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FerraraForum.it _ Pensieri Profondi _ Discorso Di Gandhi, 1947

Inviato da: Haran_Banjo il 21 Aug 2008 - 16:12

Discorso di Gandhi

In questi giorni è stato ritrovato l’audio completo di questo discorso di Gandhi: oggi più che mai, un omaggio alla riflessione di tutti.

Discorso tenuto da Gandhi alla Conferenza delle relazioni interasiatiche, New Delhi, 2 aprile 1947. Traduzione e commento a cura di Tara Gandhi.

Signora Presidente e amici, non credo di dovermi scusare con voi per il fatto che sono costretto a parlare in una lingua straniera. Chissà se questi altoparlanti porteranno la mia voce fino ai confini di questo immenso pubblico. Quelli di voi che sono lontani possono alzare la mano, se sentono quello che dico? Sentite? Bene. Bene, se la mia voce non vi giunge, non è colpa mia, ma colpa degli altoparlanti.
Quello che volevo dirvi è che non devo scusarmi. Non oso, visti tutti i delegati che si sono riuniti qua da tutta l’Asia, e gli osservatori – ho imparato questa parola pronunciata da un amico americano che disse: “Non sono un delegato, sono un osservatore”. Di primo impatto con lui, vi assicuro, pensavo venisse dalla Persia, ma ecco davanti a me un americano e gli dico: “Sono terrorizzato da te, e vorrei che mi lasciassi stare”. Potete immaginare un americano che mi lasci stare? Non lui e, quindi, ho dovuto parlargli.
Quello che volevo dirvi è che il mio idioma per me madrelingua, non lo potete capire, e non voglio insultarvi insistendo su di esso. Il linguaggio nazionale, Hindustani, ci metterà tanto tempo prima di rivaleggiare con un linguaggio internazionale.
Se ci deve essere rivalità, c’è rivalità tra francese e inglese. Per il commercio internazionale, indubbiamente l’inglese occupa il primo posto. Per discorsi e corrispondenza diplomatici, sentivo dire quando studiavo da ragazzo che il francese era la lingua della diplomazia e se volevi andare da una parte all’altra dell’Europa dovevi provare ad imparare un po’ di francese, e quindi ho provato ad imparare qualche parola di francese per riuscire a farmi capire. Comunque, se ci deve essere rivalità, la rivalità potrebbe nascere tra francese e inglese. Quindi, avendo imparato l’inglese, è naturale che faccia ricorso a questa parlata internazionale per rivolgermi a voi.
Mi chiedevo di cosa dovessi parlarvi. Volevo raccogliere i miei pensieri, ma lasciate che sia onesto con voi, non ne ho avuto il tempo.
Però ieri ho comunque promesso che avrei provato a dirvi qualche parola.
Mentre venivo con Badshah Khan, ho chiesto un piccolo pezzo di carta ed una matita. Ho ricevuto una penna invece di una matita. Ho provato a scarabocchiare qualche parola. Vi spiacerà sentirmi dire che quel pezzo di carta non è qui con me. Ma questo non importa, ricordo cosa volevo enunciare, e mi sono detto: “I miei amici non hanno visto la vera India, e non ci stiamo incontrando in una conferenza nel cuore della vera India”.
Delhi, Bombay, Madras, Calcutta, Lahore – queste sono tutte grandi città e quindi, hanno subito l’influenza dell’Occidente, sono state fatte, magari eccetto Delhi ma non New Delhi, sono state fatte dagli inglesi. Poi ho pensato ad un breve saggio – credo che dovrei chiamarlo così – che era in francese. Era stato tradotto per me da un amico anglo-francese, e lui era un filosofo, era anche un uomo altruista e diceva che mi aveva dato la sua amicizia senza che io lo conoscessi, perché lui parteggiava per le minoranze ed io rappresentavo, assieme ai miei connazionali, una minoranza senza speranze, e non solo senza speranze ma una minoranza disprezzata.
