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Messaggio
#1
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Gago ![]() Gruppo: Utente Messaggi: 1607 Iscritto il: 3 September 2007 Utente Nr.: 2779 ![]() |
Giornata Mondiale pena di morte
Amnesty International lancia un appello a tutti i governi perché approvino risoluzione per moratoria universale 10 ottobre - Il 10 ottobre è la Giornata Mondiale contro la pena di morte. Una giornata che dal prossimo anno sarà celebrata anche in Europa sempre il 10 ottobre, come ha proclamato ieri ufficialmente a Lisbona il Consiglio d’Europa, l’organizzazione che riunisce 47 stati del vecchio continente. L’annuncio è avvenuto durante la conferenza “L’Europa contro la pena di morte”, organizzata dalle istituzioni europee, presenti ai massimi livelli. Il via libera alla giornata abolizionista era stato dato dai governi del Consiglio d’Europa il mese scorso, malgrado l’opposizione della Polonia. Varsavia aveva controproposto all’Ue una giornata per la vita, contro l’aborto e l’eutanasia. Moratoria - Sul tema è intervenuto oggi anche il presidente del Consiglio Romano Prodi. “Quella della pena di morte è una questione importante – ha detto il premier da Bruxelles – L’Italia ha di fronte settimane cruciali su questo tema. Il veto polacco non frena certo la nostra azione”. Nella lotta alle esecuzioni capitali l’Italia è in prima fila. Il 28 settembre Italia e presidenza portoghese dell’Ue hanno lanciato all’Onu una iniziativa per una moratoria universale sulla pena di morte con l’adesione, ha detto ieri a Lisbona il sottosegretario degli Esteri Gianni Vernetti, di 101 Paesi. L’obiettivo comune di Strasburgo e Bruxelles è di arrivare all’adozione di una risoluzione che proclami una moratoria universale entro la fine dell’anno. L’appello - Proprio in occasione della Giornata Mondiale contro la pena di morte Amnesty International ha lanciato un appello “a tutti i governi” perché approvino la risoluzione per una moratoria universale sulle esecuzioni. “Questo è un momento di grande slancio in direzione dell’abolizione della pena di morte” dichiara Irene Khan, segretaria generale di Amnesty International. “Sono 133 gli Stati membri delle Nazioni Unite, di ogni regione del mondo, ad aver abolito la pena di morte per legge o nella pratica. Nel 2006, solo 25 Stati hanno eseguito sentenze capitali e il 91% di esse ha avuto luogo in sei Paesi: Cina, Iran, Iraq, Pakistan, Sudan e Stati Uniti. Coloro che optano per la più crudele, inumana e degradante delle punizioni sono ormai una minoranza. I governi devono appoggiare la risoluzione dell’Assemblea Generale dell’Onu e compiere così un importante passo avanti verso un mondo senza più esecuzioni” ha sostenuto Khan. In Europa e nel Mondo – I 47 Paesi dell’organizzazione di Strasburgo hanno abolito la pena di morte, eccezion fatta per la Russia, dove è tuttavia in vigore una moratoria. In Europa da dieci anni non si verificano più esecuzioni capitali. “3650 giorni”, per l’esattezza, come ha rilevato il segretario generale del Consiglio d’Europa Terry Davis. Nel 2006 ci sono state nel mondo 5628 esecuzioni capitali. La mappa dei Paesi in cui si condanna ancora a morte comprende la Cina, l'Iraq, l'Afghanistan, ma anche alcuni stati degli Usa e il Giappone. Fonte: http://www.skylife.it/html/skylife/tg24/ar...ernational.html |
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Messaggio
#2
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Super Member ![]() Gruppo: Utente Messaggi: 15258 Iscritto il: 14 December 2005 Età: 17 Utente Nr.: 459 ![]() |
Ecco perché sono fiero di aver votato per D'Elia e il suo partito:
------------------------------------------------- http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre...ssissippi.shtml Il condannato aveva già consumato l'ultimo pasto Usa, pena di morte sospesa in extremis Bloccata l'esecuzione di un detenuto nel Mississipi, negli Stati Uniti moratoria di fatto per le sentenze capitali NEW YORK (Stati Uniti) - Per la pena di morte negli Usa è ormai moratoria di fatto: la Corte Suprema federale di Washington ha nuovamente fermato la mano del boia, stavolta in Mississippi quando ormai il condannato aveva consumato l'ultimo pasto e stava incamminandosi verso la camera dell'iniezione letale. A questo punto l'ultima esecuzione negli Stati Uniti risale al 25 settembre. L'ULTIMO PASTO - Earl Wesley Berry, il condannato del Mississippi, avrebbe dovuto morire alle 18 ora locale, la mezzanotte in Italia, nel penitenziario statale di Parchman. Aveva consumato l'ultimo pasto (salsicce e braciole di maiale, cipolle, patate, torta di pecan) e passato la giornata a piangere, ma, avevano riferito le autorità del carcere, non aveva mai mostrato rimorso per la morte di Mary Bounds, la sua vittima, rapita e uccisa nel 1987 a forza di botte fuori da una chiesa. LA SOSPENSIONE - A metà giornata era arrivato il primo verdetto della Corte di Washington. Negativo. Su una materia tecnica. Intanto i parenti della donna uccisa si radunavano nell'ala a loro riservata del braccio della morte. Più consistente era stato il secondo ricorso che contestava la costituzionalità dell'iniezione letale, una materia su cui la Corte Suprema il 25 settembre ha accettato di pronunciarsi. Da allora molti stati hanno adottato una moratoria di fatto delle esecuzioni. Il verdetto sul caso del Mississippi non fa che consolidare la tendenza alla pausa di riflessione. I PRECEDENTI - L'ultimo stop al boia era venuto in Alabama: una corte d'appello federale aveva bloccato il 24 ottobre l'esecuzione di un malato terminale. E anche l'ultima iniezione letale, quella del 25 settembre in Texas poche ore prima che si pronunciassero i magistrato di Washington, è al centro in questi giorni di polemiche: il giudice locale rifiutò di accogliere un ricorso dell'ultim'ora degli avvocati, presentato con 20 minuti di ritardo per un problema con un computer. Se lo avesse accolto anche quell'uomo oggi sarebbe in vita. COCKTAIL LETALE - Il sistema dell'iniezione letale, basato su un cocktail letale di tre sostanze, è usato in 36 dei 37 Stati americani dove è in vigore la pena di morte: l'unica eccezione è il Nebraska dove viene impiegata ancora la sedia elettrica. Dall'inizio dell'anno sono state giustiziate 42 persone negli Usa contro le 53 del 2006. |
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