Le Nostre Recensioni, gli album che abbiamo appena comprato e che vogliamo consigliare agli |
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Le Nostre Recensioni, gli album che abbiamo appena comprato e che vogliamo consigliare agli |
11 Oct 2006 - 18:11
Messaggio
#1
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il peso™ Gruppo: Utente Messaggi: 5474 Iscritto il: 3 April 2005 Età: 41 Da: Copparo \ Torino Utente Nr.: 50 |
inauguro questo topic, con la speranza che tutti postino un po' di tutto, per convincere tutti gli utenti ad assumere musica....
ho tanta carne al fuoco ma inizio con questi tre: (IMG:http://image.guardian.co.uk/sys-images/Arts/Arts_/Pictures/2006/08/31/jaxx128.jpg) Basement Jaxx Crazy Itch Radio voto: 9 veramente un buon lavoro da parte del duo inglese: un album che si mantiene piuttosto simile ai precedenti (o comunque il loro tipo di suono si riconosce senza dubbio), a parte un'apertura molto molto interessante verso il klezmer e il folk, soprattutto in brani come "Hey You" e "Run 4 Cover", ma anche in "Take Me Back To Your House" (che tra l'altro ha un video a dir poco bellissimo). Il resto è Basement Jaxx allo stato puro, grande energia tra la disco e il funk, orientata a creare una sonorità unica e nuova; cosa molto ben riuscita soprattutto in questo loro ultimo lavoro. (IMG:http://www.agoravox.fr/IMG/Cassius-15-again.jpg) Cassius 15 Again voto: 6/7 sono rimasto sinceramente sorpreso da questo ultimo album del duo francese: un lavoro qualitativamente molto buono, ma che si distacca parecchio dalle due precedenti produzioni: se 1999 è il punto di partenza, Au Reve rappresenta la svolta verso questo 15 Again, che si presenta molto più pop-sperimentale almeno nella prima metà dell'album, mentre nella seconda metà c'è l'anima più disco. Un approccio al ballo un po' retrò però (dimostra questo fatto un pezzo come "Jack Rock", che forse è proprio la dimostrazione di un tentato connubio tra la House più anni '80 e il rock di "Toop Toop"), assolutamente non banale ma sinceramente privo del french touch originario. Da segnalare il featuring di Pharrell Williams in "Eye Water", con un testo piuttosto impegnato verso la salvaguardia del nostro pianeta, e uno splendido poema come "La Notte". In sostanza, bisogna cambiare un po' idea riguardo ai vecchi Cassius e farsene una parzialmente nuova. (IMG:http://www.prun.net/img/prunalexsmoke-paradolia02042006.jpeg) Alex Smoke Paradolia voto: 8 album molto bello per gli amanti dell'elettronica piuttosto minimale, ma con un piglio deciso e prettamente melodico. Alex Smoke alterna pezzi molto poetici ("Prima Materia" con archi che giocano un ruolo fondamentale, o "Left Drift" dove un'arpa sintetica accompagna frammenti di suono che giocano su una base ad andamento moderato) ad altri più dritti e sicuri (con "Meany" è impossibile rimanere fermi, e non lasciarsi trasportare dal finale con un synth decisamente ipnotico che si sovrappone al basso rotolante; oppure "Persona", con un andamento sicuro e un alternarsi di pad e bassi che trasportano verso un continuo crescendo). Un vero poeta dei frammenti, Alex Smoke fa trasparire in questo suo album una sottile vena di malinconia e nostalgia, che bene si sovrappone però al ritmo in 4/4 che inevitabilmente non permette di non ondeggiare la testa. Messaggio modificato da Püzdj il 11 Oct 2006 - 18:17 |
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19 Oct 2007 - 19:42
Messaggio
#2
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il peso™ Gruppo: Utente Messaggi: 5474 Iscritto il: 3 April 2005 Età: 41 Da: Copparo \ Torino Utente Nr.: 50 |
(IMG:http://www.laptoprockers.eu/media/images/music/2007/underworld-oblivion-with-bells-albumcover.jpg)
Underworld - Oblivion With Bells voto:7,5 dopo un bel po' di tempo senza notizie (l'ultimo album fu A Hundred Days Off), qualche comparsata di singoli inediti e le ristampe dei maggiori successi dovevano farci aspettare un loro ritorno; ed eccoli, con un ottimo album, che come il precedente però risente moltissimo della mancanza di Darren Emerson. Il punto di rottura è evidente, il suono ricalca quello dell'album precedente, ma non è per forza peggiore rispetto al periodo dove Emerson la faceva da padrone. I brani di quest'ultimo lavoro sono molto introspettivi, la ritmica potente cede il passo a grassi pad, archi sintetici, pianoforti e chitarre, batterie che a tratti sembrano acustiche; il marchio di fabbrica Underworld rimane però nella presenza di Karl, che ha questo suo modo particolare di fraseggiare i brani, come se fosse un cantastorie, una cadenza di racconto che si interseca benissimo con la ritmica dei brani. Un prodotto da intenditori, ma alla fine dei conti dagli Underworld dobbiamo sempre aspettarci di tutto. |
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