Se gli europei del Sudafrica mi perdonano per quello che dico, eravamo tutti “coolies” [lavoratore non qualificato a basso costo]. Io ero un insignificante avvocato “coolie”. A quei tempi non avevamo dottori “coolie”, non avevamo avvocati “coolie”. Ero il primo nel campo. Ma sempre un “coolie”. Magari sapete cosa si intende con la parola “coolie” ma questo mio amico, si chiamava Krof – sua madre era francese, suo padre inglese – disse: “Voglio tradurre per te una storia francese”.
Mi perdonerete, chi di voi sa la storia, se nel ricordarla faccio degli errori qua e là, ma non ci sarà nessun errore nell’avvenimento principale.
C’erano tre scienziati e – ovviamente è una storia inventata – tre scienziati uscirono dalla Francia, uscirono dall’Europa alla ricerca della “Verità”. Questa era la prima lezione che mi aveva insegnato quella storia, che se bisogna cercare la verità, non la si trova su suolo europeo. Quindi, indubbiamente neanche in America.
Questi tre grandi scienziati andarono in parti diverse dell’Asia. Uno trovò la strada per l’India e diede inizio alla sua ricerca. Raggiunse le cosiddette città di quei tempi. Naturalmente, ciò avvenne prima dell’occupazione inglese, prima anche del periodo Mughal, così è come ha illustrato la storia l’autore francese, ma visitò comunque le città, vide la gente delle cosiddette caste alte, uomini e donne, fino a che non si addentrò in un’umile casa, in un umile villaggio, e quella casa era una casa Bhangi, e trovò la verità che stava cercando, in quella casa Bhangi, nella famiglia Bhangi, uomo, donna, forse 2 o 3 bambini (lo dico come me lo ricordo) e poi lui descrive come la trovò. Tralascio tutto questo.
Voglio collegare questa storia a quello che voglio dire a voi, che se volete vedere il meglio dell’India, dovete trovarlo in una casa Bhangi, in un’umile casa Bhangi, o villaggi simili, 700.000 come ci insegnano gli storici inglesi. Un paio di città qua e là, non ospitano neanche qualche crore [unità di misura indiana che equivale a 10 milioni] di persone. Ma i 700.000 villaggi ospitano quasi 40 crore di persone. Ho detto quasi perché potremmo togliere una o due crore che stanno in città, comunque sarebbero 38 crore.
E poi mi sono detto, se questi amici sono qui senza trovare la vera India, per cosa saranno venuti? Ho poi pensato che vi pregherò di immaginare quest’India, non dal punto di vista di questo immenso pubblico ma per come potrebbe essere. Vorrei che leggeste una storia come questa storia dei francesi o altre ancora. Magari, qualcuno di voi vada a vedere qualche villaggio dell’India e allora troverà la vera India.
Oggi farò anche questa ammissione: non ne sarete affascinati alla vista. Dovrete raschiare sotto i mucchi di letame che sono oggi i nostri villaggi. Non voglio dire che siano mai stati dei paradisi. Ma oggi sono veramente dei mucchi di letame; non erano così prima, di questo sono abbastanza certo. Non l’ho appreso dalla storia ma da quello che ho visto io stesso dell’India, fisicamente con i miei occhi; e io ho viaggiato da una parte all’altra dell’India, ho visto i villaggi, i miserabili esemplari dell’umanità, gli occhi senza vita, eppure sono l’India, e ciononostante in quelle umili case, nel mezzo dei mucchi di letame troviamo gli umili Bhangis, dove troverete un concentrato di saggezza. Come? Questa è una grande domanda.
Bene, allora voglio illustrarvi un altro scenario. Di nuovo, ho imparato dai libri, libri scritti da storici inglesi, tradotti per me. Tutta questa ricca conoscenza, mi spiace dire, arriva qui da noi in India attraverso i libri inglesi, attraverso gli storici inglesi, non che non ci siano storici indiani ma neanche loro scrivono nella loro madrelingua, o nella loro lingua nazionale, Hindustani, o se preferite chiamarli due idiomi, Hindi e Urdu, due forme della stessa lingua. No, ci riferiscono quello che hanno studiato sui libri inglesi, magari gli originali, ma attraverso gli inglesi in inglese, questa è la conquista culturale dell’India, che l’India ha subito.
