che limitino la navigazione in internet, oppure programmi-spia che controllino i siti frequentati da un determinato PC. In ogni caso, il problema non è solo italiano: è un fenomeno di costume dovuto al fatto che il lavoro in ufficio, grazie all’informatica, svuota di significato delle professioni che una volta avevano il loro peso in azienda.

Consapevoli della mancanza di prospettive di carriera e di un loro appeal nel mercato del lavoro, questi ‘resistenti’ sono diventati come bambini annoiati che rubano la marmellata per ingannare il tempo.
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Brasil
messaggio 15 Mar 2009 - 18:13
Messaggio #2


Pòch ad bòn
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Da: Ferrara
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Topic passato sotto silenzio, ma tutto questo è realtà, e più diffusa di quanto si possa immaginare, soprattutto nelle grandi aziende. La reazione è comprensibilissima e molto umana, ed è davvero difficile per chi veste i panni del capo della situazione riuscire a stimolare, magari in modi diversi, i propri collaboratori. Non sempre le persone riescono a trovare le motivazioni autonomamente e dentro di sè, come pure spesso molti di costoro hanno bisogno di sentirsi partecipi della vita della "comunità" (perchè tale è), e non avendo "potere" reagiscono chiudendosi, rifiutando di agire.

E' anche un problema legato alle nuove professioni, come viene giustamente accennato, per il fatto che questi lavori a volte vengono svolti senza una vera effettiva, reale, gratificazione in termini di "utenza fisica". Mi spiego: colui che lavora al computer per tutto il tempo del suo operato, quasi sempre vedrà il frutto del suo lavoro (un software, un'applicazione) nelle mani di qualcuno che nemmeno vedrà mai in faccia, e non potrà esprimere sensazioni positive o negative, quali apprezzamento, gratitudine, critica, eccetera.

Direi un vero fenomeno figlio del nostro tempo, come tanti altri (la disgregazione delle comunità di quartiere, tanto per dirne una).
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bzbiz
messaggio 16 Mar 2009 - 11:53
Messaggio #3


Garantito al limone
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Da: SoFe (South Ferrara)
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CITAZIONE (Brasil @ 15 Mar 2009 - 18:13) *
(un software, un'applicazione) nelle mani di qualcuno che nemmeno vedrà mai in faccia, e non potrà esprimere sensazioni positive o negative, quali apprezzamento, gratitudine, critica, eccetera.


Quelle non le otterrai praticamente mai, tranne uno o 2 casi all'anno... e se sei fortunato.
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