Bilancio 2008 |
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Bilancio 2008 |
23 Dec 2008 - 14:18
Messaggio
#1
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Multa paucis Gruppo: Moderatore Messaggi: 9463 Iscritto il: 18 April 2005 Utente Nr.: 75 |
Appuntamento consueto ormai (IMG:style_emoticons/default/icon_smile.gif)
Il mio resoconto a quando avrò un po' più di tempo, intanto iniziate voi! Messaggio modificato da Vale il 23 Dec 2008 - 14:51 |
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24 Dec 2008 - 10:30
Messaggio
#2
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Gago Gruppo: Utente Messaggi: 1680 Iscritto il: 3 June 2006 Età: 39 Da: Sant'agostino Utente Nr.: 827 |
Il bilancio del 2008 è sicuramente dei più difficili, forse succede quando vivi un anno più intensamente del solito e già per questo non me ne lamento.
Il 2007 era finito con ottime premesse: mi ero laureato, trovato un lavoro, comprato la mia bella macchina e soprattutto conosciuto alcune persone che avevo intuito dal primo minuto mi avrebbero lasciato grandi cose. E nel complesso posso direi che fino a buona parte dell'estate tutto è rimasto così, veloce, quasi perfetto, una lunga corsa in un treno fin troppo veloce. Un salire di quelli che ti gira la testa perchè non ci sei abituato ma in cui ti ritrovi bene: ho sentito rompersi le catene intorno a me, come se tutte le corde a cui ero legato si potessero rompere. Correvo veloce, sicuro, felice, non solo, con qualcuno in particolare e tante nuove conoscenze vicine. Ci sono state 2-3 occasioni in cui mi sono sentito per la prima volta in vita mia a casa: il cuore lento senza agitazione, la sensazione di invulnerabilità, di non dovere più proteggermi ne proteggere, di vivere senza peso. Sicuramente i due momenti migliori fanno due nomi, di cui uno è la One Indie Night, una serata in un locale inventata completamente da me, organizzata dalla locandina al locale alla pubblicità ai dj invitati: chi era quel ragazzo apparantemente timido e compassato che d'improvviso si faceva protagonista, volava intorno a persone che non conosceva e improvvisamente iniziava a parlare di sè, abbandonarsi a sogni, progetti, che aveva sempre qualcosa da fare la settimana dopo in un eterno rincorrersi di bei momenti. Il secondo è il concerto dei Radiohead, perchè era atteso da 7 mesi ed era la mia rivincita personale verso un passato troppo ombroso, come quel primo concerto a Ferrara (eccezionale, s'intende) in cui ero andato in personal perchè il mondo intorno a me era troppo diverso da me e nessuno aveva la mia stessa passione. Invece questa volta è stata una bella giornata vissuta con felicità, graziata dal sole, senza problemi di macchina o qualsiasi cosa potesse succedere: "sarà epico, lo sento" mi fu detto il giorno prima e la previsione era esatta. Erano giorni in cui sentivo di non avere confini come limiti. Andai a dormire alle 4:10 (non riuscendo a dormire nemmeno subito) e alle 6 e 10 ero sveglio per andare a lavorare, senza ombra di sonno o fastidio: il mondo era pieno di luci e io ne ero in mezzo. Non troppi giorni dopo ero sul palco di Ferrara sotto le Stelle, il luogo dove ho conosciuto il mondo dei concerti e io ero là sopra a mettere i dischi prima di Cat Power. Senza confini. C'era solo una lieve ombra ma me la tenevo per me, perchè andava e veniva, lottavo per tenerla sotto e spesso ci riuscivo, la soffocavo sotto l'onda di rilassatezza perchè volevo solo continuare a sentirmi parte del mondo, felice, sereno, viaggiare a velocità doppia rispetto al normale. Poi è arrivata l'estate, quella vera: sono anni che l'estate per me è una cosa negativa. Forse perchè lavoro d'estate da quando ho quindici anni, forse perchè è sempre stato un periodo vuoto. Quest'anno è stato un paio di alti e bassi, momenti, istanti, dubbi. A settembre quell'ombra che tenevo repressa è uscita: mai avuto una cosa così chiara nella mente in vita mia, un certezza così grande. Usciva letteralmente dalle labbra senza che lo volessi, il giorno prima di poterlo dire non riuscivo a ragionare, mi sentivo come un pittore senza pennello che disegna col sangue o con la carta o con dei fili, ma deve disegnare, è arrivato a riempirsi di una sensazione o sentimento e non ci sono altre vie di uscita. Sapevo le conseguenze ma era da scegliere tra una non vita e una vita. E arriviamo a questa parte di anno, che se avesse un titolo potrebbe essere "In Caduta Libera". E' molto peggio essere malinconici perchè senti che non sei realizzato (non è la parola giusta) che non esserlo quando sai che lo eri e ora lo hai perso. Un conto è sognare una vita migliore, tutt'altro è sapere di averla vissuta e tornare indietro. Non contento, non solo la vita non mi ha ancora donato (nemmeno questa è la parola giusta) una via di uscita, una strada alternativa ma si è divertito a complicare le cose, a rabbuiare ulteriormente il quadro. A togliermi alcuni dei bastoncini a cui mi appoggiavo, a fratturarne altri così da non potermici appoggiare ma anzi doverli aiutare (scusate, ora non ci riesco). Mi ero tenuto il viaggio in Inghilterra (una settimana stupenda) come ultimo residuo, conscio che una volta tornato non avrei avuto per la prima volta dopo anni un obiettivo a cui tendere, un qualcosa da raggiungere, solo un silenzio grande intorno. Infatti è stato così e mi è stato anche dato in regalo un ironico souvenir che mi sembra una discreta presa in giro, mio caro destino, ma ho imparato a capire che non ti manca nè ironia nè spirito di divertimento. Così ora, in questo fine di anno, sono un albero a cui si strappano le radici giorno dopo giorno e con la sensazione (tra stomaco e intestino) sempre più intensa di dovermi girare, correre, sentire un dolore atroce perchè staccherei e deluderei e farei soffrire e non mi si capirebbe ma correre, correre via lontano, fare un reset, un nuovo inizio. Perchè ci pensi. Ci pensi che non inizi ad essere più un giovanotto di 16,17 anni con tanto davanti. Ci pensi che tra poco di anni ne compi 24 e non hai ottenuto così tanto, in alcuni frangenti. Che hai sempre avuto la necessità di inseguire, lottare, conquistare, arrivare. Ma un momento di rilassatezza, un periodo perfetto del tutto ancora no. E ci pensi che forse hai semplicemente sbagliato sport, inutile tentare nel calcio se sei portato per il basket. E allora forse devi fare un riavvio. Andare via. Strappare le radici, andare in fretta e piantarti in un nuovo posto, con la coscienza dei tuoi errori e la speranza che le cose ti vengano anche un pò incontro perchè agli altri succede. Non sempre ma agli altri vedi che ogni tanto ci sono solo marciapiedi in cui camminare, mentre tu ti trovi davanti ad una via con muri alti e vecchi, dove devi rimuovere ogni singolo mattone prima di poter passare. E alla lunga pesa. Questo è il 2008: ascesa e caduta. Poi per il 2009 in questi giorni si decide. Messaggio modificato da Thyo85 il 24 Dec 2008 - 10:34 |
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