Ma ci dicono che la saggezza è arrivata dall’Oriente verso l’Occidente. E chi erano questi saggi? Zoroastro. Lui apparteneva all’Oriente. Fu seguito dal Buddha. Lui apparteneva all’Oriente, apparteneva all’India. Chi ha seguito il Buddha? Gesù, di nuovo dall’Asia. Prima di Gesù ci fu Musa, Mosè, che apparteneva anche lui alla Palestina, ma verificavo con Badshah Khan e Yunus Saheb ed entrambi sostenevano che Mosè appartenesse alla Palestina, sebbene fosse nato in Egitto. Poi venne Gesù, poi Mohammad. Tutti loro li tralascio. Tralascio Krishna, tralascio Mahavir, tralascio le altre luci, non le chiamerò luci minori, ma sconosciute in Occidente, sconosciute al mondo letterario.
In ogni modo, non conosco una singola persona che possa uguagliare questi uomini d’Asia. E poi cosa accadde? Il Cristianesimo, arrivando in Occidente, si è trasfigurato. Mi spiace dire questo, ma questa è la mia lettura. Non dirò altro al riguardo. Vi racconto questa storia per incoraggiarvi e per farvi capire, se il mio povero discorso può farvi capire, che lo splendore che vedete e tutto quello che vi mostrano le città indiane non è la vera India. Certamente, il massacro che avviene sotto i vostri occhi, mi dispiace, vergognoso come dicevo ieri, dovete seppellirlo qui. Il ricordo di questo massacro non deve oltrepassare i confini dell’India, ma quello che voglio voi capiate, se potete, è che il messaggio dell’Oriente, dell’Asia, non deve essere appreso attraverso la lente occidentale, o imitando gli orpelli, la polvere da sparo, la bomba atomica dell’Occidente.
Se volete dare di nuovo un messaggio all’Occidente, deve essere un messaggio di “Amore”, un messaggio di “Verità”.
Ci deve essere una conquista (applausi) per favore, per favore, per favore. Questo interferisce con il mio discorso, e interferisce anche con la vostra comprensione. Voglio catturare i vostri cuori, e non voglio ricevere i vostri applausi. Fate battere i vostri cuori all’unisono con le mie parole, e io credo che il mio lavoro sarà compiuto.Voglio lasciarvi con il pensiero che l’Asia debba conquistare l’Occidente. Poi, la domanda che mi ha fatto un mio amico ieri: “Se credevo in un mondo unico?”. Certo, credo in un mondo unico. Come posso fare diversamente, quando divento erede di un messaggio di amore che questi grandi, inconquistabili maestri ci hanno lasciato? Potete esprimere questo messaggio di nuovo ora, in questa era di democrazia, nell’era del risveglio dei più poveri dei poveri, potete esprimere questo messaggio con maggiore enfasi. Poi completerete la conquista di tutto l’Occidente, non attraverso la vendetta perché siete stati sfruttati, e nello sfruttamento voglio ovviamente includere l’Africa, e spero che quando vi reincontrerete in India la prossima volta ci sarete tutti: spero che voi, nazioni sfruttate della terra, vi incontrerete, se a quell’epoca ci saranno ancora nazioni sfruttate.
Ho forte fiducia che se unite i vostri cuori, non solo le vostre menti, e capite il segreto dei messaggi che i saggi uomini d’Oriente ci hanno lasciato, e che se veramente diventiamo, meritiamo e siamo degni di questo grande messaggio, allora capirete facilmente che la conquista dell’Occidente sarà stata completata e che questa conquista sarà amata anche dall’Occidente stesso.
L’Occidente di oggi desidera la saggezza. L’Occidente di oggi è disperato per la proliferazione della bomba atomica, perché significa una completa distruzione, non solo dell’Occidente, ma la distruzione del mondo, come se la profezia della Bibbia si avverasse e ci fosse un vero e proprio diluvio universale. Voglia il cielo che non ci sia quel diluvio, e non a causa degli errori degli umani contro se stessi. Sta a voi consegnare il messaggio al mondo, non solo all’Asia, e liberare il mondo dalla malvagità, da quel peccato.
Questa è la preziosa eredità che i vostri maestri, i miei maestri, ci hanno lasciato.

