Ringrazio mNeMoNiA di http://www.ferraracinema.netsons.org/ per queste info. Ricordo che il Cineforum si trova in via Labriola 11 (trasversale di via Krasnodar, vicino alla Conad) presso AreaGiovani. Il Cineforum è aperto a tutti, l'ingresso è a offerta libera.
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Il film è molto crudo e violento, sconsigliato per chi è debole di stomaco. La trama è particolare perchè mischia piani diversi, la realtà oggettiva è confusa e sfumata dall'irrazionale, dai pensieri, dai sogni e sentimenti dei protagonisti.
Bah... crudo e violento... È in assoluto il meno crudo e violento che abbia mai fatto Miike. Anni luce rispetto alla crudezza e alla violenza di tutti gli altri suoi film. Ci sono solo un paio di scazzottate.
Non ho mai visto altri film di Miike, sono molto cruente le scene degli omicidi perpetrati dai protagonisti e poi mi schifa vedere il sangue che schizza ovunque.
o mio dio
REPERISCI LA FILMOGRAFIA DI MIIKE, ti prego
Ti assicuro, Dani, che qui il sangue praticamente non c'era. Diciamo che rispetto agli altri suoi film il rapporto e 1:10000.
E soprattutto la violenza: qui è solo accennata e in gran parte fuori campo. In quasi tutti gli altri film ci sono scene di violenza estrema, assolutamente raccapricciante, di un sadismo inconcepibile, con litri e litri di sangue che schizza ovunque ^_^
Ma qui l'argomento violenza era solo molto accessorio e quindi estremamente mitigato da quello dell'omofilia latente: in particolare la scena in teoria più violenta (il soffocamento) diventa in pratica quasi una rilettura della scena ad altissimo tasso erotico del finale di "L'impero dei sensi" di Oshima. Non vedi sopraffazione e tortura in quella scena, vedi sostanzialmente una scena di ipossifilia. E i rimandi a Oshima sono moltissimi, a cominciare dall'attore principale, attore feticcio di Oshima in Gohatto, appunto sull'omosessualità.
Come sempre, quello di Miike è un cinema simbolista e surreale, ma anche ancestrale, quasi antropologico nel giocare sempre con estrema audacia e originalità sui totem e i tabù umani (perversione, violenza, famiglia, dolore, tortura, incesto, paura, pornografia, poesia, incubo, sopraffazione). Miike riesce a catturare l'essenza del surrealismo, quello che rappresenta sangue e merda per trasmettere sensazioni altissime e profondissime ma inesplicabili. In Miike tutto è implicito: i simboli - tantissimi - sono spesso molto più esplicativi di interminabili minuti di spiegazioni esplicite ma incoerenti e noiose. E mentre ti annoi della banalità estetica della presunta logica narrativa, all'improvviso ritorna l'inconscio a scuoterti, colpendoti allo stomaco molto spesso e riportando la tua mente al piano del pensiero irrazionale, verso quell'altro tipo di realtà che solo l'arte riesce a comunicare.
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