M. K. Gandhi

Inviato da: Vale il 21 Aug 2008 - 16:28

Qualsiasi commento è superfluo sisi.gif Inarrivabile Gandhi.

Hai fatto benissimo a postare.

Inviato da: Vale il 21 Aug 2008 - 20:30

Non intendo continuare su questa linea, sappiatelo.

Inviato da: Gnomo in Trench il 21 Aug 2008 - 21:33

E allora sappi che questo interessante topic riceverà la bellezza di zero repliche, dopo la mia (che sarà immantinente cestinata, prevedo). Sarò serio per un'unica volta: esistono argomenti che non ha senso siano affrontati in un forum. Quello in questione ne è un lampante esempio. Per carità, il discorso di Ghandi è pregnante (nemmeno troppo a dire il vero, è obsoleto in gran parte ma passi) ma quali commenti o discussioni potrebbero nascere? Bravo! Grande! Ha ragione! Che bravo! E via discorrendo. Se voglio far nascere una conversazione in merito ad un tema dovrò introdurre l'argomento, non pensi? Si può parlare dell'India di allora e di come si sia evoluta in questi 60 anni (zero a mio avviso). Si potrebbe affrontare un discorso sul colonialismo, sulla rivoluzione non violenta e sui suoi risultati. Ma qui cosa abbiamo? Un discorso sacrosanto su cui non si può chiosare. A parti inverse potrei postare un brano del Se Questo E' Un Uomo per sentirmi dire ovvietà alla stregua di: Che cattivi! Vergogna! Mai più! Questa non è crescita intellettuale, sono banalità da vecchi della bocciofila. Tanto peggio se il discorso viene sponsorizzato da una ditta di cellulari. Mi pare patetico e offensivo nei confronti della memoria di uno statista di raro valore.
Detto questo cosa ti aspetti? Pensieri Profondi da parte dei PR del forum? Pareri pregnanti della generazione Caleffi? Qualcuno lo sa dove si è laureato Ghandi senza usare Wikipedia?
Ma andiamo...

Inviato da: Vale il 21 Aug 2008 - 21:41

Ci volevano n cestinamenti per far capire che sei in grado di non scrivere minchiate, bene, ti ringrazio, questo tuo post è uno tra i più interessanti che abbia letto da un bel po' di tempo a questa parte. E ovviamente rimarrà dove sta adesso. Per quale motivo pensi dovrei cestinarlo? Non ne vedo, anzi, mi auguro che questa tua improvvisa ondata di argomentazione non passi come è arrivata.
Hai dato ottimi spunti di conversazione.
Grazie.

Inviato da: A.L.G. il 21 Aug 2008 - 21:42

proprio perchè molta gente, me compreso, ha lacune su certi argomenti è giusto che essi vengano usati come oggetto di conversazione. Allora dal tuo punto di vista è una cazzata aver pubblicato quel discorso sui quotidiani? E' informazione cazzo! E il forum è anche questo, oltre all' interazione tra utenti con opinioni diverse.
Ecco perchè un topic del genere può far nascere nuove riflessioni, che possono variare il più possibile, non stò a fare degli esempi perchè non ho cazzi.
Il discorso di Gandhi è vecchio e obsoleto? Forse, ecco uno spunto per una discussione. L' imperialismo inglese? Eccone un' altro.
Ma lasciamo da parte le battutine sceme, quelle non servono a nessuno

Inviato da: Gnomo in Trench il 21 Aug 2008 - 21:44

Allora stiamo a guardare quante persone daranno il loro apporto a questo topic se non per polemizzare con me.

Inviato da: A.L.G. il 21 Aug 2008 - 21:45

te lo sei voluto
aahh la selezione naturale

Inviato da: Vale il 21 Aug 2008 - 21:45

Mi auguro di no. A che pro polemizzare con te in questo caso? Mi pare che tu abbia detto delle cose sacrosante.

Inviato da: FLO' il 22 Aug 2008 - 00:26

Beh Gnomo, secondo me hai toppato...il forum come dice ALG è anche informazione, io non sapevo che ora potevo leggere questo discorso, e grazie al forum invece l'ho letto...poi penso che chi se la sente può partire con le riflessioni e argomentazioni etc, senza che venga dato un input...
Cmq, ora mi chiedo...ma solo io noto un certo tirar acqua troppo a sto oriente? L'oriente, la saggezza, la verità, conquisterà l'occidente etc etc...e poi dice un Mondo Unico...si ma unico come vuole lui, ovvero un mondo orientale...bah...non so...non capisco...illuminatemi...

Inviato da: A.L.G. il 22 Aug 2008 - 00:42

penso che si riferisca all' idea di pace globale applicata alla sua religione, penitenze, meditazione eccetera....Me lo leggerò più volte proprio per afferrare le varie sfumature, sempre che ne sia capace.

Inviato da: Boris il 22 Aug 2008 - 10:14

CITAZIONE (Gnomo in Trench @ 21 Aug 2008 - 22:33) *
E allora sappi che questo interessante topic riceverà la bellezza di zero repliche, dopo la mia (che sarà immantinente cestinata, prevedo). Sarò serio per un'unica volta: esistono argomenti che non ha senso siano affrontati in un forum. Quello in questione ne è un lampante esempio. Per carità, il discorso di Ghandi è pregnante (nemmeno troppo a dire il vero, è obsoleto in gran parte ma passi) ma quali commenti o discussioni potrebbero nascere? Bravo! Grande! Ha ragione! Che bravo! E via discorrendo. Se voglio far nascere una conversazione in merito ad un tema dovrò introdurre l'argomento, non pensi? Si può parlare dell'India di allora e di come si sia evoluta in questi 60 anni (zero a mio avviso). Si potrebbe affrontare un discorso sul colonialismo, sulla rivoluzione non violenta e sui suoi risultati. Ma qui cosa abbiamo? Un discorso sacrosanto su cui non si può chiosare. A parti inverse potrei postare un brano del Se Questo E' Un Uomo per sentirmi dire ovvietà alla stregua di: Che cattivi! Vergogna! Mai più! Questa non è crescita intellettuale, sono banalità da vecchi della bocciofila. Tanto peggio se il discorso viene sponsorizzato da una ditta di cellulari. Mi pare patetico e offensivo nei confronti della memoria di uno statista di raro valore.
Detto questo cosa ti aspetti? Pensieri Profondi da parte dei PR del forum? Pareri pregnanti della generazione Caleffi? Qualcuno lo sa dove si è laureato Ghandi senza usare Wikipedia?
Ma andiamo...

hai ragione ma hai scazzato 1 cosa: l'india si è evoluta un casino negli ultimi anni. tra 10 anni quali pensi che siano le grandi potenze economiche mondiali?

e provo la risposta sulla laurea di gahndi: londra?

Inviato da: Maifermo il 22 Aug 2008 - 10:31

Io dico Legge e Londra.
Per molti motivi sono d'accordo con Gnomo.
Non vedo il discorso di Ghandi obsoleto, piuttosto mi sembra che vada contestualizzato.
Io poi non sono amante dei grossi ragionamenti ideologici pregnati di poesia come questo, credo piuttosto che sia soprattutto nella politica internazionale pragmatismo e concretezza.
A Ghandi non si può certo rimproverare di non essere stato concreto, però, non è certo questo discorso l'esempio lampante del suo operato.

Mi sento in pieno accordo con l'accusa di una palese strumentalizzazione pubblicitaria di una grande mente del passato secolo.

Inviato da: bzbiz il 25 Aug 2008 - 09:24

Avendo anche una minima idea di Ghandi e del contesto in cui è vissuto/morto il fatto che la sua immagine venga usata per pubblicizzare i servizi di un noto (ex) monopolista delle telecomunicazioni è offensiva e disgustosa.

Fossi nel governo Indiano farei causa.

Per il resto quoto Maifermo, il discorso va contestualizzato, dobbiamo pensare all'India (e al mondo) nel '47 e negli anni precedenti...

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